Origini delle Religioni

LE CONVERSAZIONI A TAVOLA DI HITLER: UN ALTRO AGGIORNAMENTO

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CAT_IMG Posted on 31/1/2019, 09:04
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Le Conversazioni a tavola di Hitler: un altro aggiornamento

di Richard Carrier

[Traduzione di roxi]


Altre notizie su Hitler! Nel 2016 ho pubblicato un aggiornamento sulla saga delle Conversazioni a tavola di Hitler e sulle sue citazioni fraudolente o discutibili che hanno fatto di lui l’ateo che non era. Quell''articolo del 2016 contiene il background che spiega il mio coinvolgimento in questo argomento, e lo stato della questione fino a quel punto, che è già piuttosto interessante, e schiacciante. Consiglio vivamente di leggere quell'aggiornamento. Ed oggi ho un altro aggiornamento da riportare.

Su questo argomento, il professor Mikael Nilsson ha recentemente pubblicato un altro articolo sulla sua ricerca, ispirato dal mio articolo del 2003 in German Studies Review. Il suo nuovo articolo è in tedesco, perciò riassumerò qui i punti salienti. Ma coloro che vogliono cimentarsi con l’originale, lo possono trovare come "Hitler redivivus: Hitlers Tischgespräche und Monologe im Führerhauptquartier-eine kritische Untersuchung" ovvero"Hitler redivivo: Le Converazioni a tavola di Hitler ed i Monologhi nei Quartier Qenerali del Führer: Un esame critico", in “Vierteljahrshefte für Zeitgeschichte” 67.1 (2017): 105-46.

La traduzione ufficiale dell'abstract recita:

“Questo studio pioneristico delle famose conversazioni a tavola hitleriane - "Tischgespräche im Führerhauptquartier" (1951) e "Monologe im Führerhauptquartier" (1980) - utilizza molte fonti precedentemente sconosciute o sottovalutate per dimostrare che gli storici sono stati troppo acritici quando hanno citato questi documenti. I testi, i cui originali sono ora persi, sono stati pesantemente modificati e non possono essere citati come se fossero le parole di Hitler ad verbatim. Non sono più affidabili delle analoghe note. Le note furono scritte quasi interamente a memoria, dalle conversazioni che essi avevano annotato, spesso terminate molto tempo dopo la stesura delle prime bozze. Durante il processo di modifica è stato aggiunto del testo, e le note contengono dichiarazioni che Hitler probabilmente non ha fatto. Gli storici che citano questi testi non citano Hitler, ma le parole degli autori delle note.”


Che c'è di nuovo

Dopo lunghe ricerche, Nilsson ha confermato che il Bormannvermerke [le Note di Bormann] è perduto. Quella fu l'edizione più lunga, presumibilmente "completa", delle note delle declamazioni di Hitler scritte nel suo bunker in Polonia dal 1941 al 1944, acquisite subito dopo la guerra in circostanze oscure dall’irriducibile banchiere nazista svizzero Francois Genoud, e infine pubblicate negli anni '80 del 1900, sotto la direzione dello studioso Werner Jochmann. Quel testo - il "Bormannvermerke" o "Bormann Manuscript", così chiamato perché era stato redatto e assemblato dal segretario di Hitler, Martin Bormann - fu presumibilmente la base dell'unica traduzione inglese mai prodotta (e quindi l'unica versione generalmente citata), sotto il titolo ormai famoso, al quale si fa riferimento ovunque, di Hitler's Table Talk [Le Conversazioni a tavola di Hitler].


Nel mio studio su di essa per GSR, ed in particolare sulle citazioni da essa tratte che fanno di Hitler un ateo – studio che è riprodotto in Hitler Homer Bible Christ con un nuovo epilogo - ho riferito di aver scoperto che si dice che queste note erano state prodotte da due "stenografi" che ascoltarono, ciascuno in anni diversi, Henry Picker e Heinrich Heim. Picker pubblicò le sue note separatamente, nel tedesco originale, subito dopo la guerra (e corresse gli errori di trascrizione dagli originali in una successiva edizione non molto dopo). Le note di Heim andarono perse, così come gli originali di Picker, ma copie redatte di entrambi i loro contenuti vennero modificate e ulteriormente ampliate da Bormann, diventando il cosiddetto Bormannvermerke.

Ora Nilsson ha confermato un quarto contributore: Hans Müller ha prodotto alcune annotazioni nel 1943 e nel 1944. Quindi le Conversazioni a tavola in realtà provengono da più autori: Picker, Heim, Müller e Bormann, tutti come autori ed editori. Inoltre, gli Stati Uniti acquisirono alcune pagine (solo una piccola parte del tutto, e nessuna in materia di religione) delle quali io sono stato il primo a pubblicare una recensione, e Nilsson ha confermato che sono ritornate ad un museo di Berlino. Io ho solo avuto accesso alle fotocopie presso la Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti. Nilsson mise le mani sugli originali. Ha confermato che furono scritti sulla carta personale di Bormann, e aggiunge prove che furono battuti a macchina e corretti a mano da Heim.

Nilsson mostra anche, da diversi esempi e da evidenze dirette, che il modo in cui gli storici hanno discusso e utilizzato le Conversazioni a tavola è stato regolarmente infestato da errori e inesattezze. Nonostante le molte dichiarazioni del contrario, in realtà le Conversazioni a tavola non sono le parole di Hitler. Consistono solo di parafrasi e riassunti composti da persone che avevano preso appunti, spesso ulteriormente modificati da altri dopo il fatto, e spesso in modo inaffidabile.

È particolarmente importante notare che Nilsson ora trova che l’affermazione che gli stenografi avessero preso appunti al momento è decisamente falsa. Piuttosto, i ricordi dei segretari presenti (che fossero Picker, Heim, Müller o Bormann) furono annotati, come note grezze per se stessi, a volte un giorno dopo, e redatti in dichiarazioni più complete senza consultare Hitler in alcun sostanziale riguardo. In effetti, Nilsson espone in modo definitivo questo mito, e giustamente conclude che non possiamo citare le Conversazioni a tavola come se fossero parole di Hitler, ma come parole messe nella sua bocca da una varietà di editori, liberamente ispirati a cose che egli avrebbe potuto dire, o che essi volevano o pensavano che avesse detto.

Una parte delle prove che Nilsson ha trovato a sostegno di questo, sono una trascrizione di un'intervista registrata su nastro dello stesso Heim e gli archivi della sua corrispondenza, poiché rammentava di prima mano in che modo il procedimento effettivamente funzionava. Nilsson ha anche trovato una critica del 1951 sull'affidabilità delle Conversazioni a tavola in una lettera archiviata a Berlino di cui anch'io non ero a conoscenza.

Dell'articolo di Nilsson, ho controllato e migliorato la traduzione di Google:

"L'Aiutante dell'Aeronautica di Hitler, Nicolaus von Below, emise un verdetto schiacciante sulle Conversazioni a tavola già nel 1951, dopo che Picker pubblicò la sua edizione. Disse che non erano resoconti credibili di ciò che Hitler aveva detto, e che aveva cercato come aveva potuto, ma non riusciva a ricordare alcun monologo di Hitler così lungo. Invece, diceva, le osservazioni di Hitler capitavano qua e là nel corso delle discussioni e per capirle bisognava anche sapere che cosa avevano detto gli altri partecipanti. Non si possono semplicemente prendere le dichiarazioni di una persona fuori dal contesto e pubblicarle nel modo in cui l’hanno fatto Picker e [l’editore di Picker] Ritter."


Nelle interviste trascritte, anche lo stesso Heim diceva più o meno le stesse cose. Ho confermato che già il traduttore di Google aveva azzeccato questo dall’ articolo di Nilsson:

"Heim stesso non ha mai affermato che i suoi appunti fossero registrazioni stenografiche. Secondo le sue stesse affermazioni, per prima cosa scrisse una versione - a volte basata su poche parole chiave che era stato in grado di annotare durante i commenti di Hitler, ma soprattutto [basata] sui ricordi- e poi fece qualche cambiamento necessario. In seguito, un "originale" e due copie vennero battute a macchina. Bormann trattenne l'originale, e le due copie furono inviate a due distinte sezioni della sede del partito nazista a Monaco."

Quindi la leggenda di questi appunti stenografati è falsa. Peggio ancora, sembrano solo appunti raffazzonati da ricordi, solo occasionalmente basati su parole chiave scarabocchiate. Queste sono perciò le parole, i ricordi di diversi testimoni, e non le parole dirette di Hitler – niente affatto, tanto meno nel contesto. Heim ammise anche (in un'intervista alla BBC del 1953) che questo avvenne un giorno dopo. Quindi non fu nemmeno "subito dopo" che i commenti furono fatti. E, tutt'al più, Hitler era consapevole di quello che accadeva, e lo approvava; ma in realtà non ci sono prove che Hitler abbia controllato, vagliato o modificato niente di tutto ciò.

Nilsson dimostra inoltre, confrontando i resoconti di altri testimoni oculari di alcune delle stesse conversazioni che sono state pubblicate nelle Conversazioni a tavola, che il testo delle Conversazioni a tavola distorce notevolmente il contesto e il contenuto di ciò che Hitler effettivamente aveva detto in una data occasione. Dimostra anche che gran parte del contenuto proveniva dalla mano di Bormann, settimane o mesi dopo a Monaco, con numerose interpolazioni e alterazioni (e Nilsson non ha ancora fatto un esame esaustivo). Alcune di queste modifiche, Nilsson dimostra, addirittura capovolgono deliberatamente ciò che Hitler aveva detto, per espurgarlo per i posteri. E parimenti, nel testo delle Conversazioni a tavola, egli trova esempi di parole di altre persone presenti che vengono scambiate per parole di Hitler.

Conclusioni

Nessuno degli esempi di Nilsson fa riferimento alle opinioni di Hitler sulla religione. Ma le sue scoperte complessive riducono profondamente il valore delle Conversazioni a tavola come fonte delle opinioni di Hitler su qualsiasi cosa, inclusa la religione. Ho già dimostrato che la traduzione inglese è fraudolenta, basata sulla pesantemente e bizzarramente distorta traduzione francese di Genoud. Ma anche il testo tedesco (di cui esistono più versioni discordanti) mescola le opinioni delle contribuzioni di autori e redattori con quelle Hitler, prende i commenti di Hitler fuori dal contesto, e crea per essi perfino un nuovo contesto, scambia i commenti di altre persone presenti per quelli di Hitler e, nel migliore dei casi, è ricavato da vaghi ricordi, un giorno dopo il fatto, da tre o quattro persone diverse, in momenti diversi, dopo che numerose cose erano state discusse da numerose persone. E poi tutto è stato modificato e ampliato da Bormann. (E forse Genoud ci ha trafficato sopra!)

Non sembra che le Conversazioni a tavola siano buone come fonti. Ma viene in mente che possiamo paragonarle a quello che gli storicisti vogliono che sia vero almeno per alcuni dei detti di Gesù.

In realtà qui [ossia per le Conversazioni a tavola] abbiamo un documento di origine, una massiccia raccolta di detti, pubblicata entro pochi anni dal fatto. A differenza dei vangeli, che vengono scritti solo molti decenni dopo il fatto. Un documento [sempre le Conversazioni] i cui autori sono veri e propri testimoni oculari, per i quali possiamo identificare i loro nomi, ruoli, pregiudizi, interessi, possiamo verificare la loro presenza durante quello che si suppone sia stato detto, e molto altro ancora. A differenza dei vangeli, i cui autori sono sconosciuti, sicuramente non testimoni oculari, e su cui non sappiamo nient'altro che ciò che possiamo immaginare dal vangelo che presumibilmente avrebbero scritto. Testimoni oculari, inoltre, che annotarono i loro ricordi solo un giorno dopo il fatto - mentre non abbiamo alcuna evidenza che una cosa del genere sia stato fatto per i detti dei vangeli. Eppure, anche questo documento [le Conversazioni a tavola] deve essere giudicato profondamente inaffidabile, secondo i criteri storici standard.

Grazie ad una grande quantità di materiale documentario proveniente da testimoni oculari - mentre non abbiamo nulla di simile per Gesù - Nilsson è stato in grado di verificare che questo documento di origine prendeva cose, che altre persone avevano detto, per cose dette da Hitler, che spesso rifletteva le opinioni di presunzioni, desideri e ricordi ingannevoli dell'autore di ciascun detto più di quello che Hitler avrebbe potuto effettivamente dire, che di solito prendeva i suoi detti fuori dal contesto, che era stato pesantemente modificato da altre parti (in particolare da Bormann) che avevano le loro visioni del mondo e le loro agende, e che fu radicalmente distorto quando venne tradotto in un lingua straniera, al punto di dire spesso l'esatto opposto dell'originale.

Immaginate se tutto quello che avessimo fosse quella traduzione in inglese, e nessun accesso a tutte le altre evidenze per mezzo delle quali Nilsson ed io abbiamo scoperto enormi fonti di errore, fabbricazione e distorsione nelle Conversazioni a tavola, avvenute nel giro di pochi anni (a malapena un decennio in tutto ). Ci fideremmo così stupidamente dell’affidabile annotazione delle parole di Hitler? Certamente no. E per le stesse ragioni, non dovremmo fidarci neanche dei vangeli. Perché anch’essi erano solo una traduzione distorta di un originale perduto che era già passato per più redattori, e che proveniva da testimoni (anche se solo per rivelazioni) ai cui ricordi originali non abbiamo accesso, e che poteva già essere stato pesantemente distorto dalle loro stesse visioni del mondo, dalle loro agende e dai loro ricordi imperfetti, ancor prima delle ulteriori distorsioni di molteplici generazioni di racconti, invenzioni e traduzioni in una lingua straniera, in una terra straniera.

Sotto ogni aspetto (testimoni oculari, vicinanza nel tempo, verifica documentaria, disponibilità nella lingua originale), le Conversazioni a tavola sono una fonte molto più affidabile dei vangeli. Eppure è un lurido spettacolo di distorsioni; dimostrabilmente inaffidabile o, nel migliore dei casi, solo a malapena affidabile. Ciò significa che i vangeli sono necessariamente di gran lunga peggio delle Conversazioni a tavola. E quindi molto peggio che inaffidabili. Date la colpa a Hitler.
 
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CAT_IMG Posted on 3/2/2019, 18:11
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L'invisibile e l'inesistente si somigliano molto. (Delos B. McKown, The Mythmaker's Magic)

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[I vangeli] erano solo una traduzione distorta di un originale perduto che era già passato per più redattori, e che proveniva da testimoni (anche se solo per rivelazioni) ai cui ricordi originali non abbiamo accesso, e che poteva già essere stato pesantemente distorto dalle loro stesse visioni del mondo, dalle loro agende e dai loro ricordi imperfetti, ancor prima delle ulteriori distorsioni di molteplici generazioni di racconti, invenzioni e traduzioni in una lingua straniera, in una terra straniera.

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