Origini delle Religioni

Contraddizioni dei vangeli

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CAT_IMG Posted on 15/10/2014, 11:59
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In Matteo (Mt. 1,18-25) l'angelo annuncia la nascita di Gesù a Giuseppe. In Luca (Lc. 1,26-38) l'annuncia a Maria.

Elisabetta, madre di Giovanni Battista, compare solamente in Luca (Lc. 1,36) dove viene detta parente di Maria, madre di Gesù.

L'annunciazione a Zaccaria, la visita di Maria a Elisabetta e la nascita di Giovanni Battista, sono presenti solo in Luca (Lc. 1,1-80).

In Matteo (Mt. 1,18-25; 2,1) Maria e Giuseppe abitano già a Betlemme. In Luca (Lc. 2,1-5) Maria e Giuseppe abitano a Nazareth e si spostano a Betlemme (a circa 100 km di distanza) per il censimento di Quirinio, secondo una modalità poco pratica e infatti sconosciuta al popolo romano (i Romani censivano secondo il luogo di residenza, non di origine).

La morte di Erode (avvenuta poco dopo la nascita di Gesù), risale al 4 a.C. Il censimento di Quirino (in teoria avvenuto prima della suddetta morte di Erode) di cui parla Luca risale al 6 d.C.

In Matteo (Mt. 2,1-12) Gesù viene adorato solamente dai Magi (che non erano tre, e neppure re). In Luca (Lc. 2,8-20) Gesù viene adorato solamente dai pastori.

In Matteo (Mt. 2,13-23) la “sacra famiglia” è costretta a scappare in fretta e furia in Egitto, per sfuggire ad Erode che attua la famosa “strage degli innocenti” (tra l’altro, mai riportata dagli storici dell’epoca, che pure hanno riportato le altre nefandezze di Erode), rifugiandosi infine a Nazareth. In Luca (Lc. 2,21-40) Gesù viene circonciso e addirittura presentato al tempio di Gerusalemme, in tutta tranquillità.

Le genealogie di Gesù riportate da Matteo (Mt.1,1-16) e Luca (Lc. 3,23-38) sono assolutamente inconciliabili, a partire dal nonno paterno (Giacobbe per Matteo, Eli per Luca).

Il primo miracolo di Gesù, ossia la trasformazione dell'acqua in vino alle nozze di Cana (Gv. 2,1-12) compare nel solo Vangelo di Giovanni; lo stesso vale per il miracolo più famoso e “potente” di Gesù, ossia la risurrezione di Lazzaro (Gv. 11,1-44).

A Cafarnao, Gesù guarisce il servo di un centurione, che in Matteo è “semplicemente” paralizzato (Mt. 8,5-6), mentre in Luca sta per morire (Lc. 7,1-2). In Giovanni (Gv. 4,46-47) il “miracolato” è il figlio di un funzionario regio, ed è sia infermo sia moribondo.

In Matteo (Mt. 8,5-6) e Giovanni (Gv. 4,46-47) è l'uomo stesso (centurione o funzionario regio che sia) a recarsi da Gesù, per chiederne l'aiuto. In Luca (Lc. 7,1-8) l'uomo non incontra Gesù, ma ne chiede l'aiuto mandandogli prima alcuni “anziani dei giudei” e poi alcuni amici.

Mentre passeggia lungo il lago di Tiberiade, in Matteo (Mt. 4,18-22) e Marco (Mc. 1,16-20) Gesù incontra prima Pietro e Andrea che gettano le loro reti in mare, e poi Giacomo e Giovanni che riparano le reti nella barca del padre. In Luca (Lc. 5,1-11) Gesù incontra subito tutti e quattro (sono soci) mentre lavano le reti in un'unica barca. In Giovanni (Gv. 1,35-42) Giovanni Battista, insieme a due suoi discepoli vede passare Gesù e dice che è “l'agnello di dio”, al che i due discepoli (uno è Andrea) seguono Gesù e passano la giornata con lui; solo in seguito, Andrea trova suo fratello Pietro e lo conduce da Gesù (di Giacomo e Giovanni non si sa nulla).

In Matteo (Mt. 4,18-22) e Marco (Mc. 1,16-20) Gesù chiede semplicemente ai quattro pescatori di abbandonare tutto e di seguirlo per farli “pescatori di uomini”. In Luca (Lc. 5,1-11) Gesù sale sulla barca di Pietro, predica alle folle e poi invita i quattro pescatori a gettare le reti in mare; essi catturano una “grande moltitudine” di pesci, e Gesù invita Pietro a seguirlo per farlo “pescatore” di uomini, convincendo anche gli altri tre a seguirlo.

Il cosiddetto “Discorso della Montagna” (quello in cui vengono enunciate le beatitudini) in Matteo (Mt. 5,1-12) è ambientato in montagna. In Luca (Lc. 6,17-26) è ambientato invece... in una pianura.

L'insegnamento di Gesù nella sinagoga di Cafarnao (Galilea) e la guarigione di un indemoniato compaiono solo in Marco (Mc. 1,21-28) e Luca (Lc. 4,31-37); la successiva guarigione della suocera di Pietro in compare però anche in Matteo (Mt. 8,14-17), oltre che Marco (Mc. 1,29-34) e Luca (Lc. 4,38-41).

Dopo la sua visita a Cafarnao, Gesù si reca a predicare nelle sinagoghe della Galilea in Matteo (Mt. 4,23) e Marco (Mc. 1,35-39). In Luca (Lc. 4,42-44) Gesù si reca a predicare nelle sinagoghe della Giudea (a circa 100 km. di distanza).

Arrivato a Gadara (Giordania), Gesù viene “accolto” da un indemoniato in Marco (Mc. 5,1-7) e Luca (Lc. 8,26-28). In Matteo (Mt. 8,28-29) Gesù viene “accolto” da due indemoniati.

In Matteo (Mt. 8,29-34) Gesù si limita a guarire gli indemoniati, e ad essere cacciato dalla città (in quanto aveva mandato i demoni usciti in una mandria di maiali, che si gettò da un dirupo). In Marco (Mc. 5,8-20) e Luca (Lc. 8,29-39) Gesù chiede anche al demone quale sia il suo nome (Legione); l’uomo, poi, chiede a Gesù di poterlo seguire, ma Gesù gli ordina di ritornare a casa e di raccontare quanto successo.

In Matteo (Mt. 9,18) un capo della sinagoga (Giairo) chiede a Gesù di resuscitare sua figlia, appena morta. In Marco (Mc. 5,21-23) e Luca (Lc. 8,40-42) Giairo chiede invece di guarire sua figlia, che è moribonda.

Mentre si sta recando a casa di Giairo, Gesù viene toccato al mantello da una donna che spera così di guarire dalle sue emorragie croniche; in Matteo (Mt. 9,20-22) Gesù se ne accorge subito e si volta. In Marco (Mc. 5,25-34) e Luca (Lc. 8,43-48) Gesù sente solo che una potenza è uscita da lui, ma non sa chi sia stato a toccarlo; dopo aver chiesto alla folla chi l’avesse toccato, Gesù viene avvicinato dalla donna, che confessa.

In Matteo (Mt. 9,23) Gesù si reca direttamente a casa di Giairo, dove la figlia di quest’ultimo giace morta. In Marco (Mc. 5,35-36) e Luca (Lc. 8,49-50), prima di arrivare a destinazione, Gesù viene avvertito (tra l’altro, da più persone in Marco, e da una sola in Luca) che la bambina è ormai morta, e quindi il suo intervento non è indispensabile.

In Matteo (Mt. 9,25) Gesù resuscita la figlia di Giairo semplicemente prendendole la mano. In Marco (Mc. 5,41) e Luca (Lc. 8,54) le ordina anche di alzarsi.

In Matteo (Mt. 17,1) e Marco (Mc. 9,2) la trasfigurazione di Gesù avviene sei giorni dopo l'ultimo discorso di quest’ultimo, in cui aveva esposto le condizioni per seguirlo. In Luca (Lc. 9,28) la trasfigurazione di Gesù avviene circa otto giorni dopo.

In Matteo (Mt. 20,20-21) la madre dei figli di Zebedeo (Giacomo e Giovanni) chiede a Gesù di farli sedere uno alla sua destra e uno alla sua sinistra, quando verrà il regno di dio. In Marco (Mc. 10,35-37) sono Giacomo e Giovanni stessi (la madre non sembra neppure presente) a chiedere a Gesù questo favore.

Dopo la richiesta dei due fratelli, in Matteo (Mt. 20,24-28) e in Marco (Mc. 10,41-45) Gesù spiega che il più grande fra i suoi discepoli, per essere tale, deve farsi servitore degli altri. In Luca (Lc. 22,24-27) Gesù spiega tutto questo durante “l'ultima cena”, avvenuta ben dopo.

In Matteo (Mt. 20,29-30) Gesù, mentre esce da Gerico, incontra due ciechi. In Marco (Mc. 10,46-47) e Luca (Lc. 18,35-38) Gesù incontra un cieco solo.

In Matteo (Mt. 20,34) Gesù guarisce i due ciechi toccando loro gli occhi in silenzio. In Marco (Mc. 10,52) e Luca (Lc. 18,42-43) Gesù guarisce l'unico cieco semplicemente dicendogli che la sua fede l'ha salvato.

Nei vangeli sinottici, prima di entrare a Gerusalemme, Gesù invia due discepoli nel villaggio di Betfage per procurarsi una cavalcatura, che è un'asina e un puledro (d'asino) in Matteo (Mt. 21,1-7). In Marco (Mc. 11,1-7) la cavalcatura è un asinello. In Luca (Lc. 19,28-35) la cavalcatura è un puledro (d'asino).

In Giovanni (Gv. 12,12-15) Gesù non invia nessuno a Betfage, e si siede su di un asinello trovato a Gerusalemme.

Entrato a Gerusalemme, Gesù viene “osannato” (letteralmente) dalla folla in Matteo (Mt. 21,8-11), Marco (Mc. 11,8-11) e Giovanni (Gv. 16-19). In Luca (Lc. 19,36-40) Gesù viene “osannato” dai suoi discepoli.

In Matteo (Mt. 21,12-17), Marco (Mc. 11,15-19) e Luca (Lc. 19,45-48) Gesù caccia i mercanti dal tempio verso la fine del suo ministero, poco prima di essere ucciso. In Giovanni (Gv. 2,13-21) Gesù caccia i mercanti dal tempio verso l'inizio del suo ministero.

In Matteo (Mt. 26,6), Marco (Mc. 14,3) e Giovanni (Gv. 12,1), l’unzione di Gesù avviene a Betania (Giudea). In Luca (Lc. 7,1-36) essa avviene in una città della Galilea (a circa 100 km. di distanza).

In Matteo (Mt. 26,2) e Marco (Mc. 14,1) tale unzione avviene due giorni prima della Pasqua (quindi, verso la fine della sua vita pubblica). In Luca (Lc. 3; 4; 5; 6; 7) essa avviene agli inizi della sua vita pubblica; in Giovanni (Gv. 12,1) essa avviene sei giorni prima della Pasqua.

In Matteo (Mt. 26,6) e Marco (Mc. 14,3) tale unzione avviene in casa di Simone il lebbroso. In Luca (Lc. 7,36-39) essa avviene in casa di Simone il fariseo. In Giovanni (Gv. 12,1-3) essa avviene in una casa “anonima”, probabilmente quella di Lazzaro (che compare insieme alle sorelle Maria e Marta, mentre non viene nominato nessun Simone).

In Matteo (Mt. 26,7) e Marco (Mc. 14,3) tale unzione viene effettuata da una donna anonima. In Luca (Lc. 7,37) essa viene effettuata da una “peccatrice di quella città”, sempre anonima. In Giovanni (Gv. 12,3) essa viene effettuata da Maria di Betania.

In Matteo (Mt. 26,7) e Marco (Mc. 14,3) tale unzione viene effettuata sulla testa di Gesù (la donna la cosparge con dell’olio profumato). In Luca (Lc. 7,37-38) essa viene effettuata sui piedi (la peccatrice li lava con le sue lacrime, li asciuga con i suoi capelli, li bacia e li cosparge con dell’olio profumato). Anche in Giovanni (Gv. 12,3) essa viene effettuata sui piedi, ma con un numero minore di azioni (la peccatrice cosparge i piedi di Gesù con dell’olio profumato e li asciuga con i suoi capelli).

In Matteo (Mt. 26,8-9) a “protestare” per l’unzione di Gesù sono i discepoli, infastiditi dallo spreco di olio costoso. In Marco (Mc. 14,4-5) sono “alcuni” (fra i commensali), sempre infastiditi dallo spreco di olio costoso. In Luca (Lc. 7,39) è Simone il fariseo (che però solo lo pensa), infastidito dal fatto che Gesù si faccia toccare da una peccatrice. In Giovanni (Gv. 12,4-5) è Giuda Iscariota, sempre infastidito dallo spreco di olio costoso.

In Matteo (Mt. 26,10-12), Marco (Mc. 14,6-8) e Giovanni (Gv. 12,7-8) Gesù difende la donna spiegando che essa ha compiuto un'opera buona nei suoi confronti, dato che ha anticipato l'unzione del suo corpo per la sepoltura; Gesù ricorda inoltre che i poveri (a cui potevano essere dati i soldi ricavati dalla vendita dell'olio) sono sempre presenti, mentre lui no. In Luca (Lc. 7,40-50) Gesù racconta a Simone il fariseo la parabola dei due debitori, dicendo poi alla donna che i suoi peccati sono stati perdonati, poiché essa “ha amato molto”, trattando Gesù con più affetto di quanto aveva fatto Simone il fariseo.

In Luca (Lc. 22,3) Satana entra in Giuda Iscariota prima del primo giorno degli Azzimi, quando decide di accordarsi con il sinedrio per consegnare loro Gesù. In Giovanni (Gv. 12,27) Satana entra in Giuda Iscariota dopo che quest’ultimo ha mangiato il boccone offertogli da Gesù durante l'ultima cena (quindi almeno un giorno dopo).

In Matteo (Mt. 26,17-19), Marco (Mc. 14,12-16) e Luca (Lc. 22,7-13) “l'ultima cena” viene preparata il primo giorno degli Azzimi, ossia il giorno prima di Pesach (la Pasqua ebraica); “l'ultima cena”, quindi, è la cena di pasqua (che veniva celebrata la sera del 14 Nisan, che rappresenta l'inizio del giorno successivo, il 15 Nisan, giorno effettivo della Pasqua ebraica). In Giovanni (Gv. 13,1; 29; 18,28; 19,14) “l'ultima cena” non è la cena pasquale, ma quella del giorno prima; venne quindi celebrata la sera del 13 Nisan. In tutti e quattro i vangeli “l'ultima cena” si svolge comunque nella serata del giovedì.

Durante “l'ultima cena”, in Matteo (Mt. 26,26-29), Marco (Mc. 14,22-25) e Luca (Lc. 22,18-20) Gesù istituisce l'eucarestia. In Giovanni (Gv. 13,3-18), Gesù si “limita” ad effettuare la lavanda dei piedi ai discepoli.

Durante “l'ultima cena”, in Matteo (Mt. 26,21), Marco (Mc. 14,18) e Giovanni (Gv. 13,21) Gesù rivela genericamente che qualcuno dei Dodici l'avrebbe tradito.

Sentito ciò, in Matteo (Mt. 26,22) e Marco (Mc. 14,19) ognuno dei Dodici gli chiede se sia lui il traditore. In Giovanni (Gv. 13,22-25) Pietro ordina al “discepolo che Gesù amava” di chiedere a Gesù chi sia il traditore.

In Matteo (Mt. 26,23) Gesù dice che il traditore è colui che ha intinto con lui la mano nel piatto. In Marco (Mc. 14,20) Gesù dice che è uno dei Dodici, colui che intinge con lui nel piatto. In Luca (Lc. 22,21) Gesù dice che la mano di chi mi tradisce è con lui, sulla tavola. In Giovanni (Gv. 13,26) Gesù dice che è colui per il quale intingerà il boccone e glielo darà; poi Gesù intinge il boccone e lo dà a Giuda Iscariota.

Dopo queste accuse più “mirate”, nei vangeli sinottici Gesù maledice colui che tradisce “il figlio dell'uomo”. In Matteo (Mt. 26,25) Giuda Iscariota chiede poi a Gesù se sia lui il traditore, ricevendo una risposta affermativa. In Marco (Mc. 14,22) non viene riportata nessuna reazione, tanto che “si passa” direttamente all'istituzione dell'eucarestia. In Luca (Lc. 22,23) i Dodici discutono fra di loro su chi sia il traditore. In Giovanni (Gv. 13,27-30) Gesù chiede a Giuda di fare presto quello che deve fare, al che Giuda abbandona la cena e se ne va; gli altri non capiscono, e credono che Gesù abbia mandato Giuda a comprare qualcosa per l'imminente festa di Pasqua, o che dovesse dare qualcosa ai poveri (infatti è Giuda che tiene la cassa del gruppo, secondo il Vangelo di Giovanni).

In Matteo (Mt. 26,34), Luca (Lc. 22,34) e Giovanni (Gv. 13,38) Gesù avverte Pietro che quest'ultimo lo rinnegherà per tre volte, prima che il gallo canti. In Marco (Mc. 14,30) Gesù avverte Pietro che quest'ultimo lo rinnegherà per tre volte, prima che il gallo canti due volte.

Finita “l'ultima cena”, in Giovanni (Gv. 14,31) Gesù ordina ai Dodici di alzarsi e di uscire. Eppure, dopo una lunga serie di insegnamenti (Gv. 15; 16; 17), troviamo scritto che “Detto questo, Gesù uscì con i suoi discepoli” (Gv. 18,1).

Finita “l'ultima cena”, Gesù si reca in un podere chiamato Getsemani. In Matteo (Mt. 26, 36-39) e Marco (Mc. 14,32-35) Gesù chiede ai suoi discepoli di sedersi e di attenderlo, mentre va a pregare; poi porta con sé Pietro, Giacomo e Giovanni, che però lascia un po' indietro a vegliare. In Luca (Lc. 22,3-41) chiede a tutti i discepoli di pregare “per non entrare in tentazione”, e poi va più avanti a pregare. In Giovanni (Gv. 18,1-3) Gesù e i discepoli non fanno in tempo ad arrivare nel Getsemani, che arriva Giuda e il “suo” seguito ad arrestare Gesù.

In Matteo (Mt. 26, 39-45) e Marco (Mt. 14,35-41) Gesù si reca per tre volte a pregare, tornando altrettante volte da Pietro, Giacomo e Giovanni e trovandoli addormentati. In Luca (Lc. 22,41-45) Gesù prega talmente preso dall'angoscia, che appare un angelo a confortarlo, mentre il suo sudore diventa “come gocce di sangue che cadevano a terra”; poi si reca dai discepoli e li trova addormentati.

In Matteo (Mt. 26, 46) e Marco (Mt. 14,42) Gesù avverte i discepoli che sta arrivando colui che lo tradisce, cioè Giuda Iscariota. In Luca (Lc. 22,46) Gesù non prevede l'arrivo di Giuda.

In Matteo (Mt. 26, 47) e Marco (Mt. 14,43) Giuda si presenta ad arrestare Gesù con una folla armata di spade e bastoni, mandata dal sinedrio. In Luca (Lc. 22,47) Giuda si presenta con una “semplice” turba. In Giovanni (Gv. 18,3) Giuda si presente con un distaccamento di soldati e con alcune guardie fornite dal sinedrio.

In Matteo (Mt. 26, 48-50) Giuda ha avvisato la folla che avrebbe baciato Gesù per farlo riconoscere, così lo bacia e lo saluta chiamandolo Rabbì; Gesù risponde “Amico, per questo sei qui!” e viene arrestato. In Marco (Mt. 14,44-46) Giuda ha avvisato la folla che avrebbe baciato Gesù per farlo riconoscere, così bacia quest'ultimo e lo chiama Rabbì; Gesù non risponde e viene arrestato. In Luca (Lc. 22,47-48) Giuda bacia semplicemente Gesù, che risponde “Giuda, con un bacio tradisci il Figlio dell'uomo?”, senza essere poi (ancora) arrestato. In Giovanni (Gv. 18,4-9) Giuda non bacia, non parla e non fa niente, è anzi Gesù a “prendere l'iniziativa”, chiedendo ai soldati chi cercassero; questi ultimi rispondono che cercano Gesù, il quale ammette di essere lui, al che i soldati indietreggiano e cadono a terra; di nuovo poi Gesù chiede ai soldati chi cercano, e questi ultimi rispondono ancora che cercano Gesù, il quale riammette di essere lui e chiede che i suoi discepoli vengano lasciati liberi.

In Matteo (Mt. 26, 51-56) uno dei discepoli di Gesù estrae la spada e colpisce il servo del sommo sacerdote, tagliandogli un orecchio; Gesù gli ordina di rimettere la spada nel fodero, perché “tutti quelli che mettono mano alla spada periranno di spada”; gli chiede poi se per caso non pensa che lui potrebbe pregare il Padre affinché mandi degli angeli a proteggerlo, non facendo però adempiere così le scritture; infine, rimprovera la folla che lo arresta come fosse un ladro, mentre poteva arrestarlo ogni giorno nel tempio; i discepoli fuggono. In Marco (Mc. 14,47-52) uno dei discepoli di Gesù estrae la spada e colpisce il servo del sommo sacerdote, tagliandogli un orecchio; Gesù rimprovera la folla che lo arresta come fosse un ladro, mentre poteva arrestarlo ogni giorno nel tempio; un giovanetto che seguiva Gesù viene arrestato, ma riesce a fuggire nudo abbandonando il lenzuolo che lo copriva; anche i discepoli fuggono. In Luca (Lc. 22,49-53) i discepoli chiedono a Gesù se devono colpire con la spada, uno di loro la estrae e colpisce il servo del sommo sacerdote, tagliandogli l'orecchio destro; Gesù dice “Lasciate, basta così!”, e guarisce l'orecchio toccandolo; infine, rimprovera la folla che lo arresta come fosse un ladro, mentre poteva arrestarlo ogni giorno nel tempio, aggiungendo che “questa è la vostra ora, è l'impero delle tenebre”. In Giovanni (Gv. 18,10-11) Pietro estrae la spada e colpisce il servo del sommo sacerdote (qui chiamato Malco), tagliandogli l'orecchio destro; Gesù gli ordina di rimettere la spada nel fodero, chiedendogli se per caso non dovrà bere il calice preparatogli dal Padre.

In Matteo (Mt. 26,57), Marco (Mc. 14,53) e Luca (Lc. 22,54) Gesù viene portato dal sommo sacerdote Caifa, dal quale viene interrogato. In Giovanni (Gv. 18,12) Gesù viene prima portato da Anna (suocero di Caifa), dal quale viene interrogato.

In Matteo (Mt. 26, 69-75) Pietro entra nel cortile del sommo sacerdote, e viene accusato da una serva di quest'ultimo di essere stato con Gesù, ma egli nega; Pietro esce verso il portone e un'altra serva lo accusa di essere stato con Gesù, ma egli nega ancora; altre persone lo accusano di essere “uno di loro”, e che lo riconoscono dalla parlata; Pietro nega ancora, ode un gallo cantare e, ripensando alla profezia di Gesù, esce piangendo. In Marco (Mc. 14,66-72) Pietro entra nel cortile del sommo sacerdote, e viene accusato da una serva di quest'ultimo di essere stato con Gesù, ma egli nega; Pietro esce verso l'atrio e ode un gallo cantare, prima che la stessa serva lo accusi di essere “uno di loro”, ma egli nega ancora; altre persone lo accusano di essere “uno di loro”, dato che è galileo; Pietro nega ancora, ode il gallo cantare una seconda volta e, ripensando alla profezia di Gesù, piange. In Luca (Lc. 22,54-62) Pietro entra nel cortile del sommo sacerdote, e viene accusato da una serva di quest'ultimo di essere stato con Gesù, ma egli nega; un altro servo lo accusa di essere “uno di loro”, ma egli nega ancora; circa un'ora dopo un altro servo lo accusa di essere stato con Gesù, dato che è galileo; Pietro nega ancora, ode un gallo cantare e, vedendo lo sguardo di Gesù fisso su di lui, ripensa alla sua profezia; poi esce piangendo. In Giovanni (Gv. 18,15-27) Pietro entra nel cortile del sommo sacerdote, e viene accusato dalla portinaia di essere uno dei discepoli di Gesù, ma egli nega; i servi e lo guardie lo accusano di essere uno dei discepoli di Gesù, ma egli nega ancora; un altro servo (parente di quello mutilato da Pietro) lo accusa di averlo visto nel Getsemani; Pietro nega ancora e ode un gallo cantare.

In Matteo (Mt. 27,3-10) Giuda, pentito di aver tradito Gesù, riconsegna le trenta monete d'argento al sinedrio e va ad impiccarsi (non si sa dove); il sinedrio decide poi di investirle le monete (che non vengono messe nel tesoro del Tempio perché “prezzo di sangue”) nell'acquisto del campo del vasaio, che viene così chiamato “campo di sangue”. Negli Atti degli Apostoli (At. 1,16-19) Giuda acquista in prima persona un campo (non si sa se sia “quello del vasaio”), e non si dice che provasse rimorso, né che si suicidò; si dice semplicemente che “precipitando in avanti si squarciò in mezzo e si sparsero fuori tutte le sue viscere” (e per questo il campo venne chiamano Akeldamà, cioè appunto “campo di sangue”).

In Matteo (Mt. 27,33-34) a Gesù, prima di essere crocifisso, viene offerto vino mescolato con fiele; Gesù lo assaggia, ma poi non ne vuole bere. In Marco (Mc. 15,22-23) a Gesù viene offerto vino mescolato con mirra; ma Gesù lo rifiuta subito.

In Matteo (Mt. 27,44) e Marco (Mc. 15,32) Gesù in croce viene insultato da entrambi i “ladroni” crocifissi insieme a lui. In Luca (Lc. 23,39-43) Gesù perdona il “buon ladrone” che rimprovera l'altro e che si pente dei suoi crimini. In Giovanni (Gv. 19,17-24) i due “ladroni” non dicono e non fanno niente.

In Matteo (Mt. 27,45), Marco (Mc. 15,33) e Luca (Lc. 23,44) all'ora sesta (mezzogiorno) del venerdì, Gesù si trovava già in croce (muore all'ora nona, cioè alle tre del pomeriggio). In Giovanni (Gv. 19,14) all'ora sesta Gesù si trova ancora da Pilato, e deve essere ancora flagellato e portato sul Gòlgota.

In Matteo (Mt. 27,55-56) ci sono “molte donne” che osservano Gesù da lontano, le quali “avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo”; fra queste c'è Maria Maddalena, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la “madre dei figli di Zebedeo”. In Marco (Mc. 15,40-41) ci sono “alcune donne” che osservano Gesù da lontano, le quali “lo seguivano e servivano quando era ancora in Galilea, e molte altre che erano salite con lui a Gerusalemme”; fra queste c'è Maria Maddalena, Maria madre di Giacomo il minore e di Ioses, e Salome. In Luca (Lc. 23,49) “tutti i suoi conoscenti assistevano da lontano e così le donne che lo avevano seguito fin dalla Galilea”. In Giovanni (Gv. 19,25-27) la madre di Gesù, la sorella di sua madre, Maria di Cleofa, Maria Maddalena e “il discepolo che Gesù amava” stanno sotto la croce; Gesù affida la madre al discepolo, e il discepolo alla madre.

In Matteo (Mt. 27,4-46) le ultime parole di Gesù sulla croce sono “Elì, Elì, lemà sabactàni?”. In Marco (Mc. 15,33-34) sono “Eloì, Eloì, lemà sabactàni?”. In Luca (Lc. 23,46) sono “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito”. In Giovanni (Gv. 19,30) sono “Tutto è compiuto”.

Solo in Matteo (Mt. 27,51-53), alla morte di Gesù, un terremoto scuote la terra, e molte persone resuscitano uscendo dai propri sepolcri; tra l'altro, queste persone resuscitano appena dopo la morte di Gesù, ma entrano a Gerusalemme solo dopo la risurrezione di Gesù (quindi tre giorni dopo: nel frattempo, sono rimasti seduti sulle tombe?). In compenso, solo in Giovanni (Gv. 19,31-37) Gesù viene trafitto da un soldato con una lancia.

In Matteo (Mt. 27,54) il centurione e gli altri soldati ammettono che Gesù era figlio di Dio. In Marco (Mc. 15,39) solo il centurione ammette che Gesù era figlio di Dio. In Luca (Lc. 23,47) il centurione glorifica dio ed ammette che Gesù era giusto.

In base ai ragionamenti del punto 40, nei vangeli sinottici Gesù viene processato ed ucciso il 15 Nisan. In Giovanni Gesù viene processato ed ucciso il 14 Nisan.

In Matteo (Mt. 27,57-61), Marco (Mc. 15,42-47) e Luca (Lc. 23,50-56) “le donne che erano venute con Gesù dalla Galilea” osservano Giuseppe d'Arimatea seppellire Gesù. In Giovanni (Gv. 19,38-42) insieme a Giuseppe d'Arimatea non ci sono le donne ad osservare, ma Nicodemo a “collaborare”.

In Matteo (Mt. 28,1) sono due donne, la domenica, a visitare il sepolcro di Gesù: Maria Maddalena e “l'altra Maria”. In Marco (Mc. 16,1) sono tre: Maria Maddalena, Maria di Giacomo e Salome. In Luca (Lc. 24,1;10) sono almeno cinque: Maria Maddalena, Giovanna e Maria di Giacomo. In Giovanni (Gv. 20,1) è una sola: Maria Maddalena.

In Matteo (Mt. 28,2) c'è un grande terremoto, e le due donne vedono scendere dal cielo un angelo che rotola via la pietra del sepolcro. In Marco (Mc. 16,4), Luca (Lc. 24,2) e Giovanni (Gv. 20,1) all'arrivo delle (della) donne la pietra è già rotolata via.

In Matteo (Mt. 28,2-3) le donne incontrano un angelo, seduto fuori dal sepolcro sopra la pietra; ci sono anche delle guardie che tremano sconvolte. In Marco (Mc. 16,5) le donne incontrano, seduto dentro il sepolcro, un giovane vestito di bianco. In Luca (Lc. 24,3-4) alle donne, entrate nel sepolcro, appaiono all'improvviso due uomini “in vesti sfolgoranti”. In Giovanni (Gv. 20,1-2) Maria Maddalena non scorge nessuno, ma corre ad avvertire Pietro e “il discepolo che Gesù amava” che la tomba di Gesù è vuota; tra l'altro, Maria Maddalena dice “Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto”, facendo intendere che nel Vangelo di Giovanni in origine c'erano più donne a visitare il sepolcro di Gesù (come nei sinottici).

In Matteo (Mt. 28,5-8) l'angelo spiega alle donne che Gesù è risorto, e chiede loro di andare ad avvertire i discepoli; le donne, piene di timore e di grande gioia, corrono a dare l'annuncio. In Marco (Mc. 16,6-8) il giovane spiega alle donne che Gesù è risorto, e chiede loro di andare ad avvertire i discepoli; le donne, piene di timore e di spavento, fuggono dal sepolcro e non dicono niente a nessuno. In Luca (Lc. 24,5-9) i due uomini spiegano alle donne che Gesù è risorto, ma non chiedono niente; le donne vanno comunque ad avvertire i discepoli, ma non vengono credute. In Giovanni (Gv. 20,2-10), dopo che Pietro e “il discepolo che Gesù amava” hanno visto il sepolcro vuoto e sono poi tornati a casa, Maria Maddalena incontra due angeli che le chiedono perché piange; essa incontro poi anche Gesù, che le chiede di andare ad avvertire i discepoli; Maria Maddalena corre a dare l'annuncio.

In Matteo (Mt. 28,9-10) Gesù risorto appare per primo alle donne. In Marco (Mc. 16,6-9) e in Giovanni (Gv. 20,14) Gesù risorto appare per primo a Maria Maddalena. In Luca (Lc. 24,13-15) Gesù risorto appare per primo ai due discepoli di Emmaus. Nella Prima lettera ai Corinzi (1 Cor. 15,3-5) Gesù risorto appare per primo a Pietro e ai Dodici.

Solo in Giovanni (Gv. 20,24-29) Gesù appare all'incredulo Tommaso, per convincerlo che egli è effettivamente risorto; tra l'altro, Tommaso non tocca le ferite di Gesù, ma viene solo invitato da quest'ultimo a farlo.

Il Vangelo di Giovanni ha due finali: Gv. 20,30-31 e Gv. 21,24-25. Il secondo finale afferma che “Questo è il discepolo che rende testimonianza su questi fatti e li ha scritti; e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera”; prova che tale vangelo non è stato scritto dall'apostolo Giovanni, ma da una comunità giovannea che a lui si rifaceva.

In Matteo (Mt. 28,19-20), Marco (Mc. 16,15-16) e Luca (Lc. 24,46-47) il Gesù risorto ordina ai discepoli di predicare anche ai pagani, e di convertirli. Il Gesù “vivo”, invece, aveva ordinato loro di non andare fra i pagani e di non entrare nelle città dei Samaritani (Mt. 10,5-6); e lui stesso aveva detto di essere stato inviato solo “alle pecore perdute della casa di Israele” (Mt. 15,24), che aveva chiamato “figli” in contrapposizione ai “cani” che erano invece i non ebrei (Mt. 15,21-26; Mc. 7,24-27). Inoltre, nonostante questi ordini del Gesù risorto, Pietro ha bisogno di una “triplice visione divina” per avere il permesso di accogliere il centurione romano Cornelio (At. 10,1-23); e che Gesù non avesse mai “permesso” di entrare in contatto con i pagani, lo dimostra anche il fatto che gli altri discepoli di Gesù rimproverano Pietro per quanto fatto (At. 11,1-3)

In Luca (Lc. 24) Gesù risorge ed ascende al cielo nello stesso giorno. Negli Atti degli Apostoli (At. 1,1-9), tra l'altro scritti dallo stesso autore del Vangelo di Luca, Gesù ascende al cielo quaranta giorni dopo essere risorto.







Edited by barionu - 5/1/2022, 12:19
 
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CAT_IMG Posted on 15/10/2014, 18:00
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Che c'entra questa risposta in questa discussione. Hai la capacità di incasinare tutto il forum.

Comunque, chi ti dice che quel passo non sia una interpolazione?. Del mito solare nei vangeli è rimasto ben poco.
 
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Mythos2011
CAT_IMG Posted on 15/10/2014, 19:54




CITAZIONE
egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.

Non solo sta incasinando un 3D, ma per un motivo futile.. E' un modo di dire semitico.. "Non c'è nulla di nuovo sotto il sole" e cose di questo genere sono semplicissimi MODI DI DIRE..

COLLEGA sei il solito BASTIAN CONTRARIO, e per giunta come il PREZZEMOLO.. sempre in mezzo!!
:D
 
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CAT_IMG Posted on 1/8/2018, 19:20
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CAT_IMG Posted on 2/8/2018, 17:02

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PIER TULIP




www.facebook.com/notes/filosofia-r...184191595012157

In Matteo (Mt. 1,18-25) l'angelo annuncia la nascita di Gesù a Giuseppe. In Luca (Lc. 1,26-38) l'annuncia a Maria.

Elisabetta, madre di Giovanni Battista, compare solamente in Luca (Lc. 1,36) dove viene detta parente di Maria, madre di Gesù.

L'annunciazione a Zaccaria, la visita di Maria a Elisabetta e la nascita di Giovanni Battista, sono presenti solo in Luca (Lc. 1,1-80).

In Matteo (Mt. 1,18-25; 2,1) Maria e Giuseppe abitano già a Betlemme. In Luca (Lc. 2,1-5) Maria e Giuseppe abitano a Nazareth e si spostano a Betlemme (a circa 100 km di distanza) per il censimento di Quirinio, secondo una modalità poco pratica e infatti sconosciuta al popolo romano (i Romani censivano secondo il luogo di residenza, non di origine).

La morte di Erode (avvenuta poco dopo la nascita di Gesù), risale al 4 a.C. Il censimento di Quirino (in teoria avvenuto prima della suddetta morte di Erode) di cui parla Luca risale al 6 d.C.

In Matteo (Mt. 2,1-12) Gesù viene adorato solamente dai Magi (che non erano tre, e neppure re). In Luca (Lc. 2,8-20) Gesù viene adorato solamente dai pastori.

In Matteo (Mt. 2,13-23) la “sacra famiglia” è costretta a scappare in fretta e furia in Egitto, per sfuggire ad Erode che attua la famosa “strage degli innocenti” (tra l’altro, mai riportata dagli storici dell’epoca, che pure hanno riportato le altre nefandezze di Erode), rifugiandosi infine a Nazareth. In Luca (Lc. 2,21-40) Gesù viene circonciso e addirittura presentato al tempio di Gerusalemme, in tutta tranquillità.

Le genealogie di Gesù riportate da Matteo (Mt.1,1-16) e Luca (Lc. 3,23-38) sono assolutamente inconciliabili, a partire dal nonno paterno (Giacobbe per Matteo, Eli per Luca).

Il primo miracolo di Gesù, ossia la trasformazione dell'acqua in vino alle nozze di Cana (Gv. 2,1-12) compare nel solo Vangelo di Giovanni; lo stesso vale per il miracolo più famoso e “potente” di Gesù, ossia la risurrezione di Lazzaro (Gv. 11,1-44).

A Cafarnao, Gesù guarisce il servo di un centurione, che in Matteo è “semplicemente” paralizzato (Mt. 8,5-6), mentre in Luca sta per morire (Lc. 7,1-2). In Giovanni (Gv. 4,46-47) il “miracolato” è il figlio di un funzionario regio, ed è sia infermo sia moribondo.

In Matteo (Mt. 8,5-6) e Giovanni (Gv. 4,46-47) è l'uomo stesso (centurione o funzionario regio che sia) a recarsi da Gesù, per chiederne l'aiuto. In Luca (Lc. 7,1-8) l'uomo non incontra Gesù, ma ne chiede l'aiuto mandandogli prima alcuni “anziani dei giudei” e poi alcuni amici.

Mentre passeggia lungo il lago di Tiberiade, in Matteo (Mt. 4,18-22) e Marco (Mc. 1,16-20) Gesù incontra prima Pietro e Andrea che gettano le loro reti in mare, e poi Giacomo e Giovanni che riparano le reti nella barca del padre. In Luca (Lc. 5,1-11) Gesù incontra subito tutti e quattro (sono soci) mentre lavano le reti in un'unica barca. In Giovanni (Gv. 1,35-42) Giovanni Battista, insieme a due suoi discepoli vede passare Gesù e dice che è “l'agnello di dio”, al che i due discepoli (uno è Andrea) seguono Gesù e passano la giornata con lui; solo in seguito, Andrea trova suo fratello Pietro e lo conduce da Gesù (di Giacomo e Giovanni non si sa nulla).

In Matteo (Mt. 4,18-22) e Marco (Mc. 1,16-20) Gesù chiede semplicemente ai quattro pescatori di abbandonare tutto e di seguirlo per farli “pescatori di uomini”. In Luca (Lc. 5,1-11) Gesù sale sulla barca di Pietro, predica alle folle e poi invita i quattro pescatori a gettare le reti in mare; essi catturano una “grande moltitudine” di pesci, e Gesù invita Pietro a seguirlo per farlo “pescatore” di uomini, convincendo anche gli altri tre a seguirlo.

Il cosiddetto “Discorso della Montagna” (quello in cui vengono enunciate le beatitudini) in Matteo (Mt. 5,1-12) è ambientato in montagna. In Luca (Lc. 6,17-26) è ambientato invece... in una pianura.

L'insegnamento di Gesù nella sinagoga di Cafarnao (Galilea) e la guarigione di un indemoniato compaiono solo in Marco (Mc. 1,21-28) e Luca (Lc. 4,31-37); la successiva guarigione della suocera di Pietro in compare però anche in Matteo (Mt. 8,14-17), oltre che Marco (Mc. 1,29-34) e Luca (Lc. 4,38-41).

Dopo la sua visita a Cafarnao, Gesù si reca a predicare nelle sinagoghe della Galilea in Matteo (Mt. 4,23) e Marco (Mc. 1,35-39). In Luca (Lc. 4,42-44) Gesù si reca a predicare nelle sinagoghe della Giudea (a circa 100 km. di distanza).

Arrivato a Gadara (Giordania), Gesù viene “accolto” da un indemoniato in Marco (Mc. 5,1-7) e Luca (Lc. 8,26-28). In Matteo (Mt. 8,28-29) Gesù viene “accolto” da due indemoniati.

In Matteo (Mt. 8,29-34) Gesù si limita a guarire gli indemoniati, e ad essere cacciato dalla città (in quanto aveva mandato i demoni usciti in una mandria di maiali, che si gettò da un dirupo). In Marco (Mc. 5,8-20) e Luca (Lc. 8,29-39) Gesù chiede anche al demone quale sia il suo nome (Legione); l’uomo, poi, chiede a Gesù di poterlo seguire, ma Gesù gli ordina di ritornare a casa e di raccontare quanto successo.

In Matteo (Mt. 9,18) un capo della sinagoga (Giairo) chiede a Gesù di resuscitare sua figlia, appena morta. In Marco (Mc. 5,21-23) e Luca (Lc. 8,40-42) Giairo chiede invece di guarire sua figlia, che è moribonda.

Mentre si sta recando a casa di Giairo, Gesù viene toccato al mantello da una donna che spera così di guarire dalle sue emorragie croniche; in Matteo (Mt. 9,20-22) Gesù se ne accorge subito e si volta. In Marco (Mc. 5,25-34) e Luca (Lc. 8,43-48) Gesù sente solo che una potenza è uscita da lui, ma non sa chi sia stato a toccarlo; dopo aver chiesto alla folla chi l’avesse toccato, Gesù viene avvicinato dalla donna, che confessa.

In Matteo (Mt. 9,23) Gesù si reca direttamente a casa di Giairo, dove la figlia di quest’ultimo giace morta. In Marco (Mc. 5,35-36) e Luca (Lc. 8,49-50), prima di arrivare a destinazione, Gesù viene avvertito (tra l’altro, da più persone in Marco, e da una sola in Luca) che la bambina è ormai morta, e quindi il suo intervento non è indispensabile.

In Matteo (Mt. 9,25) Gesù resuscita la figlia di Giairo semplicemente prendendole la mano. In Marco (Mc. 5,41) e Luca (Lc. 8,54) le ordina anche di alzarsi.

In Matteo (Mt. 17,1) e Marco (Mc. 9,2) la trasfigurazione di Gesù avviene sei giorni dopo l'ultimo discorso di quest’ultimo, in cui aveva esposto le condizioni per seguirlo. In Luca (Lc. 9,28) la trasfigurazione di Gesù avviene circa otto giorni dopo.

In Matteo (Mt. 20,20-21) la madre dei figli di Zebedeo (Giacomo e Giovanni) chiede a Gesù di farli sedere uno alla sua destra e uno alla sua sinistra, quando verrà il regno di dio. In Marco (Mc. 10,35-37) sono Giacomo e Giovanni stessi (la madre non sembra neppure presente) a chiedere a Gesù questo favore.

Dopo la richiesta dei due fratelli, in Matteo (Mt. 20,24-28) e in Marco (Mc. 10,41-45) Gesù spiega che il più grande fra i suoi discepoli, per essere tale, deve farsi servitore degli altri. In Luca (Lc. 22,24-27) Gesù spiega tutto questo durante “l'ultima cena”, avvenuta ben dopo.

In Matteo (Mt. 20,29-30) Gesù, mentre esce da Gerico, incontra due ciechi. In Marco (Mc. 10,46-47) e Luca (Lc. 18,35-38) Gesù incontra un cieco solo.

In Matteo (Mt. 20,34) Gesù guarisce i due ciechi toccando loro gli occhi in silenzio. In Marco (Mc. 10,52) e Luca (Lc. 18,42-43) Gesù guarisce l'unico cieco semplicemente dicendogli che la sua fede l'ha salvato.

Nei vangeli sinottici, prima di entrare a Gerusalemme, Gesù invia due discepoli nel villaggio di Betfage per procurarsi una cavalcatura, che è un'asina e un puledro (d'asino) in Matteo (Mt. 21,1-7). In Marco (Mc. 11,1-7) la cavalcatura è un asinello. In Luca (Lc. 19,28-35) la cavalcatura è un puledro (d'asino).

In Giovanni (Gv. 12,12-15) Gesù non invia nessuno a Betfage, e si siede su di un asinello trovato a Gerusalemme.

Entrato a Gerusalemme, Gesù viene “osannato” (letteralmente) dalla folla in Matteo (Mt. 21,8-11), Marco (Mc. 11,8-11) e Giovanni (Gv. 16-19). In Luca (Lc. 19,36-40) Gesù viene “osannato” dai suoi discepoli.

In Matteo (Mt. 21,12-17), Marco (Mc. 11,15-19) e Luca (Lc. 19,45-48) Gesù caccia i mercanti dal tempio verso la fine del suo ministero, poco prima di essere ucciso. In Giovanni (Gv. 2,13-21) Gesù caccia i mercanti dal tempio verso l'inizio del suo ministero.

In Matteo (Mt. 26,6), Marco (Mc. 14,3) e Giovanni (Gv. 12,1), l’unzione di Gesù avviene a Betania (Giudea). In Luca (Lc. 7,1-36) essa avviene in una città della Galilea (a circa 100 km. di distanza).

In Matteo (Mt. 26,2) e Marco (Mc. 14,1) tale unzione avviene due giorni prima della Pasqua (quindi, verso la fine della sua vita pubblica). In Luca (Lc. 3; 4; 5; 6; 7) essa avviene agli inizi della sua vita pubblica; in Giovanni (Gv. 12,1) essa avviene sei giorni prima della Pasqua.

In Matteo (Mt. 26,6) e Marco (Mc. 14,3) tale unzione avviene in casa di Simone il lebbroso. In Luca (Lc. 7,36-39) essa avviene in casa di Simone il fariseo. In Giovanni (Gv. 12,1-3) essa avviene in una casa “anonima”, probabilmente quella di Lazzaro (che compare insieme alle sorelle Maria e Marta, mentre non viene nominato nessun Simone).

In Matteo (Mt. 26,7) e Marco (Mc. 14,3) tale unzione viene effettuata da una donna anonima. In Luca (Lc. 7,37) essa viene effettuata da una “peccatrice di quella città”, sempre anonima. In Giovanni (Gv. 12,3) essa viene effettuata da Maria di Betania.

In Matteo (Mt. 26,7) e Marco (Mc. 14,3) tale unzione viene effettuata sulla testa di Gesù (la donna la cosparge con dell’olio profumato). In Luca (Lc. 7,37-38) essa viene effettuata sui piedi (la peccatrice li lava con le sue lacrime, li asciuga con i suoi capelli, li bacia e li cosparge con dell’olio profumato). Anche in Giovanni (Gv. 12,3) essa viene effettuata sui piedi, ma con un numero minore di azioni (la peccatrice cosparge i piedi di Gesù con dell’olio profumato e li asciuga con i suoi capelli).

In Matteo (Mt. 26,8-9) a “protestare” per l’unzione di Gesù sono i discepoli, infastiditi dallo spreco di olio costoso. In Marco (Mc. 14,4-5) sono “alcuni” (fra i commensali), sempre infastiditi dallo spreco di olio costoso. In Luca (Lc. 7,39) è Simone il fariseo (che però solo lo pensa), infastidito dal fatto che Gesù si faccia toccare da una peccatrice. In Giovanni (Gv. 12,4-5) è Giuda Iscariota, sempre infastidito dallo spreco di olio costoso.

In Matteo (Mt. 26,10-12), Marco (Mc. 14,6-8) e Giovanni (Gv. 12,7-8) Gesù difende la donna spiegando che essa ha compiuto un'opera buona nei suoi confronti, dato che ha anticipato l'unzione del suo corpo per la sepoltura; Gesù ricorda inoltre che i poveri (a cui potevano essere dati i soldi ricavati dalla vendita dell'olio) sono sempre presenti, mentre lui no. In Luca (Lc. 7,40-50) Gesù racconta a Simone il fariseo la parabola dei due debitori, dicendo poi alla donna che i suoi peccati sono stati perdonati, poiché essa “ha amato molto”, trattando Gesù con più affetto di quanto aveva fatto Simone il fariseo.

In Luca (Lc. 22,3) Satana entra in Giuda Iscariota prima del primo giorno degli Azzimi, quando decide di accordarsi con il sinedrio per consegnare loro Gesù. In Giovanni (Gv. 12,27) Satana entra in Giuda Iscariota dopo che quest’ultimo ha mangiato il boccone offertogli da Gesù durante l'ultima cena (quindi almeno un giorno dopo).

In Matteo (Mt. 26,17-19), Marco (Mc. 14,12-16) e Luca (Lc. 22,7-13) “l'ultima cena” viene preparata il primo giorno degli Azzimi, ossia il giorno prima di Pesach (la Pasqua ebraica); “l'ultima cena”, quindi, è la cena di pasqua (che veniva celebrata la sera del 14 Nisan, che rappresenta l'inizio del giorno successivo, il 15 Nisan, giorno effettivo della Pasqua ebraica). In Giovanni (Gv. 13,1; 29; 18,28; 19,14) “l'ultima cena” non è la cena pasquale, ma quella del giorno prima; venne quindi celebrata la sera del 13 Nisan. In tutti e quattro i vangeli “l'ultima cena” si svolge comunque nella serata del giovedì.

Durante “l'ultima cena”, in Matteo (Mt. 26,26-29), Marco (Mc. 14,22-25) e Luca (Lc. 22,18-20) Gesù istituisce l'eucarestia. In Giovanni (Gv. 13,3-18), Gesù si “limita” ad effettuare la lavanda dei piedi ai discepoli.

Durante “l'ultima cena”, in Matteo (Mt. 26,21), Marco (Mc. 14,18) e Giovanni (Gv. 13,21) Gesù rivela genericamente che qualcuno dei Dodici l'avrebbe tradito.

Sentito ciò, in Matteo (Mt. 26,22) e Marco (Mc. 14,19) ognuno dei Dodici gli chiede se sia lui il traditore. In Giovanni (Gv. 13,22-25) Pietro ordina al “discepolo che Gesù amava” di chiedere a Gesù chi sia il traditore.

In Matteo (Mt. 26,23) Gesù dice che il traditore è colui che ha intinto con lui la mano nel piatto. In Marco (Mc. 14,20) Gesù dice che è uno dei Dodici, colui che intinge con lui nel piatto. In Luca (Lc. 22,21) Gesù dice che la mano di chi mi tradisce è con lui, sulla tavola. In Giovanni (Gv. 13,26) Gesù dice che è colui per il quale intingerà il boccone e glielo darà; poi Gesù intinge il boccone e lo dà a Giuda Iscariota.

Dopo queste accuse più “mirate”, nei vangeli sinottici Gesù maledice colui che tradisce “il figlio dell'uomo”. In Matteo (Mt. 26,25) Giuda Iscariota chiede poi a Gesù se sia lui il traditore, ricevendo una risposta affermativa. In Marco (Mc. 14,22) non viene riportata nessuna reazione, tanto che “si passa” direttamente all'istituzione dell'eucarestia. In Luca (Lc. 22,23) i Dodici discutono fra di loro su chi sia il traditore. In Giovanni (Gv. 13,27-30) Gesù chiede a Giuda di fare presto quello che deve fare, al che Giuda abbandona la cena e se ne va; gli altri non capiscono, e credono che Gesù abbia mandato Giuda a comprare qualcosa per l'imminente festa di Pasqua, o che dovesse dare qualcosa ai poveri (infatti è Giuda che tiene la cassa del gruppo, secondo il Vangelo di Giovanni).

In Matteo (Mt. 26,34), Luca (Lc. 22,34) e Giovanni (Gv. 13,38) Gesù avverte Pietro che quest'ultimo lo rinnegherà per tre volte, prima che il gallo canti. In Marco (Mc. 14,30) Gesù avverte Pietro che quest'ultimo lo rinnegherà per tre volte, prima che il gallo canti due volte.

Finita “l'ultima cena”, in Giovanni (Gv. 14,31) Gesù ordina ai Dodici di alzarsi e di uscire. Eppure, dopo una lunga serie di insegnamenti (Gv. 15; 16; 17), troviamo scritto che “Detto questo, Gesù uscì con i suoi discepoli” (Gv. 18,1).

Finita “l'ultima cena”, Gesù si reca in un podere chiamato Getsemani. In Matteo (Mt. 26, 36-39) e Marco (Mc. 14,32-35) Gesù chiede ai suoi discepoli di sedersi e di attenderlo, mentre va a pregare; poi porta con sé Pietro, Giacomo e Giovanni, che però lascia un po' indietro a vegliare. In Luca (Lc. 22,3-41) chiede a tutti i discepoli di pregare “per non entrare in tentazione”, e poi va più avanti a pregare. In Giovanni (Gv. 18,1-3) Gesù e i discepoli non fanno in tempo ad arrivare nel Getsemani, che arriva Giuda e il “suo” seguito ad arrestare Gesù.

In Matteo (Mt. 26, 39-45) e Marco (Mt. 14,35-41) Gesù si reca per tre volte a pregare, tornando altrettante volte da Pietro, Giacomo e Giovanni e trovandoli addormentati. In Luca (Lc. 22,41-45) Gesù prega talmente preso dall'angoscia, che appare un angelo a confortarlo, mentre il suo sudore diventa “come gocce di sangue che cadevano a terra”; poi si reca dai discepoli e li trova addormentati.

In Matteo (Mt. 26, 46) e Marco (Mt. 14,42) Gesù avverte i discepoli che sta arrivando colui che lo tradisce, cioè Giuda Iscariota. In Luca (Lc. 22,46) Gesù non prevede l'arrivo di Giuda.

In Matteo (Mt. 26, 47) e Marco (Mt. 14,43) Giuda si presenta ad arrestare Gesù con una folla armata di spade e bastoni, mandata dal sinedrio. In Luca (Lc. 22,47) Giuda si presenta con una “semplice” turba. In Giovanni (Gv. 18,3) Giuda si presente con un distaccamento di soldati e con alcune guardie fornite dal sinedrio.

In Matteo (Mt. 26, 48-50) Giuda ha avvisato la folla che avrebbe baciato Gesù per farlo riconoscere, così lo bacia e lo saluta chiamandolo Rabbì; Gesù risponde “Amico, per questo sei qui!” e viene arrestato. In Marco (Mt. 14,44-46) Giuda ha avvisato la folla che avrebbe baciato Gesù per farlo riconoscere, così bacia quest'ultimo e lo chiama Rabbì; Gesù non risponde e viene arrestato. In Luca (Lc. 22,47-48) Giuda bacia semplicemente Gesù, che risponde “Giuda, con un bacio tradisci il Figlio dell'uomo?”, senza essere poi (ancora) arrestato. In Giovanni (Gv. 18,4-9) Giuda non bacia, non parla e non fa niente, è anzi Gesù a “prendere l'iniziativa”, chiedendo ai soldati chi cercassero; questi ultimi rispondono che cercano Gesù, il quale ammette di essere lui, al che i soldati indietreggiano e cadono a terra; di nuovo poi Gesù chiede ai soldati chi cercano, e questi ultimi rispondono ancora che cercano Gesù, il quale riammette di essere lui e chiede che i suoi discepoli vengano lasciati liberi.

In Matteo (Mt. 26, 51-56) uno dei discepoli di Gesù estrae la spada e colpisce il servo del sommo sacerdote, tagliandogli un orecchio; Gesù gli ordina di rimettere la spada nel fodero, perché “tutti quelli che mettono mano alla spada periranno di spada”; gli chiede poi se per caso non pensa che lui potrebbe pregare il Padre affinché mandi degli angeli a proteggerlo, non facendo però adempiere così le scritture; infine, rimprovera la folla che lo arresta come fosse un ladro, mentre poteva arrestarlo ogni giorno nel tempio; i discepoli fuggono. In Marco (Mc. 14,47-52) uno dei discepoli di Gesù estrae la spada e colpisce il servo del sommo sacerdote, tagliandogli un orecchio; Gesù rimprovera la folla che lo arresta come fosse un ladro, mentre poteva arrestarlo ogni giorno nel tempio; un giovanetto che seguiva Gesù viene arrestato, ma riesce a fuggire nudo abbandonando il lenzuolo che lo copriva; anche i discepoli fuggono. In Luca (Lc. 22,49-53) i discepoli chiedono a Gesù se devono colpire con la spada, uno di loro la estrae e colpisce il servo del sommo sacerdote, tagliandogli l'orecchio destro; Gesù dice “Lasciate, basta così!”, e guarisce l'orecchio toccandolo; infine, rimprovera la folla che lo arresta come fosse un ladro, mentre poteva arrestarlo ogni giorno nel tempio, aggiungendo che “questa è la vostra ora, è l'impero delle tenebre”. In Giovanni (Gv. 18,10-11) Pietro estrae la spada e colpisce il servo del sommo sacerdote (qui chiamato Malco), tagliandogli l'orecchio destro; Gesù gli ordina di rimettere la spada nel fodero, chiedendogli se per caso non dovrà bere il calice preparatogli dal Padre.

In Matteo (Mt. 26,57), Marco (Mc. 14,53) e Luca (Lc. 22,54) Gesù viene portato dal sommo sacerdote Caifa, dal quale viene interrogato. In Giovanni (Gv. 18,12) Gesù viene prima portato da Anna (suocero di Caifa), dal quale viene interrogato.

In Matteo (Mt. 26, 69-75) Pietro entra nel cortile del sommo sacerdote, e viene accusato da una serva di quest'ultimo di essere stato con Gesù, ma egli nega; Pietro esce verso il portone e un'altra serva lo accusa di essere stato con Gesù, ma egli nega ancora; altre persone lo accusano di essere “uno di loro”, e che lo riconoscono dalla parlata; Pietro nega ancora, ode un gallo cantare e, ripensando alla profezia di Gesù, esce piangendo. In Marco (Mc. 14,66-72) Pietro entra nel cortile del sommo sacerdote, e viene accusato da una serva di quest'ultimo di essere stato con Gesù, ma egli nega; Pietro esce verso l'atrio e ode un gallo cantare, prima che la stessa serva lo accusi di essere “uno di loro”, ma egli nega ancora; altre persone lo accusano di essere “uno di loro”, dato che è galileo; Pietro nega ancora, ode il gallo cantare una seconda volta e, ripensando alla profezia di Gesù, piange. In Luca (Lc. 22,54-62) Pietro entra nel cortile del sommo sacerdote, e viene accusato da una serva di quest'ultimo di essere stato con Gesù, ma egli nega; un altro servo lo accusa di essere “uno di loro”, ma egli nega ancora; circa un'ora dopo un altro servo lo accusa di essere stato con Gesù, dato che è galileo; Pietro nega ancora, ode un gallo cantare e, vedendo lo sguardo di Gesù fisso su di lui, ripensa alla sua profezia; poi esce piangendo. In Giovanni (Gv. 18,15-27) Pietro entra nel cortile del sommo sacerdote, e viene accusato dalla portinaia di essere uno dei discepoli di Gesù, ma egli nega; i servi e lo guardie lo accusano di essere uno dei discepoli di Gesù, ma egli nega ancora; un altro servo (parente di quello mutilato da Pietro) lo accusa di averlo visto nel Getsemani; Pietro nega ancora e ode un gallo cantare.

In Matteo (Mt. 27,3-10) Giuda, pentito di aver tradito Gesù, riconsegna le trenta monete d'argento al sinedrio e va ad impiccarsi (non si sa dove); il sinedrio decide poi di investirle le monete (che non vengono messe nel tesoro del Tempio perché “prezzo di sangue”) nell'acquisto del campo del vasaio, che viene così chiamato “campo di sangue”. Negli Atti degli Apostoli (At. 1,16-19) Giuda acquista in prima persona un campo (non si sa se sia “quello del vasaio”), e non si dice che provasse rimorso, né che si suicidò; si dice semplicemente che “precipitando in avanti si squarciò in mezzo e si sparsero fuori tutte le sue viscere” (e per questo il campo venne chiamano Akeldamà, cioè appunto “campo di sangue”).

In Matteo (Mt. 27,33-34) a Gesù, prima di essere crocifisso, viene offerto vino mescolato con fiele; Gesù lo assaggia, ma poi non ne vuole bere. In Marco (Mc. 15,22-23) a Gesù viene offerto vino mescolato con mirra; ma Gesù lo rifiuta subito.

In Matteo (Mt. 27,44) e Marco (Mc. 15,32) Gesù in croce viene insultato da entrambi i “ladroni” crocifissi insieme a lui. In Luca (Lc. 23,39-43) Gesù perdona il “buon ladrone” che rimprovera l'altro e che si pente dei suoi crimini. In Giovanni (Gv. 19,17-24) i due “ladroni” non dicono e non fanno niente.

In Matteo (Mt. 27,45), Marco (Mc. 15,33) e Luca (Lc. 23,44) all'ora sesta (mezzogiorno) del venerdì, Gesù si trovava già in croce (muore all'ora nona, cioè alle tre del pomeriggio). In Giovanni (Gv. 19,14) all'ora sesta Gesù si trova ancora da Pilato, e deve essere ancora flagellato e portato sul Gòlgota.

In Matteo (Mt. 27,55-56) ci sono “molte donne” che osservano Gesù da lontano, le quali “avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo”; fra queste c'è Maria Maddalena, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la “madre dei figli di Zebedeo”. In Marco (Mc. 15,40-41) ci sono “alcune donne” che osservano Gesù da lontano, le quali “lo seguivano e servivano quando era ancora in Galilea, e molte altre che erano salite con lui a Gerusalemme”; fra queste c'è Maria Maddalena, Maria madre di Giacomo il minore e di Ioses, e Salome. In Luca (Lc. 23,49) “tutti i suoi conoscenti assistevano da lontano e così le donne che lo avevano seguito fin dalla Galilea”. In Giovanni (Gv. 19,25-27) la madre di Gesù, la sorella di sua madre, Maria di Cleofa, Maria Maddalena e “il discepolo che Gesù amava” stanno sotto la croce; Gesù affida la madre al discepolo, e il discepolo alla madre.

In Matteo (Mt. 27,4-46) le ultime parole di Gesù sulla croce sono “Elì, Elì, lemà sabactàni?”. In Marco (Mc. 15,33-34) sono “Eloì, Eloì, lemà sabactàni?”. In Luca (Lc. 23,46) sono “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito”. In Giovanni (Gv. 19,30) sono “Tutto è compiuto”.

Solo in Matteo (Mt. 27,51-53), alla morte di Gesù, un terremoto scuote la terra, e molte persone resuscitano uscendo dai propri sepolcri; tra l'altro, queste persone resuscitano appena dopo la morte di Gesù, ma entrano a Gerusalemme solo dopo la risurrezione di Gesù (quindi tre giorni dopo: nel frattempo, sono rimasti seduti sulle tombe?). In compenso, solo in Giovanni (Gv. 19,31-37) Gesù viene trafitto da un soldato con una lancia.

In Matteo (Mt. 27,54) il centurione e gli altri soldati ammettono che Gesù era figlio di Dio. In Marco (Mc. 15,39) solo il centurione ammette che Gesù era figlio di Dio. In Luca (Lc. 23,47) il centurione glorifica dio ed ammette che Gesù era giusto.

In base ai ragionamenti del punto 40, nei vangeli sinottici Gesù viene processato ed ucciso il 15 Nisan. In Giovanni Gesù viene processato ed ucciso il 14 Nisan.

In Matteo (Mt. 27,57-61), Marco (Mc. 15,42-47) e Luca (Lc. 23,50-56) “le donne che erano venute con Gesù dalla Galilea” osservano Giuseppe d'Arimatea seppellire Gesù. In Giovanni (Gv. 19,38-42) insieme a Giuseppe d'Arimatea non ci sono le donne ad osservare, ma Nicodemo a “collaborare”.

In Matteo (Mt. 28,1) sono due donne, la domenica, a visitare il sepolcro di Gesù: Maria Maddalena e “l'altra Maria”. In Marco (Mc. 16,1) sono tre: Maria Maddalena, Maria di Giacomo e Salome. In Luca (Lc. 24,1;10) sono almeno cinque: Maria Maddalena, Giovanna e Maria di Giacomo. In Giovanni (Gv. 20,1) è una sola: Maria Maddalena.

In Matteo (Mt. 28,2) c'è un grande terremoto, e le due donne vedono scendere dal cielo un angelo che rotola via la pietra del sepolcro. In Marco (Mc. 16,4), Luca (Lc. 24,2) e Giovanni (Gv. 20,1) all'arrivo delle (della) donne la pietra è già rotolata via.

In Matteo (Mt. 28,2-3) le donne incontrano un angelo, seduto fuori dal sepolcro sopra la pietra; ci sono anche delle guardie che tremano sconvolte. In Marco (Mc. 16,5) le donne incontrano, seduto dentro il sepolcro, un giovane vestito di bianco. In Luca (Lc. 24,3-4) alle donne, entrate nel sepolcro, appaiono all'improvviso due uomini “in vesti sfolgoranti”. In Giovanni (Gv. 20,1-2) Maria Maddalena non scorge nessuno, ma corre ad avvertire Pietro e “il discepolo che Gesù amava” che la tomba di Gesù è vuota; tra l'altro, Maria Maddalena dice “Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto”, facendo intendere che nel Vangelo di Giovanni in origine c'erano più donne a visitare il sepolcro di Gesù (come nei sinottici).

In Matteo (Mt. 28,5-8) l'angelo spiega alle donne che Gesù è risorto, e chiede loro di andare ad avvertire i discepoli; le donne, piene di timore e di grande gioia, corrono a dare l'annuncio. In Marco (Mc. 16,6-8) il giovane spiega alle donne che Gesù è risorto, e chiede loro di andare ad avvertire i discepoli; le donne, piene di timore e di spavento, fuggono dal sepolcro e non dicono niente a nessuno. In Luca (Lc. 24,5-9) i due uomini spiegano alle donne che Gesù è risorto, ma non chiedono niente; le donne vanno comunque ad avvertire i discepoli, ma non vengono credute. In Giovanni (Gv. 20,2-10), dopo che Pietro e “il discepolo che Gesù amava” hanno visto il sepolcro vuoto e sono poi tornati a casa, Maria Maddalena incontra due angeli che le chiedono perché piange; essa incontro poi anche Gesù, che le chiede di andare ad avvertire i discepoli; Maria Maddalena corre a dare l'annuncio.

In Matteo (Mt. 28,9-10) Gesù risorto appare per primo alle donne. In Marco (Mc. 16,6-9) e in Giovanni (Gv. 20,14) Gesù risorto appare per primo a Maria Maddalena. In Luca (Lc. 24,13-15) Gesù risorto appare per primo ai due discepoli di Emmaus. Nella Prima lettera ai Corinzi (1 Cor. 15,3-5) Gesù risorto appare per primo a Pietro e ai Dodici.

Solo in Giovanni (Gv. 20,24-29) Gesù appare all'incredulo Tommaso, per convincerlo che egli è effettivamente risorto; tra l'altro, Tommaso non tocca le ferite di Gesù, ma viene solo invitato da quest'ultimo a farlo.

Il Vangelo di Giovanni ha due finali: Gv. 20,30-31 e Gv. 21,24-25. Il secondo finale afferma che “Questo è il discepolo che rende testimonianza su questi fatti e li ha scritti; e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera”; prova che tale vangelo non è stato scritto dall'apostolo Giovanni, ma da una comunità giovannea che a lui si rifaceva.

In Matteo (Mt. 28,19-20), Marco (Mc. 16,15-16) e Luca (Lc. 24,46-47) il Gesù risorto ordina ai discepoli di predicare anche ai pagani, e di convertirli. Il Gesù “vivo”, invece, aveva ordinato loro di non andare fra i pagani e di non entrare nelle città dei Samaritani (Mt. 10,5-6); e lui stesso aveva detto di essere stato inviato solo “alle pecore perdute della casa di Israele” (Mt. 15,24), che aveva chiamato “figli” in contrapposizione ai “cani” che erano invece i non ebrei (Mt. 15,21-26; Mc. 7,24-27). Inoltre, nonostante questi ordini del Gesù risorto, Pietro ha bisogno di una “triplice visione divina” per avere il permesso di accogliere il centurione romano Cornelio (At. 10,1-23); e che Gesù non avesse mai “permesso” di entrare in contatto con i pagani, lo dimostra anche il fatto che gli altri discepoli di Gesù rimproverano Pietro per quanto fatto (At. 11,1-3)

In Luca (Lc. 24) Gesù risorge ed ascende al cielo nello stesso giorno. Negli Atti degli Apostoli (At. 1,1-9), tra l'altro scritti dallo stesso autore del Vangelo di Luca, Gesù ascende al cielo quaranta giorni dopo essere risorto.
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Ottimo post pier tulip.

[QUOTE=Pier Tulip,15/10/2014, 12:59 ?t=69667220#entry564287559]
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In Matteo (Mt. 1,18-25) l'angelo annuncia la nascita di Gesù a Giuseppe. In Luca (Lc. 1,26-38) l'annuncia a Maria.

Elisabetta, madre di Giovanni Battista, compare solamente in Luca (Lc. 1,36) dove viene detta parente di Maria, madre di Gesù.

L'annunciazione a Zaccaria, la visita di Maria a Elisabetta e la nascita di Giovanni Battista, sono presenti solo in Luca (Lc. 1,1-80).

In Matteo (Mt. 1,18-25; 2,1) Maria e Giuseppe abitano già a Betlemme. In Luca (Lc. 2,1-5) Maria e Giuseppe abitano a Nazareth e si spostano a Betlemme (a circa 100 km di distanza) per il censimento di Quirinio, secondo una modalità poco pratica e infatti sconosciuta al popolo romano (i Romani censivano secondo il luogo di residenza, non di origine).

La morte di Erode (avvenuta poco dopo la nascita di Gesù), risale al 4 a.C. Il censimento di Quirino (in teoria avvenuto prima della suddetta morte di Erode) di cui parla Luca risale al 6 d.C.

In Matteo (Mt. 2,1-12) Gesù viene adorato solamente dai Magi (che non erano tre, e neppure re). In Luca (Lc. 2,8-20) Gesù viene adorato solamente dai pastori.

In Matteo (Mt. 2,13-23) la “sacra famiglia” è costretta a scappare in fretta e furia in Egitto, per sfuggire ad Erode che attua la famosa “strage degli innocenti” (tra l’altro, mai riportata dagli storici dell’epoca, che pure hanno riportato le altre nefandezze di Erode), rifugiandosi infine a Nazareth. In Luca (Lc. 2,21-40) Gesù viene circonciso e addirittura presentato al tempio di Gerusalemme, in tutta tranquillità.

Le genealogie di Gesù riportate da Matteo (Mt.1,1-16) e Luca (Lc. 3,23-38) sono assolutamente inconciliabili, a partire dal nonno paterno (Giacobbe per Matteo, Eli per Luca).

Il primo miracolo di Gesù, ossia la trasformazione dell'acqua in vino alle nozze di Cana (Gv. 2,1-12) compare nel solo Vangelo di Giovanni; lo stesso vale per il miracolo più famoso e “potente” di Gesù, ossia la risurrezione di Lazzaro (Gv. 11,1-44).

A Cafarnao, Gesù guarisce il servo di un centurione, che in Matteo è “semplicemente” paralizzato (Mt. 8,5-6), mentre in Luca sta per morire (Lc. 7,1-2). In Giovanni (Gv. 4,46-47) il “miracolato” è il figlio di un funzionario regio, ed è sia infermo sia moribondo.

In Matteo (Mt. 8,5-6) e Giovanni (Gv. 4,46-47) è l'uomo stesso (centurione o funzionario regio che sia) a recarsi da Gesù, per chiederne l'aiuto. In Luca (Lc. 7,1-8) l'uomo non incontra Gesù, ma ne chiede l'aiuto mandandogli prima alcuni “anziani dei giudei” e poi alcuni amici.

Mentre passeggia lungo il lago di Tiberiade, in Matteo (Mt. 4,18-22) e Marco (Mc. 1,16-20) Gesù incontra prima Pietro e Andrea che gettano le loro reti in mare, e poi Giacomo e Giovanni che riparano le reti nella barca del padre. In Luca (Lc. 5,1-11) Gesù incontra subito tutti e quattro (sono soci) mentre lavano le reti in un'unica barca. In Giovanni (Gv. 1,35-42) Giovanni Battista, insieme a due suoi discepoli vede passare Gesù e dice che è “l'agnello di dio”, al che i due discepoli (uno è Andrea) seguono Gesù e passano la giornata con lui; solo in seguito, Andrea trova suo fratello Pietro e lo conduce da Gesù (di Giacomo e Giovanni non si sa nulla).

In Matteo (Mt. 4,18-22) e Marco (Mc. 1,16-20) Gesù chiede semplicemente ai quattro pescatori di abbandonare tutto e di seguirlo per farli “pescatori di uomini”. In Luca (Lc. 5,1-11) Gesù sale sulla barca di Pietro, predica alle folle e poi invita i quattro pescatori a gettare le reti in mare; essi catturano una “grande moltitudine” di pesci, e Gesù invita Pietro a seguirlo per farlo “pescatore” di uomini, convincendo anche gli altri tre a seguirlo.

Il cosiddetto “Discorso della Montagna” (quello in cui vengono enunciate le beatitudini) in Matteo (Mt. 5,1-12) è ambientato in montagna. In Luca (Lc. 6,17-26) è ambientato invece... in una pianura.

L'insegnamento di Gesù nella sinagoga di Cafarnao (Galilea) e la guarigione di un indemoniato compaiono solo in Marco (Mc. 1,21-28) e Luca (Lc. 4,31-37); la successiva guarigione della suocera di Pietro in compare però anche in Matteo (Mt. 8,14-17), oltre che Marco (Mc. 1,29-34) e Luca (Lc. 4,38-41).

Dopo la sua visita a Cafarnao, Gesù si reca a predicare nelle sinagoghe della Galilea in Matteo (Mt. 4,23) e Marco (Mc. 1,35-39). In Luca (Lc. 4,42-44) Gesù si reca a predicare nelle sinagoghe della Giudea (a circa 100 km. di distanza).

Arrivato a Gadara (Giordania), Gesù viene “accolto” da un indemoniato in Marco (Mc. 5,1-7) e Luca (Lc. 8,26-28). In Matteo (Mt. 8,28-29) Gesù viene “accolto” da due indemoniati.

In Matteo (Mt. 8,29-34) Gesù si limita a guarire gli indemoniati, e ad essere cacciato dalla città (in quanto aveva mandato i demoni usciti in una mandria di maiali, che si gettò da un dirupo). In Marco (Mc. 5,8-20) e Luca (Lc. 8,29-39) Gesù chiede anche al demone quale sia il suo nome (Legione); l’uomo, poi, chiede a Gesù di poterlo seguire, ma Gesù gli ordina di ritornare a casa e di raccontare quanto successo.

In Matteo (Mt. 9,18) un capo della sinagoga (Giairo) chiede a Gesù di resuscitare sua figlia, appena morta. In Marco (Mc. 5,21-23) e Luca (Lc. 8,40-42) Giairo chiede invece di guarire sua figlia, che è moribonda.

Mentre si sta recando a casa di Giairo, Gesù viene toccato al mantello da una donna che spera così di guarire dalle sue emorragie croniche; in Matteo (Mt. 9,20-22) Gesù se ne accorge subito e si volta. In Marco (Mc. 5,25-34) e Luca (Lc. 8,43-48) Gesù sente solo che una potenza è uscita da lui, ma non sa chi sia stato a toccarlo; dopo aver chiesto alla folla chi l’avesse toccato, Gesù viene avvicinato dalla donna, che confessa.

In Matteo (Mt. 9,23) Gesù si reca direttamente a casa di Giairo, dove la figlia di quest’ultimo giace morta. In Marco (Mc. 5,35-36) e Luca (Lc. 8,49-50), prima di arrivare a destinazione, Gesù viene avvertito (tra l’altro, da più persone in Marco, e da una sola in Luca) che la bambina è ormai morta, e quindi il suo intervento non è indispensabile.

In Matteo (Mt. 9,25) Gesù resuscita la figlia di Giairo semplicemente prendendole la mano. In Marco (Mc. 5,41) e Luca (Lc. 8,54) le ordina anche di alzarsi.

In Matteo (Mt. 17,1) e Marco (Mc. 9,2) la trasfigurazione di Gesù avviene sei giorni dopo l'ultimo discorso di quest’ultimo, in cui aveva esposto le condizioni per seguirlo. In Luca (Lc. 9,28) la trasfigurazione di Gesù avviene circa otto giorni dopo.

In Matteo (Mt. 20,20-21) la madre dei figli di Zebedeo (Giacomo e Giovanni) chiede a Gesù di farli sedere uno alla sua destra e uno alla sua sinistra, quando verrà il regno di dio. In Marco (Mc. 10,35-37) sono Giacomo e Giovanni stessi (la madre non sembra neppure presente) a chiedere a Gesù questo favore.

Dopo la richiesta dei due fratelli, in Matteo (Mt. 20,24-28) e in Marco (Mc. 10,41-45) Gesù spiega che il più grande fra i suoi discepoli, per essere tale, deve farsi servitore degli altri. In Luca (Lc. 22,24-27) Gesù spiega tutto questo durante “l'ultima cena”, avvenuta ben dopo.

In Matteo (Mt. 20,29-30) Gesù, mentre esce da Gerico, incontra due ciechi. In Marco (Mc. 10,46-47) e Luca (Lc. 18,35-38) Gesù incontra un cieco solo.

In Matteo (Mt. 20,34) Gesù guarisce i due ciechi toccando loro gli occhi in silenzio. In Marco (Mc. 10,52) e Luca (Lc. 18,42-43) Gesù guarisce l'unico cieco semplicemente dicendogli che la sua fede l'ha salvato.

Nei vangeli sinottici, prima di entrare a Gerusalemme, Gesù invia due discepoli nel villaggio di Betfage per procurarsi una cavalcatura, che è un'asina e un puledro (d'asino) in Matteo (Mt. 21,1-7). In Marco (Mc. 11,1-7) la cavalcatura è un asinello. In Luca (Lc. 19,28-35) la cavalcatura è un puledro (d'asino).

In Giovanni (Gv. 12,12-15) Gesù non invia nessuno a Betfage, e si siede su di un asinello trovato a Gerusalemme.

Entrato a Gerusalemme, Gesù viene “osannato” (letteralmente) dalla folla in Matteo (Mt. 21,8-11), Marco (Mc. 11,8-11) e Giovanni (Gv. 16-19). In Luca (Lc. 19,36-40) Gesù viene “osannato” dai suoi discepoli.

In Matteo (Mt. 21,12-17), Marco (Mc. 11,15-19) e Luca (Lc. 19,45-48) Gesù caccia i mercanti dal tempio verso la fine del suo ministero, poco prima di essere ucciso. In Giovanni (Gv. 2,13-21) Gesù caccia i mercanti dal tempio verso l'inizio del suo ministero.

In Matteo (Mt. 26,6), Marco (Mc. 14,3) e Giovanni (Gv. 12,1), l’unzione di Gesù avviene a Betania (Giudea). In Luca (Lc. 7,1-36) essa avviene in una città della Galilea (a circa 100 km. di distanza).

In Matteo (Mt. 26,2) e Marco (Mc. 14,1) tale unzione avviene due giorni prima della Pasqua (quindi, verso la fine della sua vita pubblica). In Luca (Lc. 3; 4; 5; 6; 7) essa avviene agli inizi della sua vita pubblica; in Giovanni (Gv. 12,1) essa avviene sei giorni prima della Pasqua.

In Matteo (Mt. 26,6) e Marco (Mc. 14,3) tale unzione avviene in casa di Simone il lebbroso. In Luca (Lc. 7,36-39) essa avviene in casa di Simone il fariseo. In Giovanni (Gv. 12,1-3) essa avviene in una casa “anonima”, probabilmente quella di Lazzaro (che compare insieme alle sorelle Maria e Marta, mentre non viene nominato nessun Simone).

In Matteo (Mt. 26,7) e Marco (Mc. 14,3) tale unzione viene effettuata da una donna anonima. In Luca (Lc. 7,37) essa viene effettuata da una “peccatrice di quella città”, sempre anonima. In Giovanni (Gv. 12,3) essa viene effettuata da Maria di Betania.

In Matteo (Mt. 26,7) e Marco (Mc. 14,3) tale unzione viene effettuata sulla testa di Gesù (la donna la cosparge con dell’olio profumato). In Luca (Lc. 7,37-38) essa viene effettuata sui piedi (la peccatrice li lava con le sue lacrime, li asciuga con i suoi capelli, li bacia e li cosparge con dell’olio profumato). Anche in Giovanni (Gv. 12,3) essa viene effettuata sui piedi, ma con un numero minore di azioni (la peccatrice cosparge i piedi di Gesù con dell’olio profumato e li asciuga con i suoi capelli).

In Matteo (Mt. 26,8-9) a “protestare” per l’unzione di Gesù sono i discepoli, infastiditi dallo spreco di olio costoso. In Marco (Mc. 14,4-5) sono “alcuni” (fra i commensali), sempre infastiditi dallo spreco di olio costoso. In Luca (Lc. 7,39) è Simone il fariseo (che però solo lo pensa), infastidito dal fatto che Gesù si faccia toccare da una peccatrice. In Giovanni (Gv. 12,4-5) è Giuda Iscariota, sempre infastidito dallo spreco di olio costoso.

In Matteo (Mt. 26,10-12), Marco (Mc. 14,6-8) e Giovanni (Gv. 12,7-8) Gesù difende la donna spiegando che essa ha compiuto un'opera buona nei suoi confronti, dato che ha anticipato l'unzione del suo corpo per la sepoltura; Gesù ricorda inoltre che i poveri (a cui potevano essere dati i soldi ricavati dalla vendita dell'olio) sono sempre presenti, mentre lui no. In Luca (Lc. 7,40-50) Gesù racconta a Simone il fariseo la parabola dei due debitori, dicendo poi alla donna che i suoi peccati sono stati perdonati, poiché essa “ha amato molto”, trattando Gesù con più affetto di quanto aveva fatto Simone il fariseo.

In Luca (Lc. 22,3) Satana entra in Giuda Iscariota prima del primo giorno degli Azzimi, quando decide di accordarsi con il sinedrio per consegnare loro Gesù. In Giovanni (Gv. 12,27) Satana entra in Giuda Iscariota dopo che quest’ultimo ha mangiato il boccone offertogli da Gesù durante l'ultima cena (quindi almeno un giorno dopo).

In Matteo (Mt. 26,17-19), Marco (Mc. 14,12-16) e Luca (Lc. 22,7-13) “l'ultima cena” viene preparata il primo giorno degli Azzimi, ossia il giorno prima di Pesach (la Pasqua ebraica); “l'ultima cena”, quindi, è la cena di pasqua (che veniva celebrata la sera del 14 Nisan, che rappresenta l'inizio del giorno successivo, il 15 Nisan, giorno effettivo della Pasqua ebraica). In Giovanni (Gv. 13,1; 29; 18,28; 19,14) “l'ultima cena” non è la cena pasquale, ma quella del giorno prima; venne quindi celebrata la sera del 13 Nisan. In tutti e quattro i vangeli “l'ultima cena” si svolge comunque nella serata del giovedì.

Durante “l'ultima cena”, in Matteo (Mt. 26,26-29), Marco (Mc. 14,22-25) e Luca (Lc. 22,18-20) Gesù istituisce l'eucarestia. In Giovanni (Gv. 13,3-18), Gesù si “limita” ad effettuare la lavanda dei piedi ai discepoli.

Durante “l'ultima cena”, in Matteo (Mt. 26,21), Marco (Mc. 14,18) e Giovanni (Gv. 13,21) Gesù rivela genericamente che qualcuno dei Dodici l'avrebbe tradito.

Sentito ciò, in Matteo (Mt. 26,22) e Marco (Mc. 14,19) ognuno dei Dodici gli chiede se sia lui il traditore. In Giovanni (Gv. 13,22-25) Pietro ordina al “discepolo che Gesù amava” di chiedere a Gesù chi sia il traditore.

In Matteo (Mt. 26,23) Gesù dice che il traditore è colui che ha intinto con lui la mano nel piatto. In Marco (Mc. 14,20) Gesù dice che è uno dei Dodici, colui che intinge con lui nel piatto. In Luca (Lc. 22,21) Gesù dice che la mano di chi mi tradisce è con lui, sulla tavola. In Giovanni (Gv. 13,26) Gesù dice che è colui per il quale intingerà il boccone e glielo darà; poi Gesù intinge il boccone e lo dà a Giuda Iscariota.

Dopo queste accuse più “mirate”, nei vangeli sinottici Gesù maledice colui che tradisce “il figlio dell'uomo”. In Matteo (Mt. 26,25) Giuda Iscariota chiede poi a Gesù se sia lui il traditore, ricevendo una risposta affermativa. In Marco (Mc. 14,22) non viene riportata nessuna reazione, tanto che “si passa” direttamente all'istituzione dell'eucarestia. In Luca (Lc. 22,23) i Dodici discutono fra di loro su chi sia il traditore. In Giovanni (Gv. 13,27-30) Gesù chiede a Giuda di fare presto quello che deve fare, al che Giuda abbandona la cena e se ne va; gli altri non capiscono, e credono che Gesù abbia mandato Giuda a comprare qualcosa per l'imminente festa di Pasqua, o che dovesse dare qualcosa ai poveri (infatti è Giuda che tiene la cassa del gruppo, secondo il Vangelo di Giovanni).

In Matteo (Mt. 26,34), Luca (Lc. 22,34) e Giovanni (Gv. 13,38) Gesù avverte Pietro che quest'ultimo lo rinnegherà per tre volte, prima che il gallo canti. In Marco (Mc. 14,30) Gesù avverte Pietro che quest'ultimo lo rinnegherà per tre volte, prima che il gallo canti due volte.

Finita “l'ultima cena”, in Giovanni (Gv. 14,31) Gesù ordina ai Dodici di alzarsi e di uscire. Eppure, dopo una lunga serie di insegnamenti (Gv. 15; 16; 17), troviamo scritto che “Detto questo, Gesù uscì con i suoi discepoli” (Gv. 18,1).

Finita “l'ultima cena”, Gesù si reca in un podere chiamato Getsemani. In Matteo (Mt. 26, 36-39) e Marco (Mc. 14,32-35) Gesù chiede ai suoi discepoli di sedersi e di attenderlo, mentre va a pregare; poi porta con sé Pietro, Giacomo e Giovanni, che però lascia un po' indietro a vegliare. In Luca (Lc. 22,3-41) chiede a tutti i discepoli di pregare “per non entrare in tentazione”, e poi va più avanti a pregare. In Giovanni (Gv. 18,1-3) Gesù e i discepoli non fanno in tempo ad arrivare nel Getsemani, che arriva Giuda e il “suo” seguito ad arrestare Gesù.

In Matteo (Mt. 26, 39-45) e Marco (Mt. 14,35-41) Gesù si reca per tre volte a pregare, tornando altrettante volte da Pietro, Giacomo e Giovanni e trovandoli addormentati. In Luca (Lc. 22,41-45) Gesù prega talmente preso dall'angoscia, che appare un angelo a confortarlo, mentre il suo sudore diventa “come gocce di sangue che cadevano a terra”; poi si reca dai discepoli e li trova addormentati.

In Matteo (Mt. 26, 46) e Marco (Mt. 14,42) Gesù avverte i discepoli che sta arrivando colui che lo tradisce, cioè Giuda Iscariota. In Luca (Lc. 22,46) Gesù non prevede l'arrivo di Giuda.

In Matteo (Mt. 26, 47) e Marco (Mt. 14,43) Giuda si presenta ad arrestare Gesù con una folla armata di spade e bastoni, mandata dal sinedrio. In Luca (Lc. 22,47) Giuda si presenta con una “semplice” turba. In Giovanni (Gv. 18,3) Giuda si presente con un distaccamento di soldati e con alcune guardie fornite dal sinedrio.

In Matteo (Mt. 26, 48-50) Giuda ha avvisato la folla che avrebbe baciato Gesù per farlo riconoscere, così lo bacia e lo saluta chiamandolo Rabbì; Gesù risponde “Amico, per questo sei qui!” e viene arrestato. In Marco (Mt. 14,44-46) Giuda ha avvisato la folla che avrebbe baciato Gesù per farlo riconoscere, così bacia quest'ultimo e lo chiama Rabbì; Gesù non risponde e viene arrestato. In Luca (Lc. 22,47-48) Giuda bacia semplicemente Gesù, che risponde “Giuda, con un bacio tradisci il Figlio dell'uomo?”, senza essere poi (ancora) arrestato. In Giovanni (Gv. 18,4-9) Giuda non bacia, non parla e non fa niente, è anzi Gesù a “prendere l'iniziativa”, chiedendo ai soldati chi cercassero; questi ultimi rispondono che cercano Gesù, il quale ammette di essere lui, al che i soldati indietreggiano e cadono a terra; di nuovo poi Gesù chiede ai soldati chi cercano, e questi ultimi rispondono ancora che cercano Gesù, il quale riammette di essere lui e chiede che i suoi discepoli vengano lasciati liberi.

In Matteo (Mt. 26, 51-56) uno dei discepoli di Gesù estrae la spada e colpisce il servo del sommo sacerdote, tagliandogli un orecchio; Gesù gli ordina di rimettere la spada nel fodero, perché “tutti quelli che mettono mano alla spada periranno di spada”; gli chiede poi se per caso non pensa che lui potrebbe pregare il Padre affinché mandi degli angeli a proteggerlo, non facendo però adempiere così le scritture; infine, rimprovera la folla che lo arresta come fosse un ladro, mentre poteva arrestarlo ogni giorno nel tempio; i discepoli fuggono. In Marco (Mc. 14,47-52) uno dei discepoli di Gesù estrae la spada e colpisce il servo del sommo sacerdote, tagliandogli un orecchio; Gesù rimprovera la folla che lo arresta come fosse un ladro, mentre poteva arrestarlo ogni giorno nel tempio; un giovanetto che seguiva Gesù viene arrestato, ma riesce a fuggire nudo abbandonando il lenzuolo che lo copriva; anche i discepoli fuggono. In Luca (Lc. 22,49-53) i discepoli chiedono a Gesù se devono colpire con la spada, uno di loro la estrae e colpisce il servo del sommo sacerdote, tagliandogli l'orecchio destro; Gesù dice “Lasciate, basta così!”, e guarisce l'orecchio toccandolo; infine, rimprovera la folla che lo arresta come fosse un ladro, mentre poteva arrestarlo ogni giorno nel tempio, aggiungendo che “questa è la vostra ora, è l'impero delle tenebre”. In Giovanni (Gv. 18,10-11) Pietro estrae la spada e colpisce il servo del sommo sacerdote (qui chiamato Malco), tagliandogli l'orecchio destro; Gesù gli ordina di rimettere la spada nel fodero, chiedendogli se per caso non dovrà bere il calice preparatogli dal Padre.

In Matteo (Mt. 26,57), Marco (Mc. 14,53) e Luca (Lc. 22,54) Gesù viene portato dal sommo sacerdote Caifa, dal quale viene interrogato. In Giovanni (Gv. 18,12) Gesù viene prima portato da Anna (suocero di Caifa), dal quale viene interrogato.

In Matteo (Mt. 26, 69-75) Pietro entra nel cortile del sommo sacerdote, e viene accusato da una serva di quest'ultimo di essere stato con Gesù, ma egli nega; Pietro esce verso il portone e un'altra serva lo accusa di essere stato con Gesù, ma egli nega ancora; altre persone lo accusano di essere “uno di loro”, e che lo riconoscono dalla parlata; Pietro nega ancora, ode un gallo cantare e, ripensando alla profezia di Gesù, esce piangendo. In Marco (Mc. 14,66-72) Pietro entra nel cortile del sommo sacerdote, e viene accusato da una serva di quest'ultimo di essere stato con Gesù, ma egli nega; Pietro esce verso l'atrio e ode un gallo cantare, prima che la stessa serva lo accusi di essere “uno di loro”, ma egli nega ancora; altre persone lo accusano di essere “uno di loro”, dato che è galileo; Pietro nega ancora, ode il gallo cantare una seconda volta e, ripensando alla profezia di Gesù, piange. In Luca (Lc. 22,54-62) Pietro entra nel cortile del sommo sacerdote, e viene accusato da una serva di quest'ultimo di essere stato con Gesù, ma egli nega; un altro servo lo accusa di essere “uno di loro”, ma egli nega ancora; circa un'ora dopo un altro servo lo accusa di essere stato con Gesù, dato che è galileo; Pietro nega ancora, ode un gallo cantare e, vedendo lo sguardo di Gesù fisso su di lui, ripensa alla sua profezia; poi esce piangendo. In Giovanni (Gv. 18,15-27) Pietro entra nel cortile del sommo sacerdote, e viene accusato dalla portinaia di essere uno dei discepoli di Gesù, ma egli nega; i servi e lo guardie lo accusano di essere uno dei discepoli di Gesù, ma egli nega ancora; un altro servo (parente di quello mutilato da Pietro) lo accusa di averlo visto nel Getsemani; Pietro nega ancora e ode un gallo cantare.

In Matteo (Mt. 27,3-10) Giuda, pentito di aver tradito Gesù, riconsegna le trenta monete d'argento al sinedrio e va ad impiccarsi (non si sa dove); il sinedrio decide poi di investirle le monete (che non vengono messe nel tesoro del Tempio perché “prezzo di sangue”) nell'acquisto del campo del vasaio, che viene così chiamato “campo di sangue”. Negli Atti degli Apostoli (At. 1,16-19) Giuda acquista in prima persona un campo (non si sa se sia “quello del vasaio”), e non si dice che provasse rimorso, né che si suicidò; si dice semplicemente che “precipitando in avanti si squarciò in mezzo e si sparsero fuori tutte le sue viscere” (e per questo il campo venne chiamano Akeldamà, cioè appunto “campo di sangue”).

In Matteo (Mt. 27,33-34) a Gesù, prima di essere crocifisso, viene offerto vino mescolato con fiele; Gesù lo assaggia, ma poi non ne vuole bere. In Marco (Mc. 15,22-23) a Gesù viene offerto vino mescolato con mirra; ma Gesù lo rifiuta subito.

In Matteo (Mt. 27,44) e Marco (Mc. 15,32) Gesù in croce viene insultato da entrambi i “ladroni” crocifissi insieme a lui. In Luca (Lc. 23,39-43) Gesù perdona il “buon ladrone” che rimprovera l'altro e che si pente dei suoi crimini. In Giovanni (Gv. 19,17-24) i due “ladroni” non dicono e non fanno niente.

In Matteo (Mt. 27,45), Marco (Mc. 15,33) e Luca (Lc. 23,44) all'ora sesta (mezzogiorno) del venerdì, Gesù si trovava già in croce (muore all'ora nona, cioè alle tre del pomeriggio). In Giovanni (Gv. 19,14) all'ora sesta Gesù si trova ancora da Pilato, e deve essere ancora flagellato e portato sul Gòlgota.

In Matteo (Mt. 27,55-56) ci sono “molte donne” che osservano Gesù da lontano, le quali “avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo”; fra queste c'è Maria Maddalena, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la “madre dei figli di Zebedeo”. In Marco (Mc. 15,40-41) ci sono “alcune donne” che osservano Gesù da lontano, le quali “lo seguivano e servivano quando era ancora in Galilea, e molte altre che erano salite con lui a Gerusalemme”; fra queste c'è Maria Maddalena, Maria madre di Giacomo il minore e di Ioses, e Salome. In Luca (Lc. 23,49) “tutti i suoi conoscenti assistevano da lontano e così le donne che lo avevano seguito fin dalla Galilea”. In Giovanni (Gv. 19,25-27) la madre di Gesù, la sorella di sua madre, Maria di Cleofa, Maria Maddalena e “il discepolo che Gesù amava” stanno sotto la croce; Gesù affida la madre al discepolo, e il discepolo alla madre.

In Matteo (Mt. 27,4-46) le ultime parole di Gesù sulla croce sono “Elì, Elì, lemà sabactàni?”. In Marco (Mc. 15,33-34) sono “Eloì, Eloì, lemà sabactàni?”. In Luca (Lc. 23,46) sono “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito”. In Giovanni (Gv. 19,30) sono “Tutto è compiuto”.

Solo in Matteo (Mt. 27,51-53), alla morte di Gesù, un terremoto scuote la terra, e molte persone resuscitano uscendo dai propri sepolcri; tra l'altro, queste persone resuscitano appena dopo la morte di Gesù, ma entrano a Gerusalemme solo dopo la risurrezione di Gesù (quindi tre giorni dopo: nel frattempo, sono rimasti seduti sulle tombe?). In compenso, solo in Giovanni (Gv. 19,31-37) Gesù viene trafitto da un soldato con una lancia.

In Matteo (Mt. 27,54) il centurione e gli altri soldati ammettono che Gesù era figlio di Dio. In Marco (Mc. 15,39) solo il centurione ammette che Gesù era figlio di Dio. In Luca (Lc. 23,47) il centurione glorifica dio ed ammette che Gesù era giusto.

In base ai ragionamenti del punto 40, nei vangeli sinottici Gesù viene processato ed ucciso il 15 Nisan. In Giovanni Gesù viene processato ed ucciso il 14 Nisan.

In Matteo (Mt. 27,57-61), Marco (Mc. 15,42-47) e Luca (Lc. 23,50-56) “le donne che erano venute con Gesù dalla Galilea” osservano Giuseppe d'Arimatea seppellire Gesù. In Giovanni (Gv. 19,38-42) insieme a Giuseppe d'Arimatea non ci sono le donne ad osservare, ma Nicodemo a “collaborare”.

In Matteo (Mt. 28,1) sono due donne, la domenica, a visitare il sepolcro di Gesù: Maria Maddalena e “l'altra Maria”. In Marco (Mc. 16,1) sono tre: Maria Maddalena, Maria di Giacomo e Salome. In Luca (Lc. 24,1;10) sono almeno cinque: Maria Maddalena, Giovanna e Maria di Giacomo. In Giovanni (Gv. 20,1) è una sola: Maria Maddalena.

In Matteo (Mt. 28,2) c'è un grande terremoto, e le due donne vedono scendere dal cielo un angelo che rotola via la pietra del sepolcro. In Marco (Mc. 16,4), Luca (Lc. 24,2) e Giovanni (Gv. 20,1) all'arrivo delle (della) donne la pietra è già rotolata via.

In Matteo (Mt. 28,2-3) le donne incontrano un angelo, seduto fuori dal sepolcro sopra la pietra; ci sono anche delle guardie che tremano sconvolte. In Marco (Mc. 16,5) le donne incontrano, seduto dentro il sepolcro, un giovane vestito di bianco. In Luca (Lc. 24,3-4) alle donne, entrate nel sepolcro, appaiono all'improvviso due uomini “in vesti sfolgoranti”. In Giovanni (Gv. 20,1-2) Maria Maddalena non scorge nessuno, ma corre ad avvertire Pietro e “il discepolo che Gesù amava” che la tomba di Gesù è vuota; tra l'altro, Maria Maddalena dice “Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto”, facendo intendere che nel Vangelo di Giovanni in origine c'erano più donne a visitare il sepolcro di Gesù (come nei sinottici).

In Matteo (Mt. 28,5-8) l'angelo spiega alle donne che Gesù è risorto, e chiede loro di andare ad avvertire i discepoli; le donne, piene di timore e di grande gioia, corrono a dare l'annuncio. In Marco (Mc. 16,6-8) il giovane spiega alle donne che Gesù è risorto, e chiede loro di andare ad avvertire i discepoli; le donne, piene di timore e di spavento, fuggono dal sepolcro e non dicono niente a nessuno. In Luca (Lc. 24,5-9) i due uomini spiegano alle donne che Gesù è risorto, ma non chiedono niente; le donne vanno comunque ad avvertire i discepoli, ma non vengono credute. In Giovanni (Gv. 20,2-10), dopo che Pietro e “il discepolo che Gesù amava” hanno visto il sepolcro vuoto e sono poi tornati a casa, Maria Maddalena incontra due angeli che le chiedono perché piange; essa incontro poi anche Gesù, che le chiede di andare ad avvertire i discepoli; Maria Maddalena corre a dare l'annuncio.

In Matteo (Mt. 28,9-10) Gesù risorto appare per primo alle donne. In Marco (Mc. 16,6-9) e in Giovanni (Gv. 20,14) Gesù risorto appare per primo a Maria Maddalena. In Luca (Lc. 24,13-15) Gesù risorto appare per primo ai due discepoli di Emmaus. Nella Prima lettera ai Corinzi (1 Cor. 15,3-5) Gesù risorto appare per primo a Pietro e ai Dodici.

Solo in Giovanni (Gv. 20,24-29) Gesù appare all'incredulo Tommaso, per convincerlo che egli è effettivamente risorto; tra l'altro, Tommaso non tocca le ferite di Gesù, ma viene solo invitato da quest'ultimo a farlo.

Il Vangelo di Giovanni ha due finali: Gv. 20,30-31 e Gv. 21,24-25. Il secondo finale afferma che “Questo è il discepolo che rende testimonianza su questi fatti e li ha scritti; e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera”; prova che tale vangelo non è stato scritto dall'apostolo Giovanni, ma da una comunità giovannea che a lui si rifaceva.

In Matteo (Mt. 28,19-20), Marco (Mc. 16,15-16) e Luca (Lc. 24,46-47) il Gesù risorto ordina ai discepoli di predicare anche ai pagani, e di convertirli. Il Gesù “vivo”, invece, aveva ordinato loro di non andare fra i pagani e di non entrare nelle città dei Samaritani (Mt. 10,5-6); e lui stesso aveva detto di essere stato inviato solo “alle pecore perdute della casa di Israele” (Mt. 15,24), che aveva chiamato “figli” in contrapposizione ai “cani” che erano invece i non ebrei (Mt. 15,21-26; Mc. 7,24-27). Inoltre, nonostante questi ordini del Gesù risorto, Pietro ha bisogno di una “triplice visione divina” per avere il permesso di accogliere il centurione romano Cornelio (At. 10,1-23); e che Gesù non avesse mai “permesso” di entrare in contatto con i pagani, lo dimostra anche il fatto che gli altri discepoli di Gesù rimproverano Pietro per quanto fatto (At. 11,1-3)

In Luca (Lc. 24) Gesù risorge ed ascende al cielo nello stesso giorno. Negli Atti degli Apostoli (At. 1,1-9), tra l'altro scritti dallo stesso autore del Vangelo di Luca, Gesù ascende al cielo quaranta giorni dopo essere risorto.





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Ottimo post


Edited by barionu - 5/1/2022, 12:22
 
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CAT_IMG Posted on 4/8/2018, 00:01
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Bel lavoro!

Tuttavia voglio aggiungere questo passo, che per me è la contraddizione n.1 di tutto il Nuovo Testamento:

"Gesù gli rispose: «Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto."

Il passo è tratto dal Vangelo di Giovanni e attesta una grandissima contraddizione rispetto al contenuto degli agli altri Vangeli, in quanto sappiamo benissimo che gli altri evangelisti dichiarando in tantissimi passi che Gesù ha predicato in tanti luoghi al di fuori delle sinagoghe e del tempio. Giovanni fa apparire addirittura Gesù come un falso e bugiardo, ma ha dovuto specificare ciò, probabilmente perchè, al contrario degli altri evangelisti, sapeva che insegnare al di fuori delle sinagoghe e del tempio era vietato dai romani: era un reato per cui era prevista la pena di morte!

Quindi oltre ad essere la contraddizione per eccellenza, questo passo dimostra:

1) che gli evangelisti predecessori a Giovanni hanno attestato delle bugie e non avevano nemmeno la percezione delle pericolosità di quello scrivevano, probabilmente perchè non erano ne testimoni dei fatti e ne abitanti di quei luoghi.
2) che Gesù non morì per I nostri peccati, così come ci vogliono far credere I preti, ma morì semmai per I suoi innumerevoli peccati/reati, che nel suo periodo erano puniti con la morte!





Edited by barionu - 5/1/2022, 12:21
 
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CAT_IMG Posted on 9/8/2018, 16:57

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CITAZIONE (Baphomet @ 4/8/2018, 01:01) 
Bel lavoro!
Tuttavia voglio aggiungere questo passo, che per me è la contraddizione n.1 di tutto il Nuovo Testamento:

"Gesù gli rispose: «Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto."

Il passo è tratto dal Vangelo di Giovanni e attesta una grandissima contraddizione rispetto al contenuto degli agli altri Vangeli, in quanto sappiamo benissimo che gli altri evangelisti dichiarando in tantissimi passi che Gesù ha predicato in tanti luoghi al di fuori delle sinagoghe e del tempio. Giovanni fa apparire addirittura Gesù come un falso e bugiardo, ma ha dovuto specificare ciò, probabilmente perchè, al contrario degli altri evangelisti, sapeva che insegnare al di fuori delle sinagoghe e del tempio era vietato dai romani: era un reato per cui era prevista la pena di morte!

Quindi oltre ad essere la contraddizione per eccellenza, questo passo dimostra:

1) che gli evangelisti predecessori a Giovanni hanno attestato delle bugie e non avevano nemmeno la percezione delle pericolosità di quello scrivevano, probabilmente perchè non erano ne testimoni dei fatti e ne abitanti di quei luoghi.
2) che Gesù non morì per I nostri peccati, così come ci vogliono far credere I preti, ma morì semmai per I suoi innumerevoli peccati/reati, che nel suo periodo erano puniti con la morte!

Bel post in cui si smonta magistralmente il versetto caposaldo di Giovanni , di cui si servono i cristiani per criticare gli apocrifi.
 
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CAT_IMG Posted on 5/1/2022, 12:23
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