Origini delle Religioni

DÈI CHE MUOIONO E RISORGONO

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roxi
CAT_IMG Posted on 2/4/2018, 18:42 by: roxi
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Dèi che muoiono e risorgono: è pagano, ragazzi.


Fatevene una ragione.


Parte 2

Di Richard Carrier




[Traduzione di roxi]


Dioniso

Dioniso (noto anche popolarmente come Bacco) aveva molte storie diverse che venivano raccontate su di lui, proprio come Osiride. Ma in una popolarmente conosciuta, fu ucciso da bambino mediante smembramento (Giustino Martire, Apologia 1.21; Plutarco, Su Iside e Osiride 35; Diodoro, Biblioteca della Storia 5.75.4 e 3.62.6); fu poi resuscitato da una donna umana (Semele) che concepì per lui un nuovo corpo nel suo grembo, dopo aver bevuto un liquido magico fatto con pezzetti del suo cadavere (Igino, Fabulae 167). Questa è, ancora, una resurrezione letterale, solo che ha un meccanismo elaborato. Il dio certamente muore, e poi ritorna alla vita acquisendo lo stesso tipo di corpo che aveva una volta, assemblato e "ricresciuto" da parti del suo vecchio corpo. In questa versione del suo mito, egli è pienamente un dio (figlio di Zeus e Persefone), ma è ancora mortale (capace di essere ucciso per smembramento, come un vampiro); poi "rinasce" come semidio (dal grembo di una donna umana del tutto mortale). Era il dio salvatore centrale per i misteri bacchici, uno dei più conosciuti e celebrati nel mondo occidentale del tempo. Coloro che venivano battezzati nel suo culto, ricevevano la vita eterna in paradiso; e proprio come i cristiani (1 Corinzi 15:29), i dionisiaci potevano persino battezzarsi per conto dei propri cari defunti, e così salvare quelli che erano già morti.

Zalmoxis

Anche Zalmoxis era un salvatore risorto. I greci, che si prendevano gioco del culto dei Traci che lo adoravano, polemizzavano che non morì davvero, ma si nascose in una grotta e fingeva quindi di essere risorto dai morti. Ma questa polemica ci dice che i Traci credevano che Zalmoxis fosse morto e risuscitato dai morti, e che apparve ai discepoli sulla terra per dimostrarlo (vedi la mia discussione in Not the Impossible Faith, pp. 100-05). I suoi discepoli perciò credevano che avrebbero tratto beneficio dal suo potere di portarli nella vita eterna in paradiso. In un libro che divenne una lettura standard nelle scuole di retorica, che tutti gli autori biblici cristiani dovevano aver frequentato per scrivere opere così complesse in greco, come fecero, Erodoto riferisce che Zalmoxis "nutriva i leader tra i suoi concittadini" in una sala "e insegnava loro che né lui né i suoi ospiti né i loro discendenti sarebbero mai morti, ma che sarebbero andati in un posto dove avrebbero vissuto per sempre e avrebbero avuto tutte le cose buone, "e poi sarebbe sparito sottoterra" per tre anni, mentre i Traci desideravano che tornasse indietro e lo piangevano per morto ", e poi "nel quarto anno apparve ai Traci, che così giunsero a credere a ciò che aveva detto loro ", usando così la propria resurrezione per dimostrare la loro (Storie 4.94-95-96; però mi chiedo se siano stati in realtà tre giorni e non tre anni, come avveniva nei culti di resurrezione di Osiride, Inanna e Adone, come vedremo tra poco). La storia implica che questi settari credevano nella morte corporale e nella resurrezione del loro dio salvatore. Perché questo è l'unico modo in cui avrebbe senso la polemica dei Greci che Erodoto cita, poiché essa immagina che Zalmoxis apparve nel suo stesso corpo e visitò i suoi seguaci per confermare che era di nuovo vivo - e che non apparve semplicemente in visioni, né come un fantasma. Di conseguenza, Celso, il primo critico noto del cristianesimo, incluse Zalmoxis nella sua lista di divinità resuscitate (come attestato da Origene, Contro Celso 2.55).

Inanna

Inanna è la prima divinità risorta conosciuta. Di lei, esiste un chiaro racconto di morte inscritto su tavolette d'argilla in Sumeria più di mille anni prima del cristianesimo, che descrive chiaramente la sua umiliazione, processo, esecuzione e crocifissione, e la sua resurrezione tre giorni dopo. Dopo essere stata denudata e dopo che un giudizio è pronunciato contro di lei, Inanna viene "trasformata in un cadavere" e "il cadavere fu appeso a un chiodo" e "dopo tre giorni e tre notti" i suoi assistenti chiedono il suo cadavere e la resuscitano ( nutrendola con "acqua" e "cibo" della vita), e "Inanna risorse" secondo quello che era stato il suo piano per tutto il tempo, perché sapeva che suo padre "mi avrebbe sicuramente riportato in vita", esattamente come accade nella storia (le citazioni provengono dalle tavolette, adattando la traduzione di Samuel Noah Kramer in History Begins at Sumer). Questo culto continuò ad essere praticato nel periodo cristiano, e Tiro era un centro importante del suo culto. Ma per allora, c'è qualche evidenza che la sua storia di resurrezione venne spostata al suo consorte Tammuz, una delle varie divinità risorte che i Greci chiamavano Adone.

Adone

Adone era il titolo di almeno uno, se non di diversi, salvatori risorti al tempo in cui il cristianesimo iniziò, a volte equiparato a Tammuz, o forse soltanto confuso con Tammuz, ma in entrambi i casi certamente un dio risorto. Lo studio dettagliato di Tryggve Mettinger The Riddle of Resurrection: "Dying and Rising Gods" in the Ancient Near East (2001) include la discussione del manoscritto precristiano di una lettera privata in cui un uomo paragona la sua capacità di sopravvivere a diverse ribellioni mortali all'abilità di Tammuz di tornare sempre dai morti (pagina 201), il che suggerirebbe certamente che Tammuz era ormai diventato il centro del culto della sua propria resurrezione. Questo è lo stesso dio per la cui morte piangevano anche le donne di Gerusalemme (Ezechiele 8: 14-15). Non ci sono prove che sia rimasto morto; quella lettera da sola attesta che era comunemente noto che tornò in vita.

Nel III secolo EC lo studioso cristiano Origene dice nei suoi Commenti su Ezechiele (spiegando proprio lo stesso passaggio) che Tammuz era ancora adorato ai suoi tempi sotto il titolo di Adone, e come tale "certi riti di iniziazione sono praticati" per lui , "primo, che piangono per lui, poiché è morto; secondo, che si rallegrano per lui perché è resuscitato dai morti "(apo nekrôn anastanti). Questo è confermato un secolo dopo da Girolamo (Commentario su Ezechiele 3.8.14). Recenti scoperte pre-cristiane attestano che in effetti un periodo di gioia seguiva il pianto per la morte di Tammuz, che corrisponde alla descrizione di Origene (vedi la discussione di Benjamin Foster su questa nuova prova in "Descent of Ishtar to the Netherworld,” Before the Muses: An Anthology of Akkadian Literature [3a ed., 2005], pp. 498-505). E questo è descritto in modo simile da un autore pagano (o Luciano o qualcun altro del II secolo EC.), che descrive le cerimonie nazionali di lutto per la morte di Adone che sono seguite il giorno dopo dalle celebrazioni del suo ritorno alla vita e della sua ascesa nello spazio. Ucciso da una bestia, diventa "una persona morta", poi viene sepolto e pianto, e il giorno dopo "proclamano che vive" ed ascende (Sulla Dea Siriana 6-8).

È molto più probabile che la resurrezione di questo Adone sia stata celebrata molto prima dell'inizio del cristianesimo, piuttosto che essere una recente innovazione. Se lo fosse stata, sicuramente Origene l’avrebbe saputo, e l’avrebbe ridicolizzata. Sarebbe altrettanto incredibile che anche in questa prima fase grandi culti pagani celebrati da intere nazioni avrebbero cambiato radicalmente la loro intera religione per emulare il cristianesimo, che era un culto poco conosciuto, del tutto ininfluente, che raramente piaceva anche quando qualcuno ne aveva sentito parlare. Questa conclusione è abbastanza solida se combinata con le evidenze pre-cristiane che collegano Tammuz allo stesso ritorno alla vita; e con altre evidenze, come il poema precristiano di Teocrito (Idillio15), che parla di una celebrazione di Adone in Egitto, in cui è pianta la morte di Adone, ma poi anticipa il suo ritorno, concludendo, "Arrivederci, Adone caro; e confido solo che tu possa trovare tutti noi in prosperità, quando verrai il prossimo anno!"

Romolo

Romolo era un altro dio risorto pre-cristiano ampiamente conosciuto. Non un salvatore personale, per quanto ne sappiamo, ma nazionale, chiamato Quirino nella sua forma esaltata. Secondo le fonti antiche, questo semidio era un essere divino preesistente che si incarnò per stabilire un regno, concependo per se stesso un corpo nel grembo di una vergine (forse con mezzi sessuali; non è chiaro), che fu assassinato dal Senato romano (l'equivalente romano del Sinedrio), dopo di che il suo cadavere sparisce, il sole si oscura e la gente fugge per la paura e piange la sua morte; poi egli ritorna sulla terra vivo di nuovo, risorto in un nuovo corpo divino, per predicare il suo vangelo al discepolo Proculo prima di partire per regnare dall'alto. Secondo alcuni racconti, Romolo ascese direttamente al cielo e il suo corpo mortale fu bruciato in cielo; ma in entrambi i casi, il suo corpo mortale muore ("Ho terminato la mia vita mortale", dice a Proculo, come riporta Dionigi), e torna a predicare in un corpo immortale, poi ascende al cielo, proprio come Gesù (1 Corinzi 15:35 -50). Il nostro racconto più completo proviene da Plutarco (Vita di Romolo 27-28), che scrive alla fine del I secolo EC. Ma la morte e il ritorno alla vita di Romolo sono attestati in numerose fonti pre-cristiane (Cicerone, Leggi 1.3 e Repubblica 2.10; Livio 1.16 ; Ovidio, Fasti 2.491-512 e Metamorfosi 14.805-51; Dionigi di Alicarnasso, Antichità romane 2.63.3-4).

Asclepio

Anche Asclepio era un popolare dio risorto. Gli apologeti cristiani vogliono cercare di negarlo dicendo che Asclepio, come Cesare, semplicemente "ascese al cielo" come un fantasma alla sua morte. Ma non è quello che dicevano gli antichi adoratori. Celso riferiva che "moltissimi Greci e barbari affermano di aver visto spesso, e ancora vedono, non un semplice fantasma, ma Asclepio stesso" (Origene, Contro Celso 3.24). Asclepio fu ucciso da un fulmine e seppellito (Esiodo, Frammenti 125, Euripide, Alceste 1-7, Cicerone, Sulla natura degli Dei 3.22.57, Origene, Contro Celso 3.23). Fu poi riportato indietro dalla morte per diventare un dio vivente. Come dice Ovidio, "da dio [fu] trasformato in un cadavere senza sangue, e poi da cadavere divenne un dio, rinnovando due volte [il suo] destino" (Metamorfosi 2.647-648). Che ciò fosse considerato una resurrezione è pienamente confermato dal racconto. Zeus uccise Asclepio per resuscitare i morti, ma quando il padre dell’ucciso, Apollo, se ne lamentò, Zeus cedette e riportò in vita Asclepio, questa volta come un dio immortale. Ovidio osserva quindi che "Zeus fece per il bene [di suo figlio] quello che lui proibiva di fare" (Fasti 6.761); in altre parole, Zeus proibiva di resuscitare i morti, ma fece un'eccezione per Asclepio. Si comprende così che Zeus resuscitò Asclepio dalla morte. Era stato un cadavere. E così sarebbe rimasto. Ma per un miracolo di dio, ora era vivo, eterno e immortale, potente in modo soprannaturale. Proprio come Gesù.



Baal (o "Ba'al") era uno dei più antichi dèi risorti. La sua morte è probabilmente la stessa che veniva pianta sotto il nome Hadad-Rimmon in Zaccaria 12:11. Ma se sia così oppure no, nei testi pre-cristiani il cadavere di Baal viene trovato da Anat, così nel suo mito il dio è senza dubbio morto; un testo dice anche, chiaro e tondo, "e gli dèi sapranno che sei morto" e molti dèi in effetti lo dichiarano morto; viene poi sepolto e vengono eseguiti riti funebri (Mettinger, Riddle, pp. 60-62). Ci sono poi chiari riferimenti alla resurrezione di Baal. Di fatto, il suo ritorno alla vita e il suo vivere per sempre sono usati come analogie negli incantesimi pre-cristiani per l’ immortalità (Mettinger, Riddle, pp. 69-71). Anche se questo dio non era ancora un salvatore personale, ma una metafora della salvezza della comunità agricola, questo avveniva prima dell'ellenizzazione. Fu trasformato in uno dei tanti dèi salvatori personali della regione, di cui sentiamo parlare agli albori del Cristianesimo (Giove Dolicheno), ma non ci è permesso di sapere nulla, a causa della distruzione cristiana medievale delle evidenze pagane. Per esempio, Ippolito dedicò due interi capitoli della sua Confutazione di tutte le eresie ai culti misterici e alle loro divinità salvatrici. Curiosamente, questi sono gli unici due libri interamente distrutti. Pensa un po’. Cosa stavano cercando di nascondere i Medievali? Cosa volevano che non leggessimo? Lascerò che la vostra immaginazione ci pensi su.

Ercole

Melqart è un'altra delle più antiche divinità resuscitate, simile a Baal sia nelle sue origini che nelle possibili future cooptazioni nei successivi culti misterici ellenistici. La sua leggenda si fuse con quella di Ercole. Secoli prima del Cristianesimo, ed attestato da autori del periodo romano, Eudosso di Cnido scrisse che Ercole fu "ucciso da Tifone, ma Iolao gli portò una quaglia e, dopo averla messa vicino a lui", e dopo averla ritualmente bruciata, "egli la annusò e ritornò alla vita "(Ateneo, I Deipnosofisti 9.392de, vedi Mettinger, pagina 86). E Giuseppe Flavio attesta le continue celebrazioni della "Resurrezione di Ercole" (tou Hrakleous egersin: in Antichità Giudaiche 8.146, mal tradotto in Whiston: vedi Mettinger, pp. 88-89). In entrambi i racconti, si dice esplicitamente che si tratta di una storia di Ercole di Tiro, che sappiamo che significava Melqart, il cui centro di culto era a Tiro.

Diodoro ci racconta un'altra storia di Ercole ucciso dal fuoco – essendo morto avvelenato, viene bruciato su una pira. Poiché le sue ossa poi sparirono quando Iolao cercò di raccoglierle, la storia prosegue, si concluse che Ercole era risuscitato e asceso al cielo (Diodoro, Biblioteca della Storia 4.38.5). La supposizione della resurrezione alla sparizione di un cadavere non era solo un motivo comune nell'antichità, è essenzialmente la storia raccontata su Gesù (per uno studio completo di questo mitema nell'antichità, si veda il libro di Richard Miller del 2017 Resurrection and Reception in Early Christianity; e Il libro di Ava Chitwood del 2004, Death by Philosophy). L'aggiunta di narrative dell’apparizione a concludere il tutto, accompagna anche molti di questi racconti (Romolo, per esempio). E potrebbero essercene state per Ercole. Ma in ogni caso, fu chiaramente creduto che fosse morto, ed era stato risuscitato dai morti, e poi era asceso al cielo col potere divino. Proprio come Gesù.

Mettinger trova un gran numero di evidenze pre-ellenistiche che si riferiscono a "coloro che resuscitano Melqart" ed a Melqart come "il risorto" e alla sua cerimonia come "la resurrezione" (pp. 90-97). Che di per sé trovo ambiguo, ma è più significativo nel contesto. Poiché la rimanente evidenza per un risorto Ercole di Tiro, il Melqart ellenistico, è decisiva. Forse l’evidenza migliore per Meqart è un oggetto votivo che raffigura in realtà la morte, la sepoltura, il lutto e la risurrezione di Melqart (Mettinger, pp. 98-100, anzi, qui è di nuovo implicita una sequenza di tre giorni: p 102). Come l’acuto Luciano nel secondo secolo osservava, la credenza popolare è che alla morte "di tutte le cose corporee ... un uomo si spoglia e le abbandona prima di ascendere, come Eracle che bruciò sul monte Oeta prima della deificazione; anche lui rinunciò a qualunque cosa di umano che avesse ricevuto da sua madre, e s’innalzò agli dèi con la sua parte divina pura e incontaminata, passata al vaglio del fuoco "(Luciano, Hermotimus 7, si veda lo studio in Not the Impossible Faith, p. , 13). E ancora una volta, anche se la sua "resurrezione" è raffigurata come un'ascesa diretta al cielo, tuttavia egli morì, era morto, e poi si liberò del suo cadavere, e tornò in vita, ascendendo, nel suo corpo divino superiore, dopo che la sua materia mortale fu bruciata sulla pira.






Edited by barionu - 15/5/2022, 14:14
 
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