Origini delle Religioni

OH, L'IRONIA: GESÙ PRE-ESISTETTE, MA POTREBBE NON ESSERE VERAMENTE ESISTITO, David Madison

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L'invisibile e l'inesistente si somigliano molto. (Delos B. McKown, The Mythmaker's Magic)

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Oh, l'Ironia: Gesù Pre-Esistette, ma Potrebbe Non Essere Veramente Esistito

David Madison, 9/09/2022

La teologia collide con i criteri di verifica storica
[traduzione da qui]

Le vaste differenze tra i vangeli di Marco e Giovanni sono un indizio del fatto che il messaggio cristiano fu confuso fin dall'inizio. Come mai emersero rappresentazioni così divergenti di Gesù e perché furono incluse entrambe nel Nuovo Testamento? Deve essersi trattato di politica ecclesiastica, il che non sarebbe nessuna sorpresa; nelle lettere di Paolo troviamo riferimenti a litigi e lotte intestine. Che spiacevole stato di cose, per giunta, che la maggior parte dei fedeli di oggi non sia capace di elencare o discutere gli angoscianti aspetti in cui Marco e Giovanni differiscono.

Io ho dichiarato più volte che l'autore del vangelo di Giovanni è colpevole di inflazione teologica. Questo è ciò che accade quando l'immaginazione teologica si scatena, in assenza di prove oggettive su dio (o sugli dèi). E nel mondo antico c'erano molte mitologie e superstizioni disponibili per alimentare l'immaginazione.


Nel Vangelo di Marco, Gesù si presenta per essere battezzato da Giovanni — un battesimo per il “perdono dei peccati” — e una voce dal cielo annuncia: “Tu sei il mio figlio prediletto, con te mi sono compiaciuto”. (Due dei suoi discepoli ricavano lo stesso messaggio nel capitolo 9, quando Gesù è trasfigurato sulla cima di un monte alla presenza di Elia e Mosè. Subito dopo il battesimo, Gesù comincia la sua predicazione, il cui fulcro è un messaggio apocalittico: il regno di dio sta per arrivare, ed egli esorta la gente a pentirsi per essere pronta. Il regno imminente era il suo messaggio più urgente.

Marco non spiega come un bifolco di Nazaret sia finito a ricoprire questo ruolo; Gesù si presenta e basta.

La teologia di Giovanni è completamente diversa; ad esempio, Gesù non fu battezzato da Giovanni. Il suo Gesù — lungi dall'essere un bifolco galileo — era presente alla creazione:

“In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto... E il Verbo si è fatto carne e ha abitato in mezzo a noi, e noi abbiamo visto la sua gloria, la gloria come di un figlio unigenito di un padre, pieno di grazia e di verità”. (Giovanni 1:1-3 e 14)

Questo livello di eccesso teologico si trova anche in Colossesi 1:15-20. Gli studiosi dubitano fortemente che Colossesi fosse stata scritta da Paolo, per cui questo testo è non databile:

“Egli è immagine del Dio invisibile, generato prima di ogni creatura; poiché per mezzo di lui sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili: Troni, Dominazioni, Principati e Potestà. Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui. Egli è prima di tutte le cose e tutte sussistono in lui. Egli è anche il capo del corpo, cioè della Chiesa; il principio, il primogenito di coloro che risuscitano dai morti, per ottenere il primato su tutte le cose. Perché piacque a Dio di fare abitare in lui ogni pienezza e per mezzo di lui riconciliare a sé tutte le cose, rappacificando con il sangue della sua croce, cioè per mezzo di lui, le cose che stanno sulla terra e quelle nei cieli”.

Né Giovanni né l'autore di Colossesi sentirono il bisogno di spiegare come facevano a sapere tutto questo. Le religioni hanno avuto successo per millenni perché i santi sostengono di avere conoscenze interiori, basate su sogni, visioni, connessioni dirette con dio (o con gli dèi). Per questo i cristiani hanno accettato tutto questo eccesso teologico su Gesù - e hanno assunto, sulla base dei dettagliati racconti evangelici, che Gesù fosse davvero un predicatore di Nazaret.

Ma Robert M. Price dimostra, nel suo saggio “Gesù: Preesistente e Inesistente” (nell'antologia di Loftus-Price, Varieties of Jesus Mythicism: Did He Even Exist), che la teologia gonfiata è incagliata, isolata dalla Storia. La super-sicurezza che Gesù sia preesistito — raffigurata in termini così vividi — si sgonfia se non riusciamo a trovare prove concrete che Gesù di Nazaret fosse reale, che sia effettivamente esistito nel mondo reale.

Nel mio articolo della scorsa settimana, ho richiamato l'attenzione sul saggio del 2018 di Richard Carrier, Dèi che muoiono e risorgono: è pagano, ragazzi. Fatevene una ragione.

Anche Price discute questo fenomeno.

“Nelle antiche monarchie neo-orientali, il mandato divino del re veniva rinnovato ogni anno in occasione della festa di Capodanno... La fine dell'anno segnava l'esaurimento della vegetazione, e questo significava il venir meno del favore divino a causa dei peccati del popolo durante l'anno appena trascorso”. (pag. 296) Il rituale prevedeva che il re venisse maltrattato e fingesse di essere sconfitto, “per poi risorgere vittorioso”.

“Il re stava mimando la vittoria primordiale con cui il giovane dio guerriero (Jahvè, Baal, Marduc e, più lontano, Indra, Zeus e Odino) aveva ingaggiato il Drago del Caos (Leviatano, Rahab, Lotan, Mot, Yamm, ecc.) in combattimento, solo per essere prima ucciso, poi divorato e infine resuscitato, spesso con l'aiuto della sua consorte”. (pag. 296)

“In seguito, nell'età ellenistica, questi rituali agricoli si evolsero in culti di iniziazione mistica e di rinascita spirituale... I miticisti (e altri studiosi critici del Nuovo Testamento che non si spingono così lontano) suggeriscono che il salvatore cristiano Gesù iniziò come una di queste divinità (o che fosse stato almeno rimodellato a loro immagine da convertiti cristiani provenienti da religioni misteriche concorrenti, che recarono con sé alcune delle loro credenze familiari). Date le numerose e sorprendenti somiglianze, sembra difficile negare che Gesù iniziasse come salvatore di un culto misterico morente e risorgente o che lo fosse diventato”. (pag. 297)

Questa complessa miscela di mitologie e superstizioni da cui emerse il cristianesimo non viene menzionata dal pulpito, né discussa alla Scuola Domenicale e nelle lezioni di catechismo. La curiosità sulle Origini cristiane non è incoraggiata, — in primo luogo, suppongo, a causa di «perché preoccuparsi» — e a causa del fatto che ci sono così tante informazioni pericolose disponibili. Diventa così facile vedere che il cristianesimo è derivato. E la vera curiosità dovrebbe spingere i fedeli a chiedersi come mai nel mondo gli autori del vangelo di Giovanni e di Colossesi elaborarono le loro gonfiate teologie su un bifolco predicatore galileo — se davvero i vangeli sono basati su una persona storica.

In questo saggio ci sono due brevi paragrafi che meritano particolare attenzione: “Disconnettere il Cristo” e “Il Cristo della Scrittura”. Price nota che molte delle caratteristiche della storia di Gesù — tra gli episodi evangelici preferiti — “... si trovano anche nelle storie di Ciro il Grande, Cesare Augusto, Platone e Alessandro Magno, e questi erano certamente individui storici reali. Non potrebbe anche Gesù essere stato un personaggio reale della Storia? Se gli altri accumularono i cirripedi della leggenda sui loro scafi storici, perché non Gesù? La differenza si rivela significativa. Questi altri sono ampiamente attestati come parte integrante degli eventi storici mondiali. Rimuoverli significherebbe lasciare dei buchi incolmabili nella fabbrica storica. Ma Gesù non è in alcun modo legato in modo sicuro agli eventi o alle figure della vita che i vangeli gli assegnano”. (pag. 301, corsivo aggiunto)

I fedeli che, anno dopo anno, decennio dopo decennio, si sentono dire che i vangeli sono storie affidabili su Gesù sono immuni al fatto che Gesù non è in alcun modo legato in modo sicuro agli eventi o alle figure della vita che i vangeli gli assegnano. Non viene loro insegnato, né incoraggiato, a mettere in discussione tutto. Non sono spinti a chiedersi, a domandare: “Da dove viene questo episodio?”. Non basta dire “è la verità del Vangelo”? No, certo che no. Non si rendono conto della totale mancanza di documentazione contemporanea — cioè lettere, diari, trascrizioni — con cui verificare le storie e gli insegnamenti di Gesù. In effetti, se si imbattessero in tante storie di Gesù in altri contesti, con nomi e luoghi cambiati, non le prenderebbero affatto sul serio. Sono condizionati ad accettare la letteratura fantasy religiosa. Price nota in particolare l'episodio di Gesù trascinato davanti a Pilato:

“... la scena è drasticamente fuori luogo per la figura storica di Ponzio Pilato, le cui atrocità antiebraiche sono ben descritte sia da Giuseppe che da Filone. È assolutamente impossibile che Pilato abbia mosso un dito per salvare Gesù, tanto meno che abbia ceduto di fronte alle intimidazioni di una plebaglia senza nome nelle strade. E rilasciare invece un insurrezionalista anti-romano condannato? Assurdo”. (pag. 302)

“Forse la ragione più forte per classificare Gesù con Mitra e Krishna come una completa finzione è che praticamente ogni episodio evangelico è più naturalmente spiegabile come una rielaborazione cristiana di materiali più antichi, la maggior parte tratti dall'Antico Testamento, anche se alcuni da Omero e persino da Giuseppe”. (pag. 302) Qui è importante fare i compiti a casa: Il libro di Robert Price, The Christ-Myth Theory and Its Problems (2001), in cui lui offre molti esempi di episodi evangelici derivati da storie dell'Antico Testamento; e quattro libri di Dennis MacDonald: The Homeric Epics and the Gospel of Mark (2000); Luke and Vergil: Imitations of Classical Greek Literature (2014); The Gospels and Homer: Imitations of Greek Epic in Mark and Luke-Acts (2014); The Dionysian Gospel: The Fourth Gospel and Euripides (2017). Si veda anche Apparitions of Jesus: The Resurrection as Ghost Story di Robert Conner. I resoconti della resurrezione del vangelo abbondano di contraddizioni e di elementi fantastici, e Conner richiama l'attenzione sulle loro somiglianze con il folclore dei fantasmi nel mondo antico. Inoltre, nota la parte veramente bizzarra della storia: nessuno ha visto Gesù risorgere!

Sembra che ci sia zero consapevolezza tra i laici cristiani del fatto che gli studi su Gesù nel mondo accademico cristiano sono in subbuglio da decenni, perché anche gli studiosi più devoti non hanno raggiunto un consenso sulle metodologie che possono essere utilizzate per determinare quali storie evangeliche possano essere effettivamente fondate sulla Storia. In effetti, questi studiosi mettono in discussione tutto, cercando di scoprire se esiste un modo per verificare le storie di Gesù.

Ed è particolarmente frustrante che gli apologeti cristiani facciano del loro meglio per sviare e mascherare i problemi. Robert Price è schietto:

“... mi sembra, leggendo molte, molte opere di apologetica nel corso di quattro decenni e dibattendo pubblicamente con molti apologeti, che essi difendano il loro Gesù in modo tanto inefficace quanto fecero i discepoli nel Getsemani, sguainando le spade di carta del discorso specioso e delle ridicolizzazioni. Pretendono di essere studiosi oggettivi, ma in realtà sono propagandisti per conto di un'istituzione in cui hanno investito fin troppo per poter riconsiderare seriamente i problemi”. (pag. 305)

David Madison è stato un pastore nella Chiesa Metodista per nove anni e ha conseguito un dottorato in studi biblici presso la Boston University. Egli è autore di due libri, Ten Tough Problems in Christian Thought and Belief: a Minister-Turned-Atheist Shows Why You Should Ditch the Faith (2016; 2018 prefazione di John Loftus) e Ten Things Christians Wish Jesus Hadn’t Taught: And Other Reasons to Question His Words (2021). Il suo canale YouTube è qui. Ha scritto per il Debunking Christian Blog dal 2016.


Edited by Haviland Tuf - 10/9/2022, 07:48
 
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