@Haviland
Intanto grazie per aver apprezzato il mio post precedente.
CITAZIONE
non esiste un classico messianismo ebraico perchè tutti avevano diverse opinioni sul Messia.
È vero, resta però il fatto che comunque Marco sta cercando di portare dalla sua parte i petrini.
CITAZIONE
se hai letto della breve ma profonda attenzione rivoltami da Godfrey quando li ho chiesto se mutava opinione dopo aver letto Dykstra, ti accorgerai che anche lui concorda con te sulla eccessiva speculazione della morte di Paolo quando c'è stata e se ci fu, e tuttavia è ancora dell'opinione che Gesù rappresenta il nuovo Israele spirituale nell'allegoria.
Sì, l’ho letta.
Il punto è che non sappiamo quando è morto Paolo. E concordo con lui quando dice che, pur avendo letto Dykstra, rimane comunque dell’opinione che Gesù nell’allegoria è il “Nuovo Israele spirituale”. Però che Marco dipenda da Paolo (oltre che dall’Antico Testamento ed altro) è evidente. Ma è anche ragionevole che, se Marco ha scritto dopo il 70, non può non essere stato influenzato dalla guerra e dalle sue conseguenze. Del resto, penso che forse Marco poté essere spinto a mettere per iscritto il suo vangelo anche se Paolo fosse stato ancora in vita, al fine comunque di rafforzarne l’autorità, forse considerandolo un mezzo più stabile e fruibile per veicolare il “vangelo di Paolo” soprattutto in quelle comunità che ancora osservavano la Legge (ma non solo in quelle naturalmente).
CITAZIONE
L'ideale sarebbe un commentario di Marco che unisca e fondi le due cose: la dipendenza da Paolo e la dipendenza dai fatti del 70.
Concordo.
@ Pier Tulip
Pier Tulip, non me ne volere, lo so che dietro alle tue affermazioni ci sono anni di studio appassionato, e so anche che Robert Price ha riconosciuto del merito alle tue intuizioni, ma mi permetto di dire che non sono d’accordo su come tu interpreti in senso mitraico l’allegoria di Marco.
@ Sapremo
CITAZIONE
in isaia 53,12 greco, la parola usata è 'lestes'?
e Marco usa la stessa parola di Isaia?
'Lestes' che come sappiamo vuole dire rivoltosi, terroristi, sicari... (e non, come le traduzioni italiane riportano, forse per allegerirne il significato, ladroni)
Mc. 15, 27 καὶ σὺν αὐτῷ σταυροῦσιν δύο
λῃστάς, ἕνα ἐκ δεξιῶν καὶ ἕνα ἐξ εὐωνύμων αὐτοῦ.
Mc. 15,48 καὶ ἀποκριθεὶς ὁ Ἰησοῦς εἶπεν αὐτοῖς· Ὡς ἐπὶ
λῃστὴν ἐξήλθατε μετὰ μαχαιρῶν καὶ ξύλων συλλαβεῖν με;
manca il verso 28 per ovvi motivi, ma come vedi, sì, Marco usa il termine
λῃστής ,lēstēs
Is. 53,12 διὰ τοῦτο αὐτὸς κληρονομήσει πολλοὺς καὶ τῶν ἰσχυρῶν μεριεῖ σκῦλα ἀνθ᾽ ὧν παρεδόθη εἰς θάνατον ἡ ψυχὴ αὐτοῦ καὶ ἐν τοῖς ἀνόμοις ἐλογίσθη καὶ
αὐτὸς ἁμαρτίας πολλῶν ἀνήνεγκεν καὶ
διὰ τὰς ἁμαρτίας αὐτῶν παρεδόθη
E Isaia usa
ἁμαρτία, amartia
Per il significato dei due termini, ti ho scannerizzato le definizioni del mio dizionario di greco, il Rocci, che non sarà il migiore al mondo però è un dizionario serio:
Come vedi, il primo significato di λῃστής è proprio ladro, ladrone.
Il significato che Marco dà a λῃστής è “ladrone”, ma nel senso simbolico, cioè che un
ladro è colui che ha trasgredito la legge, è in errore, ha peccato e di conseguenza diventato è un "senza legge"ἁμαρτία in Isaia ha questo stesso preciso significato di errore, peccato, e chi erra o pecca può ben definirsi malfattore, come chi ruba (ladrone).
I sicari e i terroristi non c’entrano.