Origini delle Religioni

LA VERA ORIGINE DI HALLOWEEN

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barionu
CAT_IMG Posted on 31/10/2014, 10:45 by: barionu
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Halloween ha origini ETRUSCHE !




Fatte proprie poi dai Romani

MUNDUS CERERIS


http://it.wikipedia.org/wiki/Mundus_Cereris

Il mundus Cereris (mundus di Cerere) è parte di una delle tradizioni più oscure e antiche della religione romana arcaica ma l'origine del rituale ad essa collegata è molto probabilmente di matrice etrusca.

Si tratta di una fossa posta nel santuario di Cerere e consacrata agli dèi Mani, che ha forma circolare a ricordare la volta celeste e l'universo tutto.

Tale pozzo aveva anche la forma simbolica di un utero rovesciato che veniva scavato al centro della città al congiungimento degli assi di decumano e cardo. La fossa rimane chiusa per tutto l'anno ad eccezione di tre giorni in cui mundus patet.

Il rito prevedeva infatti che il 24 agosto, il 5 ottobre e l'8 novembre il mundus fosse aperto e pertanto quei giorni erano segnati nel calendario con la dicitura mundus patet, il mundus è aperto. L'apertura del mundus metteva in comunicazione il mondo dei vivi e quello dei morti, i segreti dei Mani si trovano “alla luce” e per questo era proibita ogni attività ufficiale.[1]

Il rito aveva un carattere eminentemente purificatorio, e quindi propedeutico rispetto a eventi sacri che il calendario romano prevedeva nei giorni e soprattutto nel mese immediatamente successivo (Saturnali e Natale del Sole Invitto).

Lo stesso termine mundus designa il "mondare" e il "purificare", così come le consonanti 'm-n-d' sono le stesse della radice indoeuropea che richiama alla parola "bocca", "utero".

In quanto rito purificatorio, al pari del battesimo e di altre cerimonie consimili, il rito di apertura del mundus aveva un carattere iniziatico, in quanto la purificazione è l'operazione sacra che immediatamente e necessariamente precede l'inizio di una nuova vita, individuale (iniziazione propriamente detta) o collettiva (rito religioso), inoltre si tratta di un rito dal carattere ctonio con valenze anche agricole (il 24 agosto era la vigilia degli Opiconsiva, festa che consacrava la messa al riparo del raccolto[1]), cosa che richiama fortemente le valenze originarie di Cerere che la vedevano non solo come divinità che fa crescere le messi ma anche come guardiana della fecondità umana, dei fenomeni tellurici e del mondo sotterraneo dei morti[2].

Non a caso il mundus mette in comunicazione l'esterno della Terra con il mondo sotterraneo e dèi inferi che le abitano. Il rituale del "mundus patet" (il mundus è aperto), che si compiva per tre volte ogni anno, era il momento in cui le anime dei defunti potevano ritornare nel mondo dei vivi e aggirarsi a loro piacimento per la città.

Per la sua funzione, il rituale del Mundus si ricollega alle tutte quelle forme rituali storico-antropologiche che contemplano il tema del "mondo alla rovescia", tra cui gli stessi Saturnali, il Samhaim, la festa di Halloween, e di qui anche le festività legate ai defunti (Feralia e Culti degli antenati) e più tardi il Carnevale. In letteratura la stessa fossa scavata da Ulisse all'ingresso dell'Ade, nel XI libro dell'Odissea (di questa correlazione si fa menzione nel saggio Omero nel Baltico di Felice Vinci)[3]


Roma_-_Santa_Maria_in_Cosmedin_5846



oggi chiamata la Bocca della Verità era in origine

la porta che copriva il Mundus .




poi declassata a tombino , il cattolicesimo sempre cerca di cancellare le tracce della passata

religione ,

https://it.wikipedia.org/wiki/Bocca_della_Verit%C3%A0














MUNDUS PATET


www.romanoimpero.com/2011/09/culto-degli-dei-mani.html



PER INIZIARE ;



MUNDUS CERERIS


http://it.wikipedia.org/wiki/Mundus_Cereris


FLAMINE

http://it.wikipedia.org/wiki/Flamine


Fondazione di Roma, vedi PLutarco , vita di Romolo

http://it.wikipedia.org/wiki/Fondazione_di_Roma






MUNDUS

LAPIS MANALIS



MANALE, PIETRA
Enciclopedia Italiana (1934)

di Gioacchino Mancini

MANALE, PIETRA. - Nella lingua latina l'aggettivo manalis è propriamente qualificativo di una fonte che getta acqua copiosa e perenne. Si adoperò anche per indicare vasi da versare acqua. Tuttavia per manalis lapis s'intende propriamente una pietra sacra che ha virtù di provocare la pioggia. Con tale denominazione fu anche designata la pietra che chiudeva la porta dell'Orco, nel mondo degl'Inferi, rimossa la quale le anime, ossia i Mani, potevano liberamente uscire dall'Ade, per risalire presso i viventi. Anche la pietra che chiudeva il mundus, ossia quella vasta fossa scavata al centro dell'abitato nei primitivi villaggi, aveva lo stesso epiteto di manalis. Da ciò si dovrebbe dedurre che tale voce derivi piuttosto dai Manes, che dalla voce verbale marare.

Nella disciplina augurale degli Etruschi, che i Romani seguirono in gran parte, vi era un rito consistente nel far ruzzolare (verrere) una o più pietre (petrae manales), in tempo di siccità, per ottenere la pioggia. Questa pratica, dapprima di carattere privato, entrò nella religione dello stato, sotto forma di una processione (pompa), presieduta dai pontefici. L'atto più importante di tale cerimonia, che si diceva aquaelicium, era il trasporto della pietra sacra, di forma cilindrica, ordinariamente deposta nel tempio di Marte, rappresentante le forze vegetative della terra. Nel giorno prefisso la pietra sacra veniva recata solennemente in città, fino al tempio di Giove Capitolino. La matronae, che prendevano parte alla pompa, giunte al clivo Capitolino, scioglievano le loro chiome e si denudavano i piedi (onde il nome della processione: nudipedalia) e così scalze ascendevano l'erta del colle, recitando preghiere a Giove, perché concedesse la pioggia. La cerimonia assumeva un carattere funebre; i magistrati che vi prendevavo parte deponevano la toga listata di porpora, e i littori portavano i fasci capovolti. Termine della cerimonia era l'immolazione cruenta di una vittima.

Bibl.: J. A. Hild, in Daremberg e Saglio, Dictionnaire des antiquités grecques et romaines, III, p. 1562 seg.; G. Wissowa, Religion u. Kultus d. Römer, 2ª ed., Monaco 1912, p. 368.


LE FESTE DI ROMA ANTICA



www.maat.it/livello2

/Dizionario%20d...tica%20Roma.htm





L'Umbilicus Urbis Romae


www.romasegreta.it/campitelli/foro-...icus-urbis.html




L'Umbilicus Urbis Romae è una costruzione conica in mattoni risalente all'epoca severiana, un tempo rivestita di marmi bianchi e colorati, situata tra i Rostra e l'Arco di Settimio Severo: come dice la parola stessa trattasi dell'ombelico di Roma, ovvero il centro della città, ad imitazione dell'omphalòs greco.


La costruzione, come possiamo notare nella foto sopra, è dotata di una porticina per consentire l'accesso alla cavità sotterranea. Il fatto di essere il centro della città e di avere una cavità sottostante riporta al racconto della fondazione di Roma fatto da Plutarco: questi infatti narrava che Romolo scavò una fossa circolare "nel luogo che ora è chiamato Comizio" e vi gettò dentro le primizie di ogni cosa. I seguaci di Romolo, a loro volta, vi gettarono un pugno della loro terra di origine. Questa fossa era chiamata dai Romani "mundus", con lo stesso vocabolo usato per indicare l'Olimpo.


Plutarco prosegue dicendo che la fossa chiamata "mundus" era considerata il centro del solco circolare tracciato intorno ad essa con un aratro, trainato da un bue e da una vacca che vi erano stati aggiogati: questo solco era il "pomerium" di Roma. Da qui la tradizione romana di scavare una fossa, il "mundus" appunto, prima di ogni altra opera nel luogo che sarebbe stato il centro della città, perché quella era il collegamento con il "mundus Cereris", ovvero il confine fra il mondo dei vivi ed il mondo dei morti. La fossa, di forma circolare a ricordare la volta celeste e l'universo tutto, era chiusa da una pietra e rimaneva chiusa per tutto l'anno ad eccezione di tre giorni, il 24 agosto, il 5 ottobre e l'8 novembre, durante i quali "mundus patet", ovvero il mondo è aperto, mettendo così in comunicazione il mondo dei vivi con quello dei morti.



L'apertura del "mundus" stabiliva una comunicazione effettiva, visibile, tra i tre mondi (celeste, terreno ed infero), nel luogo stesso dove questi si congiungevano. La pietra che chiudeva l'accesso al mondo sotterraneo dei morti, regno di Plutone e Proserpina, era detta "lapis manalis" perché da lì passavano i Mani, ovvero le anime dei morti buoni, dei "parentes", delle persone di famiglia dalle quali ci si aspetta protezione e benevolenza anche dopo la morte. In quei 3 giorni in cui "mundus patet", giorni ritenuti solennemente religiosi ma durante i quali era più facile varcare la soglia perché la pietra era aperta, era proibito svolgere qualsiasi attività pubblica: pertanto era considerata cosa empia non solo dare battaglia o cominciare una guerra, ma anche arruolare soldati, salpare con le navi o unirsi alla moglie per avere figli.


Circa il primo interdetto, Varrone sottolinea e conferma come i Romani "ritenessero che era meglio andare a combattere quando fosse chiusa la bocca di Plutone", ovvero la bocca degli inferi.

BOCCA DELLA VERITA'

www.romanoimpero.com/2012/05/la-bocca-della-verita.html

GLI DEI MANI

www.romanoimpero.com/2011/09/culto-degli-dei-mani.html








Edited by barionu - 17/10/2022, 09:25
 
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