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| CITAZIONE Ma sarebbe una persona esistita di carne e sangue anche se fosse un fratello adottivo; CITAZIONE E credo che gli esegeti di fede cristiana, per salvare capra e cavoli, cioè la verginità perpetua di Maria e trovare un fratello a Gesù, interpetino qualsiasi fratello che nelle sacre scritture si ponga sulla strada di Gesù, non come fratello 'carnale', ma fratello 'adottivo' (ipotizzando un fratello nato da un precedente matrimonio di Giuseppe: usando un' espressione del gergo calcistico, è un salvataggio in corner, ma che sta in piedi).
E poi come sappiamo c'è sempre il "fratello-cugino" (col quale l'esegeta di fede cristina puo' sempre dire che Flavio, prima di scrivere, lesse quelle che sarebbero diventate le sacre scritture, che erano tradotte in greco, che erano tradotte male proprio su quel termine anche perchè l'aramaico stesso è ambivalente, per cui in verità Giacmo trattavasi del cugino... e anche qui salvare le due cose che premono loro). Scusa, ma a me delle contorsioni degli esegeti cristiani non me ne importa niente. E se ci tengono ai “salvataggi” sono fatti loro. Per quanto mi riguarda, sul “fratello del Signore” di Gal. 1,19 non aggiungerò una parola di più. Intanto, Ken Olson recentemente commenta circa la posizione di Barth Ehrman sul Testimonium Flaviamun. Ehrman nel suo libro Jesus Before the Gospel sostiene che il Testimonium, se fosse un falso, sarebbe sembrato diverso da come è: CITAZIONE E’ molto più probabile che il nucleo del passaggio in realtà risale a Giuseppe stesso. Un motivo in più per pensarla così è questo: se uno scriba (Eusebio o chiunque altro) voleva inserire una forte testimonianza sulle virtù di Gesù negli scritti di Giuseppe Flavio (cosi che il Testimonium sia una tarda interpolazione), sicuramente lo avrebbe fatto in un modo molto più ardente ed evidente. Quelli che hanno scritto storie apocrife di Gesù sono ardenti, sia in quello che riferiscono (raccontando un sacco di miracoli di Gesù, per esempio) sia in come lo dicono (sottolineando la sua natura divina, non semplicemente che egli era il Messia). Il Testimonium è così sobrio, con solo un paio di frasi piuttosto riservate qua e là, che non assomiglia ad un racconto apocrifo cristiano di Gesù, scritto per l'occasione. Sembra molto più simile a quello che si vede altrove in tutta la tradizione manoscritta degli antichi scritti: un lavoro di ritocco che uno scriba poteva fare facilmente. Olson: CITAZIONE Il mio punto è che, mentre è certamente giustificato contestare il giudizio di Ehrman su che cosa avrebbe fatto un antico scrittore cristiano,questa non è certo l'unica pretesa contestabile. Lui non sta solo ipotizzando che uno scrittore cristiano avrebbe scritto qualcosa di più "ardente ed evidente," lui sta implicitamente affermando che il Testimonium non è "ardente ed evidente". Sta anche sostenendo che tutti gli scribi cristiani (Eusebio o chiunque altro) avrebbero tutti scritto nello stesso modo, e che il Testimonium non corrisponde alla sua [di Ehrman]aspettativa di come scrivevano questi cristiani generici. […]. Poi suggerisce che il Testimonium ha "solo un paio di frasi piuttosto riservate qua e là", in contrasto a come legge un racconto apocrifo cristiano. Implicitamente, se Eusebio avesse scritto il Testimonium, esso dovrebbe leggere come alcuni dei racconti miracolosi negli apocrifi cristiani. Il mio punto è che il linguaggio cristologico utilizzato da Eusebio, non dai vangeli apocrifi, è lo standard rispetto al quale il linguaggio del Testimonium dovrebbe essere giudicato, se stiamo cercando di determinare se Eusebio lo ha scritto lui. E mentre gli studiosi hanno criticato la cristologia di Eusebio per vari motivi, io non sono a conoscenza del fatto che qualcuno abbia mai trovato che la descrizione di Eusebio di Cristo come "creatore di opere miracolose", "maestro di esseri umani", o il suo chiamare “la verità” gli insegnamenti di Cristo sia troppo riservata per un cristiano. E anche se lo avessero fatto, non cambierebbe il fatto che questo è il modo in cui Eusebio scrive di Cristo. Infine, l'affermazione di Ehrman che il Testimonium legge come un lavoro di ritocco, come si ha altrove nella tradizione manoscritta di antichi scritti, è forse vera, ma io non sono a conoscenza di qualche studioso che abbia mai pubblicato uno studio che compara il Testimonium con note interpolazioni cristiane in altri scritti. Credo che le affermazioni di Ehrman siano in gran parte approssimative, che si basano cioè su ciò che egli "sente" sui dati, piuttosto che su una rigorosa analisi di essi. Cioè il linguaggio usato in tutto il Testimonium è il linguaggio tipicamente usato da Eusebio. Punto.
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