Origini delle Religioni

Gesù un Mito Solare - Esegesi allegorica dei Vangeli

« Older   Newer »
  Share  
Pier Tulip
CAT_IMG Posted on 24/5/2021, 08:38 by: Pier Tulip
Avatar

Advanced Member

Group:
Administrator
Posts:
2,339

Status:











E' parecchio tempo che non scrivo niente sulla mia tesi,

per cui riporto l'indice particolareggiato del libro e i due capitoli che sintetizzano la tesi.

1 La nascita
1.1 La nascita virginale
1.2 Le nascite di Giovanni e Gesù
1.3 La data di nascita
1.4 Concomitanza con fenomeni astronomici
1.5 Nel I secolo nasce anche Mitra

2 Il pensiero
2.1 Il credo messianico
2.2 I gruppi religiosi ebraici
2.3 Indizi di un pensiero gesuano non canonico
2.4 Indizi misterici e gnostici
2.5 Indizi pagani di una religione solare

3 La morte
3.1 Ultima cena
3.2 L'arresto
3.3 Il processo
3.4 La liberazione di Barabba
3.5 Il vino con fiele
3.6 La crocifissione
3.7 L'unzione
3.8 La risurrezione
3.9 La simbologia della crocifissione
3.9.1 La croce
3.9.2 I due ladroni
3.9.3 Il giorno della morte
3.9.4 La trilogia Sole, Luna, Gesù
3.10 Gnosticismo-Cristiano come Atrologia

4 Il Cristo svelato
4.1 - Il Gesù dei Vangeli
4.1.1 Cos'è un mito
4.1.2 Il mito egizio
4.1.3 Può un teorema dimostrare il mito solare?
4.1.4 Come il mito solare viene raccontato nei Vangeli
4.1.5 Retaggi e corrispondenze bibliche
4.1.6 Corrispondenze egizie
4.1.7 Barabba o il Consolatore
4.1.8 La nascita da una Vergine
4.1.9 Altre allegorie solari
4.1.10 Riferimenti Mitraici nei Vangeli
4.1.11 Perché nasce il mito di Gesù
4.1.12 Delle Ere parlano anche i Vangeli
4.1.13 Delle Ere parla anche il mito di Dioniso
4.1.14 Chi era il Gesù dei Vangeli
4.2 - Il Gesù della Storia
4.2.1 Alcune ipotesi di identificazione
4.2.2 Il suggerimento di Raimondo de Sangro
4.2.3 Gesù fondatore di una setta massonica?
4.2.4 Commistioni fra Mitraismo, Cristianesimo, Massoneria e Alchimia
4.2.5 Chi era Gesù?
4.2.6 Ipotesi di una cronologia
4.2.7 Tiriamo le somme

5 Conclusioni

6 Appendici
6.1 – Bibliografia miticista
6.2 - Lettera di Mendoza a Carlo V
6.3 - Frontespizio dell’opera di Dupuis
6.4 - La Genesi Ebraica come derivazione…
6.5 - La Cappella Sansevero
6.6 - Note di Astronomia
6.7 - La leggenda di Hiram-Habif
6.8 - Bibliografia



Prefazione
di Giuseppe Verdi

Sovente, le tentazioni di natura ideologica e l’incapacità di sfuggirvi sono all’origine di buona parte di uno storytelling errato. La conseguenza è, quasi sempre, che eventi complessi e ricchi di innumerevoli sfaccettature vengono “ridotti” e ridimensionati in funzione di una specifica e ben precisa visione del mondo, per ciò stesso limitata e limitante.

Purtroppo, la prassi consistente nell’interpretare la Storia facendo ricorso a criteri di analisi che determinano appiattimenti e generalizzazioni devastanti ha sempre rappresentato e continua a rappresentare un modus operandi piuttosto diffuso, in quanto semplifica in maniera drammatica le cose e, quindi, rende possibile un notevole risparmio di energie e il raggiungimento di conclusioni appaganti ma evidentemente non corrette, in quanto fondate su ragionamenti molto semplici, per non dire elementari.

Se è indubbio che questa prassi appare in tutta la sua drammaticità proprio nel nostro tempo, caratterizzato da una spaventosa dispercezione del vero, non si può negare che essa abbia caratterizzato anche le epoche passate e che da essa non siano risultati esenti nemmeno gli storici, che sovente hanno descritto e giudicato gli accadimenti secondo una visione, frutto della concezione del mondo tipica della loro epoca, che ne ha pertanto alterato l’autentico significato, quasi sempre ben più ampio e complesso.

Le considerazioni fin qui espresse calzano in maniera pressoché perfetta alla storiografia del cristianesimo, che praticamente mai si è dimostrata capace di analizzare in maniera imparziale il passato – ivi compreso il proprio –, se è vero che Eusebio di Cesarea scrisse nella prefazione alla sua Storia ecclesiastica “presenteremo in generale solo quegli eventi che possono risultare utili prima a noi stessi e poi ai posteri” e che fino a epoca molto recente sono state prodotte storie della chiesa e del cristianesimo estremamente di parte, anche quando scritte da autori laici.

Di formazione scientifica, l’autore della ricerca che vi accingete a leggere ha cercato di rintracciare, nella storia e nei documenti che il potere non ha potuto sopprimere od occultare, gli indizi di una storicità sulla nascita della religione cristiana che suggeriscono un processo alternativo a quello tramandatoci.
Questi indizi erano presenti in numerose fonti, ma in forma ermetica, e, dopo certosina ricerca, l’autore ce ne presenta una originale e destabilizzante decodifica: sta al lettore stabilire se le ipotesi e le tesi presentate possono scrivere una storia alternativa a quella che ci è pervenuta.



Introduzione

Il secolo XVIII è stato teatro di una delle più grandi rivoluzioni della storia dell’umanità, sia per quanto riguarda lo sviluppo del pensiero e delle idee che gli aspetti sociali, politici, industriali e religiosi.

Ponendo l’uomo al centro della propria sfera d’indagine, l’Illuminismo mette in discussione la religione sia nella sua teologia che nella sua organizzazione, per la prima volta e in modo chiaro e palese. Grazie all’azione dell’Illuminismo, che si farà strada nei centri di potere sia laici che religiosi, potrà essere finalmente contrastata ed eliminata l’Inquisizione e nel secolo successivo sarà attuabile anche in Italia la libera circolazione delle idee.

Questa nuova corrente di pensiero ha avuto una genesi già in precedenza, con la nascita di organizzazioni clandestine individuabili come prime logge massoniche o celate sotto l’aspetto ufficiale di associazioni culturali di tipo letterario; ad esempio, l’Accademia dell’Arcadia, fondata a Roma nel 1690 dalla regina Cristina di Svezia.

Di questi aspetti mi sono occupato in un’opera, intitolata Rum Molh, dedicata al personaggio napoletano del ‘700 Raimondo de Sangro, dalla quale cito testualmente:

“L’accademia, diretta anche in età giovanile da Pietro Metastasio, si è velocemente propagata in tutto il territorio della penisola, a dimostrazione che grande è il fermento illuminista che permea la classe colta, la quale si può identificare in massima parte con la nobiltà e le famiglie notabili legate al potere.
L’accademia è una facciata fittizia perché accoglie e aveva accolto al suo interno numerosi alchimisti: la stessa regina, Athanasius Kircher, Giuseppe Francesco Borri, l’astronomo Giovanni Cassini”.

Contrariamente a quanto generalmente riportato, la prima loggia massonica italiana fu aperta a Napoli con il nome di Perfetta Unione e nel 1727 ricevette il riconoscimento ufficiale da lord Henry Hare di Coleraine, Gran Maestro della Gran Loggia d’Inghilterra. Il discusso Principe napoletano Raimondo de Sangro, alchimista e massone, vi partecipò fin dalla sua giovinezza diventandone Gran Maestro probabilmente alla morte del nonno materno Nicolò Gaetani dell’Aquila d’Aragona, nel 1741. Nel 1745, Raimondo commise il grave errore di rendere pubblica la sua presidenza nella loggia napoletana unita e ciò gli causò gravi problemi, in quanto, sebbene il Re Carlo e lo stesso Papa Benedetto XIV fossero in odore di massoneria o comunque influenzati dal nuovo corso illuminista, il potere dei Gesuiti era ancora rilevante.

Contemporaneamente, o prima ancora che autori importanti quali Reimarus, Paine e Voltaire, ancora deisti, e Charles Francois Dupuis si occupassero esplicitamente di contrastare la teologia cattolica, Raimondo de Sangro pubblicò numerose opere ermetiche nella sua tipografia sotterranea e tramandò il suo pensiero nelle opere scultoree con le quali addobbò la cappella di famiglia, oggi Museo Sansevero.

Nell’epilogo della mia biografia romanzata del Principe di Sansevero riporto una possibile decifrazione del messaggio allegorico, massonico e alchemico narrato dalle statue fatte erigere con grande dispendio di tempo e di denaro.

Tralasciando i dettagli della mia interpretazione, che il lettore può leggere nell’Appendice 6.5, le conclusioni a cui giungevo facevano supporre che Raimondo de Sangro associasse la Trinità Cristiana alla Triade Egizia: Osiride, Iside, Horus.

La decifrazione di questo messaggio mi faceva sorgere la domanda seguente: “Come si inserisce Gesù e, quindi, l’intera religione cattolica, nel quadro proposto?”.

In effetti avevo tolto il velo solo alla statua della Pudicizia, ma non al Cristo del Sanmartino giacente al centro della cappella.
In un libro dedicato a Raimondo de Sangro mi è sembrato corretto fermare la mia indagine a quel punto, riservandomi di approfondire in un secondo momento la problematica posta da quella domanda; ed è quello che cercherò di fare qui.

Nella sua pregevole opera Origine de tous les Cultes, ou la Réligion Universelle del 1795, il Dupuis è il primo e fondamentale mitografo che abbia analizzato le antiche religioni inquadrandole appunto in una religione universale avente per oggetto il sole.

Nel fare ciò, l’astronomo francese ha utilizzato il metodo comparativo per illustrare le analogie e le corrispondenze fra gli elementi distintivi del cristianesimo e quelli di precedenti religioni. La sintesi del suo studio viene riportata in una tavola grafica che egli stesso illustra e di cui riporto la traduzione nell’Appendice 6.3.

Ogni persona ragionevole, non condizionata da preconcetti, non potrà non trovare estremamente calzanti quelle associazioni; esse, tuttavia, non sono probanti e le tesi mitiche illustrate tramite comparativismo non sono state considerate rilevanti.

Fra le tante possibili associazioni, però, una in particolare mi ha portato a investigare più a fondo il cristianesimo in chiave solare: si tratta della corrispondenza che è possibile rilevare fra l’iconografia della crocifissione, l’iconografia mitraica e quella celata dalle statue della cappella Sansevero.
Alla luce delle sovrapposizioni individuate, e illustrate dettagliatamente nel presente lavoro, mi è sembrato giustificato un approfondimento del messaggio evangelico che non tenesse conto di tutte le ricerche esegetiche condotte in passato, le quali avevano generato una molteplicità di profili della figura di Gesù dimostrando la scarsa affidabilità di un approccio esegetico in chiave storiografica.

Dopo l’illustrazione delle numerose analogie, corrispondenze e allegorie che legano il cristianesimo alle precedenti religioni, introduco un nuovo metodo di analisi basato sulla supposizione che anche i vangeli raccontino un mito e ipotizzo che, per quanto possano essere stati modificati e adattati nel tempo a una nuova teologia, i vangeli devono ancora contenere tracce della prima stesura.

Convertiti i vangeli tramite l’opportuna chiave di decodifica, la storia in essi narrata appare ben diversa da quella conosciuta.
La decodifica di numerosi passi canonici, un’analisi delle corrispondenze fra mitraismo romano e cristianesimo, gli indizi di una ritualità del primo cristianesimo non corrispondente ai canoni successivi al concilio di Nicea, la presenza di numerose sette gnostiche già a partire dal I secolo, indizi di un pensiero gesuano ermetico e iniziatico, convergono in una identificazione del cristianesimo primitivo quale religione astrale.

Le indicazioni di Raimondo de Sangro non si esauriscono, però, con l’associazione fra la religione egizia e quella cristiana. Il Principe massone, in una lettera strettamente privata e cifrata, inviata al suo discepolo Barone Henry Theodore Tschudy – che fonderà poi in Francia la loggia massonica Etoile Flamboyant –, oltre a presentare gli indizi per decifrare il messaggio celato nella cappella, scrive anche questa frase:

“Perseguite, Fratello, nell’ineffabile Virtù del Verbo e occultate <parola cifrata>”.

La ricerca di questa parola trova un riscontro positivo nella storia, facendo affiorare l’ipotesi di una figura del fondatore del cristianesimo in perfetto accordo con il profilo che si era venuto a delineare precedentemente.



Capitolo 5

Conclusioni


Sono state scritte milioni di pagine per commentare i passi dei Vangeli, interpretandoli in modo letterale e per costruire impalcature teologiche o catechistiche; altri autori li hanno interpretati con il fine di confutarli perché avevano individuato discrepanze e incongruenze nella narrazione: tutti sono caduti nell’errore di considerarli una testimonianza di fatti veramente accaduti.

È forse esistito un uomo che ha saputo sbalordire una parte e intimorire un’altra, una personalità carismatica che ha saputo fare proseliti ed è stato responsabile della genesi di una nuova religione. Tuttavia, non possiamo affermare con certezza dove sia nato e dove sia vissuto quest’uomo, chi erano i discepoli e quanti; possiamo solo formulare ipotesi, perché, avendo riscontrato tante bugie e costruzioni allegoriche, pensiamo che tutto il contenuto dei Vangeli debba essere completamente decodificato. E, anche se riuscissimo in questo compito, comunque non ne trarremmo nessun elemento chiarificatore.

Il messaggio del cristianesimo primitivo non è quello che la chiesa cattolica ci ha tramandato.
L’esatto contenuto di questo messaggio è stato da noi solamente sfiorato: ne abbiamo definito l’origine, ci ha permesso di giungere a risultati importanti, ma non ne abbiamo colto completamente l’essenza.

Abbiamo però rilevato numerosi indizi per rispondere all’altra domanda che mi ponevo in Rum Molh, e che è strettamente legata al contenuto di questo messaggio:

“Raimondo intende dire che Gesù era anch’egli un Gran Maestro come Hiram, Rosencrutz, Borri, Saint Germain, Cagliostro, lui stesso?”.
Elementi di una corrispondenza fra il simbolismo mitraico, cristiano e massonico e l’esistenza di un rituale di iniziazione, esplicito nel mitraismo e comunque rilevabile in alcuni passi dei Vangeli, sono sufficienti per postulare un Gran Maestro misterico all’origine di una primitiva setta “cristiana”.
Con onestà di giudizio, devo ritenere che questa corrispondenza non sia completamente provata e forse mai lo sarà, a causa dell’inesistenza di un’idonea documentazione degli eventi del I secolo, a meno di nuovi risultati della ricerca storica. Allo stesso modo, numerosi episodi e datazioni della nostra ricostruzione sono ancora da risolvere.

Un risultato, tuttavia, mi appare certo: il cristianesimo delle origini era una religione solare e quindi pagana, come tutte quelle che l’avevano preceduta, incluso l’ebraismo. Il mito solare traspare da tutti gli evangelisti canonici e alcune allegorie presenti in un autore non sono presenti in un altro, come se i revisori cattolici avessero deciso di ridistribuirle fra i quattro diminuendo la loro “densità” e rendendole così meno riconoscibili.

A nulla valgono tutte le opere apologetiche dei Padri della Chiesa. Le costruzioni teologiche successive hanno solo origine dal pensiero umano e nessun dio ha mai fatto rivelazioni, né tramite un figlio né tramite un profeta.

La probabilità di arrivare un giorno a conoscere la completa verità in base a un’analisi dei documenti in nostro possesso è estremamente bassa e forse solo il pieno accesso a tutte le fonti, occultate con somma diligenza attraverso i secoli nell’Archivio Segreto Vaticano, potrebbe portare nuova luce in questa ricerca.

Ne era perfettamente cosciente il papa Benedetto XVI quando scriveva in Gesù di Nazaret: “Dal punto di vista teologico c’è da dire che se la storicità delle parole e degli avvenimenti essenziali potesse essere dimostrata impossibile in modo veramente scientifico, la fede avrebbe perso il suo fondamento. D’altra parte, a motivo della natura stessa della conoscenza storica, non ci si possono aspettare prove di certezza assoluta su ogni particolare”, sicuro che la storiografia, l’unica via accettata dall’ortodossia, non potrà mai dimostrare pienamente la miticità o la non storicità di Gesù.

Le interpretazioni dei passi dei Vangeli e l’analisi delle figure dei personaggi in essi narrati sono state affrontate con spirito critico da una molteplicità di autori a partire dal ‘700. Non si contano i libri, i saggi, gli interventi, le opinioni, a volte convergenti, a volte divergenti, ma sempre inefficienti al fine di ridimensionare nel mondo reale la figura di Gesù e la religione da lui scaturita.

Purtroppo la cultura è riservata a pochissimi e pochissime sono le persone che leggono: le masse non vengono nemmeno sfiorate dai dibattiti e dalle critiche razionaliste che invece gli autorevoli esegeti cristiani disdegnano per principio, essendo essi i soli detentori della verità, trincerati dietro i concetti di fede e di trascendenza.

In Appendice riporto – a partire dal ‘700 – una lista di opere critiche nei riguardi del cristianesimo e delle religioni in generale, che non sono servite assolutamente a nulla; a esse si aggiungerà, immeritatamente, anche questo lavoro. Le ho impaginate a mo’ di lapidi funerarie.

Con Charles François Dupuis e la sua pregevole analisi redatta nel lontano 1794, Origine de tous les Cultes, ou la Réligion Universelle, dirò:


“È più facile diffondere una grande menzogna che non una grande verità, poiché è più facile credere che ragionare, e perché la gente preferisce le meraviglie dei racconti alla semplicità della storia”.








Edited by barionu - 24/5/2021, 20:25
 
Top
14 replies since 5/12/2019, 09:54   179 views
  Share