Origini delle Religioni

CICERONE DE DIVINATIONE

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CAT_IMG Posted on 18/6/2017, 08:40
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https://it.wikipedia.org/wiki/Marco_Tullio_Cicerone


La tradione manoscritta del DeDivinatione di Cicerone

è composta da 4 codici , 3 redatti in Francia a Fleury - Corbie , e uno a Montecassino .

Badie Benedettine .




il testo principale è il

VOSSIANUS LATINUS Q 86

attualmente a Leiden , ma redato a Fleury nel IX secolo .

in Minuscola carolina .

http://primarysources.brillonline.com/brow...earch-go=Search


per la tradizione manoscritta del De Divinatione consiglio l' edizione curata da Arthur Stanley Pease

Cicero's De Divinatione - M. Tulli Ciceronis de Divinatione Liber Primus. Edited by Pease Arthur Stanley. Parts I. and II. 4to. Pp. 338. University of Illinois, 1920.

Problemi cronologici e compositivi del De divinatione ciceroniano / Remo Giomini

www.cbt.biblioteche.provincia.tn.it...e?uri=90060&v=l

dal net un ottimo studio sul VOSSIANUS Q86




TRADUZIONE DI ROXI



Vossianus Q 86 e Reginensis 333

di Grace Frank

Fonte: The American Journal of Philology, Vol. 44, No. 1 (1923), pp. 67-70
Published by: The Johns Hopkins University Press

www.jstor.org/stable/289647



Nel Philological Quarterly I, 273, il Professor Rand, discutendo il Codex Leidensis Vossianus Latinus Q 86, scrive: “Ci piacerebbe molto sapere quel che ne è stato del Giovenco e del Sedulio all'inizio, o della parte di Isidoro alla fine. Forse qualche scopritor felice li troverà ancora a Leida o a Parigi o a Roma”. Non può esserci dubbio, penso, che il Giovenco e il Sedulio di questo famoso, antico codice di Leida siano ora nella Biblioteca Vaticana a Roma, Codex Reginensis 333.1

Il Dr. V. F. Büchner della University of Leyden Library ha calcolato dalle sigle sul 26esimo e sul 31esimo quinterno del Codex Vossianus che, dall’inizio, sono stati persi proprio sedici gruppi di dieci pagine ciascuno, meno la pagina che ora forma il primo folio del Vossianus, o 159 pagine in tutto, (cf. Rand, art. cit., p. 266). Il Codex Reginensis ha questi sedici gruppi. 2 Esso comprende 163 pagine come è formato ora, ma il primo gruppo è di dodici invece che di dieci pagine, il quarto gruppo conta undici pagine, perché una singola pagina è stata inserita dopo il fol. 43 al fine di includere cinquanta righe che erano state omesse, 3 ed il presente folio ovviamente non appartiene al primo stato del libro – infatti è visibile un resto dell’originale fol. 163, tagliato quando quel folio diventò il fol. 1 del Vossianus.

Il Vossianus si apre con gli Atti degli Apostoli di Aratore, scritto con grafia abbastanza grande e pacata, che usa, per i primi 41 folia, singole colonne di sedici righe per pagina. La stessa mano, che usa lo stesso stile e lo stesso numero di righe per pagina, ha scritto l’Evangeliorum Libri IV di Giovenco e il Paschale Carmen di Sedulio nel Reginensis, e la grandezza della pagina è la stessa in tutti e tre i testi.

Inoltre, in fondo al fol. 162 del Reginensis, troviamo il saluto che regolarmente precede gli Atti degli Apostoli di Aratore e la glossa Incipit lib. Aratoris. Questo saluto, che legge "Domino sacro sco beatissimoq; atq: apostolico et in toto orbe primo omnium sacerdotum papae uigilio Arator subdiaconus," 4 è stato fornito in cima al fol. 1 del Vossianus in una grafia più tarda. Apparentemente fu copiato dalla pagina precedente dalla persona che divise il codice originale, perché contiene gli insoliti sacro e beatissimoque che non sono presenti negli altri manoscritti, e omette la parola salutem che anche è mancante nel Reginensis. 5

Se ci fosse bisogno di ulteriore prova dell’unità dei due codici, essa si trova nella glossa marginale accanto al Finitum est del Paschale Carmen di Sedulio nel Reginensis (fol. 162): "Require in hoc volumine Cantemus, socii, Domino, post Aratorem.” Questo si riferisce all’inno di Sedulio, che ancora è presente nel Vossianus.6

Sfortunatamente, la scoperta della connessione del Reginensis 333 con il Vossianus non risolve la questione della datazione del libro. Infatti, molte autorità che hanno usato la parte che ora è a Leida, lo datano al nono secolo, quelli che hanno curato l’edizione di Giovenco e di Sedulio dalla parte che è in Vaticano esitano tra il nono e il decimo. Arèvalo, di certo, nella sua edizione di Giovenco, lo ascriveva "ad VIII aut IX saeculum," ma Reifferscheid 7 dice che è del decimo secolo, e la sua datazione è stata accettata da Huemer nella sua edizione di Sedulio fatta nel 1885. 8

Marold, che pubblicò Giovenco nel 1886, era indeciso tra la data di Arèvalo e quella di Reifferscheid, anche se affermava che Lud. Jeep, che per lui collazionò il manoscritto, era d’accordo con Arèvalo. Infine, Huemer nella sua edizione di Giovenco (1891) dice che il manoscritto è saec. IX vel X.
Che il libro (o il suo gemello, come il Professor Rand preferirebbe) fosse a Cluny nel dodicesimo secolo, il catalogo prima citato da Peiper in questo contesto lo indicherebbe (cf. Rand, art. cit., p. 261). La scoperta dei perduti Giovenco e Sedulio completa l'identificazione del nostro libro con il volume descritto nel catalogo di Cluny. Secondo il Professor Rand, tuttavia, il Vossianus probabilmente è stato scritto a Fleury. Egli suppone o che sia stato portato a Cluny, o che il libro descritto nel catalogo di Cluny sia il gemello del nostro codice. Il suo argomento si basa non solo su una sensazione che la scrittura del Vossianus assomiglia alla grafia in voga a Fleury nell'ultima metà del IX secolo, ma sulla supposizione che una copia di Fedro conservata in Vaticano, Codex Reginensis 1616, che è un libro di Fleury, originariamente apparteneva al nostro volume.

Se la grafia del Vossianus è quella di Fleury oppure no, non mi sento competente per giudicare, ma mi sembra difficile credere che la copia di Fedro nel Reginensis 1616 sia mai stata parte (necessariamente l'ultima parte) del Vossianus. Rinunciando al punto che l’ultima voce nella descrizione del manoscritto nel catalogo di Cluny è "ars Isidori de grammatica et de disciplinis aliarum artium" (un frammento del quale conclude il Vossianus), e che non c’è menzione delle favole di Fedro, penso che la differenza nella dimensione delle pagine e in quella dello spazio occupato dalla scrittura in questi due codici preclude la possibilità che siano mai stati uniti.
La pagina di Fedro (0,19 x 0,12) è apprezzabilmente più piccola di quella del Vossianus (0,23 x 0,18) e i suoi margini dimostrano che non poteva essere stata tagliata da una pagina grande come quest’ultima.9

I margini sinistri del recto e del verso sono approssimativamente della stessa larghezza, e non ci sono stati tagli dove i due fogli che formano il binione sono stati piegati.
Se, tuttavia, il nostro manoscritto è datato al nono secolo, difficilmente può essere stato scritto a Cluny, che fu fondata nel 910. Può con certezza essere datato al decimo secolo? La scrittura di Cluny, secondo Thompson (Introduction to Greek and Latin Paleography, p. 418), tendeva ad essere conservativa e, come abbiamo visto, la grafia del Reginenses 333 è stata datata al decimo così come al nono secolo. Coraggioso è il paleografo, tuttavia, che distinguerebbe tra un manoscritto del nono e uno dell’inizio del decimo secolo con la sola scrittura ad aiutarlo. Il problema della datazione e della provenienza del nostro codice, quindi, ancora attende una soluzione soddisfacente. Lo scopo di questo documento è solo quello di mostrare che il Giovenco e il Sedulio del Reginensis 333 sicuramente precedevano le opere contenute nel Vossianus Q 86.10

NOTE

1 Sulla legatura in semplice pergamena ci sono i vecchi numeri 1129 e 1393. Quest'ultimo è quello del catalogo realizzato nel 1690 e quello noto a Montfaucon. Sul manoscritto stesso, fol. Ir, c’è il numero A. 37.

2 Le sigle di tutti i gruppi tranne il primo e il quinto sono visibili, ma sono di due tipi: numeri arabi all'inizio di ogni gruppo e romani alla fine, entrambi nel margine inferiore. Questi ultimi corrispondono a quelli del Vossianus e appartengono indubbiamente allo stato originale del libro. Si trovano alla fine dei gruppi II, III, IV, VIII, XI, XIII, XIV, XV. È un piacere ricordare il mio debito e la mia gratitudine al dottor Büchner per le fotografie del Vossianus da lui fornite e per le informazioni al riguardo che gentilmente mi ha mandato.

3 Cf. L'edizione di Giovenco di Marold, p. 46, nota a II, 543: "In V1 [= Reg. 333] hoc folium deerat (v. 543-591) et saec. XII suppletum est, legitur versus spurius post 544. "Reifferscheid data la grafia del folio 44 all'undicesimo o dodicesimo secolo. Huemer non la data.

4 La parola sacro e la q; di beatissimoq; sono nella grafia che ha scritto le glosse.

5 Cf. La nota precedente e Migne LXVIII, col. 73, nota, dove, tuttavia, le parole atque apostolico che ricorrono nel Vossianus e anche nel Reginensis sono omesse.

6 Per una sintesi del contenuto del Vossianus, vedi l'edizione di Peiper di Avito, p. lxvi. Immediatamente dopo Aratore (1-63) ci sono gli epigrammi di Prospero (63v-79r). L'inno di Sedulio li segue (79v).

7 Sitzungsberichte, K. Akademie d. Wiss., Phil.-Hist. Classe, Vienna, vol. 59 (1808), p. 110.

8 Huemer, non sospettando l'unità dei due libri, ha seguito Reifferscheid nell’attribuire la copia del Paschale Carmen di Sedulio che trovò nel Reg. 333 al decimo secolo (p. Xx); seguendo Peiper, egli ha datato la trascrizione dell'inno che ha trovato nel Vossianus al nono (p. 155, nota).

9 Cf. le riproduzioni e le misure in Chatelain, Palographie des Classiques Latins, II, plates CLII and CLXV. Darei la misura media di Reg. 333 come 0.235 x 0.185 e della pagina di Fedro come 0.193 x0.12.

10 Dopo che questo lavoro aveva lasciato le mie mani, fui abbastanza fortunata da incontrare Mons. Stanislas Le Grelle che sta preparando un lavoro monumentale sul Reginensis. Mi ha gentilmente fornito la prova materiale di quanto sopra. Secondo Mons. Le Grelle, il codice originale prima della divisione, fu numerato A 37 da Paul Petau (cfr. Nota 1 sopra ), 903 da Alexandre Petau. Sotto quest’ultimo si è verificata la separazione, la metà romana che ricevette il numero 1129, successivamente diventa Reg. 1393 (numero di Montfaucon) ed infine Reg. 333, la metà di Leida è numerata 1157 e successivamente diventa Voss. Q 86. Il Fedro del Reg. 1616, d'altra parte, è stato numerato Q 23 nella biblioteca di Paul Petau, 1029 e 1631 in quella di Alexandre Petau e 839 nel catalogo iniziale del Reginensis (numero di Montfaucon).






www.readme.it/libri/Filosofia/de%20divinatione.shtml


omen

www.dizionario-latino.com/dizionari...p?lemma=OMEN100

spectrum

www.dizionario-latino.com/dizionari...mma=SPECTRUM100

augur

www.dizionario-latino.com/dizionari...?lemma=AUGUR100


augure

https://it.wikipedia.org/wiki/Augure


lituo


www.treccani.it/enciclopedia/lituo_...ia-Italiana%29/

https://it.wikipedia.org/wiki/Lituo_(antichit%C3%A0)

https://it.wikipedia.org/wiki/Lituo_(antichit%C3%A0)


STUDI SULLA TRADIZIONE MANOSCRITTA

CODEX VOSSIANUS LATINUS 86


http://primarysources.brillonline.com/brow...401vlf084source

http://primarysources.brillonline.com/brow.../vlf-084-cicero

www.library.universiteitleiden.nl/search?q=VOSSIANUS+86

http://catalogue.leidenuniv.nl/primo_libra...athStatTab=true

www.jstor.org/stable/23970423?seq=1#page_scan_tab_contents

www.jstor.org/stable/289647?seq=1#page_scan_tab_contents

www.tulliana.eu/ephemerides/testi/4...e.htm#Datazioni

https://books.google.it/books?id=owYayNkh1...US%2086&f=false



INTERMEZZO RAI ANNI 60









Edited by barionu - 29/8/2021, 20:30
 
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CAT_IMG Posted on 10/7/2017, 20:14
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DEAR ROXI :wub: :wub: :wub: :wub: :wub: :wub: :wub: :wub: :wub: :wub:


in tutta calma, se vuoi ti mando il pdf ,,,,


l' articolo è questo

www.jstor.org/stable/289647?seq=1#page_scan_tab_contents


zio ot









Vossianus Q 86 and Reginensis 333

Author(s): Grace Frank



Source: The American Journal of Philology, Vol. 44, No. 1 (1923), pp. 67-70
Published by: The Johns Hopkins University Press
Stable URL: www.jstor.org/stable/289647
Accessed: 10-07-2017 15:06 UTC

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All use subject to http://about.jstor.org/termsVII.-VOSSIANUS Q 86 AND REGINENSIS 333.



In the Philological Quarterly I, 273, Professor Rand, di
cussing the Codex Leidensis Vossianus Latinus Q 86, writ
"What became of the Juvencus and the Sedulius at the begi
ning or the part of Isidore at the end we should much like t
know. Perhaps some scopritor felice will come across them y
in Leyden or Paris or Rome." There can be no doubt, I thin
that the Juvencus and Sedulius of this famous old Leyden cod
are now in the Vatican Library in Rome, Codex Reginensis 33
Dr. V. F. Biichner of the University of Leyden Library ca
culated from the signatures on the 26th and 31st quinions of the
Codex Vossianus that just sixteen gatherings of ten leaves apiece,
minus the leaf which now forms the first folio of the Vossianus
or 159 leaves in all, have been lost at the beginning (cf. Rand
art. cit., p. 266). Codex Reginensis 333 has these sixteen gat
erings. It comprises 163 leaves as now formed, but the firs
gathering is of twelve instead of ten leaves, the fourth gatherin
numbers eleven leaves because a single leaf has been inserte
after fol. 43 in order to include fifty lines which had' been
omitted,3 and the present fol. 163 obviously does not belong
the first state of the book-indeed a remnant of the origina
fol. 163, cut when that folio became fol. 1 of the Vossianus,
is visible.



1 On the plain parchment binding are the old numbers 1129 and 139
The latter is that of the catalog made in 1690 and that known to Mon
faucon. On the manuscript itself, fol. lr, is the number A. 37.

2The signatures of all the gatherings except the first and fifth a
visible, but they are of two sorts: Arabic numerals at the beginnin
of each gathering and Roman at the end, both in the lower margin.
The latter correspond to those in the Vossianus and undoubtedly belong
to the original state of the book. They are found at the end of gatherings II, III, IV, VIII, XI, XIII, XIV, XV. It is a pleasure to record
my indebtedness and gratitude to Dr. Biichner for the photographs of
the Vossianus secured through him and for the information regarding
it that he kindly sent me.
Cf. Marold's edition of Juvencus, p. 46, note to II, 543: "In V"
= Reg. 333] hoc folium deerat (v. 543-591) et saec. XII suppletum
est, legitur versus spurius post 544." Reifferscheid dates the hand of
fol. 44 in the eleventh or twelfth century. Huemer does not date it.
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All use subject to http://about.jstor.org/termsAMERICAN JOURNAL OF PHILOLOGY.


The Vossianus opens with Arator's Acts of the Apos
written in a fairly large and leisurely hand using, for the
41 folios, single columns of sixteen lines to the page. The
hand, employing the same style and the same number of
to the page, has written Juvencus' Evangeliorum libri IV
Sedulius' Paschale Carmen in the Reginensis, and the size
the page in all three texts is the same.
Moreover, at the bottom of fol. 162' of the Reginensis
find the greeting which regularly precedes Arator's Acts o
Apostles and the gloss Incipit lib Aratoris. This greet
which reads "Domino sacro sco beatissimoq; atq: apost
et in toto orbe primo omnium sacerdotum papae uigilio A
subdiaconus," 4 has been supplied at the top of fol. 1 of
Vossianus in a later hand. It was apparently copied f
the preceding page by the person who divided the or
codex, for it contains the unusual sacro and beatissimoque wh
are not in the other manuscripts and omits the word salu
which is also wanting in the Reginensis.5 If further pro
the unity of the two codices were needed it exists in the
ginal gloss beside the Finitum est of Sedulius' Paschale Car
in the Reginensis (fol. 162) : "Require in hoc volumine C
mus, socii, Domino, post Aratorem." This refers to the hy
of Sedulius which is still in the Vossianus.6
Unfortunately the discovery of the relation of Reginensis 333
to the Vossianus does not settle the question of the date of the
book. Indeed, although most authorities who have used the
part now in Leyden date it in the ninth century, those who
have edited Juvencus and Sedulius from the part in the Vatican
hesitate between the ninth and tenth. Arevalus, to be sure, in
his edition of Juvencus ascribed it "ad VIII aut IX saeculum,"
'The word sacro and the q; of beatissimo q; are in the hand that
wrote the glosses.
Cf. the preceding note and Migne LXVIII, col. 73, note, where,
however, the words atque apostolico which occur in the Vossianus as
well as in the Reginensis are omitted.
6 For a summary of the contents of the Vossianus, see Peiper's edition
of Avitus, p. lxvi. Immediately following Arator (fol. 1-63) are the
epigrams of Prosper (63v-79r). The hymn of Sedulius follows them
(79v).
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but Reifferscheid7 calls it tenth century and his date w
accepted by Huemer in his edition of Sedulius made in 1885
Marold, who edited Juvencus in 1886, did not decide betwe
the dates of Arevalus and Reifferscheid though he stated th
Lud. Jeep, who collated the manuscript for him, agreed wi
Arevalus. Finally, Huemer in his edition of Juvencus (1891)
calls the manuscript saec. IX vel X.
That the book (or its twin, as Professor Rand would prefe
was in Cluny in the twelfth century, the catalog first cited
Peiper in this connection would indicate (cf. Rand, art. cit.
p. 261). The finding of the lost Juvencus and Sedulius completes the identification of our book with the volume describ
in the Cluny catalog. According to Professor Rand, howeve
the Vossianus probably was written at Fleury. He assum
that it was either brought to Cluny, or that the book describ
in the Cluny catalog is the twin of our codex. His argumen
is based not only on a feeling that the script of the Vossian
resembles the hand in vogue at Fleury in the latter half of t
ninth century, but on the assumption that a copy of Phaedr
conserved in the Vatican, Codex Reginensis 1616, which is
book of Fleury, originally belonged to our volume. Whethe
or not the handwriting of the Vossianus is that of Fleury,
do not feel competent to judge, but I find it difficult to beli
that the copy of Phaedrus in Reginensis 1616 ever formed pa
(necessarily the last part) of the Vossianus. Waiving the poin
that the last item in the Cluny catalog's description of the manu
script is " ars Isidori de grammatica et de disciplinis aliarum
artium" (a fragment of which concludes the Vossianus) a
that there is no mention of Phaedrus' fables, I think the difference in the size of the pages and in that of the space occupie
by the script in these two codices precludes the possibility t
they were ever united. The Phaedrus page (0.19 x 0.12) is appr
7 Sitzungsberichte, K. Akademie d. Wiss., Phil.-Hist. Classe, Wien
vol. 59 (1808), p. 110.
8 Huemer, not suspecting the unity of the two books, followed Reifferscheid in ascribing the copy of Sedulius' Paschale Carmen that he found
in Reg. 333 to the tenth century (p. xx); following Peiper, he dated
the transcription of the hymn that he found in the Vossianus to the
ninth (p. 155, note).
69
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ciably smaller than that of the Vossianus (0.23 x 0.
margins show that it could not have been cut down f
as large as the latter.9 The left-hand margins of
verso are of approximately the same width, and ther
no cutting where the two sheets that make up the
folded.
If, however, our manuscript dates from the ninth century,
it could hardly have been written at Cluny which was founded
in 910. Can it be dated with certainty in the ninth century?
The script of Cluny according to Thompson (Introduction to
Greek and Latin Paleography, p. 418) tended to be conservative,
and, as we have seen, the hand of Reginensis 333 has been dated
from the tenth as well as from the ninth century. Brave is the
paleographer, however, who would distinguish between a late
ninth and an early tenth century manuscript with only the
script to aid him. The problem of the date and provenience
of our codex, therefore, still awaits a satisfactory solution. The
purpose of this paper is merely to show that the Juvencus and
Sedulius of Reginensis 333 quite surely preceded the works
contained in Vossianus Q 86.10
GRACE FRANK.
THE AMERICAN ACADEMY IN ROME.
Cf. the reproductions and measurements in Chatelain, Palographie
des Classiques latins, II, plates CLII and CLXV. I should give the
average measurements of Reg. 333 as 0.235 x 0.185 and of the Phaedrus
page as 0.193 x0.12.
10 After this paper had left my hands I was fortunate enough to meet
Mgr. Stanislas Le Grelle who is preparing a monumental work on the
Reginensis. He kindly supplied me with material proof of the foregoing. According to Mgr. Le Grelle, the original codex before the
division was numbered A 37 by Paul Petau (cf. note 1 above), 903 by
Alexandre Petau. Under the latter the separation occurred, the Roman
half receiving the number 1129, later becoming Reg. 1393 (Montfaucon's
number) and finally Reg. 333, the Leyden half being numbered 1157
and later becoming Voss. Q 86. The Phaedrus of Reg. 1616, on the
other hand, was numbered Q 23 in Paul Petau's library, 1029 and 1631
in Alexandre Petau's, and 839 in the early Reginensis catalog (Montfaucon's number).
70
 
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CAT_IMG Posted on 10/7/2017, 21:08
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stavo pensando per alleggerire Roxi dalle caldane di barionu ad un programma di dettatura vocale;
legge a video in inglese, traduce mentalmente e detta al microno in italiano;
i nomi propri il traduttore non li capirà...

se Roxi non ha un software di questo tipo

- dalla versione di Windows 7 in poi (sul mondo Mac o Unix non mi pronuncio) è possibile abilitare dal Pannello di Controllo le funzioni relative alla Accessibilità
in dotazione con Windows, e tra queste c'è anche la dettatura vocale

- oppure si può andare su questo sito (magari ce ne sono altri)
http://lab.webtips.it/riconoscimento-vocale-gratis
e dotandosi del browser Chrome (non altri) e configurandolo un pochino si dovrebbe iniziare a dettare
(occorre un microfono o occorre parlare nel microfonino frontale integrato ad esempio in un computer portatile)
 
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CAT_IMG Posted on 12/7/2017, 07:51
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Zio ot, vedrò quello che posso fare. Il mio pc è stravecchio e mi sta dando molte rogne soprattutto adesso che fa un caldo del diavolo. il problema è che è inutile cercare di farlo riparare, e al momento non è in programma di comprare un computer nuovo :cry: Vabbè.

Ho notato che il testo che hai postato ha alcuni righi che nel margine destro sono privi delle lettere o sillabe finali delle parole. Se il pdf è in condizioni migliori, forse è meglio che me lo
mandi, altrimenti mi arrangio come posso.

Sapremo, grazie per il suggerimento, ma non è fattibile intanto per il motivo di cui sopra, ma anche perché preferisco comunque scrivere la traduzione: è più facile correggere gli errori, no?

P.S. Avevo anche intenzione di tradurre alcune cose interessanti segnalate da Haviland, il fatto è che 'sto coso vecchio non mi consente un uso prolungato, dopo un po' lo devo spegnere se no esplode :woot: Uffa.
 
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CAT_IMG Posted on 12/7/2017, 10:07
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TI MANDO IL PDF !

zio ot
 
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CAT_IMG Posted on 12/7/2017, 13:45
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Su un testo scritto da dettatura vocale dopo c'è sempre da metterci le mani, questo sì; quanto sia questo lavoro suppletivo pero' non so e probabilmente varia da testo a testo (nomi tecnici, stranieri...) e da dettatore a dettatore (riconoscibilità del tono di voce, abilità maturata nel dettare...).

Poi per certe correzioni alla fine di tutto si puo' copiare/incollare il testo ottenuto in un comune programma di scrittura ed andare ad attuare la 'Sostituzione in blocco': ad esempio la parola "gerolosimitano" al microfono non viene bene, in fase di dettatura dici allora la parola "milanese" e poi con il comune programma di
scrittura sostituisci in blocco tutte le occorrenze di "milanese" con "gerolosimitano".

-------

Se hai un computer desktop (quelli fatti a parallelepipedo verticale) puoi provare a staccare (svitando) d'estate le due fiancate laterali facendogli cosi' entrare dentro piu' aria;
ci sarebbero poi altre possibili migliorie interne per raffreddare meglio la cpu, ma andremo sul complicato;
occhio che con le fiancate tolte sentirai piu' rumore;


se hai invece un computer portatile (quello piatto che si apre come un libro) puoi tenerlo sollevato dal piano d'appoggio per fargli passare maggiormente aria fresca sotto mettendo a mo' di zeppetta due libri bassi ai bordi o due pennarelloni sotto o due legnetti sotto o un solo libro altino a zeppa dietro (=inclinandoti in avanti la tastiera);
poi pulisci la griglia di areazione (da dove viene l'aria calda) se è intasata di polvere;

sono prove a costo zero che puoi tentare; secondo me guadagni dei minuti di utilizzo sicuramente se il poblema è il surriscaldamento...

e naturalmente disabilita in quei momenti hot i programmi che ti possono lavorare in background (antivirus, di aggiornamento online, di backup...) che sforzano ulteriormente il processore; ricordati i passi fatti poi per andare a riabilitarli
 
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CAT_IMG Posted on 13/7/2017, 07:34
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Grazie Sapremo per i consigli, io ho un vecchio portatile, sotto ci ho messo una ventola esterna, feci mettere della pasta refrigerante sul processore, e ho già fatto tutto quello che hai consigliato.

Il problema è che il portatile è vecchio, VECCHIO, capisci, :) il processore era già lento quando era nuovo, figurati ora: per ogni cosa và sotto sforzo.
Questo è il guaio :sick:
 
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CAT_IMG Posted on 14/7/2017, 21:26
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Ah, ok, ok... vedo che hai già approntato dei rimedi; io non sapendo nulla partivo con i consigli di base, facili da attuare, che male non fanno mai.
 
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CAT_IMG Posted on 16/7/2017, 11:36
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Vossianus Q 86 e Reginensis 333

di Grace Frank

Fonte: The American Journal of Philology, Vol. 44, No. 1 (1923), pp. 67-70
Published by: The Johns Hopkins University Press

www.jstor.org/stable/289647



Nel Philological Quarterly I, 273, il Professor Rand, discutendo il Codex Leidensis Vossianus Latinus Q 86, scrive: “Ci piacerebbe molto sapere quel che ne è stato del Giovenco e del Sedulio all'inizio, o della parte di Isidoro alla fine. Forse qualche scopritor felice li troverà ancora a Leida o a Parigi o a Roma”. Non può esserci dubbio, penso, che il Giovenco e il Sedulio di questo famoso, antico codice di Leida siano ora nella Biblioteca Vaticana a Roma, Codex Reginensis 333.1

Il Dr. V. F. Büchner della University of Leyden Library ha calcolato dalle sigle sul 26esimo e sul 31esimo quinterno del Codex Vossianus che, dall’inizio, sono stati persi proprio sedici gruppi di dieci pagine ciascuno, meno la pagina che ora forma il primo folio del Vossianus, o 159 pagine in tutto, (cf. Rand, art. cit., p. 266). Il Codex Reginensis ha questi sedici gruppi. 2 Esso comprende 163 pagine come è formato ora, ma il primo gruppo è di dodici invece che di dieci pagine, il quarto gruppo conta undici pagine, perché una singola pagina è stata inserita dopo il fol. 43 al fine di includere cinquanta righe che erano state omesse, 3 ed il presente folio ovviamente non appartiene al primo stato del libro – infatti è visibile un resto dell’originale fol. 163, tagliato quando quel folio diventò il fol. 1 del Vossianus.

Il Vossianus si apre con gli Atti degli Apostoli di Aratore, scritto con grafia abbastanza grande e pacata, che usa, per i primi 41 folia, singole colonne di sedici righe per pagina. La stessa mano, che usa lo stesso stile e lo stesso numero di righe per pagina, ha scritto l’Evangeliorum Libri IV di Giovenco e il Paschale Carmen di Sedulio nel Reginensis, e la grandezza della pagina è la stessa in tutti e tre i testi.

Inoltre, in fondo al fol. 162 del Reginensis, troviamo il saluto che regolarmente precede gli Atti degli Apostoli di Aratore e la glossa Incipit lib. Aratoris. Questo saluto, che legge "Domino sacro sco beatissimoq; atq: apostolico et in toto orbe primo omnium sacerdotum papae uigilio Arator subdiaconus," 4 è stato fornito in cima al fol. 1 del Vossianus in una grafia più tarda. Apparentemente fu copiato dalla pagina precedente dalla persona che divise il codice originale, perché contiene gli insoliti sacro e beatissimoque che non sono presenti negli altri manoscritti, e omette la parola salutem che anche è mancante nel Reginensis. 5

Se ci fosse bisogno di ulteriore prova dell’unità dei due codici, essa si trova nella glossa marginale accanto al Finitum est del Paschale Carmen di Sedulio nel Reginensis (fol. 162): "Require in hoc volumine Cantemus, socii, Domino, post Aratorem.” Questo si riferisce all’inno di Sedulio, che ancora è presente nel Vossianus.6

Sfortunatamente, la scoperta della connessione del Reginensis 333 con il Vossianus non risolve la questione della datazione del libro. Infatti, molte autorità che hanno usato la parte che ora è a Leida, lo datano al nono secolo, quelli che hanno curato l’edizione di Giovenco e di Sedulio dalla parte che è in Vaticano esitano tra il nono e il decimo. Arèvalo, di certo, nella sua edizione di Giovenco, lo ascriveva "ad VIII aut IX saeculum," ma Reifferscheid 7 dice che è del decimo secolo, e la sua datazione è stata accettata da Huemer nella sua edizione di Sedulio fatta nel 1885. 8

Marold, che pubblicò Giovenco nel 1886, era indeciso tra la data di Arèvalo e quella di Reifferscheid, anche se affermava che Lud. Jeep, che per lui collazionò il manoscritto, era d’accordo con Arèvalo. Infine, Huemer nella sua edizione di Giovenco (1891) dice che il manoscritto è saec. IX vel X.
Che il libro (o il suo gemello, come il Professor Rand preferirebbe) fosse a Cluny nel dodicesimo secolo, il catalogo prima citato da Peiper in questo contesto lo indicherebbe (cf. Rand, art. cit., p. 261). La scoperta dei perduti Giovenco e Sedulio completa l'identificazione del nostro libro con il volume descritto nel catalogo di Cluny. Secondo il Professor Rand, tuttavia, il Vossianus probabilmente è stato scritto a Fleury. Egli suppone o che sia stato portato a Cluny, o che il libro descritto nel catalogo di Cluny sia il gemello del nostro codice. Il suo argomento si basa non solo su una sensazione che la scrittura del Vossianus assomiglia alla grafia in voga a Fleury nell'ultima metà del IX secolo, ma sulla supposizione che una copia di Fedro conservata in Vaticano, Codex Reginensis 1616, che è un libro di Fleury, originariamente apparteneva al nostro volume.

Se la grafia del Vossianus è quella di Fleury oppure no, non mi sento competente per giudicare, ma mi sembra difficile credere che la copia di Fedro nel Reginensis 1616 sia mai stata parte (necessariamente l'ultima parte) del Vossianus. Rinunciando al punto che l’ultima voce nella descrizione del manoscritto nel catalogo di Cluny è "ars Isidori de grammatica et de disciplinis aliarum artium" (un frammento del quale conclude il Vossianus), e che non c’è menzione delle favole di Fedro, penso che la differenza nella dimensione delle pagine e in quella dello spazio occupato dalla scrittura in questi due codici preclude la possibilità che siano mai stati uniti.
La pagina di Fedro (0,19 x 0,12) è apprezzabilmente più piccola di quella del Vossianus (0,23 x 0,18) e i suoi margini dimostrano che non poteva essere stata tagliata da una pagina grande come quest’ultima.9

I margini sinistri del recto e del verso sono approssimativamente della stessa larghezza, e non ci sono stati tagli dove i due fogli che formano il binione sono stati piegati.
Se, tuttavia, il nostro manoscritto è datato al nono secolo, difficilmente può essere stato scritto a Cluny, che fu fondata nel 910. Può con certezza essere datato al decimo secolo? La scrittura di Cluny, secondo Thompson (Introduction to Greek and Latin Paleography, p. 418), tendeva ad essere conservativa e, come abbiamo visto, la grafia del Reginenses 333 è stata datata al decimo così come al nono secolo. Coraggioso è il paleografo, tuttavia, che distinguerebbe tra un manoscritto del nono e uno dell’inizio del decimo secolo con la sola scrittura ad aiutarlo. Il problema della datazione e della provenienza del nostro codice, quindi, ancora attende una soluzione soddisfacente. Lo scopo di questo documento è solo quello di mostrare che il Giovenco e il Sedulio del Reginensis 333 sicuramente precedevano le opere contenute nel Vossianus Q 86.10

NOTE

1 Sulla legatura in semplice pergamena ci sono i vecchi numeri 1129 e 1393. Quest'ultimo è quello del catalogo realizzato nel 1690 e quello noto a Montfaucon. Sul manoscritto stesso, fol. Ir, c’è il numero A. 37.

2 Le sigle di tutti i gruppi tranne il primo e il quinto sono visibili, ma sono di due tipi: numeri arabi all'inizio di ogni gruppo e romani alla fine, entrambi nel margine inferiore. Questi ultimi corrispondono a quelli del Vossianus e appartengono indubbiamente allo stato originale del libro. Si trovano alla fine dei gruppi II, III, IV, VIII, XI, XIII, XIV, XV. È un piacere ricordare il mio debito e la mia gratitudine al dottor Büchner per le fotografie del Vossianus da lui fornite e per le informazioni al riguardo che gentilmente mi ha mandato.

3 Cf. L'edizione di Giovenco di Marold, p. 46, nota a II, 543: "In V1 [= Reg. 333] hoc folium deerat (v. 543-591) et saec. XII suppletum est, legitur versus spurius post 544. "Reifferscheid data la grafia del folio 44 all'undicesimo o dodicesimo secolo. Huemer non la data.

4 La parola sacro e la q; di beatissimoq; sono nella grafia che ha scritto le glosse.

5 Cf. La nota precedente e Migne LXVIII, col. 73, nota, dove, tuttavia, le parole atque apostolico che ricorrono nel Vossianus e anche nel Reginensis sono omesse.

6 Per una sintesi del contenuto del Vossianus, vedi l'edizione di Peiper di Avito, p. lxvi. Immediatamente dopo Aratore (1-63) ci sono gli epigrammi di Prospero (63v-79r). L'inno di Sedulio li segue (79v).

7 Sitzungsberichte, K. Akademie d. Wiss., Phil.-Hist. Classe, Vienna, vol. 59 (1808), p. 110.

8 Huemer, non sospettando l'unità dei due libri, ha seguito Reifferscheid nell’attribuire la copia del Paschale Carmen di Sedulio che trovò nel Reg. 333 al decimo secolo (p. Xx); seguendo Peiper, egli ha datato la trascrizione dell'inno che ha trovato nel Vossianus al nono (p. 155, nota).

9 Cf. le riproduzioni e le misure in Chatelain, Palographie des Classiques Latins, II, plates CLII and CLXV. Darei la misura media di Reg. 333 come 0.235 x 0.185 e della pagina di Fedro come 0.193 x0.12.

10 Dopo che questo lavoro aveva lasciato le mie mani, fui abbastanza fortunata da incontrare Mons. Stanislas Le Grelle che sta preparando un lavoro monumentale sul Reginensis. Mi ha gentilmente fornito la prova materiale di quanto sopra. Secondo Mons. Le Grelle, il codice originale prima della divisione, fu numerato A 37 da Paul Petau (cfr. Nota 1 sopra ), 903 da Alexandre Petau. Sotto quest’ultimo si è verificata la separazione, la metà romana che ricevette il numero 1129, successivamente diventa Reg. 1393 (numero di Montfaucon) ed infine Reg. 333, la metà di Leida è numerata 1157 e successivamente diventa Voss. Q 86. Il Fedro del Reg. 1616, d'altra parte, è stato numerato Q 23 nella biblioteca di Paul Petau, 1029 e 1631 in quella di Alexandre Petau e 839 nel catalogo iniziale del Reginensis (numero di Montfaucon).


Edited by barionu - 6/4/2020, 16:35
 
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