@ Sapremo
CITAZIONE
non sono incaponito (e non ho certezze per nessuna delle due ipotesi);
l'ho posto come possibile elemento esistito e ci ho apposto alcune osservazioni
(sulle quali tulip e tu non vi siete soffermati e haviland ha scritto qualcosa immediatamente affossato da quello che ha scritto il sig. Mitrokhin).
In realtà Haviland ti ha risposto così:
CITAZIONE
l'ironia del titulus crucis si inserisce nella lista di numerose altre ironie simili tutte concentrate nella Passione ed escludono … ogni pretesa di trovare dietro nuclei storici.
Ed anche io ti ho risposto quando ti ho citato l’episodio di Barabba e la pesante
ironia che esso manifesta nei confronti dei Giudei che non hanno riconosciuto il “vero” capro” sacrificale”.
Anche ammesso, ma assolutamente non concesso, che il titulus potrebbe rappresentare un elemento di storicità,
un solo tale elemento non renderebbe storia ricordata, e cioè documento storico, il racconto allegorico e simbolico che lo contiene.È come se io scrivessi una storia ambientata in una città di fantasia, con personaggi di fantasia e ci mettessi un solo elemento storico, per esempio un monumento, chessò, la Torre Eiffel. questo non trasformerebbe il mio racconto in Storia. Non so se mi spiego.
Un racconto, quello di Marco, che è allegorico, altamente simbolico e pesantemente ironico nei confronti dei Giudei, può essere considerato Storia?
Ora è vero che la prassi Romana richiedeva di apporre al collo del condannato un cartello con il motivo della condanna, ma questo, nel racconto di Marco, fa parte della ricostruita scenografia, e viene fatto fare da Pilato, prima di tutto un Pilato
molto diverso da quello storico (che era una belva sanguinaria) e quindi in un certo senso implicitamente lo possiamo considerare un personaggio di fantasia, e in secondo luogo, quando Pilato dice “quello che ho fatto è fatto”, alludendo a cosa aveva scritto sul titulus, vuole semplicemente sottolineare
ironicamente che i Giudei, nella loro cecità, avendo scelto di liberare Barabba, avevano rinunciato al Re dei Giudei, inteso come il Messia Salvatore che avrebbe di lì a poco espiato i loro peccati col Suo sacrificio.
Poi
CITAZIONE
è uno dei pochi casi in cui tutti e quattro vangeli coincidono
Anche questo Haviland te lo ha detto: coincidono perché si copiano l’uno con l’altro.
CITAZIONE
tutti i vangeli poi decidono di metterlo, senza paura di correre anche il rischio di scrivere una cosa che poi poteva non essere rispondente alla realtà ecc. ecc.
qui ricorri al criterio di imbarazzo, che è uno dei criteri fallaci a cui ricorrono gli apologeti (folli, direbbe Haviland) a sostegno della storicità, cioè se una cosa è imbarazzante, perturbante, pericolosa ecc. ecc. e la troviamo nei vangeli, allora deve essere vera per forza.
Ma non è così che funziona!