Origini delle Religioni

UFO !

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CAT_IMG Posted on 27/6/2017, 12:17
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POST ORIGINALE DEL 2009 .

poi eliminato , ma per fortuna salvato ....







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SALVATAGGIO POST DI AIALON


http://forumbiblico.forumfree.it/?t=34663843

--------------Tesi Eterodosse------------------ Aialon spacecraft


E I DISCHI VOLANTI SCESERO SU ISRAELE

di Alfredo Lissoni


Un'attenta lettura delle tradizioni ebraiche svela la presenza di precisi riferimenti a possibili contatti spaziali nell'antichità mediorientale.

In un precedente articolo sugli UFO files islamici abbiamo sottolineato come il fenomeno dei "dischi volanti" fosse presente in Medio Oriente sin dai tempi più remoti, con modalità analoghe a quelle della casistica occidentale (il che dimostra come gli UFO non siano solo un mito). Lo stesso accade peraltro con i "jewish UFO files", i "files UFO" ebraici dell'antichità, ovvero in tutti quegli scritti apocrifi, ortodossi o didascalici della tradizione rabbinica.

In essi si parla dei "se'irim", i satiri irsuti e caprini che ricordano molto il chupacabras, e degli "accoliti di Lilith" che penetravano nottetempo nelle stanze da letto per sottoporre, come i moderni Grigi, gli ignari dormienti a pratiche sessuali; e troviamo gi "'ofannim", angeli "in forma di ruota" che scortavano il "carro celeste" (merkavhah) di Dio, che corrispondono agli dèi civilizzatori Oannes venerati da fenici, siriani, aramei ed amorrei; ed i "bene-Elohim" ed i "Nephilim" (i giganti), che nella notte dei tempi si unirono carnalmente con "le donne della Terra"; i "figli dei dèi", nati cioè dalle unioni tra terrestri e "celesti", che avevano la particolarità di avere il volto splendente, i capelli bianchi e gli occhi lampeggianti (come il Noè della tradizione ebraica) o il volto completamente verde come la bella Esther, secondo il testo Megilla o Talmud babilonese.



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IL COSMO ABITATO DAI RABBINI



Il primo dato che emerge da un'approfondita lettura dei testi della tradizione ebraica (Torah, Talmud Jerushalmi, Capitoli dei Padri o Pirqè Avot, Mishnah, Tosefta', Midrash, Haggadah o Leggende degli ebrei) è che le iniziali credenze cosmologiche fossero assai diverse dalla più tarda visione antropocentrica del mondo (con un Dio Unico per un'umanità unica nell'universo).

"Migliaia di mondi ha creato il Signore in principio - riferiscono le "Saghe ebraiche delle Origini" nella traduzione del 1913 di Bin Gorion - poi Dio ne creò di nuovo altri, e sono tutti insignificanti al suo cospetto. Il Signore creò altri mondi e li distrusse, seminò piante e le divelse, perché erano ancora confuse e si contrastavano a vicenda. E continuò a creare e a distruggere mondi, finché non creò il nostro."

Ventisette sono gli universi descritti nel "Manoscritto copto" conservato presso la collezione Borgia di Napoli attribuito all'ebreo Simon Mago e che, rifacendosi palesemente alla tradizione rabbinica, riferisce: "Quando il Padre ebbe finito di creare i dodici universi che nessun angelo conosceva, creò allora sette altri universi. Oltre quei sette, ne creò altri cinque; poi, all'esterno di quei cinque, ne creò ancora tre. Questi ventisette universi sono tutti al di là del Cielo e di questa Terra".

Sette sono invece i mondi secondo i libri della "Qabbalah" (1200 d.C.), contenenti la conoscenza esoterica rabbinica; mondi descritti in maniera simbolica e a volte apparentemente infantile, ma con il chiaro intento di fornire elementi sull'abitabilità degli altri pianeti. Uno di essi, il "mondo di Geh", è abitato da piantatori di alberi che però "non conoscono grano né alcuna specie di cereali. Il loro mondo è ombroso e vi sono molti grandi animali". Gli abitanti di Nesiah "sono poco sviluppati ed hanno al posto del naso solo due buchi in testa, per mezzo dei quali respirano. Sono di memoria corta e spesso non sanno perché abbiano cominciato un lavoro. Sul loro mondo splende un sole rosso. Gli abitanti del mondo Tziah non sono costretti a mangiare ciò che altri esseri mangiano. Cercano sempre vene d'acqua; sono affascinanti d'aspetto, e hanno più fede di tutti gli altri.

Sono dotati di grandi ricchezze e hanno molte belle costruzioni. Il terreno è asciutto e vi splendono due Soli. Gli abitanti del mondo di Thebel traggono ogni nutrimento dall'acqua. Essi sono superiori a tutti gli altri esseri e il loro mondo è diviso in regioni nelle quali gli abitanti sono suddivisi in base al colore e ai volti. Essi hanno la capacità di fare rivivere i loro morti. Il loro mondo è molto lontano dal Sole. Gli abitanti del mondo di Erez sono discendenti di Adamo. Anche gli abitanti di Adamah sono i discendenti di Adamo, perché Adamo si lamentava della desolazione di Erez. Essi coltivano la terra e mangiano piante, animali e pane. Essi sono per lo più tristi e si combattono spesso. Questo mondo conosce la suddivisione in giorni e può scorgere le costellazioni. Prima furono spesso visitati dagli abitanti del mondo di Thebel, ma i visitatori persero la memoria ad Adamah e non seppero più da dove venivano. Gli abitanti del mondo di Arqa seminano e raccolgono. I loro volti sono differenti dai nostri. Essi visitano tutti i mondi e parlano tutte le lingue".

Di questi ultimi si parla anche nel "Sepher ha-zohar", il "Libro dello Splendore" del rabbino Shim'on barJochai (130-170 d.C.) dove viene addirittura riferito del dialogo tra il rabbino Yosseph ed un sopravvissuto dal misterioso mondo di Arqa ("Hurqalya" presso i musulmani, che con tale termine indicavano un universo paradimensionale affine al nostro).

Secondo l'antica cronaca sapienziale, dopo una grande catastrofe verificatasi sulla Terra, una distruzione "ad opera del fuoco" (una pioggia di meteoriti?), il rabbino Yotica "aveva visitato tutti i mondi che esistono": i sette pianeti della Cabala. Di questi mondi abitati solo la gente di Arqa "aveva mandato messaggi sugli altri", era stata cioè in grado, all'epoca, di viaggiare nello spazio. Questi erano insomma come gli extraterrestri veri e propri, i "piloti dei dischi volanti" della fenomenologia UFO.



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CONOSCENZE PERDUTE



Nelle "Saghe ebraiche delle origini" è detto che Noè apprese tramite un libro donatogli dall'arcangelo Raffaele "tutte le vie per comprendere i pianeti, e le vie di Aldebaran, Orione e Sirio" (tre nomi, questi, spesso associati dalla moderna ufologia a possibili "patrie" di provenienza di extraterrestri; quanto ad Aldebaran, i Sumeri credevano che da lì provenisse il dio Anu, creatore degli Anunnaki). Dal libro dell'angelo, Noè apprese i nomi di ogni singolo Cielo e quali sono i nomi dei Servitori Celesti. Questo libro di antichissima astronomia sarebbe stato passato, di mano in mano e secondo la leggenda, alle varie stirpi ebraiche, da Abramo sino a Salomone.

Lo stesso era avvenuto, secondo "Le antiche leggende degli ebrei", con Adamo. Durante la sua permanenza nell'Eden "un angelo scese e lo istruì. Scrisse per lui un libro su ciò che doveva e non doveva fare. Gli mostrò com'erano disposti i pianeti e lo condusse in giro per il mondo..."

Ben altre conoscenze sarebbero poi nascoste nei testi "Zohar", secondo un articolo pubblicato sul prestigioso "New Scientist" nel 1976 dal glottologo George Sassoon e dal biologo Rodney Dale, inglesi. Studiando un testo ebraico intitolato Hadrazuta Odisha ("La piccola santa glorificazione"), che descriveva il miracolo della manna, prodotta per mano dell'Altisimo, i due giunsero alla conclusione che l'epiteto divino fosse un errore di traduzione (o di interpretazione); l'Altissimo altro non era che una macchina, tecnologica e sofisticata, in grado di produrre la manna ("pane" nel Pentateuco; una "coltura di alghe" per Sassoon e Dale). Appoggiandosi al progettista tecnico Martin Riches e seguendo le indicazioni del testo ebraico ne ricostruiscono la forma, giungendo alla conclusione che si trattava di una macchina portata sulla Terra da alieni tremila anni fa (ed in seguito occultata, secondo il profeta Samuele - 1 Sam. 4,3 - nella città di Silo).

"Macchine come questa dovrebbero essere in dotazione sulle astronavi, giacché servono ad un duplice scopo, producendo l'ossigeno indispensabile alla respirazione ed il cibo. Una abbastanza simile è stata costruita dai sovietici per la Saljut". Le sconvolgenti conclusioni cui giunsero i due scienziati avrebbero dovuto, di regola, mettere in subbuglio gli ambienti accademici. Ma poiché l'articolo uscì sulla rivista il 1 aprile 1976, la scienza ufficiale pensò ad una burla e la storia non ebbe più un seguito; né glielo si volle dare, in barba alle conferenze tenute dai due sull'argomento ed all'uscita di due libri ben documentati, "The Lord of the Manna" e "The Manna Machine", nel quale gli studiosi ribadivano l'eccezionalità della scoperta e la sua veridicità.




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I CARRI DEGLI DEI

Esistono poi i vangeli apocrifi di origine ebraica ripresi in parte anche dai primi cristiani, che presentano spunti ufologici, presumibilmente posteriori ed inseriti in un contesto mitico-religioso. Come il trentatreesimo capitolo dell'"Apocalisse di Mosè", nel quale si racconta del "carro di luce, guidato da quattro aquile splendenti" apparso a Eva."Nessun essere umano avrebbe potuto descriverne lo splendore", afferma lo pseudo Mosè, aggiungendo che dalle ruote del carro, avvicinatosi nel frattempo ad Adamo, "era uscito del fumo".
E nell'"L'Apocrifo di Abramo" (18, 11-12), che chiaramente ricalca la biblica visione di Ezechiele nel deserto, si parla di esseri celesti "dietro ai quali era un carro che aveva ruote di fuoco; e ogni ruota era tutt'intorno piena di occhi e sulle ruote v'era un trono; e questo era coperto da fuoco che scorreva tutt'intorno".
La storia è confermata anche dal successivo apocrifo "La vita di Adamo ed Eva" del 730 d.C., dove si precisa che a bordo del carro celeste era assiso nientemeno che Dio in persona.
Dei "carri celesti" era però proibito parlare ai tempi del Talmud. Le considerazioni sulla struttura dell'universo erano chiamate "ma'asse merkavhah", "ciò che riguardava il carro", perché pertinenti al carro divino descritto dal profeta Ezechiele. I farisei consideravano pericolosi questi studi a seguito di una serie di leggende circa incidenti e morti misteriose fra gli studiosi che avevano cercato di capire cosa fossero in realtà i carri celesti: dal rabbino Ben Azzay, deceduto all'improvviso, a Ben Zoma, impazzito, sino ad Esisha ben Abuya, divenuto eretico (e dunque dannato); soltanto il rabbino Akiba, noto per la sua "circospezione", riuscì a studiare i carri celesti restando in vita. Ma cosa scoprì, non ci è dato di saperlo.
Che i resoconti sui carri celesti non siano semplici leggende è dimostrabile. Le apparizioni UFO sui cieli di Israele sono documentate, anche da fonti indipendenti, sin dall'antichità.
Lo storico Flavio Giuseppe (37-95 d.C.), nella "Guerra Giudaica", segnala la comparsa di una stella simile ad una spada, immobile sopra Gerusalemme nell'anno 65 a.C., ed una strana luce nel Tempio. Più tardi, al tramonto, vennero visti in Cielo dei soldati in armatura muoversi tra le nubi; l'insolito "miraggio" ne ricorda uno analogo del 167 a.C., durante la ribellione guidata da Giuda Maccabeo. Cinque soldati con armature dorate apparvero nel Cielo, secondo le fonti latine.



E L'UFO DI ABRAMO



Un UFO sarebbe apparso in occasione della nascita di Abramo.
Riporta la tradizione ebraica: "Abramo nacque a Ur nel mese di tishri, intorno all'anno 1948 dopo la creazione. La notte in cui Abramo vide la luce, gli amici di suo padre Tare stavano banchettando. In quel momento essi videro una stella straordinaria nella parte orientale del Cielo; sembrava correre per divorare altre quattro stelle dirette ai quattro alti del firmamento. Tutti me rimasero meravigliati".
Non meno inquietante l'"Apocalisse di Abramo" del secondo secolo d.C., in cui viene così descritto l'improvviso rapimento al Cielo del patriarca ad opera di uno "straniero" misterioso: "Avvenne all'ora del tramonto. C'era fumo, fumo come quello che esce da una stufa. Mi condusse fino al limite delle fiamme. Quindi salimmo, come trasportati da molti venti, verso il Cielo, che là pareva poggiare sopra il firmamento. Nell'aria, dall'altezza che avevamo raggiunto, vidi una luce fortissima, impossibile da descrivere, e nella luce un fuoco violento e all'interno una schiera di figure poderose, che gridavano parole ch'io non avevo mai udito" (sembra proprio la moderna descrizione dell'incontro ravvicinato con i piloti di un disco volante). Della strana macchina volante Abramo commentava: "A volte se ne stava dritta, a volte si rigirava, capovolgendosi".
Dunque roteava su se stessa?
Non meno curiosa la storia presente nel "Resto delle parole di Baruc", un profeta amico di Geremia, vissuto nel 604 a.C. che racconta dell'improvviso "sonno con vertigini" dell'amico Abimelec, che si risveglia nella città di Gerusalemme... sessantasei anni dopo. La città è cambiata, le persone pure; solo Abimelec è rimasto tale e quale, come se per lui il tempo si fosse contratto, nelle brevi ore in cui era stato privo di coscienza. Proprio come se avesse viaggiato nello spazio seguendo le leggi del paradosso temporale di Einstein!



IL VIAGGIO DI ENOCH



La vicenda più curiosa è però quella che riguarda il profeta ebraico Enoch, un patriarca descritto nel libro della Genesi che, ad un certo momento, "non fu più veduto perché Iddio lo prese in Cielo". Enoch lascia intendere che esistano due categorie di angeli detti Veglianti (o Vigilanti): i "buoni", cioè gli angeli rimasti fedeli al Signore; e i "cattivi", i già citati Annunaki, identificati negli "angeli caduti". Compito dei vigilanti sarebbe, lo dice il nome, vigilare sull'umanità, per tutto l'universo.
I primi, esseri di luce superiori all'uomo per natura e per saggezza, sono chiamati Cherubini, Serafini e "Osannini"; essi sono soliti fornire messaggi agli umani portandoli momentaneamente in Cielo o, come precisa Enoch, "penetrando nelle loro camere da letto" (il paragone con i rapiti UFO è immediato). Quanto ai veglianti o Vigilanti caduti, essi sono una razza che il profeta definisce "un tempo santi, puri spiriti, viventi di vita eterna, contaminatisi con il sangue delle donne"; essi sono i "padri di una stirpe di giganti, esseri perversi chiamati spiriti maligni, sterminati dal Diluvio".
Anche i Vigilanti ricordano una particolare tipologia aliena. Il nome con cui si presentano ai rapiti è identico a quello usato oggidì dai Grigi: "Watchers", Vigilanti.
Mentre i primi riportano alla mente gli alieni detti "Nordici" (alti e biondi e spirituali, cari ai contattisti), i secondi rammentano i violenti e maldestri intrusi delle camere da letto.
Secondo lo scrittore Erich von Däniken, "il profeta Enoch parlò di 200 Guardiani del Cielo? Scesi sul pianeta, i cui rampolli si contesero la Terra, dando vita a conflitti per conquistare territori; si verificò una chiusura a riccio di ciascuno nel proprio regno e sorsero le fortificazioni. Furono i divini rampolli a progettare i palazzi e le residenze; i lavori pesanti invece gravarono sui sudditi, spronati e soggiogati da dimostrazioni di forza che, agli umani esseri, parvero sovrannaturali. In cambio del faticoso lavoro compiuto, gli dèi si offrirono di aiutarli in caso di guerra". Fu veramente così?
Il collegamento con l'ufologia è tutt'altro che forzato; nel testo apocrifo noto come "Libro di Enoch", di cui si possiedono tre versioni (in ebraico, etiope e slavo) diversi ufologi hanno visto nel racconto di un viaggio nel Cielo del patriarca una vera e propria esperienza di rapimento UFO.
A bordo di una strana macchina volante guidata da un gruppo di Veglianti "buoni" (da non confondersi cioè con gli "angeli caduti"), Enoch visita altri mondi; ma soprattutto apprende da un gruppo di angeli con scafandro ("dai volti di cristallo") che molti Veglianti, all'alba dell'umanità, si sono corrotti innamorandosi di donne della Terra, con le quali si erano anche uniti carnalmente. Ancora, Enoch viene messo a parte di molti segreti "spaziali": l'ordinamento del cosmo e del creato, la composizione delle schiere angeliche, la struttura dell'universo che, a detta degli alieni, "è abitato e ricco di pianeti e sorvegliato da angeli detti Veglianti".
"Stavo benedicendo il Signore - racconta Enoch nella versione etiope del suo libro (II-I secolo a.C.) - quando gli angeli mi chiamarono e mi presero. E mi portarono in un mondo i cui abitanti erano come fuoco fiammeggiante e, quando lo desideravano, apparivano come uomini. Una visione mi apparve e nubi mi avvolsero e persi conoscenze. E divenni sempre più veloce, come una stella cadente e come i fulmini. E nella visione un vento impetuoso mi sollevò e mi portò in Cielo. Io vidi l'aria, l'etere ancora più in alto. E mi portarono nel primo Cielo, e mi indicarono un mare più grande del mare della Terra. E i venti, nella visione, mi facevano volare e mi portarono su, sino a un muro di cristallo, circondato da lingue di fuoco. Ciò cominciò ad incutermi spavento. Io entrai nelle lingue di fuoco e mi avvicinai alla Grande Casa che era costruita di cristallo. E le pareti di quella casa erano come mosaico di una tavola pittorica in pezzetti di cristallo; e il pavimento era di cristallo. li soffitto era come il corso delle stelle e dei fulmini e in mezzo a loro, cherubini di fuoco; e il loro Cielo era acqua. E vi era fuoco che bruciava intorno alle pareti e le porte ardevano per il fuoco. E io vidi un'altra cosa, costruita con lingue di fuoco. Il pavimento era di fuoco e su di esso, il fulmine. lo guardai e, all'interno, vidi un alto trono. E io vidi i Figli dei Santi camminare sul fuoco ardente; i loro abiti erano bianchi e i loro volti trasparenti come cristallo."
I "Figli dei Santi" (con questo termine Enoch indica gli angeli che non si sono corrotti e che sono rimasti fedeli a Dio) sono organizzati militarmente, come degli astronauti. Lo dichiara il patriarca in un altro libro, la raccolta "Libri segreti di Enoch": "Mi fecero vedere i Capitani e i Capi degli Ordini delle Stelle. Mi indicarono duecento angeli che hanno autorità sulle stelle e sui servizi del Cielo; essi volano con le loro ali e vanno intorno ai pianeti. Mi mostrarono le stelle del Cielo. Vidi come venivano pesate a seconda della loro luminosità, della loro lontananza nello spazio e del giorno della loro comparsa." Quest'ultimo elemento è sconcertante. Studiosi di archeologia misteriosa come i già citati Erich von Däniken e Ulrich Dopatka hanno sottolineato come gli antichi astronauti cartografassero l'universo utilizzando lo stesso sistema in uso nella nostra moderna astronomia; suddividendo cioè le stelle in base allo spettro, alla luminosità, alla distanza e all'elevazione.
A bordo della macchina volante Enoch apprende direttamente dal capo degli angeli, il "Signore che sedeva su un grosso trono", dell'esistenza di un conflitto tra i "Figli dei Santi" e alcuni Veglianti caduti, a causa della ribellione di questi ultimi. L'episodio è brevemente accennato anche nella Genesi (6,2) ma in Enoch è descritto molto approfonditamente: "Fra i figli dell'uomo vi erano figlie belle e seducenti. E gli angeli, i figli del Cielo, le videro e le desiderarono e dissero tra loro: Andiamo, scegliamoci delle mogli che ci partoriscano dei figli. E Semyaza, il loro capo, e tutti e duecento scesero, nei giorni di Jared, sulla cima del monte Hermon (al confine fra il Libano e la Siria); tutti presero delle mogli e cominciarono a unirsi a loro e a sollazzarsi con loro. Ed insegnarono loro vezzi ed incanti e a tagliare radici e a conoscere e distinguere le piante. Ed esse vennero fecondate e partorirono grandi giganti, che si volsero contro gli uomini e divorarono l'umanità."
Rileggendo con occhi moderni l'episodio biblico si ha l'impressione di trovarsi dinanzi ad una razza di colonizzatori, i Veglianti o Vigilanti, che tradiscono l'iniziale obiettivo, presumibilmente la mera osservazione a distanza della Terra, e si mescolano agli uomini offrendo conoscenze e tecnologie per le quali la razza umana è impreparata.
Questa tesi è confermata dal fatto che i Veglianti insegnino agli uomini una forma primitiva di tecnologia, sino ad allora sconosciuta, e l'arte della guerra. "E Azazel - riferisce Enoch - insegnò agli uomini a far spade e pugnali e scudi e corazze e fece loro conoscere i metalli".
La corruzione dell'umanità sdegnò il Signore, che decise, secondo i testi enochiani, di sterminare sia i Veglianti che i terrestri, con il Diluvio Universale. Esso ebbe ragione anche dei giganti, nati dall'unione degli angeli caduti con le donne della Terra.
Secondo Enoch, nello spazio là fuori vivrebbero diverse tipologie "angeliche". Oltre ai Vigilanti, caduti perché "non possedevano tutte le conoscenze dell'Universo" e cioè imperfetti, vi sarebbero molte gerarchie. Alcune sono spirituali, quali gli arcangeli, i giusti, gli eletti e i "non dormienti", che stanno dinanzi a Dio; altre infernali, come i "Grigori" (custodi dell'inferno), i diavoli che hanno rinnegato Dio; altre non meglio identificate, come "gli uomini dalla testa bianca", frutto dell'unione con i "figli del Signore". Fra questi ultimi vi sarebbe anche Noè che, nella versione slava del "Libro di Enoch", si vede costruita dagli angeli - e non dai propri figli - la celebre arca che lo salverà dal Diluvio mandato per distruggere i giganti.
Fra i molti spiccano gli "Osannini", entità di luce incaricate di indirizzarci spiritualmente, dopo che noi umani abbiamo perso la nostra natura incontaminata a causa del contatto con i Veglianti. Costoro sarebbero gli alieni che hanno accelerato in positivo l'evoluzione della nostra civiltà.



I MILLE MONDI DI DIO



La visione di un Dio creazionista esclusivista sembra avere caratterizzato solo il tardo ebraismo (ed è stata in seguito acquisita dai cristiani); questo perché nei commentari della Torah quali "Le leggende degli ebrei" è scritto testualmente che "quando Dio fece i nostri Cieli e la nostra Terra di oggi furono inoltre plasmati i nuovi Cieli e la nuova Terra (cfr. Isaia, 66,22) e i centonovantaseimila mondi che Dio creò per la sua gloria"; e nella Mishnah (la tradizione orale ebraica) vi è un passo (sfortunatamente ritenuto apocrifo in quanto tarda interpolazione) in cui si dice che "nel tempo a venire Dio concederà ad ogni giusto 310 mondi" (affermazione confermata anche nei commentari "Petirat Mosheh" e nel "Qetoret ha-Saminr", 340 sono i mondi citati nell'"'Alfa' Beta' de-Rabbi 'Aqiva"; 390 nel "Derek 'Eresh" e nel "Targum Yerushalmi"; 18.000 quelli dell'"Avodah Zareh" e del "Seder Rabbah de-Bereshit"), mentre l'"Idra Suta" arriva ad affermare l'esistenza di ben "trecentosessanta miriadi di mondi". Nel testo "La creazione del mondo" è chiaramente descritta l'esistenza di sette Cieli (il secondo dei quali ospitante i pianeti, il quarto l'angelo Michele, il quinto le schiere angeliche, il sesto l'angelo caduto Metatron, il settimo le anime, i serafini, gli "ofannim" o osannini, le hayyot e gli angeli officianti) e di sette Terre, ciascuna delle quali "separata dalla successiva per mezzo di cinque Strati". Nella quinta risiedono le anime dei malvagi, sorvegliate dagli angeli della distruzione; nella seconda, chiamata Tevel e considerata "la prima abitata da creature viventi", vivrebbero "365 specie, tutte affatto diverse da quelle che vivono sulla nostra Terra. Alcune hanno teste d'uomo su corpi di leone, di serpente o di bove; altre hanno corpi umani e teste di uno di questi animali. Inoltre Tevel è abitata da esseri umani con due teste, quattro mani e quattro piedi: tutte le membra raddoppiate ad eccezione del tronco. Questa specie di umanità si distingue per la sua grande rettitudine ed anche in ciò è diversa dalla specie che popola la nostra Terra..."
Sebbene nel XII secolo l'ebraismo abbia subito una profonda revisione grazie al filosofo ebraico (ed aristotelico) Mosè Maimonide, la visione che la casta rabbinica ha continuato ad imporre per secoli è stata quella di un'unica Terra abitata, popolata da uomini al servizio di un unico Dio, unico a sua volta.
Al riguardo va però ricordata l'affermazione di quel Saul persecutore dei cristiani che, da ebreo (pur se poi divenuto cittadino romano con nome di Paolo), ricorda nelle sue "Lettere" che "vi sono molti Dei e molti Signori; ma un solo Dio..."



ISRAELE: I CARRI CELESTI DEGLI ELOHIM

di Alfredo Lissoni

da "UFO Notiziario" Nuova Serie - N. 22 del Luglio/Agosto 2001

Molti testi apocrifi riferiscono di avvistamenti UFO; questi tardi racconti vennero probabilmente distorti, interpretati in chiave mistica e legittimati attribuendoli a figure dell'Antico e Nuovo Testamento. Ma la verità potrebbe essere diversa...

In un precedente articolo abbiamo sottolineato come nei "jewish UFO files", nei racconti ebraici delle origini, abbondassero i riferimenti ad apparizioni UFO nel Medioriente antico. Molte altre apparizioni, decontestualizzate, rilette in chiave mistica ed inserite in un contesto biblico a posteriori, potrebbero celare nuovi sconcertanti episodi.
Pur non appartenendo tutti alla tradizione ebraica, i cosiddetti "vangeli apocrifi" (cioè quelli non riconosciuti come canonici dalla versione dei Settanta) mostrano spunti assai interessanti per gli studiosi di ufologia; va altresì sottolineato che negli ultimi decenni è parere di una élite di studiosi internazionali che almeno il 90% degli scritti neotestamentari rinnegati dalla Chiesa possa godere di una credibilità pari a quella degli scritti ufficializzati. Una simile presa di posizione ha acceso in passato aspre diatribe, e non è un segreto che i vari testi apocrifi, come i Rotoli del Mar Morto esposti negli anni Novanta sia nei musei americani che vaticani, siano stati volutamente celati per molti anni, affinché non ne venisse divulgato il contenuto, esplosivo per gli uni, eretico e deviante per gli altri.
Occorre anche sottolineare che molti di questi testi, che rivelano presunte predicazioni di Gesù o riscrivono molti episodi cronachistici neotestamentari, sono stati effettivamente inventati di sana pianta o inquinati, anche a più riprese nel corso dei secoli con cancellazioni ed aggiunte, da gruppi gnostici e filosofici che nulla avevano a che spartire con l'ebraismo delle origini (esistono addirittura vangeli neoplatonici e musulmani). Le dottrine in essi contenute venivano solitamente attribuite a Gesù per conferire loro maggior credibilità. Aldilà di queste mistificazioni evidenti, non si può peraltro escludere che alcuni episodi cronachistici, come certe apparizioni di nubi volanti o certe "apparizioni", venissero propagandate proprio in questi scritti, ma inserite in un contesto religioso, in quanto interpretate come-manifestazioni soprannaturali.



A BORDO DI UNA NUVOLA
Nella "Torah" è scritto: "Mosè e Giosuè si presentarono nel tabernacolo della testimonianza (l'arca dell'alleanza). li Signore vi apparve nella colonna della nuvola, la quale si posò all'ingresso del tabernacolo. Ora avvenne che, quando i sacerdoti furono usciti dal Santuario, la nuvola riempì la casa di Dio."
E nel "Libro dei Re": "Allora Salomone disse: Il Signore ha detto che Egli abiterebbe nella nuvola"; nel "Secondo Libro dei Paralipomeni": "La casa di Dio fu riempita da una nuvola, ed i sacerdoti non potevano più starvi né fare le loro funzioni a causa della caligine, perché la Gloria del Signore aveva riempito la casa di Dio".
La caligine ritorna anche nel "Libro della Sapienza", quando le tenebre avvolsero gli egizi che opprimevano gli ebrei: "Gli oppressori non erano sicuri neppure nei recessi in cui si rifugiarono, poiché li atterrivano i rumori risonanti dall'alto e apparivano loro lugubri spettri con mesti volti. Non c'era forza di fuoco che potesse far luce; neppure le brillanti fiamme degli astri riuscivano ad illuminare quella notte orrenda. Tutto il mondo era rischiarato da una vivissima luce e attendeva senza impedimento ai suoi lavori. Solamente su di quelli si stendeva una gravosa notte...".
E nell'"Apocalisse" di Giovanni: "E udirono una gran voce dal cielo, che disse loro: Salite quassù. E salirono in una nuvola al cielo e i loro nemici li videro."
Nell'"Apocalisse di Pietro" (apocrifa): "Sopravvenne una grande nube, che si distese sulle nostre teste. Era bianchissima. E portò via Nostro Signore, Mosè ed Elia. E io, Pietro, ne tremai e ne fui turbato. Anche il cielo era aperto."
E nella apocrifa "Apocalisse di Baruc": "E vidi una nube che saliva dal mare, piena di acque bianche, nere e di ogni colore, con qualcosa di simile al lampo sui bordi superiori. E, prima che la nube si dissipasse, caddero acque nere e vi si mescolò del fuoco, che portava rovina e corruzione... Poi vidi il lampo del bordo superiore della nube radunar la nube stessa e lanciarla sulla Terra. Questo lampo divenne luminoso al punto di illuminare tutta la Terra."
Nella visione profetica di Esdra: "Vidi un vento levarsi dal mare e sconvolgerne i flutti. Poi vidi questo vento far uscire dal mare una figura come d'uomo; e quest'uomo volava con le nubi del cielo e ovunque egli volgesse la faccia, per guardare, tutto alla sua vista tremava... Poi vidi tutti coloro che si erano radunati per combatterlo, colti da un grande timore; vidi che egli fece uscire dalla sua bocca come delle ondate di fuoco e dalle sue labbra un soffio infuocato e dalla sua lingua un turbine di scintille, per riversarsi sulla moltitudine degli assalitori, che venivano ad attaccarlo. Tosto io non vidi più che cenere e odor di fumo."
Così la biblica apparizione di #### sul Sinai: "Ecco, lo scendo a te nel denso di una nube. Il Monte Sinai era tutto fumante, perché il Signore era disceso su di esso, nel fuoco; il fumo si elevava come quello di una fornace e il monte si scuoteva violentemente" (secondo i commentatori della "Bereshit Rabba", l'Ente che si manifestò sul Sinai disse di chiamarsi "Anoki, il Signore Dio tuo").
Ancora nel "Protovangeio di Giacomo", concordemente a quanto dicono Matteo (17,5) e Marco (9,7), l'apostolo, descrivendo la nascita di Gesù, precisa: "E si fermarono, Giuseppe e la levatrice, al luogo della grotta, ed ecco una nuvola luminosa che adombrava la grotta. E subito la nuvola si ritraeva dalla grotta, ove apparve una gran luce, sicché i nostri occhi non la potevano sopportare. E poco dopo quella luce si dileguò, sino che apparve il Bambino."
Anche Eva, secondo un libro armeno sull'infanzia di Gesù, sarebbe stata testimone di quei prodigi: "Eva, nostra prima madre, vide una nuvola levarsi al cielo, staccandosi dalla grotta, e alla parte opposta, una luce splendente, che si era fermata davanti alla mangiatoia delle bestie."
Anche Isaia aveva profetizzato che il Signore sarebbe venuto "su lieve nube".
Nel "Vangelo di Efrem il Siro", che preconizza la fine del mondo, si legge: "Allora gli angeli accorreranno da tutte le parti ed eleveranno tutti i santi ed i fedeli, nella Gloria sulle nubi".
Le nubi sarebbero rimaste una costante della cultura ebraica; in una "Illustrazione di favola" del 1483, opera del rabbino Jitzhaq Ben Shelomoh, si vedono cinque persone (rabbino compreso) osservare il passaggio di una sorta di cometa composta da una testa a forma di sole, da un corpo sigariforme a sagoma di nube, ma coperto di stelle e di greche. Si tratta di un disco volante ante litteram?

E NELL'ANTICO TESTAMENTO...
Molti sono i riferimenti ufologici che studiosi come Erich Von Däniken e Ulrich Dopatka ritengono di avere rinvenuto nella versione tedesca dell'Antico Testamento.
Dopatka, nel suo "Lexikon der Prae-Astronautik", cita la visione di Giovanni Apostolo che, nel capitolo 20 dell'Apocalisse, "sempre che non abbia tratto lo spunto da testi più antichi, descrive un suo viaggio spaziale: 'La Terra e il Cielo fuggirono', dice; e poco dopo: 'Vidi un nuovo Cielo ed una nuova Terra, perché il primo Cielo e la prima Terra erano spariti ed anche il mare non c'era più'. Quindi descrive così una città a lui sconosciuta: 'E la città era di oro puro, simile a puro cristallo. E la città non ha bisogno di sole perché la illumina la Gloria di Dio'" conclude Dopatka.
Lo studioso identifica nel misterioso "trono di Dio" descritto altrove dall'apostolo una nave spaziale, che rassomiglia straordinariamente alla "Gloria del Signore" descritta da Enoch (nei testi apocrifi) ed i cui piloti sono identici a quelli della biblica "visione di Ezechiele".
Racconta Giovanni: "Attorno al trono v'era un arcobaleno che a vederlo somigliava ad uno smeraldo; e davanti al trono c'era come un mare di vetro simile al cristallo e in mezzo al trono e attorno al trono quattro creature viventi, piene d'occhi davanti e dietro... Il loro torace somigliava a corazza di ferro e il rumore delle loro ali era simile allo strepito di carri a molti cavalli; dalla loro bocca usciva fuoco, fumo e zolfo..."
Dopatka e Von Däniken sottolineano altresì che il dio di Abramo era solito allontanarsi "levandosi in alto" (Gen. 17,22) e scrivono: "Un dio personificato avrebbe potuto scomparire, svanire, ma non dirigersi verso l'alto, seguendo una rotta ben definita che lo portava nel cosmo".
Per la descrizione dei misteriosi visitatori si appoggiano al racconto che ne fa il profeta Daniele, che avvista "un vegliardo la cui veste era bianca come la neve e i capelli come lana pura; fiamme di fuoco erano il suo trono e le ruote d'esso erano fuoco ardente"; poi fanno notare che Isaia (13,5) così spiega la provenienza degli angeli: "Vengono da lontani paesi, dagli ultimi confini del mondo, a distruggere tutta la Terra".
Infine riportano, traendolo da un testo apocrifo (L'Apocalisse di Baruc) dell'incontro di Baruc con un angelo, sulle rive del Kidron; il misterioso visitatore conduce con sé in cielo il profeta, "dove c'era una corrente che nessuno poteva varcare, neppure il più remoto alito di vento... e mi portò nel primo cielo e mi fece vedere una porta immensa. E noi vi entrammo, come portati dalle ali, percorrendo una distanza pari a trenta giornate di viaggio. E all'interno del cielo mi mostrò una pianura. E vi abitavano uomini che avevano il volto bovino, le corna simili a quelle del cervo, e le zampe come quelle delle capre e i fianchi come quelli degli agnelli."
"Più tardi - commentano i due - l'angelo gli dice che anche questi esseri sono degli angeli (forniti forse di pesanti tute spaziali e di apparecchi respiratori?). Baruc vede inoltre carri a quattro ruote sotto i quali divampa un fuoco; partendo provocavano un rumore di tuono...".
Anche gli Ebrei avevano dunque i loro "vimana"...



LE CONOSCENZE PERDUTE DEGLI EBREI

di Alfredo Lissoni

da "UFO Notiziario" Nuova Serie - N. 23/24 del Settembre 2001

In molti testi ebraici antichi si accenna a visite celesti, tecnologie perdute, scontri apocalittici che potrebbero mascherare antiche visite di UFO, il cui ricordo è conservato in bibbie perdute, quadri e papiri.

In altre due occasioni (negli articoli: "E i dischi volanti scesero su Israele" e "Israele: i carri celesti degli Elohim") abbiamo toccato il tema dei "jewish UFO files", gli antichi resoconti ebraici che trattano di possibili narrazioni UFO.
Nel mio nuovo libro "UFO progetto Genesi" affronto integralmente la questione, passando in rassegna tutta una serie di narrazioni e testi del mondo antico mediorientale, a sostegno di quanto scritto.
Paradossalmente, la moderna tradizione giudaica sembra avere perso ogni legame con una visione "spaziale" degli antichi "jewish files". Quando, nell'aprile del 2001, mi sono rivolto a diversi esperti di cultura ebraica, per sapere quale fosse la loro posizione circa il fenomeno degli UFO o la vita extraterrestre, ho ricevuto solo vaghe risposte; dalle cortesi repliche di chi diceva di non sapere nulla dell'argomento, come le riviste "Shalom" e "Menorah", ai diplomatici inviti a rivolgermi "altrove" (ove peraltro non ho ricevuto risposte) che ho ottenuto dall'Ufficio Nazionale Israeliano del Turismo. Nulla mi ha saputo rispondere in merito la signora Maria Guarini, webmaster del sito "Le Nostre Radici", una web page di cultura interreligiosa ebraica; "purtroppo non sappiamo nulla di ebraismo e UFO", mi ha scritto il responsabile del sito "Morasha", David Piazza (al quale mi ero rivolto su consiglio della Federazione Italia-Israele); il webmaster del sito "Im Nin'alu" mi ha dato invece responso negativo: "In quanto studioso della Torah e della Qabbalah, posso dirle che il fenomeno UFO è da noi considerato una mera speculazione fantascientifica, o frutto di allucinazioni. Comunque, possono esserci dei pensatori ebrei che hanno qualche idea particolare (logicamente, eterodossa)". Gli altri, non mi hanno risposto proprio.
Segno che l'argomento o non interessa o è troppo spinoso perché si dia una risposta ufficiale?
Del resto, tale atteggiamento è comprensibile; nel World Wide Web, aldilà del sito ufologico del serio giornalista israeliano Barry Chamish, esistono decine di pagine Internet contenenti folli speculazioni ed impropri collegamenti tra "jewish files" ed extraterrestri; si tratta spesso di siti magico-esoterici, come l'"Ancient Ones of the Healt", sui tarocchi; o il sito "Watchman" di Greg Killian, ebreo convertito, che negli UFO vede il diavolo; sino al sito del neonazista Ernst Zuendel, patito degli UFO, che immagina strane connections tra alieni, ebrei e dischi volanti nazisti!
Del resto, sui "jewish files" è stato detto e scritto di tutto; il fatto che Erich Von Däniken sottotitolasse il suo best-seller "I carri degli dèi?" con la frase "Dio era un extraterrestre?" non è certo piaciuto alle varie Chiese, nonostante le recenti aperture di molti altri prelati cattolici e shaik musulmani verso la fenomenologia degli UFO (il noto predicatore evangelista americano Malcom Godwin ha pubblicato nel 1990 un libro in cui fa notare la straordinaria somiglianza tra certi alieni e gli angeli).

IL RITORNO DEGLI DEI
L'argomento è peraltro assai spinoso; è oltremodo probabile, se non certo, che molte visite extraterrestri del passato siano state confuse con manifestazioni divine, talvolta angeliche (culto del cargo). A dimostrazione che quelle antiche divinità fossero solo esseri in carne ed ossa, valga la considerazione che, come noi, mangiavano; anzi avevano bisogno proprio dell'uomo per cibarsi. E ci utilizzavano, spesso in lavori di fatica, come interfaccia fra lo Spazio (il "Cielo") e la Terra. Emerge chiaramente, dalla lettura dell'Antico Testamento ebraico, la nostra funzione grazie agli "Angeli nella Creazione", coloro i quali erano incaricati di "mantenere costanti i rapporti fra le creature umane e Dio".
L'aspetto interessante è che questi esseri, un tempo divinità pagane, poi assimilati ad angeli, poi angeli caduti ed infine demoni, siano tornati in scena a partire dagli anni Quaranta, sotto mentite spoglie o mostrandosi in versione tecnologica. E questo grazie ai "contattisti".
Scarsamente considerati dagli ufologi, che li reputano inattendibili, i contattisti trascorrono anni a stilare, come gli antichi profeti, i verbali di comunicazioni con i pretesi extraterrestri. Costoro, quale che sia la reale natura del contatto, si firmano con nomi alquanto esotici: Ashtar Sheran, Firkon, Semjase, Affa, Adoniesis, Itachar, Ptah e via dicendo.
L'ufologia scientifica liquida queste comunicazioni come fantasie compensative, creazioni della mente umana bisognosa di "amici invisibili" consolatori; l'assurdità, la mancanza di omogeneità e spesso la banalità dei messaggi salvifici "rivelati" dai pretesi extraterrestri sovente basta da sola a screditare il fenomeno del contattismo; pure, è curioso notare come i nomi sopra citati trovino tutti un riscontro nelle antichissime religioni europee e medi orientali.
Ashtar Sheran altro non è che l'unione del nome di due dee della mitologiagiudaica premosaica; presentate solitamente in coppia e talvolta fuse ed unificate, Astarte e Asherah erano particolarmente venerate a Gerusalemme e in Samaria. È interessante notare che alcuni studiosi le identifichino nelle bibliche Aholah e Aholibah (Ezechiele, 23,1), ripudiate da Dio perché dedite a pratiche oscene.
Anche Ptah è un nome noto: appare in diverse raffigurazioni egizie, talvolta ribattezzato Chnum; è il dio creatore che modella i corpi umani con la creta su una ruota di vasaio; Semjase (che nelle visioni dei contattisti è una splendida ragazza plejadiana) è palesemente Semeyaza o Semyaza, il capo dei Veglianti ribelli scesi sulla Terra, per corrompere l'umanità secondo alcune versioni; per liberarla dal gioco dell'ignoranza, secondo altre; ovvero, ricopriva lo stesso compito attribuito oggidì a Semjase, che rivelerebbe a diversi contattisti rivoluzionarie cognizioni scientifiche (inapplicabili, però).
Affa è il nome di una divinità demonizzata dal folklore arabo; Adonies, nome noto nei circuiti contattistici italiani, altro non era che uno dei nomi del dio Baal, venerato nell'antichissima città di Byblos come Adon o Adonis (Melkart a Tiro, Esanluh a Sidone); Itachar è il mediorientale dio Istahar, divenuto nella letteratura ebraica, nella "Genesi Rabba" e nello "Zohar Genesi", Issachar, figlio di Lia moglie di Giacobbe, i cui discendenti "possedettero per sempre una spiccata attitudine alla meteorologia e all'astronomia".
É incredibile constatare come questi dèi, demonizzati dall'ebraismo e dal cristianesimo, e dunque privati del loro culto e costretti a scomparire, siano riapparsi nel XX secolo mascherati da extraterrestri, facendo dunque leva su una moda assai in voga negli anni Cinquanta: l'idolatria per i dischi volanti.
Va sottolineata l'incredibile somiglianza tra i nomi degli antichi dèi e quello dei pretesi "comandanti intergalattici" moderni. É impossibile che i moderni contattisti, molti dei quali spesso digiuni di cultura teologica o addirittura di cultura generale, potessero conoscere nomi di antichissime e perdute divinità, nomi riemersi solo recentemente o noti nel ristretto ambiente specialistico archeologico.
Come spiegare dunque il ritorno di queste figure?
L'ipotesi del mito non sembra sufficiente; anzi, parafrasando lo studioso di miti Bill Moyers, "i miti narrano la nostra ricerca, attraverso i secoli, della verità, del senso e del significato"; essi semmai spiegano l'ansia del nostro bisogno di sapere, ma non necessariamente ne sono l'origine. Verrebbe proprio da pensare che questi esseri, dimenticati per millenni, si siano ripresentati ai terrestri in una veste maggiormente accettabile dalla nostra cultura: divinità presso i superstiziosi popoli dell'area mediorientale, futuristici piloti spaziali per le genti dell'era atomica, di Internet, del computer e dell'esplorazione dello spazio. Il tutto in una sorta di "operazione cavallo di Troia", per dirla alla ]ohn Keel. Inutile dire che tale considerazione non ci porta a sapere di più di essi. E, come era inevitabile, diverse confessioni hanno riletto nel ritorno di queste figure una manifestazione del demonio (diavoli erano per il cristianesimo delle origini, carri del diavolo diventano gli UFO per i moderni integralisti religiosi).

LO SCONTRO FINALE
In quest'ottica, la "rivelazione" degli extraterrestri si fonde con il libro detto "Rivelazione", ovvero l'"Apocalisse", nel quadro di uno scontro finale che impegnerebbe esseri celesti e genti della Terra.
Questo mito si sviluppò molto nel Medioevo, dopo che la demonizzazione degli angeli caduti era stata perpetrata e terminata dagli esegeti ebrei e cristiani. Costoro si rifacevano, ad esempio, al testo medievale "Sefer ha-bahir" (o Libro fulgido, XII secolo), in cui si sosteneva che Samma'el il diavolo (padre di Caino e creatore dell'uomo secondo alcuni vangeli apocrifi ebraici e cristiani) sarebbe stato punito alla fine dei tempi, parafrasando un verso di Isaia (24,21): "Il Signore farà .giustizia della 'schiera dei cieli', nei cieli".
Ma già nella precedente "Apocalisse di Baruc" si preconizzava un periodo in cui gli uomini avrebbero visto "un mondo ora invisibile; vedranno un tempo che ora è nascosto loro, un tempo che non li farà invecchiare. Abiteranno sulla cima di questo mondo, saranno simili agli angeli, saranno paragonabili alle stelle."
Scritti di questo tipo influenzarono diversi "veggenti" della Chiesa. Il monaco Ragno Nero profetizzava, nel XVII secolo, che "la Terra sarebbe stata salvata dagli angeli con le ali e dagli angeli senza ali"; nelle "Centurie" dell'abate Ladino si sosteneva inoltre che "gli angeli a cui sarebbe stato affidato di pulire la Terra avrebbero avuto una loro discendenza. E sarà questa discendenza a formare la 'tribù di Saurus'. Le mani dei figli degli angeli saranno segnate dalla luce".
La demonizzazione di questi esseri avvenne nei primi secoli dopo Cristo: gli angeli caduti furono trasformati dagli uomini in diavoli, a poco a poco. Già S. Paolo, nella "Lettera agli Efesini" (6,12), lasciava intendere come il diavolo fosse strettamente collegato agli angeli definiti "Principati e Potestà", nella loro funzione di reggitori dell'universo.

LO STARGATE CELESTE
La concezione ebraica medievale disegna, nel "Talmud Hagigah", un cosmo ripartito in "livelli progressivi di luce"; la casta rabbinica riuscì ad imporre la visione di un cosmo antropocentrico, giocando sul versetto di Isaia (66,1) che riferiva: "Il cielo è il mio trono e la terra lo sgabello dei miei piedi", sottintendendo con ciò che Dio avesse creato solo Cielo e Terra; in origine e in pieno Medioevo circolò parallelamente, presso i gruppi esoterici ed iniziatici, la credenza nei "mille mondi sigillati da Dio con la purezza" (citati nei testi "Idra zutha" e "Idra Rabba"): la nostra Terra era separata dagli universi esterni da un limite fisico, superabile però con una sorta di Stargate (la fisica moderna parla di "whormholes").
Questa concezione è andata perduta a seguito di un'errata traduzione della Genesi (1,6), ove si riferisce che "Dio disse: ci sia un firmamento". Ma la versione originale, sopravvissuta in un testo ebraico altomedievale (commentato nel XII secolo dal mistico Yishaq il Cieco), il "Midrash Konen", avvertiva di "non leggere raqia', firmamento, bensì qeria', strappo".
Attraverso questo "strappo nel cielo", una sorta di varco iperdimensionale, passavano probabilmente le varie razze aliene; il varco metteva in comunicazione la Terra con il resto dell'universo, composto da "mille migliaia di mondi" e con i suoi abitanti, "gli araldi o er'ellim, e gli angeli messaggeri e gli 'ofannim, ed i serafini e gli hashmalim"; ed anche, per il "Masseket AshiIut" o "Trattato sull'emanazione", "le miriadi o shin'annim; i crisoliti o tarshishim; gli ishim o umani, ai quali è preposto Shefanyah; i messaggeri o mal'akim; i pargoli di Dio o bene-Elohim, ai quali è preposto Hofni'el. E Metatron regna su di loro; là si trovano gli spiriti degli uomini e le pietre da guerra, le armate, i carri e i capitani dei cavalieri, come è detto: i carri di Dio sono miriadi, migliaia di migliaia (Salmo 68,18). É il mondo della Realizzazione, dove si trovano gli 'Ofannim..."
Metatron (dal greco metathronos) era l'angelo che "stava dietro il trono" di Dio.
Con lui vi erano in cielo, secondo il Talmud babilonese "Talmud Bavli Masseket Hagigah", i misteriosi hashmal, "creature di fuoco parlanti" che apparivano "in un vento di uragano, in una grande nube ed in un fuoco turbino so che emetteva bagliori all'intorno, ed in mezzo al quale era qualcosa: l'hashmal" (il pilota?); e vi erano cherubini, i misteriosi angeli il cui nome, "keruvim", secondo il rabbino Abbahu proveniva da ke-ravya, "come un fanciullo", perché avevano il viso di un bambino (come certi "Grigi" di oggi...).
Ancora, contrariamente a quanto si crede, i rabbini sapevano bene che i Cieli erano assai distanti dal nostro pianeta, e che un viaggio nello spazio richiedeva secoli (la cosmogonia medievale cristiana riteneva invece gli astri assai vicini a noi). "Dalla Terra ai Cieli c'è un viaggio di 500 anni", riferiscono la "b-Hagigah" e la "Liqquthe Amarim" (Raccolta di detti); quest'ultima parla poi espressamente di "mondi rivelati" e di "mondi nascosti, non rivelati" (citati anche nel "Tiqqune ha-zohar", nell'edizione di Zhitomir).
Nel "Midrash Konen" i mondi venivano anche stimati: 4500 per ogni punto cardinale, ovvero 18.000, tutti abitanti da "angeli" che componevano "le miriadi di miriadi di eserciti". Tutti erano controllati dal "Santo" (identificato con Dio) che, come un abile generale, "ogni giorno andava e veniva per ognuno di questi mondi".
Il testo precisa anche che alcuni di questi esseri si erano installati sulla Terra, nella valle di Gehenna (identificata poi nell'inferno giudaico-cristiano), ove erano stati inviati per punizione gli angeli ribelli capitanati da Samma'el, Qippod e Ngdsgy'l; costoro si trovavano in una zona ben precisa, indicata come "ai margini di Babele", ovvero nell'attuale Irak.
Distinguendo tra i mondi inferiori e quelli superiori, il "Midrash Konen" spiegava che: "sopra il velo (l'atmosfera; N.d.A.) ci sono i Cieli chiamati firmamento, raqia'; là si trovano il Sole e la Luna, stelle ed astri fissi, e gli angeli che li governano".
Questi pacifici Vigilanti sono ben descritti nel trattato "Hagigah", che li presenta come "entità intermedie che amministrano il creato", che arrivano accompagnati da una luce accecante (tipica degli UFO) e che si mostrano come "esseri umani, ma che si muovono con una rapidità ed un'intensità impensabili per gli esseri terreni. Possono avere dimensioni enormi, ma si spostano con la velocità del baleno" (il riferimento alle improvvise accelerazioni degli UFO è evidente); il testo precisa che costoro sono comunque umani: "anche gli angeli sudano; talvolta piangono", con un comportamento decisamente assai terreno. Sanno mimetizzarsi da uomini.
Già nella "Lettera agli Ebrei" (13,2), si legge: "Non trascurate di praticare l'ospitalità giacché alcuni, così, senza saperlo hanno albergato degli Angeli".
Anche il "Libro di Enoch" afferma chiaramente che il popolo del Cielo sapeva, all'occorrenza, rivestire un corpo materiale. E nelle "Haggadah": "Gli spiriti del Cielo risiedono in Cielo, ma gli spiriti della Terra, nati sulla Terra, dimorano in Terra". I loro figli, come Caino, come Noè, sono particolari.
Di Noè le "Haggadah" ci dicono che, nel momento in cui nacque, il suo aspetto era così spaventoso ("i suoi occhi parevano raggi di sole; quando li apri si inondò di luce tutta la casa"), che "suo padre Lamech ne fu sgomento e scappò presso il padre Matusalemme, a cui disse: Ho generato uno strano bambino, che non sembra un essere umano ma un figlio degli Angeli del Cielo. Non è come noi, la sua natura è diversa; i suoi occhi sono come raggi di sole e il suo viso è risplendente. Non mi sembra nato da me ma dagli Angeli, e temo che durante la sua vita si compia sulla Terra un evento prodigioso. Perciò, padre mio, sono venuto a chiederti e implorarti di andare da nostro padre Enoch per apprendere la verità da lui, che dimora tra gli Angeli."

ESOGAMIE ALIENE?
Anche Mosè, a seguito dell'incontro con Dio, divenne improvvisamente come i Ben-Elohim o figli degli dèi, come se fosse stato geneticamente manipolato. Filone Alessandrino lo riteneva "trasformato in una divinità" (in "Vita Mosis" 1,15, e "De sacrificiis Abelis et Caini" 1-10). L'Esodo ci dice effettivamente che egli doveva portare sul viso un velo, che si toglieva quando era in presenza del Signore, perché dopo aver visto la "Gloria di Dio" il suo volto era divenuto "raggiante di luce". S. Paolo presumeva che egli avesse compiuto "un'ascensione al cielo in presenza del Signore".
Anche il volto di Enoch, dopo il rapimento in cielo, subì una trasformazione; il profeta Daniele spiegava così questo curioso processo: "I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento" (Dan. 12,3).
"Una mezza dozzina di pseudoepigrafi dell'Antico Testamento attribuiscono ai loro eroi di avere visitato i Cieli", afferma il biblista Morton Smith.
Nelle "Leggende degli Ebrei" tocca al fido Elizer, servo di Abramo, "varcare da vivo la soglia del paradiso", come pure Abramo stesso viene portato in Cielo. "L'arcangelo Michele calò nuovamente sulla Terra e collocò Abramo su un carro cherubinico, che lo sollevò nell'alto dei Cieli e poi lo condusse sopra una nuvola, insieme a sessanta angeli. Su quel veicolo Abramo sorvolò tutta la Terra e di lassù ne vide ogni cosa, nel bene e nel male".
Lo stesso testo racconta del pagano Labano che, incontrato Dio, "coprì in un sol giorno la distanza stradale che ne richiede sette, e si trovò presso il monte di Galaad".
Anche il cristianesimo delle origini accenna chiaramente ad ascese celesti e soprattutto ad altri mondi abitati, e non da angeli. Si ricordi che lo stesso Gesù, nel Vangelo secondo Giovanni (17,14) si qualificava dicendo "io non sono di questo mondo", e nello stesso testo (versione americana), dichiarava, parlando di "altri", che "io ho anche altre pecore che non sono in quest'ovile; e pure quelle devo raccogliere...". Ciò in quanto "...nella Casa di mio Padre (cioè in Cielo, ovvero nel cosmo) ci sono molte dimore..." (pianeti abitabili?).
Con i grandi esegeti del Cristianesimo (S. Agostino legò il proprio nome al libro "Angelologia") la figura dei "Custodi Celesti" si slegò dall'ebraismo; S. Tommaso d'Aquino parlò così solo di "puri spiriti" e l'apologeta Lacantius, di "Angeli immateriali; che peraltro, paragonati a Dio, appaiono incarnati".
Ma la natura di tali Entità Celesti, alla luce delle manifestazioni ufologiche, resta oggi un problema quanto mai aperto.



GLI ALIENI DELLA SANTA INQUISIZIONE

di Alfredo Lissoni

da "UFO Notiziario" Nuova Serie - N. 30 del Marzo 2002

La lettura degli antichi testi vaticani, finalmente recuperati, svela la possibile presenza di UFO ed extraterrestri anche nel Medioevo e nell"Era Moderna. Scambiati per diavoli" però...

Dopo essermi occupato dei files UFO islamici ed ebraici, in questi ultimi mesi mi sono dedicato allo spinoso argomento dei "Vatican UFO files", ovvero dei documenti antichi, contenenti manifestazioni extraterrestri, custoditi negli archivi ecclesiastici della Chiesa Cattolica.
Si tratta di una ricerca che, in realtà, conduco discretamente da molti anni, prima ancora che come ufologo, come ex bibliotecario ed ex insegnante di religione.
La difficoltà nel reperire il materiale (che è stato raccolto nel libro "UFO i codici proibiti" nota di Edicolaweb) non è tanto legata al riserbo ecclesiastico, quanto alla difficoltà di recuperare quelle fonti di prima mano, come ad esempio verbali dell'Inquisizione, dalle quali era necessario sfrondare interpretazioni di fantasia ed invenzioni pure e semplici.
I documenti ecclesiastici, me ne rendevo conto, potevano celare per gli ufologi molte sorprese; non va dimenticato che dopo la caduta dell'Impero Romano la preservazione del sapere, della cultura, della storia passò nelle mani della Chiesa (grazie a monaci ed amanuensi).
Oltre ad avere saccheggiato le cronache storiche e gli annali, alla ricerca di episodi di avvistamenti UFO, ho passato al vaglio centinaia di verbali inquisitoriali e, scremando le testimonianze contenenti fantasie indotte, ho trovato alcuni resoconti che, pur se attribuiti al diavolo, sembrano mostrare risvolti ufologici.
Mi domandavo difatti se, in alcuni resoconti dell'epoca, il "demonio" altro non fosse una creatura venuta dallo spazio e scambiata (o mascheratasi) per altro, fatti salvi tutti quei casi in cui questi racconti erano parto della fantasia delle streghe o degli inquisitori, o veri e propri abusi compiuti da violentatori mascherati da demoni.
Un primo indizio a favore di questa tesi lo troviamo nelle leggende cristiane d'Italia, ove il demonio, una volta messa a nudo la sua natura non umana (infatti avrebbe amato mostrarsi mascherato in veste talare per corrompere i credenti), è stato spesso immaginato come un "globo di fuoco" affine agli UFO.
In una leggenda senese raccolta da Idilio Dell'Era si racconta del "demonio mascherato da prete" che si aggirava attorno al castello delle Moiane in Siena, all'epoca della contessa Dorilla in pieno Medioevo; scoperto dai monaci mentre stava celebrando una messa blasfema in chiesa, il demonio sarebbe svanito in un globo di fuoco.
Che il "globo di fuoco" non fosse "spirito" è dimostrabile dai boati prodotti e dalla devastazione del tetto della chiesa, alla quale si accenna nei documenti; è altresì curioso il fatto che per secoli la comparsa e scomparsa del demonio sia stata associata all'odore dello zolfo (nel Cinquecento le streghe erano definite "foetentes", maleodoranti) e che in molti casi di avvistamenti UFO i dischi abbiano prodotto un forte odore di ozonizzazione, sotto certi aspetti simile proprio allo zolfo.
Ancora, "fuochi tremolanti sotto il terreno" ove si tenevano i sabba sono citati nei verbali del processo alla strega Helen Guthrie di Forfar, 1661.
É parimenti insolito notare, nelle leggende cristiane, la presenza, in Olanda, della credenza nella "nave di Satana" che percorreva il mare la notte per carpire anime e che sarebbe stata incendiata e distrutta da S. Elmo protettore dei marinai; il rogo della nave, secondo i racconti olandesi, fu in passato la motivazione del perché "il fondo del mare talvolta fa luce di notte".
Come non associare questa ulteriore manifestazione al fenomeno degli UFO subacquei segnalati (e fotografati, come sul Gargano e a Rimini) in tutto il mondo?

L'ALTRA FACCIA DEL MALIGNO
Quanto al diavolo vero e proprio, se leggiamo i verbali dell'Inquisizione scopriamo come, incredibilmente, le descrizioni dell'essere "materiale", quale che ne fosse l'età, fossero tutte perfettamente coincidenti, ai quattro angoli del mondo.
Nelle testimonianze più affidabili ricorreva la presenza di un demone basso, simile ai moderni Grigi, noto come "Puck" o "Pechs" nelle leggende anglosassoni (era tutto nero e con il testone, come gli alieni visti nel 1967 a Cussac, Francia, da alcuni ragazzini); il demone basso ricorreva anche nel trattato di demonologia del francese Jean Bodin, che, sotto il nome di Xafan, presentava una creatura macrocefala e dalle braccia lunghe, antesignano dei Grigi.
Sempre in quegli antichi verbali ho trovato la descrizione di un altro demone che mostra un parallelismo con la letteratura ufologica: era descritto con molte corna, come il chupacabras.
Altre cronache del Nord Europa riferiscono di creature dall'aspetto umano ma nerissime di pelle e con uno o entrambi i piedi fessi; se seguiamo alla lettera quei racconti, essi scendevano da una "nube nera" (un UFO?) e "ballavano" in maniera devastante nei campi di grano ove, a testimonianza del loro passaggio, la gente trovava strane figure circolari (ed in realtà, presumibilmente, si trattava dell'antico fenomeno della formazione di crops circles, attribuiti dalla fantasia popolare contadina all'opera di un diavolo mietitore); ove passavano, sparivano mucche (come nel caso delle moderne mutilazioni animali), che si credeva fossero servite da pasto ai satanisti danzanti. Questi esseri assai spesso penetravano nelle camere da letto di uomini e donne (con le sembianze corrispondenti all'altro sesso) e vi si accoppiavano. A suggello di quell'unione, sul corpo degli umani veniva lasciato un marchio, detto dalla Chiesa "il segno del demonio", ed oggi assimilabile alla "cicatrice da impianto".
Uomini e donne potevano essere rapiti in cielo, passando attraversi camini o muri (sensazione oggi ricorrente nei rapiti dagli UFO). I testimoni dicevano di avvertire l'aria fredda sulla pelle e di vedere la terra dall'alto (come i rapiti); quindi venivano portati al sabba ed infine abbandonati, a volte in stato semiconfusionale e talvolta dopo diversi giorni, anche in luoghi assai lontani dalla loro abitazione.
Ugo d'Heury ha testimoniato nella sua Historia del conte di Macon, "sparito in aria come Romolo" di un processo in Germania dove il magistrato accusatore venne "rapito in cielo dal diavolo".
Nelle miniature quattrocentesche di Johannes Tinctor, facenti parte del "Tractatus contra sectum valdensium", il volo delle streghe era raffigurato sia con le "malefiche" a cavalcioni di una scopa, ma anche con il passaggio di diavoli "volanti" che letteralmente rapivano a forza, in cielo, ignari viandanti, afferrandoli per la vita.
In definitiva, fatte salve le differenze culturali dell'epoca, tutto quanto abbiamo finora letto, l'intero apparato scenico e fantasmagorico delle apparizioni del diavolo sembrava anticipare, in chiave popolare, quello che oggi è lo scenario dei rapimenti UFO.
Così, nel 1911 a Jirinvaara in Carelia, una signora finlandese a nome Anni Lattu scompare misteriosamente da casa, fra l'Epifania e la Pasqua. La sua assenza durò parecchi giorni, tanto da essere notata dalla gente del posto. Quando la donna ricomparve, disse di avere visto una macchina volante simile "ad una vasca da bagno", che era atterrata davanti alla sua casa e dalla quale erano uscite alcune piccole creature, "dei diavoli", che l'avevano sequestrata a forza a bordo del disco. La strana macchina volante si era messa in moto senza far rumore, portando Anni Lattu nello spazio per alcuni giorni.
Inutile aggiungere che l'incredibile storia suscitò la diffidenza dell'auditorio e che Anni venne presa per pazza. Ma è singolare come il resoconto di ciò che si configura essere chiaramente un rapimento UFO ante litteram sia stato inquadrato, agli inizi del XX secolo, in un contesto "demoniaco". Del resto, per il diavolo venne preso l'extraterrestre che uscì in un fascio di luce conica da un disco dinanzi a due attonite guardie forestali finlandesi a Imjarvi il 7 gennaio 1970.

STRANI MARCHI SULLA PELLE
Il collegamento con il fenomeno UFO lo si ha, nei pochi casi selezionati come veramente anomali, da una serie di elementi ricorrenti anche nella letteratura ufologica.
Abbiamo già citato il fatto secondo cui il diavolo potesse apparire collegato alla "nera nube" (speculare dunque alla nube divina); ne testimoniò la strega Margaret Nin-Gilbert di Thurso nel 1719 (in uno degli ultimi processi per stregoneria). Il passaggio della "nube volante" poteva produrre pericolosi effetti fisici su cose e persone, come i moderni UFO che rilasciano radioattività al suolo dopo un atterraggio.
Le cronache francesi riferiscono della "strega" Reine Percheval di Bazuel, un paesino della regione di Cambrésis, che nel 1599 venne condannata perché una delle sue vacche aveva partorito "un vitello nato morto e mostruosamente deforme". La deformità poteva in effetti ricordare l'esposizione alle radiazioni che oggi noi ben conosciamo, ma che all'epoca, evidentemente, valse alla donna l'accusa di essere un'amante del demonio. Due anni dopo nella stessa città venne identificata un'altra strega, la cui fama era ben nota, Aldegonde de Rue, sul cui corpo viene trovato il marchio del diavolo: cinque puntini insensibili al dolore, sulla spalla sinistra.
In effetti, il "marchio di Satana" è troppo simile alle moderne cicatrici sul corpo dei rapiti dagli UFO per non adombrare coincidenze sospette. Gli inquisitori francesi lo descrivono come "un segno minuscolo, insensibile al dolore, spesso evidenziato da una callosità o da una verruca o da un piccolo graffio"; per quelli inglesi era invece un capezzolo soprannumerario. Di tale "segno" parlò, nei verbali, lo stregone William Burton, processato ad Edimburgo verso il 1655.
"Nei primi processi inglesi - ha commentato la studiosa Margareth Murray - le streghe confessarono di essersi punte le mani o il volto e di aver dato ai famigli il sangue, ma in quelli più recenti si diceva che il famiglio stesso succhiava il sangue della strega. Secondo la credenza popolare le streghe avevano più capezzoli (il che è clinicamente spiegabile con una malattia congenita, l'ipertelorismo; N.d.A.); il capezzolo soprannumerario era un tratto caratteristico delle streghe inglesi e veniva provocato da tale suzione".
Curiosamente anche in un episodio di rapimento UFO verificatosi a Puebla, in Messico, nel 1971, il rapito di turno si trovò sul corpo, a seguito dell'esperienza, molti capezzoli.
L'estrazione del sangue ricorre in diversi moderni casi di abductions (rapimento UFO): a Burzaco in Argentina, il 4 ottobre 1972, Gilberto Gregorio Cossioli venne sottoposto a prelievo da alcuni alieni alti due metri e mezzo, che lo avevano bloccato in un sedile circolare; in un caso del 13 gennaio 1979, a Santiago del Estero, i rapitori alieni di Marcos Suarez si lasciarono dietro le spalle "un acre odore di zolfo"; il 16 giugno 1980 a Rosario quattro nanerottoli di mezzo metro rapirono il falegname Juan Gomez; lo avrebbero sequestrato per due settimane su un disco e, scrisse la stampa, lo avrebbero "rilasciato lontano da Rosario e con un punto nero sull'indice destro, come se qualcuno gli avesse prelevato del sangue".

I CERCHI NEL GRANO
La comparsa dei crop circles, poi, nel corso dei secoli fu spesso associata al demonio, a maggior ragione quando, allora come ora, essi si formavano accanto a "cromlech" (complessi megalitici pagani), come è accaduto ad esempio nei tempi moderni accanto al celebre sito di Stonehenge, in diverse occasioni. Di questa idea si è detto convinto il prof. Terence Meaden, che ritiene che i monumenti eretti nel Neolitico altro non fossero che il tributo dedicato ai crop circles dell'epoca.
Dalla lettura degli antichi verbali processuali apprendiamo che proprio accanto ai cromlech era solito manifestarsi quello che veniva preso per il diavolo: accanto ad un menhir (una pietra monolitica di un cromlech) Jonet Miller di Edimburgo incontrava il demonio, "in forma di giovane", nel 1661.
Scrive lo studioso Grillot de Givry: "Il sabba avveniva tra i menhir di Carnac in Bretagna; sul Blocken tedesco, nella chiesa pagana di Blokula in Svezia, sul Puy de Dame in Auvergne".
Anche le streghe francesi, come Estebène de Cambrue, del distretto di Amou (1567) lo incontravano su una gran pietra, attorno alla quale dovevano danzare. Come nei casi inglesi, il "diavolo" era un uomo nero, vestito di scuro, secondo alcune versioni addirittura con sei-otto corna in testa (dunque abbiamo a che fare con un'iconografia differente da quella tradizionale, e che ricorda alla mente il già citato chupacabras).
Tra l'altro, secondo la testimonianza di Silvain Nevillon, processato ad Orléans nel 1614, il "diavolo" apparso al sabba disse di chiamarsi Orthon, come uno degli extraterrestri che si sarebbero manifestati al contattista americano George Adamski nel 1950...

RAPPORTI ESOGAMICI
Anche nei casi francesi i diavoli entravano nelle camere da letto. Una di due sorelle processate nel 1652 disse che "il diavolo era entrato nella sua camera da letto dalla finestra; aveva forma di gatto e si era trasformato in un uomo vestito di rosso".
Lo stregone Andro Man di Aberdeen confessò, nel 1597, di avere avuto rapporti, sessant'anni prima e a casa di sua madre, "con il diavolo in forma di donna, chiamata la regina degli Elfin". L'unione avvenne quando Andro era chiaramente un giovane (elemento ricorrente in molti casi di abductions; si pensi a Villas Boas); da quell'unione sarebbe nato un bambino, in seguito portato via dall'essere.
Che nel caso delle visioni aliene delle streghe non si trattasse di semplici allucinazioni, o soltanto di allucinazioni, è testimoniato anche dall'Assempro 38 di fra Filippo degli Agazzari, che spiega come il realtà il "volo" fosse più che reale (e talvolta persino con risvolti tragici; in tutto e per tutto identico alle moderne abductions tramite raggi di luce traenti): "Vi fu un uomo che per avere sette denari si dette al diavolo; un diavolo che, in quelle occasioni, appariva in figura umana e che, quando fu il momento di riscuotere, trascinò con sé in alto il malcapitato. E il diavolo allora lo portò in aria, in tanta altezza, che la moglie sua non lo poteva più vedere. E dopo questo se ne portò l'anima sua, e il corpo lasciò cadere in terra."
In un verbale dei processi della Val di Fiemme, datato 21 gennaio 1505, si racconta della "strega" Margherita di Cavalese che "veniva portata in volo per più di mille miglia sopra il monte Val, giù ai mulini, sopra le fontane" e che, assieme ad alcuni compari, mutilava e mangiava le vacche di un contadino di Moena.
I diavoli potevano rapire gli umani anche per molti giorni. Isobel Haldane di Perth, Australia, disse nel 1607 di essere stata condotta dal diavolo "in un colle ove abitavano le fate e di esservi rimasta tre giorni da giovedì a domenica alle ore 12", finché incontrò un demone dalla barba grigia che la riportò indietro.
Nei verbali dei processi della Val di Fiemme, in Trentino, lo stregone Giovanni Delle Piatte racconta, il dicembre 1504, dei suoi incontri con il diavolo in forma di "grande frate nero, vestito di nero". Il "fratone nero" era solito rapire i suoi adepti - non viene spiegato bene come - trasportandoli in attimo oltre il lago; li introduceva nella cavità di una montagna, dove bisognava passare una porta che si apriva e chiudeva da sola e in fretta, e appena si apriva bisognava saltare dentro in fretta, altrimenti si veniva schiacciati e ridotti in polvere (non sembra un moderno racconto di fantascienza?; N.d.A.). Là un altro diavolo, dall'aspetto umano e persino con un nome terrestre, Eckart, "avvertiva le persone che non dovevano fermarsi più di un anno, altrimenti non potevano più uscire".
Delle Piatte raccontava di avere "fatto il giro di tutto il mondo in cinque ore" a bordo di "cavalli neri", di sapere di "streghe che possono causare tempeste con il diavolo loro signore", del furto di buoi che venivano mutilati per servire da cibo per le streghe (il che ci ricollega al fenomeno delle mutilazioni animali aliene).
Un'altra strega della Val di Fiemme, processata con Delle Piatte, Margherita Tesadrello di Tesero, aggiungeva che i "buoi venivano consumati entro un cerchio" e che a volte, a seguito di quegli incontri, lei accusava strani effetti fisici che, a differenza delle normali malattie, la segnarono per tutta la vita: "Rimasi ammalata otto giorni e da allora fino a presente non ho più avuto la testa a posto".
A partire dal XVIII secolo la colpa dei voli notturni e delle sparizioni di persone passò dal demonio alle fate. Nel 1673, si scrisse, il dottore inglese Alan Moore venne "portato via dalle fate" sotto gli occhi di due testimoni. Le "fate" vennero ritenute responsabili di altre sparizioni nel 1691 e nel 1845. Ma la realtà, come abbiamo visto, era assai diversa...


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La Torah e la vita extraterrestre



Uno degli aspetti unici del Giudaismo è la sua universalità di vasta portata. Non solo il Giudaismo fornisce una lezione per ogni essere umano, ma i suoi insegnamenti si estendono ai confini stessi dell’Universo.
Si tratta di un assioma del Giudaismo il quale afferma che l’intero Universo è stato creato per il bene dell’uomo. In un punto, il Talmud calcola che ci sono alcune (dieci elevato alla diciottesima potenza) stelle dell’Universo osservabile, e afferma esplicitamente che sono state tutte create per il bene dell’uomo. Inoltre va ad affermare che tutti gli angeli e mondi spirituali esistono anche solo per questo scopo.Naturalmente, questo pone immediatamente una domanda che molti trovano molto difficile. Come è possibile che l’uomo, che vive su un granello di polvere chiamato pianeta Terra, dovrebbe essere il centro dell’Universo? I nostri Saggi hanno realizzato il vasto numero di stelle nell’Universo, e anche reso conto che molte di esse erano di ordine di grandezza maggiori della Terra (Maimonide – Fondamenti della Torah 3:8).
… Dovrebbe essere abbastanza semplice da capire che la dimensione e la quantità da sole sono prive di significato a un Dio infinito. Non c’è assolutamente alcun dubbio che il cervello umano sia di gran lunga più complesso di quanto lo sia la più grande galassia, e, inoltre, che contiene più informazioni di tutto l’Universo osservabile inanimato. Oltre a ciò, l’uomo è dotato di un’anima divina che sovrasta persino le più alte gerarchie di angeli.
Anche se la creazione di un tale vasto Universo per il bene dell’uomo non sfida la logica, abbiamo ancora bisogno di cercare una ragione per la sua necessità. Alcune fonti affermano che contemplando la grandezza dell’Universo, si può cominciare a capire di Dio, e in tal modo temerlo tanto di più (Maimonide – Fondazioni della Torah 2:2).

Tuttavia, se si parla della possibilità di vita extraterrestre, dobbiamo approfondire la questione un pò di più.

LA QUESTIONE DEL LIBERO ARBITRIO

Uno dei primi a discutere la questione della vita extraterrestre in generale fu il Rabbino Chasdai Crescas (Or Hashem 4:2). Dopo una lunga discussione, giunse alla conclusione che non c’è nulla nella teologia ebraica che precluda all’esistenza di vita su altri mondi. Come possibile evidenza per la vita extraterrestre, cita l’insegnamento Talmudico (Avoda Zara 3b) che “Dio vola attraverso 18.000 mondi“.
Dal momento che si richiede la sua Provvidenza, si può supporre che essi siano abitati.Naturalmente, questa citazione Talmudica non è un mezzo assoluto di prova, perché può riferirsi a mondi spirituali, di cui un numero infinito è stato creato.
Si potrebbe anche tentare di sostenere questa opinione dal versetto (Salmi 145:13), “Il tuo regno è un regno di tutti i mondi“. Tuttavia, anche qui, può anche essere che si stia parlando di universi spirituali.Di parere esattamente opposto è quello del Rabbino Yosef Albo, autore dello “Ikkarim“. Egli afferma che, poiché l’Universo è stato creato per il bene dell’uomo, nessun altro può esistere in possesso di libero arbitrio. Dal momento che ogni vita extraterrestre sarebbe non in possesso del libero arbitrio, né in grado di servire una creatura con il libero arbitrio (come gli animali e le piante terrestri servono ad un uomo terrestre), non avrebbero ragione di esistere e quindi del tutto superflue.
Si potrebbe portare un pò di supporto al secondo parere proveniente dalla dottrina Talmudica che ogni terra in cui non è stata decretata per l’uomo di viverci, non è mai stata in seguito abitata. Tuttavia, in questo caso, non è la prova assoluta, dal momento che questo può solo fare riferimento al nostro pianeta.

LA STELLA DI MEROZ

Tra questi due estremi, troviamo il parere del Sefer Habris che afferma che la vita extraterrestre esiste, ma che non possiede il libero arbitrio. Quest’ultimo è di possesso esclusivo dell’uomo, per il quale l’Universo è stato creato. I 18.000 mondi accennati in precedenza, a suo parere, sono mondi fisici abitati. La prova che egli porta per la sua tesi è più geniale. Nella canzone di Deborah, troviamo il versetto, “Maledetto è Meroz … maledetti sono i suoi abitanti” (Giudici 5:23). Nel Talmud, troviamo l’opinione che Meroz è il nome di una stella. In base a tale parere, il fatto che la Scrittura affermi, “Maledetto è Meroz … maledetti sono i suoi abitanti” è la prova evidente di vita extraterrestre, direttamente dalle parole provenienti dei nostri Saggi.
Naturalmente, anche questa prova è soggetta a confutazione, per lo Zohar segue anche l’opinione che Meroz sia una stella, ma si afferma che la frase “i suoi abitanti” si riferisca al suo “campo“, cioè, molto probabilmente, per i pianeti che la circondano.
Tuttavia, il semplice significato del versetto sembra supportare il parere del Sefer Habris.Il Sefer Habris continua a dire che non dovremmo aspettarci che le creature di un altro mondo assomiglino alla vita terrestre, non più di quanto le creature marine rassomiglino a quelle della terraferma.
Inoltre egli afferma che, anche se le forme di vita extraterrestri possono possedere l’intelligenza, di certo non possono avere la libertà della volontà. Il secondo elemento è un esclusivo attributo dell’uomo, a cui è stata data la Torah e i suoi comandamenti.
Egli dimostra la tesi sulle basi della sopra menzionata dottrina Talmudica, la quale afferma che tutte le stelle dell’Universo osservabile sono state create per il bene dell’uomo.

ALI PER FUGGIRE DALLA TERRA

… La premessa di base della esistenza di vita extraterrestre è fortemente sostenuta dallo Zohar. Il Midrash ci insegna che ci sono sette terre. Anche se l’Ibn Ezra cerca di sostenere che queste si riferiscono ai sette continenti, lo Zohar afferma chiaramente che le sette terre sono separate da un firmamento e sono abitate. Anche se non sono abitate dall’uomo, sono il dominio di creature intelligenti. Troviamo pertanto la tesi di base del Sefer Habris, supportate da una serie di chiare dichiarazioni dei nostri Saggi. Ci possono anche essere altre forme di vita intelligente nell’Universo, ma forme di vita del genere non hanno il libero arbitrio, e, pertanto, non hanno una responsabilità morale.

La libertà di volontà, tuttavia, non è affatto una quantità osservabile. Anche nell’uomo, la sua esistenza è stata oggetto di accesi dibattiti dei filosofi laici. Infatti, la prova principale che l’uomo ha davvero il libero arbitrio deriva dal fatto che Dio gli ha dato la responsabilità morale, vale a dire la Torah. E’ in questo sublimare, ancora di qualità non osservabile, che l’uomo è unico.Tuttavia, se si assume che questo possa essere vero, ci sarebbe utile tornare alla questione fondamentale del Rabbino Yosef Albo, accennata in precedenza: se tali creature non hanno alcuna utilità per l’uomo, qual’è la loro ragione d’esistere?

Troviamo una risposta più affascinante a questa domanda nello Tikunei Zohar.
Parlando del versetto (Canto dei Canti 6:8), “Mondi senza numero“, nello Tikunei Zohar si afferma: “Le stelle sono certamente senza numero, ma ad ogni stella si richiama un mondo separato. Questi sono i mondi innumerevoli...”.
Inoltre nello Tikunei si afferma che ogni Tzaddik (persona onesta) regnerà su di una stella, e quindi in possesso di un mondo per se stesso. Il quesito dei 18.000 mondi menzionati sopra sarebbe pertanto risolto dichiarando che il numero di stelle, sopra presieduto dai 18.000 Tzaddikim, viene accennato nel versetto (Ezechiele 48:35), “Intorno a Lui sono 18.000.” Tuttavia, essi possono fare riferimento solo a questi mondi visitati quotidianamente dalla presenza divina, ma ci possono essere innumerevoli mondi per lo Tzaddikim minore.Abbiamo dunque un motivo più affascinante per cui sono state create le stelle, e perché contengono forme di vita intelligente. Dal momento che una Terra sovrappopolata non darà l’ampiezza dello Tzaddikim di cui hanno bisogno, ad ognuna sarà dato il suo pianeta, con tutta la sua popolazione per migliorare la sua crescita spirituale.
Una volta che sappiamo che le stelle e i loro pianeti sono stati creati come una dimora per lo Tzaddikim, viene naturalmente spontaneo chiedersi come saranno trasportati ad essi. Tuttavia, il Talmud fornisce anche una risposta a questa domanda.
Discutendo il passaggio (Isaia 40:31), “Essi si alzano in volo come aquile”, il Talmud afferma che nel mondo futuro, Dio concederà le ali Tzaddikim per fuggire dalla Terra.

Lo Zohar fa un passo avanti e afferma che “Dio darà loro ali per volare attraverso l’intero Universo“.
In un certo senso, questo insegnamento prevede l’avvento dei viaggi nello spazio. Ma più di questo, ci fornisce almeno uno dei motivi per cui il volo spaziale sarebbe inevitabile come parte del preludio dell’era messianica. Questo, naturalmente, potrebbe portarci ad una discussione generale del ruolo della tecnologia moderna nella prospettiva della Torah, un lungo argomento a sé stante.
[




Edited by barionu - 22/4/2023, 15:49
 
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michaela
icon13  CAT_IMG Posted on 21/8/2017, 06:54









Buon Giorno a voi tutti

:alienff:



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“Extraterrestri nelle Sacre Scritture”

L’esistenza di Extraterrestri, di esseri multidimensionali, di umanità che sono esistite prima di noi e di altre cose misteriose, è perfettamente compatibile con Dio. Effettivamente è illogico pensare che Dio avesse detto che il nostro è il solo mondo abitato e questo lo sapevano
pure molti personaggi biblici, come San Paolo che in una lettera agli Ebrei parla di mondi abitati.

Sono tanti gli studiosi e ricercatori a sostenere che nella Bibbia e negli altri testi antichi si fa continuamente riferimento ad astronavi varie che sono descritte come meglio potevano dei popoli senza cognizioni scientifiche come nuvole luminose, carri volanti, colonne di fuoco e sfere di fuoco, non sono altro che dischi volanti, sigari volanti, sfere volanti........Infatti sin dall’antichità della storia dell’ universo, esistevano esseri spirituali e carnali che servivano Dio con dovizia ed erano chiamati Angeli che in ebraico significa Messaggeri i quali sono Esseri provenienti 4
da altri sistemi solari e da altri pianeti.

Nelle Sacre Scritture, come in altri testi sacri, sono presenti numerosissime descrizioni di astronavi E.T. fatte con le conoscenze dell’epoca,
le quali sorprendono per la loro precisione descrittiva, tale che le descrizioni di tali astronavi sono perfettamente coincidenti con le astronavi che vengono scientificamente documentate negli ultimi secoli.
I veicoli UFO nelle Sacre Scritture sono descritti come: il carro di fuoco ed il turbine che portano in cielo il profeta Elia, la gloria di Dio che appare nel deserto al patriarca Ezechiele e la balena che per tre giorni e tre notti ingoia Giona senza digerirlo (con all’interno portali, finestre e lampade sospese), la misteriosa colonna di fuoco (che di giorno assomiglia ad una nube) che indica a Mosè e agli ebrei la via dell’esodo, l’astronave madre sigariforme al cui passaggio si aprono le acque del mar delle Canne, il quale altro non era che una palude (quindi non il mar Rosso: secondo alcuni studiosi l’errore è dovuto ad una errata traduzione).

Poi vi è il mostro marino o serpente alato Leviatan, che viene descritto come un veicolo cilindrico capace di muoversi in cielo come una specie
di portaerei per lanciare ordigni più piccoli, ed in acqua come un mezzo anfibio.
E ancora, centinaia di citazioni, tra cui serpenti piumati, perle, turbi, carri celesti e nuvole: tutti UFO descritti come meglio potevano persone di quei tempi.

La Bibbia parla di patriarchi, come Enoch, che vengono presi in cielo da oggetti volanti misteriosi, e dell’apparizione ripetuta di uomini misteriosi al servizio di Dio che sono dotati di alta tecnologia, come dimostra l’episodio in cui questi uomini misteriosi colpiscono con raggi abbaglianti delle persone spregevoli che volevano entrare in casa di Lot.

Nei libri apocrifi di Enoch, si parla di Enoch che viene portato nello spazio da astronavi ed incontra Angeli astronauti, che gli mostrano la terra vista dallo spazio, ed altri esseri “bianchi” simili ma non uguali agli uomini (probabilmente gli E.T. "Grigi").
Così Abramo vide di notte passare su un punto preciso due misteriosi veicoli che egli descrisse come una fiaccola ardente e un forno fumante,
in pratica un classico UFO tubolare luminoso ed un ancor più classico disco volante luminoso con la famosa nebbiolina che lo circonda.

Così il profeta Ezechiele sul fiume Kebar commentava un disco volante con le conoscenze dell’epoca:
una nuvola con dentro una ruota con sopra una cupola e con sotto dei carrelli di atterraggio.
Così il profeta Isaia vide dischi volanti fare ritorno all’astronave-madre, come colombi che volano al loro sportello.

Poi anche nel Nuovo Testamento troviamo gli UFO menzionati nel Vangelo, negli Atti degli Apostoli, nella lettera ai Tessalonicesi
e nell’ Apocalisse.

Sempre riferendoci agli antichi testi sacri, probabilmente Dio, o meglio, chi ne faceva le veci ha interferito direttamente con
l’evoluzione umana fino a che l’uomo potesse raggiungere uno sviluppo del cervello sufficiente affinché si potesse istruire nelle arti,
nei mestieri e nelle scienze.
Sembra quasi che l’uomo abbia subito un processo di addomesticamento esterno (ed è dimostrato che non ci si può auto-addomesticarsi), iniziato milioni di anni fa.

Eugenio Siragusa che è stato tra i piu' grandi Contattati da questi meravigliosi Esseri, ci conferma che l'uomo discende dal Serpente Piumato Dorato.
“I signori della luce discesero sulla terra; il loro compito: generare.
Ed essi scelsero un dinosauro acquatico di medie dimensioni, creatura sensibile ed astuta, il serpente piumato, possessore delle qualità prime
per iniziare l’ascesa evolutiva.” Il serpente piumato dorato, dinosauro acquatico di modeste dimensioni (6-7 metri), è il generatore delle strutture biofisiche iniziali del corpo che oggi l’uomo possiede.
Mammifero androgino, il suo elemento esistenziale è l’acqua, prima che si iniziasse la lenta metamorfosi e quindi lo sviluppo degli organi necessari per il nuovo adattamento sulla terraferma.

La ragione del nostro essere, del nostro esistere, del nostro operare, è scaturita da una precisa esigenza di cosmica natura difficilmente
recepibile da chi si ostina a credere che tutto sia casuale.

La Verità è che l’uomo è, perché raggiungesse la meta che gli è stata predestinata sin dal suo nascere: essere realmente l’immagine del Creatore per continuare la grande opera del divenire eterno del cosmo.
Nel corso dei millenni il Serpente Piumato, grazie sempre ai continui interventi degli Elohim , assume sempre di più la forma umana fino a diventare uomo sapiens, cioè possessore di una genetica informativa con altissimi valori morali, spirituali e scientifici.
Sulla Bibbia (Genesi, 6:2) c'è scritto: “I figli di Dio si sono innamorati delle figlie degli uomini e le hanno fecondate” e possiamo collocare questo straordinario intervento degli extraterrestri, per volontà suprema degli Elohim quando le quattro razze provenienti da Orione, Procione, Alpha Centauri e Pleiadi varcarono il grande sconfinato oceano dello spazio e di raggiungere l’attuale sistema solare, con un fine ben preciso ed
istruito dagli Astrali: innestare la nuova genetica all’uomo del pianeta Terra.

Uno dei tanti episodi della Bibbia che presenta un intervento di Esseri non di questo pianeta e' quando ci fu la distruzione di Sodoma e Gomorra quando un giorno ad Abramo apparvero due o tre “uomini “che gli dissero di voler verificare di persona se era il caso provvedere a tale intervento. Quegli uomini erano “angeli”?? Gli Angeli di puro spirito non possono materializzarsi e quegli esseri erano fatti di carne ed ossa, che addirittura mangiano il cibo umano offerto loro da Abramo. Quando questi Esseri andarono a Sodoma, incontrarono Lot il quale invitò loro nella sua casa e quegli accettarono, ma dopo un po’ vennero degli abitanti di Sodoma, i quali volevano in consegna quegli esseri umanoidi. Lot si mise sulla porta di casa per cercare di non farli entrare, ma la folla si avventò contro di lui. Allora gli umanoidi tirarono dentro Lot e colpiscono con un “raggio abbagliante” gli assalitori. Passato il pericolo, Lot fu avvisato dagli ospiti umanoidi che doveva scappare perché essi avrebbero distrutto (rigenerata) la città a breve.

Un'altro avvenimento che testimonia chiaramente la LORO esistenza e la stella di Natale che condusse i tre magi dall’Oriente verso la Palestina.......La stella cometa era un astronave e non un elemento astronomico o sovrannaturale.
Infatti, l’oggetto è rimasto in cielo per mesi e mesi, spostandosi da un luogo all’altro per guidare separatamente i tre magi nel loro viaggio.
Inoltre la “stella” viaggiava mantenendosi sempre bassa sull’orizzonte ed emettendo luce solo verso i magi, altrimenti sarebbe stata notata dagli astronomi del tempo poi l’oggetto luminoso volava poco sopra le teste dei magi e si fermò sopra il luogo della natività.

Anche Gesù stesso dopo essere risorto, stette per un certo periodo tra gli Apostoli.
Dopo aver dato le ultime istruzioni agli Apostoli, Gesù si allontano' sali' su una nube e lo porto' via....
e secondo voi quella era una nube vera??.....anch'essa era un'astronave.......
Mentre gli Apostoli guardavano la “nube” che si allontanava in cielo, apparvero due Esseri vestiti di bianco
indovinate chi erano?)che dissero agli Apostoli che Gesù era stato assunto in cielo ed un giorno tornerà allo
stesso modo in cui lo avevano visto andare in cielo.

Cosi' quando Gesù tornera' vedremo con i nostri occhi se il mezzo che lo trasporta è una nube o qualcos' altro!!
.....cosi' capiremo la sua vera identita''!!



PACE


IL CONSOLATORE

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Edited by barionu - 7/3/2021, 09:39
 
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CAT_IMG Posted on 22/4/2023, 14:46
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La Torah e la vita extraterrestre

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Uno degli aspetti unici del Giudaismo è la sua universalità di vasta portata. Non solo il Giudaismo fornisce una lezione per ogni essere umano, ma i suoi insegnamenti si estendono ai confini stessi dell’Universo.

Si tratta di un assioma del Giudaismo il quale afferma che l’intero Universo è stato creato per il bene dell’uomo. In un punto, il Talmud calcola che ci sono alcune (dieci elevato alla diciottesima potenza) stelle dell’Universo osservabile, e afferma esplicitamente che sono state tutte create per il bene dell’uomo. Inoltre va ad affermare che tutti gli angeli e mondi spirituali esistono anche solo per questo scopo.Naturalmente, questo pone immediatamente una domanda che molti trovano molto difficile. Come è possibile che l’uomo, che vive su un granello di polvere chiamato pianeta Terra, dovrebbe essere il centro dell’Universo? I nostri Saggi hanno realizzato il vasto numero di stelle nell’Universo, e anche reso conto che molte di esse erano di ordine di grandezza maggiori della Terra (Maimonide – Fondamenti della Torah 3:8).

… Dovrebbe essere abbastanza semplice da capire che la dimensione e la quantità da sole sono prive di significato a un Dio infinito. Non c’è assolutamente alcun dubbio che il cervello umano sia di gran lunga più complesso di quanto lo sia la più grande galassia, e, inoltre, che contiene più informazioni di tutto l’Universo osservabile inanimato. Oltre a ciò, l’uomo è dotato di un’anima divina che sovrasta persino le più alte gerarchie di angeli.

Anche se la creazione di un tale vasto Universo per il bene dell’uomo non sfida la logica, abbiamo ancora bisogno di cercare una ragione per la sua necessità. Alcune fonti affermano che contemplando la grandezza dell’Universo, si può cominciare a capire di Dio, e in tal modo temerlo tanto di più (Maimonide – Fondazioni della Torah 2:2).

Tuttavia, se si parla della possibilità di vita extraterrestre, dobbiamo approfondire la questione un pò di più.



LA QUESTIONE DEL LIBERO ARBITRIO

Uno dei primi a discutere la questione della vita extraterrestre in generale fu il Rabbino Chasdai Crescas (Or Hashem 4:2). Dopo una lunga discussione, giunse alla conclusione che non c’è nulla nella teologia ebraica che precluda all’esistenza di vita su altri mondi. Come possibile evidenza per la vita extraterrestre, cita l’insegnamento Talmudico (Avoda Zara 3b) che “Dio vola attraverso 18.000 mondi“.

Dal momento che si richiede la sua Provvidenza, si può supporre che essi siano abitati.Naturalmente, questa citazione Talmudica non è un mezzo assoluto di prova, perché può riferirsi a mondi spirituali, di cui un numero infinito è stato creato.

Si potrebbe anche tentare di sostenere questa opinione dal versetto (Salmi 145:13), “Il tuo regno è un regno di tutti i mondi“. Tuttavia, anche qui, può anche essere che si stia parlando di universi spirituali.Di parere esattamente opposto è quello del Rabbino Yosef Albo, autore dello “Ikkarim“. Egli afferma che, poiché l’Universo è stato creato per il bene dell’uomo, nessun altro può esistere in possesso di libero arbitrio. Dal momento che ogni vita extraterrestre sarebbe non in possesso del libero arbitrio, né in grado di servire una creatura con il libero arbitrio (come gli animali e le piante terrestri servono ad un uomo terrestre), non avrebbero ragione di esistere e quindi del tutto superflue.

Si potrebbe portare un pò di supporto al secondo parere proveniente dalla dottrina Talmudica che ogni terra in cui non è stata decretata per l’uomo di viverci, non è mai stata in seguito abitata. Tuttavia, in questo caso, non è la prova assoluta, dal momento che questo può solo fare riferimento al nostro pianeta.



LA STELLA DI MEROZ

Tra questi due estremi, troviamo il parere del Sefer Habris che afferma che la vita extraterrestre esiste, ma che non possiede il libero arbitrio. Quest’ultimo è di possesso esclusivo dell’uomo, per il quale l’Universo è stato creato. I 18.000 mondi accennati in precedenza, a suo parere, sono mondi fisici abitati. La prova che egli porta per la sua tesi è più geniale. Nella canzone di Deborah, troviamo il versetto, “Maledetto è Meroz … maledetti sono i suoi abitanti” (Giudici 5:23). Nel Talmud, troviamo l’opinione che Meroz è il nome di una stella. In base a tale parere, il fatto che la Scrittura affermi, “Maledetto è Meroz … maledetti sono i suoi abitanti” è la prova evidente di vita extraterrestre, direttamente dalle parole provenienti dei nostri Saggi.

Naturalmente, anche questa prova è soggetta a confutazione, per lo Zohar segue anche l’opinione che Meroz sia una stella, ma si afferma che la frase “i suoi abitanti” si riferisca al suo “campo“, cioè, molto probabilmente, per i pianeti che la circondano.

Tuttavia, il semplice significato del versetto sembra supportare il parere del Sefer Habris.Il Sefer Habris continua a dire che non dovremmo aspettarci che le creature di un altro mondo assomiglino alla vita terrestre, non più di quanto le creature marine rassomiglino a quelle della terraferma.

Inoltre egli afferma che, anche se le forme di vita extraterrestri possono possedere l’intelligenza, di certo non possono avere la libertà della volontà. Il secondo elemento è un esclusivo attributo dell’uomo, a cui è stata data la Torah e i suoi comandamenti.

Egli dimostra la tesi sulle basi della sopra menzionata dottrina Talmudica, la quale afferma che tutte le stelle dell’Universo osservabile sono state create per il bene dell’uomo.



ALI PER FUGGIRE DALLA TERRA

… La premessa di base della esistenza di vita extraterrestre è fortemente sostenuta dallo Zohar. Il Midrash ci insegna che ci sono sette terre. Anche se l’Ibn Ezra cerca di sostenere che queste si riferiscono ai sette continenti, lo Zohar afferma chiaramente che le sette terre sono separate da un firmamento e sono abitate. Anche se non sono abitate dall’uomo, sono il dominio di creature intelligenti. Troviamo pertanto la tesi di base del Sefer Habris, supportate da una serie di chiare dichiarazioni dei nostri Saggi. Ci possono anche essere altre forme di vita intelligente nell’Universo, ma forme di vita del genere non hanno il libero arbitrio, e, pertanto, non hanno una responsabilità morale.

La libertà di volontà, tuttavia, non è affatto una quantità osservabile. Anche nell’uomo, la sua esistenza è stata oggetto di accesi dibattiti dei filosofi laici. Infatti, la prova principale che l’uomo ha davvero il libero arbitrio deriva dal fatto che Dio gli ha dato la responsabilità morale, vale a dire la Torah. E’ in questo sublimare, ancora di qualità non osservabile, che l’uomo è unico.Tuttavia, se si assume che questo possa essere vero, ci sarebbe utile tornare alla questione fondamentale del Rabbino Yosef Albo, accennata in precedenza: se tali creature non hanno alcuna utilità per l’uomo, qual’è la loro ragione d’esistere?



Troviamo una risposta più affascinante a questa domanda nello Tikunei Zohar.

Parlando del versetto (Canto dei Canti 6:8), “Mondi senza numero“, nello Tikunei Zohar si afferma: “Le stelle sono certamente senza numero, ma ad ogni stella si richiama un mondo separato. Questi sono i mondi innumerevoli...”.

Inoltre nello Tikunei si afferma che ogni Tzaddik (persona onesta) regnerà su di una stella, e quindi in possesso di un mondo per se stesso. Il quesito dei 18.000 mondi menzionati sopra sarebbe pertanto risolto dichiarando che il numero di stelle, sopra presieduto dai 18.000 Tzaddikim, viene accennato nel versetto (Ezechiele 48:35), “Intorno a Lui sono 18.000.” Tuttavia, essi possono fare riferimento solo a questi mondi visitati quotidianamente dalla presenza divina, ma ci possono essere innumerevoli mondi per lo Tzaddikim minore.Abbiamo dunque un motivo più affascinante per cui sono state create le stelle, e perché contengono forme di vita intelligente. Dal momento che una Terra sovrappopolata non darà l’ampiezza dello Tzaddikim di cui hanno bisogno, ad ognuna sarà dato il suo pianeta, con tutta la sua popolazione per migliorare la sua crescita spirituale.

Una volta che sappiamo che le stelle e i loro pianeti sono stati creati come una dimora per lo Tzaddikim, viene naturalmente spontaneo chiedersi come saranno trasportati ad essi. Tuttavia, il Talmud fornisce anche una risposta a questa domanda.
Discutendo il passaggio (Isaia 40:31), “Essi si alzano in volo come aquile”, il Talmud afferma che nel mondo futuro, Dio concederà le ali Tzaddikim per fuggire dalla Terra.

Lo Zohar fa un passo avanti e afferma che “Dio darà loro ali per volare attraverso l’intero Universo“.
In un certo senso, questo insegnamento prevede l’avvento dei viaggi nello spazio. Ma più di questo, ci fornisce almeno uno dei motivi per cui il volo spaziale sarebbe inevitabile come parte del preludio dell’era messianica. Questo, naturalmente, potrebbe portarci ad una discussione generale del ruolo della tecnologia moderna nella prospettiva della Torah, un lungo argomento a sé stante.


FONTE


https://ebreieisraele.forumfree.it/?t=79100156#lastpost


REPERTORIO

www.mosaico-cem.it/cultura-e-socie...iOQebhJQhLaU-5M

https://ebreieisraele.forumfree.it/?t=79099416




 
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