Nel 2016 avevi eliminato-censurato una parte del brano in questione del Mishneh Torah, affermando ipocritamente e falsamente che “non aveva alcun riscontro” e che quindi era “assoluta falsità”. Ora (nel 2021) dopo averti confutato, dici che il testo ci sarebbe, ma guarda che caso, il brano non sarebbe tradotto correttamente.
Affermi che la traduzione da me riportata è “totalmente incongrua” affermazione tua invece totalmente ridicola dato che è quella autorevole e quindi “ufficiale” (presente anche sul sito ebraico Chabad a conferma che è corretta) a cura del Rabbino Eliyahu Touger, insegnante e mentore di fama mondiale, uno dei più importanti autori e traduttori di testi ebraici di oggi! [Il tuo è quindi un insulto alla ragione nonchè beffarsi della professionalità di un rabbino che ha svolto e continua a svolgere senza dubbio una traduzione impeccabile dei testi dell'ebraismo.
Secondo la tua luridissima, ipocritissima e falsissima traduzione che fa veramente vomitare: “la bambina di tre anni si consacra, cioè si santifica per la conoscenza del coito”. Cosa peraltro assurda, malata, fuori di testa e folle dato che una bambina di quell'età non può assolutamente avere coscienza di simili cose. A maggior ragione se, come chiarito dallo stesso brano in questione, la bambina sarebbe incapace di comprendere (ḥērešet ʾô šôṭâ).
Puoi dirci come può una bimbina che non può comprendere, avere la conoscenza del coito?
Alla base di questa malata e falsissima traduzione ritieni che con il termine mǝquddešet si indica “la consacrazione eleva e preserva la femmina per il rapporto matrimoniale”.É FALSO!
A parte che qui non si sta parlando in nessun modo di preservazione del matrimonio ma semmai di stipulare il matrimonio.
In uso rabbinico il termine mǝquddešet indica sempre il matrimonio come si può apprendere da numerosissimi brani del Talmud Babilonese (b.Kiddushin 41a III, 10a X; b.Niddah 44b IX; b.Sanhedrin 55b IV, 69a XV, 107a VI; b.Gittin 65a VI; 89a IX, b.Yevamoth 57b III, ecc ecc.) riferimenti che invito i lettori a verificare sul sito ebraico Sefaria dal momento che traducono espressamente con “fidanzarsi-promessa in sposa”.
Definizione tra l'altro confermata dal Rabbino e studioso talmudico Marcus Jastrow (1829–1903) che scriveva a riguardo questo termine quanto segue: «mǝquddešet: [consacrare una donna] a fidanzarsi (espl. Kidd. 2b II). Gittin 65a, II “una ragazza che può essere fidanzata”. [...] Kil. VII,7 − “essere fidanzata”. Mishnah Kidd. 2.1 “una donna può essere fidanzata di persona o tramite il suo delegato”. Ib. 45b “se lei (la minore) è stata fidanzata con il consenso del padre”» (Marcus Jastrow, Dictionary Of The Targumim, Talmud Bavli, Talmud Yerushalmi And Midrashic Literature, whit and index of scriptural quatations, Vol. II, Luzac & Co, London 1903, pp. 1319-1320).
Solo secondariamente il termine ha il significato di “santificato-glorificato” come ad esempio nel contesto del cibo (Shebuat 15a.X, Esodo Rabba.XV ecc.) (Ibidem, p. 1320) ma come ovvio che sia questo non riguarda nel modo più assoluto il brano del Mishanh Torah.
Altra assurda, malata e falsa traduzione è quella di bǝbîʾâ middaʿat ʾ con “conoscenza del coito”. Nel suo uso rabbinico si intende espressamente che una bambina di tre anni e un giorno può essere sposata da un uomo attraverso i rapporti sessuali con il “consenso” di suo padre! Lo confermano chiaramente i passi del Talmud e del Midrash che ho già citato (b.Kethuboth 46b, b.Niddah 44b, , b.Kethuboth 11b, b.Sanhedrin 55b, Sifre Devarim, Pisqa 235,10). A conferma del significato, scrive ancora Marcus Jastrow: «bǝbîʾâ “coito”, Kidd. I,1, Y. Yeb 3a. II, Kerith 3a II; Cant. R. IV, XII. [...] middaʿat “con il consenso di, a conoscenza di”. Kidd. 44a I, con il consenso di suo padre”» (Marcus Jastrow, Vol. I,I p. 159-316).
E difatti nella tua falsissima traduzione ometti, censuri ed elimini il termine che segue bǝbîʾâ middaʿat ʾ cioè ābîhā e che significa espressamente “padre”! (Marcus Jastrow, Vol. I,I p. 1).
QUINDI LA TUA TRADUZIONE E' TOTALMENTE FALSA
Ripropongo la traduzione corretta, autorevole e ufficiale: «Un padre può consacrare la sua figlia a sua insaputa, mentre lei è minorenne. Anche quando lei è una na'arah [quattordici anni], possiede ancora questo diritto, come [implicito Deuteronomio 22,16]: “Ho dato mia figlia a questo uomo.” [Il denaro ricevuto come] kiddushin appartiene al padre. Allo stesso modo, egli ha il diritto di [qualsiasi proprietà senza padrone] che trova, [il salario che riceve per] il suo lavoro, e [il denaro che riceve come previsto] sua ketubah se lui è divorziato o vedovo prima che il vincolo matrimoniale sia stato consumato. Egli ha tutti questi diritti fino a che non diventa una bogeret.
Pertanto, un padre ha diritto a ricevere kiddushin per conto di sua figlia dal giorno della sua nascita fino a che non diventa una bogeret. Anche se lei è una sordomuta o intellettualmente incompetente, se il padre la consacra [ad un altro uomo], lei è sua moglie. Se una ragazza ha più di tre anni e un giorno, con il consenso del padre può venir consacrata attraverso rapporti sessuali. Se dovesse essere al di sotto di questa età, e il padre l'avesse già consacrata attraverso rapporti sessuali, il vincolo coniugale non è stabilito» (Mishneh Torah, Sefer Nashim, Ishut 3,11; Moses Maimonides, Mishneh Torah: a new translation with commentaries and notes, Vol. XVI, Hilchot Ishut, Translated by Rabbi Eliyahu Touger, Moznaim, New York 1994, p. 34).
Come giustamente ha scritto Florence Rush e lo ri cito con piacere: «Mosè Maimonide, il sofisticato medico del XII secolo, filosofo e talmudista, non ha avuto problema con i suoi antichi predecessori. Nella sua opera monumentale la Mishneh Torah, un'organizzazione e un chiarimento del diritto Talmudico, ha ribadito che un bimba che ha “tre anni e un giorno può essere fidanzata da un rapporto sessuale” con il permesso paterno. Nel XII secolo, l'età era certamente annoverata come lo è oggi. Forse questa sorprendente mancanza di preoccupazione per la donna potrebbe essere meglio compresa se ricordiamo che la donna biblica, non importa quale fosse la sua età, era una proprietà e come tale spogliata di tutti gli attributi umani» (Florence Rush, The Best Kept Secret Sexual Abuse of Children, McGraw-Hill Book Company, New York 1997, p. 18)
Concludo, con un ulteriore e definitiva conferma di Joseph ben Ephraim Karo (1488-1575) (rabbino, filosofo, giurista e talmudista spagnolo, esperto di diritto che compilò l'ultima grande codifica della Legge ebraica, lo “Shulkhan Arukh”, ancora oggi ritenuto un testo fondamentale e autorevole per gli ebrei osservanti) che reitera quanto detto da Mosè Maimonide in modo addirittura ancora più esplicito:
«Il padre può dare in sposa sua figlia a sua insaputa per tutto il tempo mentre questa è ketanah [minorenne di età inferiore ai dodici anni]. Quando diventa na'arah [giovane donna tra dodici anni e dodici anni e mezzo], la sua opzione di sposarsi è ancora nelle mani del padre. Il quale ha anche il diritto di possedere ciò che la figlia trova o il frutto del lavoro di costei e il prezzo della sua Ketubah se è vedova o divorziata. Dal momento del suo fidanzamento, ha il diritto di possedere tutto fino a quando la figlia non raggiunge la piena pubertà.
Pertanto, il padre riceve tutti i regali di fidanzamento per sua figlia fino a quando essa non raggiunge la maturità. Anche se è sorda o malata di mente e suo padre la dà in sposa, è considerata come donna sposata e se ha almeno tre anni e un giorno, può essere sposata attraverso rapporti sessuali con la conoscenza di suo padre. Ancora più giovane, se suo padre la concede in sposa attraverso un rapporto sessuale, allora la figlia non è considerata sposata» (Shulchan Arukh, Even HaEzer 37; Joseph ben Ephraim Karo, Eben-Ezer. Vol. II. [Ed. Ebr.], Istituto Emery Shefer, Gerusalemme 1955, p. 58). Traduzione confermata sul sito Sefaria!
Ed ecco che come promesso sei stato sputtanato DEFINITIVAMENTE.
ORA LEVATI DAI COGLIONI LURIDO ESSERE.
Edited by barionu - 27/10/2021, 21:06