Origini delle Religioni

UNA BELLISSIMA CITAZIONE DI TITO LIVIO, Nihil enim in speciem fallacius est quam prava religio.

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CAT_IMG Posted on 27/9/2020, 18:03
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L'invisibile e l'inesistente si somigliano molto. (Delos B. McKown, The Mythmaker's Magic)

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Dioniso arrivò a Roma un po’ più tardi, all’epoca dei consoli Spurio Postumio Albino e Quinto Marcio Filippo. Il suo culto fu introdotto da un crotoniate ignoto o sibarita o siceliota. Era un sacerdote e indovino, esperto di sacrifici. Ma fu una donna, una campana di nome Annia Paculla che trasformò il culto del dio: cinque volte al mese, coperti e accompagnati dal rumore assordante di nacchere e sonagli, accoppiamenti rituali in suo onore avvenivano nei boschi della dea Stimula (o Semele), presso l’Aventino. Mai la fantasia umana, e nemmeno quella divina, s’era sbizzarrita a tal punto nel reperire le più stravaganti figure dell’amore. Migliaia di donne e di uomini sperimentavano un’insolita felicità in quei sacri boschi sull’Aventino. I consoli, avvisati da un’oscura prostituta di nome Ispala Fecenia, stroncarono sul nascere questi culti perniciosi, con ogni mezzo, perché non c’è niente di più ingannevole di una falsa religione (nihil enim in speciem fallacius est quam prava religio).


(Tito Livio, 34:16)
 
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