Origini delle Religioni

POTREBBE MARCIONE NON ESSERE ESISTITO STORICAMENTE? - UN’IPOTESI DI RENÉ SALM

« Older   Newer »
  Share  
CAT_IMG Posted on 18/7/2022, 10:28
Avatar

Member

Group:
Member
Posts:
676

Status:


Marcione


di René Salm

25/02/2022

[Traduzione di roxi]




Su questo sito sei anni fa scrissi una serie di post “Questioning the gospel of Marcion”. La spinta per quei post fu la mia nuova tesi, non ripresa altrove, per quello che ne so, che non ci fu nessun “vangelo di marcione”, non un testo, in ogni caso. La mia argomentazione è ancora valida, ma qui la espando e rifiuto l'esistenza di Marcione stesso. "Marcione" era, come descriverò più avanti, un comodo strumento dei cattolici, una figura inventata usata per stabilire la (falsa) priorità dei loro nuovi vangeli ed epistole e per anatemizzare tutti coloro che credevano nello spirito di Gesù - che, come abbiamo visto altrove, era il paradigma dominante tra i seguaci di Gesù prima dell'avvento della Chiesa Cattolica. Ora chiamati "Marcioniti", quei pre-cattolici erano improvvisamente "eretici" ed erano (ovviamente) "ovunque".

Alla vigilia della rivoluzione cattolica

Intorno all'anno 140 EV esistevano comunità di seguaci di Gesù in tutto il mondo mediterraneo. Erano trascorsi due secoli interi dalla morte di Yeshu ha-Notsri (65 EV circa) e, mentre ora esistevano numerose divisioni all'interno del vasto movimento (ebrei contro gentili, sette battiste localizzate, gnostici solitari, congregazioni comuniste come i Terapeuti, ecc.), il comune denominatore era la venerazione di “Gesù”, lo spirito di Dio che entra nell'essere umano degno ed effettua la salvezza mediante l'unione con il Divino. Tra i testi del I secolo che testimoniano questa profonda teologia vi sono le Odi di Salomone, la Sapienza di Salomone e il Vangelo di Tommaso. Nessuno di quei primi testi conosce Gesù di Nazaret, il “Cristo”.

Eppure, nel 140 d.C. le tensioni che stavano fermentando da generazioni (cfr. il post qui) si stavano avvicinando a un punto di rottura. La severa teologia gnostica e negazionista del mondo di Yeshu semplicemente non era adattabile alla maggior parte dei seguaci di Gesù. Sempre più spesso, le associazioni erano divise tra (a) una élite ascetica che richiedeva il sacrificio totale (e la sottomissione ad essa) e (b) una pluralità crescente di membri che desideravano un percorso più facile verso la salvezza e, essenzialmente, più libertà.

È quest'ultimo gruppo - ora la maggioranza - che diede vita alla Chiesa cattolica. Dopotutto, il movimento di Gesù si era allontanato da tempo dall'orbita palestinese e aveva tentato di adattarsi ai modi gentili, modi che erano incuranti della rigida legge e dei rituali ebraici. Le élite del movimento erano ancora in gran parte ebraiche per costume e tradizione, e in Atti 6,1 ss vediamo le tensioni tra un gruppo d'élite di "Ebrei" e un gruppo significativo di "Ellenisti" (cfr Gal 5,11 ss).

“La situazione della Chiesa a metà del II secolo”, scrive uno studioso, “è caratterizzata da incertezza e confusione” [1]. Lotte di potere erano in corso a tutti i livelli della fratellanza ed era in gioco il futuro (e la natura) dell'intero movimento di Gesù. Per alcuni era chiaro che erano necessari cambiamenti drastici se la religione doveva sopravvivere. Era imperativo un approccio più cattolico ("universale"), che si rivolgesse alla gente comune e approvasse la vita nella società, mentre accoglieva anche il percorso più rigoroso del "santo". Entrambi i percorsi dovevano essere valorizzati, e quindi una tendenza dominante dopo l’imminente rivoluzione cattolica è l'esortazione alla pace, all'unità e alla tolleranza reciproca (cfr Ef 5, 6).

Le epistole paoline

Oggi, il consenso generale degli studiosi è che le epistole paoline siano un corpus non uniforme. Diverse lettere, comprese le Pastorali, sono universalmente ritenute falsificazioni successive. La posizione maggioritaria sostiene che sette epistole siano "autentiche" [2]. Altri studiosi dicono “quattro epistole.” Alcuni (tra cui la Scuola Radicale Olandese, H. Detering, R. Price e me stesso) dicono "nessuna epistola".

È anche generalmente accettato che diverse epistole paoline siano esse stesse raccolte di lettere più brevi [3]. Per complicare ulteriormente le cose, le epistole paoline rappresentano strata letterari. Le lettere brevi (segmenti delle attuali epistole) apparentemente furono scritte già nel I secolo EV (stratum di base), così Harnack e Schmithals. Poiché i lettori di questo blog sanno che, a quel tempo, non esisteva ancora la fede cattolica, allora queste lettere erano tutte gnostiche, cioè riflettono la teologia della fase II dove “Gesù” è un'entità spirituale divina. Price (seguendo MacDonald) descrive le comunità di questo stratum letterario di base come "una collezione eterogenea di radicali cristiani encratiti" (2012:77). Possiamo modificare leggermente questa valutazione: la parola “cristiano” non era ancora applicabile (il “Cristo” come redentore universale sarebbe stato introdotto a metà del II EV); e la parola "radicali" riflette il senno di poi dei tempi cattolici, poiché nel I secolo tutti i seguaci di Gesù erano in misura maggiore o minore gnostici, asceti ed encratiti.

Successivamente allo stratum letterario di base, gli studiosi hanno proposto almeno uno stratum revisionistico. W. Schmithals rileva “una polemica anti-gnostica... in ogni lettera” (Price 2012:75). Questo stratum anti-gnostico riflette l'inizio dell'era cattolica, cioè dopo la metà del II secolo.
Infine, W. Munro identifica un ultimo stratum “Pastorale”:

Munro mette insieme tutti questi suggerimenti, isola i criteri per identificare quello che lei chiama "stratum pastorale" e scopre molti altri passaggi dello stesso tipo. Questo stratum «non proviene dall'originario collettore e redattore di un corpus di lettere paoline, ma da ambienti diversi in una fase più avanzata della storia cristiana». (RM Price, The Amazing Colossal Apostle, 2012:76)

Ireneo cita le epistole pastorali nel 180 EV circa, il che mostra che erano già esistenti a quel tempo. Sospetto infatti che Ireneo stesso possa essere stato l'autore delle Pastorali oltre che delle epistole giovannee, e forse anche il produttore delle epistole di Ignazio di Antiochia (sicuramente dei falsi) e dell'epistola di Policarpo ai Filippesi (anch’essa un falso).

Mettendo tutto insieme, abbiamo:

(1) lettere brevi, gnostico-encratite indirizzate a varie comunità gesuane risalenti al I secolo EV (stratum 1)
(2) una raccolta (probabilmente molto selettiva) di lettere precedenti fatta dai cattolici a metà del II secolo EV, insieme ad approfondite revisioni anti-gnostiche (stratum 2)
(3) uno “stratum pastorale” databile a prima del 180 EV circa (stratum 3)

Il terzo stratum venne subito dopo il secondo e mostra che i decenni centrali del II secolo EV furono un periodo di frenetica produzione letteraria da parte della Chiesa nascente. Secondo Winsome Munro, il terzo stratum era caratterizzato da "interpolazioni testuali in tutto il corpus paolino" ed era caratterizzato da "pio quietismo". Allo stesso tempo, il pastorale si opponeva al “radicalismo settario” (Price 2012, 76). Come accennato in precedenza, queste caratteristiche riflettono il bisogno della nuova Chiesa di pace, unità e tolleranza reciproca dopo l'improvvisa – e senza dubbio straordinariamente divisiva – introduzione della figura di Gesù di Nazaret nelle comunità del “Gesù spirituale” tutto intorno al Mediterraneo.

“Marcione”

La genesi delle epistole paoline, come sopra delineata, propone: la scrittura di lettere di orientamento gnostico nel I secolo EV, la loro raccolta da parte dei cattolici a metà del II secolo EV e la loro successiva "de-gnosticizzazione" e "cattolicizzazione" da parte di Ireneo e /o altri della sua generazione. Si noterà che questi passaggi non hanno affatto bisogno della figura di Marcione.

Marcione è una delle figure più sfuggenti della prima storia cristiana - e questo potrebbe essere dovuto al fatto che l'uomo non è mai esistito. Vari Padri della Chiesa affermano che scrisse una varietà di testi: un vangelo, epistole, un trattato chiamato "Antitesi" e così via. Eppure non è sopravvissuto un solo brandello dei suoi voluminosi scritti, nemmeno un verso. Alcuni studiosi si basano su una dichiarazione di Tertulliano come prova del vangelo di Marcione: "Nell'anno quindicesimo del regno di Tiberio (poiché tale è la proposta di Marcione) egli [Gesù] 'scese nella città galilea di Cafarnao'..." (Contro Marcione IV.7.) Tuttavia, questa non è una prova che Marcione abbia scritto qualcosa. È solo la prova che Tertulliano fece una simile dichiarazione. Suggerisce anche che Tertulliano, scrivendo verso il 200 EV, avesse il vangelo di Marco davanti a sé, perché solo in quel vangelo la casa di Gesù è Cafarnao.

Tertulliano penò molto per i suoi cinque volumi del Contro Marcione - lo scrisse tre volte. Ma se l'arci-eretico non è mai esistito, perché allora tanta fatica? La risposta è che la figura inventata di Marcione era molto utile alla chiesa emergente.

Giustino Martire è il primo a menzionare l'arci-eretico, intorno al 155 EV. Marcione è poi citato da quasi tutti: Ireneo, Ippolito, Tertulliano, Clemente Alessandrino, Origene, Efrem il Siro, Eusebio, Agostino e così via [4]. La spinta principale degli eresiologi è l'accusa che Marcione “ha mutilato il vangelo di Luca” – questo, in un colpo solo, colloca Marcione e la sua teologia dopo gli scritti cattolici. Senza prove chiare dell'esistenza di Marcione, trovo sospetta quest'accusa cattolica. Inoltre, i Padri della Chiesa non sono d'accordo su ciò che devono dire su Marcione, né sulla storia dell'eretico né su ciò che ha insegnato.

Come ho scritto altrove, sappiamo che Marcione o era un nauclerus (in latino "armatore" o "costruttore di navi") o il figlio scomunicato di un vescovo (ci sono due tradizioni), che cercò di comprarsi l’ingresso nella Chiesa, che era discepolo di un certo Cerdone, che aveva un illustre discepolo di nome Apelle, e che venne a Roma nel 144 d.C. e/o 155 EV (di nuovo, ci sono due tradizioni). Gli stessi "personaggi associati" Cerdone e Apelle non sono attestati, se non in pochissimi (sospetti) passaggi dei Padri della Chiesa [5] - e anche questo non accresce la nostra fiducia nella storicità di Marcione.

Non è possibile che Marcione fosse già scomunicato prima di incontrare il vescovo di Roma (nel 155 d.C.). Questo, per me, mette in dubbio l'intera visita a Roma. E poi: Marcione poteva essere già stato scomunicato dal padre prima di recarsi a Roma nel 144 d.C.? Anche questo sembra discutibile.

Diversi Padri della Chiesa scrivono che già durante la sua vita Marcione ebbe un successo fenomenale nel fare proselitismo "in tutto il mondo". Eppure, nessun testo di questa figura ampiamente venerata sopravvive? Paragonatelo con Mani che, un paio di generazioni dopo, ebbe anch’egli un successo fenomenale "in tutto il mondo". Ma Mani è ben attestato, sia la sua persona che i suoi scritti. Per Marcione, invece, non c'è niente.

Inoltre, i Padri della Chiesa affermano che il successo di Marcione fu duraturo. Epifanio (fine IV EV) scrive:

La setta [dei Marcioniti] si trova ancora oggi, a Roma e in Italia, in Egitto e in Palestina, in Arabia e in Siria, a Cipro e nella Tebaide, anche in Persia, inoltre, e in altri luoghi. (Panarion 42.1.1)

Epifanio sta descrivendo una figura di successo fenomenale che non ha lasciato assolutamente nessun indizio. I conti non tornano.

"Marcione" sembra essere una figura fuori dall’ordinario. Se esaminiamo le dottrine a lui attribuite, arriviamo a quanto segue:
– era uno gnostico
– era un encratita
– denigrava la carne/la creazione
– insegnava due dèi (un dio inferiore della creazione e un Dio superiore, distante, amorevole e interamente spirituale)
– considerava Gesù come un Dio amorevole
– rifiutava il dio creatore ebraico e anche le scritture ebraiche

L'elenco di cui sopra descrive abbastanza adeguatamente la religione predominante tra i seguaci di Gesù (Fase II) prima dell'avvento della Chiesa cattolica. Gnosticismo, encratismo e fede nello spirito "Gesù" (proveniente dal Dio amorevole) erano i fondamenti predominanti di quei seguaci pre-cattolici di Gesù. E così era l'antigiudaismo (almeno tra i delusi seguaci gentili di Gesù). “Marcionita” sembra denotare una serie di dogmi che furono fatali per la teologia cattolica ma che erano attuali prima che quella nuova teologia prendesse piede. In altre parole, "Marcionita" potrebbe essere un raccoglitore omnicomprensivo di eresie che denomina i molti seguaci pre-cattolici di Gesù che rifiutarono di convertirsi al cattolicesimo. Mi sembra che in un colpo solo la Chiesa abbia anatemizzato tutti gli indolenti e gli gnostici irriducibili che si rifiutavano di unirsi ad essa. La Chiesa convenientemente (e vagamente) li chiamò "Marcioniti" e chiamò il loro capo "Marcione".

La figura inventata di “Marcione” si sarebbe rivelata utile anche per stabilire una serie di false tradizioni testuali. Accusando “Marcione” di “mutilare il vangelo di Luca” (Tertulliano, ecc.) la Chiesa poteva spiegare tutti i vangeli rivali che non solo erano esistenti, ma che avevano anche pretese bona fide di essere più antichi (e quindi più autentici) dei vangeli canonici.
La stessa cosa per le epistole paoline. I Padri della Chiesa affermavano che Marcione "trovò" l'Epistola ai Galati. Tale accusa non solo stabilisce che la versione cattolica (vedi sopra) era la prima, ma anche che qualsiasi altra versione che differisce dalla versione cattolica ("Marcionita") è un imbastardimento del testo cattolico. Tutte queste cose si ottengono facilmente manipolando la figura inventata di "Marcione".
Quello che segue è un passaggio di un cattolico del VI secolo:

Il vangelo di Giovanni è stato rivelato e dato alle Chiese da Giovanni mentre era ancora nel corpo, come ha riportato Papia, detto lo Ierapolitano, discepolo prediletto di Giovanni nei suoi cinque libri dell’ Esegetica [perduti]. Ma colui che scrisse il Vangelo, mentre Giovanni dettava correttamente il vero vangelo, fu Marcione l'eretico. Essendo stato disapprovato da lui per avere opinioni contrarie, fu espulso da Giovanni.
(Prefazione del vescovo Fortunato al vangelo di Giovanni, citata in R. Price, The Amazing Colossal Apostle 2012: 227)

Per me, quanto sopra è un'ulteriore prova che Marcione era una figura inventata. Qui il vescovo Fortunato afferma che Papia (un'altra figura inventata!) affermava che Marcione "scrisse il vangelo di Giovanni" (il quale vangelo, per inciso, ha significative caratteristiche "marcionite" [leggi: pre-cattoliche] — Price, ibid p. 227). Ma il contesto storico è impossibile, e per diversi motivi:

(a) La linea temporale dell'evangelista Giovanni lo avrebbe portato a "dettare" il suo vangelo all'adulto Marcione non più tardi degli anni '90 d.C., ma questo è troppo presto per il futuro eretico, che fu attivo a Roma (secondo i padri della Chiesa) nel 144 d.C. e/o nel 155 d.C.

(b) I lettori di questo blog sanno che Giovanni Evangelista non è esistito: il cast di personaggi associati a Gesù di Nazaret è inventato. Quindi, anche Marcione nel racconto di cui sopra è un’invenzione.

(c) I lettori di questo blog sanno anche che il vangelo di Giovanni fu scritto non prima del 140 EV, con l'invenzione di Gesù di Nazaret, il "Cristo". Pertanto, il coinvolgimento di "Marcione" nell'episodio di cui sopra è chiaramente falso.

Allo stesso modo Tertulliano colloca Marcione nell'età apostolica quando scrive dei “Marcioniti, che l'apostolo Giovanni designò come anticristi, quando negavano che Cristo fosse venuto nella carne...” (AM 3,8). Cronologicamente questa è una cosa impossibile.

Gente, Marcione non è esistito
.


Edited by barionu - 18/7/2022, 12:56
 
Top
CAT_IMG Posted on 18/7/2022, 12:01
Avatar

www.ufoforum.it/viewtopic.php?f=44&t=18168

Group:
Administrator
Posts:
8,424
Location:
Gotham

Status:


-------------------






Marcione


di René Salm

25/02/2022

[Traduzione di roxi]







-----------------------





Su questo sito sei anni fa scrissi una serie di post “Questioning the gospel of Marcion”. La spinta per quei post fu la mia nuova tesi, non ripresa altrove, per quello che ne so, che non ci fu nessun “vangelo di marcione”, non un testo, in ogni caso. La mia argomentazione è ancora valida, ma qui la espando e rifiuto l'esistenza di Marcione stesso. "Marcione" era, come descriverò più avanti, un comodo strumento dei cattolici, una figura inventata usata per stabilire la (falsa) priorità dei loro nuovi vangeli ed epistole e per anatemizzare tutti coloro che credevano nello spirito di Gesù - che, come abbiamo visto altrove, era il paradigma dominante tra i seguaci di Gesù prima dell'avvento della Chiesa Cattolica. Ora chiamati "Marcioniti", quei pre-cattolici erano improvvisamente "eretici" ed erano (ovviamente) "ovunque".

Alla vigilia della rivoluzione cattolica

Intorno all'anno 140 EV esistevano comunità di seguaci di Gesù in tutto il mondo mediterraneo. Erano trascorsi due secoli interi dalla morte di Yeshu ha-Notsri (65 EV circa) e, mentre ora esistevano numerose divisioni all'interno del vasto movimento (ebrei contro gentili, sette battiste localizzate, gnostici solitari, congregazioni comuniste come i Terapeuti, ecc.), il comune denominatore era la venerazione di “Gesù”, lo spirito di Dio che entra nell'essere umano degno ed effettua la salvezza mediante l'unione con il Divino. Tra i testi del I secolo che testimoniano questa profonda teologia vi sono le Odi di Salomone, la Sapienza di Salomone e il Vangelo di Tommaso. Nessuno di quei primi testi conosce Gesù di Nazaret, il “Cristo”.

Eppure, nel 140 d.C. le tensioni che stavano fermentando da generazioni (cfr. il post qui) si stavano avvicinando a un punto di rottura. La severa teologia gnostica e negazionista del mondo di Yeshu semplicemente non era adattabile alla maggior parte dei seguaci di Gesù. Sempre più spesso, le associazioni erano divise tra (a) una élite ascetica che richiedeva il sacrificio totale (e la sottomissione ad essa) e (b) una pluralità crescente di membri che desideravano un percorso più facile verso la salvezza e, essenzialmente, più libertà.

È quest'ultimo gruppo - ora la maggioranza - che diede vita alla Chiesa cattolica. Dopotutto, il movimento di Gesù si era allontanato da tempo dall'orbita palestinese e aveva tentato di adattarsi ai modi gentili, modi che erano incuranti della rigida legge e dei rituali ebraici. Le élite del movimento erano ancora in gran parte ebraiche per costume e tradizione, e in Atti 6,1 ss vediamo le tensioni tra un gruppo d'élite di "Ebrei" e un gruppo significativo di "Ellenisti" (cfr Gal 5,11 ss).

“La situazione della Chiesa a metà del II secolo”, scrive uno studioso, “è caratterizzata da incertezza e confusione” [1]. Lotte di potere erano in corso a tutti i livelli della fratellanza ed era in gioco il futuro (e la natura) dell'intero movimento di Gesù. Per alcuni era chiaro che erano necessari cambiamenti drastici se la religione doveva sopravvivere. Era imperativo un approccio più cattolico ("universale"), che si rivolgesse alla gente comune e approvasse la vita nella società, mentre accoglieva anche il percorso più rigoroso del "santo". Entrambi i percorsi dovevano essere valorizzati, e quindi una tendenza dominante dopo l’imminente rivoluzione cattolica è l'esortazione alla pace, all'unità e alla tolleranza reciproca (cfr Ef 5, 6).

Le epistole paoline

Oggi, il consenso generale degli studiosi è che le epistole paoline siano un corpus non uniforme. Diverse lettere, comprese le Pastorali, sono universalmente ritenute falsificazioni successive. La posizione maggioritaria sostiene che sette epistole siano "autentiche" [2]. Altri studiosi dicono “quattro epistole.” Alcuni (tra cui la Scuola Radicale Olandese, H. Detering, R. Price e me stesso) dicono "nessuna epistola".

È anche generalmente accettato che diverse epistole paoline siano esse stesse raccolte di lettere più brevi [3]. Per complicare ulteriormente le cose, le epistole paoline rappresentano strata letterari. Le lettere brevi (segmenti delle attuali epistole) apparentemente furono scritte già nel I secolo EV (stratum di base), così Harnack e Schmithals. Poiché i lettori di questo blog sanno che, a quel tempo, non esisteva ancora la fede cattolica, allora queste lettere erano tutte gnostiche, cioè riflettono la teologia della fase II dove “Gesù” è un'entità spirituale divina. Price (seguendo MacDonald) descrive le comunità di questo stratum letterario di base come "una collezione eterogenea di radicali cristiani encratiti" (2012:77). Possiamo modificare leggermente questa valutazione: la parola “cristiano” non era ancora applicabile (il “Cristo” come redentore universale sarebbe stato introdotto a metà del II EV); e la parola "radicali" riflette il senno di poi dei tempi cattolici, poiché nel I secolo tutti i seguaci di Gesù erano in misura maggiore o minore gnostici, asceti ed encratiti.

Successivamente allo stratum letterario di base, gli studiosi hanno proposto almeno uno stratum revisionistico. W. Schmithals rileva “una polemica anti-gnostica... in ogni lettera” (Price 2012:75). Questo stratum anti-gnostico riflette l'inizio dell'era cattolica, cioè dopo la metà del II secolo.
Infine, W. Munro identifica un ultimo stratum “Pastorale”:

Munro mette insieme tutti questi suggerimenti, isola i criteri per identificare quello che lei chiama "stratum pastorale" e scopre molti altri passaggi dello stesso tipo. Questo stratum «non proviene dall'originario collettore e redattore di un corpus di lettere paoline, ma da ambienti diversi in una fase più avanzata della storia cristiana». (RM Price, The Amazing Colossal Apostle, 2012:76)

Ireneo cita le epistole pastorali nel 180 EV circa, il che mostra che erano già esistenti a quel tempo. Sospetto infatti che Ireneo stesso possa essere stato l'autore delle Pastorali oltre che delle epistole giovannee, e forse anche il produttore delle epistole di Ignazio di Antiochia (sicuramente dei falsi) e dell'epistola di Policarpo ai Filippesi (anch’essa un falso).

Mettendo tutto insieme, abbiamo:

(1) lettere brevi, gnostico-encratite indirizzate a varie comunità gesuane risalenti al I secolo EV (stratum 1)
(2) una raccolta (probabilmente molto selettiva) di lettere precedenti fatta dai cattolici a metà del II secolo EV, insieme ad approfondite revisioni anti-gnostiche (stratum 2)
(3) uno “stratum pastorale” databile a prima del 180 EV circa (stratum 3)

Il terzo stratum venne subito dopo il secondo e mostra che i decenni centrali del II secolo EV furono un periodo di frenetica produzione letteraria da parte della Chiesa nascente. Secondo Winsome Munro, il terzo stratum era caratterizzato da "interpolazioni testuali in tutto il corpus paolino" ed era caratterizzato da "pio quietismo". Allo stesso tempo, il pastorale si opponeva al “radicalismo settario” (Price 2012, 76). Come accennato in precedenza, queste caratteristiche riflettono il bisogno della nuova Chiesa di pace, unità e tolleranza reciproca dopo l'improvvisa – e senza dubbio straordinariamente divisiva – introduzione della figura di Gesù di Nazaret nelle comunità del “Gesù spirituale” tutto intorno al Mediterraneo.

“Marcione”

La genesi delle epistole paoline, come sopra delineata, propone: la scrittura di lettere di orientamento gnostico nel I secolo EV, la loro raccolta da parte dei cattolici a metà del II secolo EV e la loro successiva "de-gnosticizzazione" e "cattolicizzazione" da parte di Ireneo e /o altri della sua generazione. Si noterà che questi passaggi non hanno affatto bisogno della figura di Marcione.

Marcione è una delle figure più sfuggenti della prima storia cristiana - e questo potrebbe essere dovuto al fatto che l'uomo non è mai esistito. Vari Padri della Chiesa affermano che scrisse una varietà di testi: un vangelo, epistole, un trattato chiamato "Antitesi" e così via. Eppure non è sopravvissuto un solo brandello dei suoi voluminosi scritti, nemmeno un verso. Alcuni studiosi si basano su una dichiarazione di Tertulliano come prova del vangelo di Marcione: "Nell'anno quindicesimo del regno di Tiberio (poiché tale è la proposta di Marcione) egli [Gesù] 'scese nella città galilea di Cafarnao'..." (Contro Marcione IV.7.) Tuttavia, questa non è una prova che Marcione abbia scritto qualcosa. È solo la prova che Tertulliano fece una simile dichiarazione. Suggerisce anche che Tertulliano, scrivendo verso il 200 EV, avesse il vangelo di Marco davanti a sé, perché solo in quel vangelo la casa di Gesù è Cafarnao.

Tertulliano penò molto per i suoi cinque volumi del Contro Marcione - lo scrisse tre volte. Ma se l'arci-eretico non è mai esistito, perché allora tanta fatica? La risposta è che la figura inventata di Marcione era molto utile alla chiesa emergente.

Giustino Martire è il primo a menzionare l'arci-eretico, intorno al 155 EV. Marcione è poi citato da quasi tutti: Ireneo, Ippolito, Tertulliano, Clemente Alessandrino, Origene, Efrem il Siro, Eusebio, Agostino e così via [4]. La spinta principale degli eresiologi è l'accusa che Marcione “ha mutilato il vangelo di Luca” – questo, in un colpo solo, colloca Marcione e la sua teologia dopo gli scritti cattolici. Senza prove chiare dell'esistenza di Marcione, trovo sospetta quest'accusa cattolica. Inoltre, i Padri della Chiesa non sono d'accordo su ciò che devono dire su Marcione, né sulla storia dell'eretico né su ciò che ha insegnato.

Come ho scritto altrove, sappiamo che Marcione o era un nauclerus (in latino "armatore" o "costruttore di navi") o il figlio scomunicato di un vescovo (ci sono due tradizioni), che cercò di comprarsi l’ingresso nella Chiesa, che era discepolo di un certo Cerdone, che aveva un illustre discepolo di nome Apelle, e che venne a Roma nel 144 d.C. e/o 155 EV (di nuovo, ci sono due tradizioni). Gli stessi "personaggi associati" Cerdone e Apelle non sono attestati, se non in pochissimi (sospetti) passaggi dei Padri della Chiesa [5] - e anche questo non accresce la nostra fiducia nella storicità di Marcione.

Non è possibile che Marcione fosse già scomunicato prima di incontrare il vescovo di Roma (nel 155 d.C.). Questo, per me, mette in dubbio l'intera visita a Roma. E poi: Marcione poteva essere già stato scomunicato dal padre prima di recarsi a Roma nel 144 d.C.? Anche questo sembra discutibile.

Diversi Padri della Chiesa scrivono che già durante la sua vita Marcione ebbe un successo fenomenale nel fare proselitismo "in tutto il mondo". Eppure, nessun testo di questa figura ampiamente venerata sopravvive? Paragonatelo con Mani che, un paio di generazioni dopo, ebbe anch’egli un successo fenomenale "in tutto il mondo". Ma Mani è ben attestato, sia la sua persona che i suoi scritti. Per Marcione, invece, non c'è niente.

Inoltre, i Padri della Chiesa affermano che il successo di Marcione fu duraturo. Epifanio (fine IV EV) scrive:

La setta [dei Marcioniti] si trova ancora oggi, a Roma e in Italia, in Egitto e in Palestina, in Arabia e in Siria, a Cipro e nella Tebaide, anche in Persia, inoltre, e in altri luoghi. (Panarion 42.1.1)

Epifanio sta descrivendo una figura di successo fenomenale che non ha lasciato assolutamente nessun indizio. I conti non tornano.

"Marcione" sembra essere una figura fuori dall’ordinario. Se esaminiamo le dottrine a lui attribuite, arriviamo a quanto segue:
– era uno gnostico
– era un encratita
– denigrava la carne/la creazione
– insegnava due dèi (un dio inferiore della creazione e un Dio superiore, distante, amorevole e interamente spirituale)
– considerava Gesù come un Dio amorevole
– rifiutava il dio creatore ebraico e anche le scritture ebraiche

L'elenco di cui sopra descrive abbastanza adeguatamente la religione predominante tra i seguaci di Gesù (Fase II) prima dell'avvento della Chiesa cattolica. Gnosticismo, encratismo e fede nello spirito "Gesù" (proveniente dal Dio amorevole) erano i fondamenti predominanti di quei seguaci pre-cattolici di Gesù. E così era l'antigiudaismo (almeno tra i delusi seguaci gentili di Gesù). “Marcionita” sembra denotare una serie di dogmi che furono fatali per la teologia cattolica ma che erano attuali prima che quella nuova teologia prendesse piede. In altre parole, "Marcionita" potrebbe essere un raccoglitore omnicomprensivo di eresie che denomina i molti seguaci pre-cattolici di Gesù che rifiutarono di convertirsi al cattolicesimo. Mi sembra che in un colpo solo la Chiesa abbia anatemizzato tutti gli indolenti e gli gnostici irriducibili che si rifiutavano di unirsi ad essa. La Chiesa convenientemente (e vagamente) li chiamò "Marcioniti" e chiamò il loro capo "Marcione".

La figura inventata di “Marcione” si sarebbe rivelata utile anche per stabilire una serie di false tradizioni testuali. Accusando “Marcione” di “mutilare il vangelo di Luca” (Tertulliano, ecc.) la Chiesa poteva spiegare tutti i vangeli rivali che non solo erano esistenti, ma che avevano anche pretese bona fide di essere più antichi (e quindi più autentici) dei vangeli canonici.
La stessa cosa per le epistole paoline. I Padri della Chiesa affermavano che Marcione "trovò" l'Epistola ai Galati. Tale accusa non solo stabilisce che la versione cattolica (vedi sopra) era la prima, ma anche che qualsiasi altra versione che differisce dalla versione cattolica ("Marcionita") è un imbastardimento del testo cattolico. Tutte queste cose si ottengono facilmente manipolando la figura inventata di "Marcione".
Quello che segue è un passaggio di un cattolico del VI secolo:

Il vangelo di Giovanni è stato rivelato e dato alle Chiese da Giovanni mentre era ancora nel corpo, come ha riportato Papia, detto lo Ierapolitano, discepolo prediletto di Giovanni nei suoi cinque libri dell’ Esegetica [perduti]. Ma colui che scrisse il Vangelo, mentre Giovanni dettava correttamente il vero vangelo, fu Marcione l'eretico. Essendo stato disapprovato da lui per avere opinioni contrarie, fu espulso da Giovanni.
(Prefazione del vescovo Fortunato al vangelo di Giovanni, citata in R. Price, The Amazing Colossal Apostle 2012: 227)

Per me, quanto sopra è un'ulteriore prova che Marcione era una figura inventata. Qui il vescovo Fortunato afferma che Papia (un'altra figura inventata!) affermava che Marcione "scrisse il vangelo di Giovanni" (il quale vangelo, per inciso, ha significative caratteristiche "marcionite" [leggi: pre-cattoliche] — Price, ibid p. 227). Ma il contesto storico è impossibile, e per diversi motivi:

(a) La linea temporale dell'evangelista Giovanni lo avrebbe portato a "dettare" il suo vangelo all'adulto Marcione non più tardi degli anni '90 d.C., ma questo è troppo presto per il futuro eretico, che fu attivo a Roma (secondo i padri della Chiesa) nel 144 d.C. e/o nel 155 d.C.

(b) I lettori di questo blog sanno che Giovanni Evangelista non è esistito: il cast di personaggi associati a Gesù di Nazaret è inventato. Quindi, anche Marcione nel racconto di cui sopra è un’invenzione.

(c) I lettori di questo blog sanno anche che il vangelo di Giovanni fu scritto non prima del 140 EV, con l'invenzione di Gesù di Nazaret, il "Cristo". Pertanto, il coinvolgimento di "Marcione" nell'episodio di cui sopra è chiaramente falso.

Allo stesso modo Tertulliano colloca Marcione nell'età apostolica quando scrive dei “Marcioniti, che l'apostolo Giovanni designò come anticristi, quando negavano che Cristo fosse venuto nella carne...” (AM 3,8). Cronologicamente questa è una cosa impossibile.

Gente, Marcione non è esistito














[/font].[/size]</td>
</tr></tbody>






 
Top
1 replies since 18/7/2022, 10:28   103 views
  Share