Origini delle Religioni

GATHERCOLE SI CIMENTA CON LA STORIA CONTROFATTUALE

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CAT_IMG Posted on 25/1/2019, 09:05
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Gathercole si cimenta con la Storia Controfattuale

di Tim Widowfield



[Traduzione di roxi]


Lasciatemi dire fin da subito che capisco pienamente che non contano i reali i meriti del recente articolo di Simon Gathercole sul Journal for the Study of the Historical Jesus. La sua semplice esistenza è sufficiente per il problema in questione. In altre parole, per gli studiosi del mainstream non è necessario dimostrare che gli scritti di Paolo provano l'esistenza del Gesù storico; è necessario solo che la affermino.

Abbiamo visto lo stesso tipo di effetto nel 2017 dopo il trattamento non particolarmente ben riuscito di Gullotta dell'opus magnum di Carrier. Ad esempio, scrive Gathercole, senza alcun accenno di ironia:

"Una delle migliori critiche recenti è quella di Daniel Gullotta, che nota alcuni punti deboli cruciali nel volume di Richard Carrier." (Gathercole 2018, pagina 185)


Voi ci credete?!


Malgrado i lavori risibilmente cattivi e antimiticisti offerti da Casey ed Ehrman, entrambi gli studiosi hanno ottenuto l'approvazione da parte di amici, colleghi e sicofanti. Più che approvazione, in realtà, dal momento che tutti e due hanno si son goduti pacche sulle spalle ed applausi per essere della partita. Si sono presentati e hanno buttato giù due parole, per giove. È l'Effetto Trilli Campanellino conclamato. Gli studiosi biblici possono affermare di aver confutato il miticismo in tutte le sue forme fintantoché un numero sufficiente di loro applaude e grida: "Ci credo! Oh, io davvero ci credo nel Gesù storico!"


Quello che ho da dire non farà alcuna differenza nel quadro generale, ma suppongo che qualcuno, da qualche parte, dovrebbe dire qualcosa, prima che l'articolo di Gathercole prenda inevitabilmente il suo giusto posto tra le "solide confutazioni" a cui gli studiosi futuri faranno riferimento.

All'inizio del nuovo anno, ho iniziato a leggere un libro di Judea Pearl intitolato The Book of Why: The New Science of Cause and Effect. In esso, egli dedica un intero capitolo ai controfattuali (vedi Capitolo 8 - Counterfactuals: Mining Worlds That Could Have Been). Avevo già letto l'articolo di Gathercole prima di questo, e mi suonava familiare. Non aveva forse detto qualcosa sui controfattuali? Sì.

"Questo articolo mira ad adottare una sorta di approccio controfattuale alla storia, in cui tutta la letteratura primitiva cristiana è messa da parte, tranne le lettere indiscusse di Paolo, al fine di cercare di raccogliere ciò che si può imparare unicamente da loro . . . L'unica eccezione è che il Nuovo Testamento è occasionalmente usato come prova per l'idioma greco. In altre parole, le lettere di Paolo non sono interpretate alla luce dei vangeli e neanche in tandem con loro, ma sono prese per quanto è possibile solo sullo sfondo di fonti non cristiane." (Gathercole 2018, pagina 187, grassetto mio in tutto il post)

Confesso di aver dimenticato questa chicca, forse perché nei paragrafi successivi sembrava che avesse imbracciato le armi contro il docetismo piuttosto che contro il miticismo. O forse la presunta dedizione di Gathercole per l'approccio controfattuale mi era sfuggita di mente, proprio come era chiaramente sfuggita a lui.

Di tanto in tanto ho cercato di immaginare a cosa assomiglierebbe la nostra concezione del cristianesimo primitivo se avessimo, diciamo, solo il vangelo di Marco o solo il vangelo di Giovanni. L'idea di base di Gathercole ha senso: se avessimo solo le lettere di Paolo e nient'altro, quanto penseremmo di sapere sul Gesù storico? Quali sono le cose che non sapremmo per certo o, forse, per niente? Diamo un'occhiata.


Gesù aveva discepoli?

Nei vangeli, Gesù ha dei seguaci a cui si fa riferimento con la parola greca che indica una persona che impara da un maestro. Questa parola, μαθητής (mathétés), appare 263 volte nel NT, ma solo nei vangeli e negli Atti. Paolo non usa mai il termine. Neanche una volta.
In che modo Gathercole tratta la questione dei discepoli?

"La cosa più sorprendentemente nella lista delle apparizioni di risurrezione in 1 Corinzi 15 è che Paolo fa riferimento, immediatamente dopo Cefa, a "i dodici" (τοῖς δώδεκα). L'implicazione di questo potrebbe essere che Gesù, prima della risurrezione, aveva uno speciale e selezionato corpo di dodici discepoli. (Gathercole 2018, p 197)


"In quarto luogo, secondo 1 Cor. 11,23-26, Gesù insegnò chiaramente ai discepoli a mangiare e bere in ricordo simbolico di ciò che aveva fatto. . ." (Gathercole 2018, pagina 198)

"Una sera (ἐν τῇ νυκτί) nei suoi ultimi giorni, Gesù ebbe un pasto con una cerchia ristretta, presumibilmente di discepoli (1 Cor 11,23-24: "prese il pane, rese grazie e lo spezzò"). Gesù istruì questi discepoli sulla sua morte presumibilmente imminente (11,23-26): la rottura del pane significava la rottura del suo corpo (11.24), e bere simboleggiava i suoi discepoli "che ingerivano" la nuova alleanza (11,25)" (Gathercole 2018, p. 202)


Immaginiamo di non avere i 263 riferimenti ai discepoli del Nuovo Testamento, e di avere invece solo la parola per apostolo. Perché dovremmo presumere che Paolo stesse parlando di una cerchia ristretta di discepoli? Perché dovremmo pensare che Paolo credeva che Gesù "insegnò chiaramente ai discepoli?" Da dove sarebbe venuto il termine?

Sì, Paolo avrebbe potuto voler intendere dodici discepoli quando scrisse "i dodici". Ma resta il fatto che non è quello che ha scritto.

Voglio essere il più chiaro possibile. Questi non sono termini identici. Paolo parla degli apostoli inviati a predicare la buona novella di Cristo. Non fa riferimento a nessuno come persona che ha ricevuto istruzioni. Se volete sostenere che Paolo nasconde il fatto che Gesù aveva discepoli o che è inspiegabilmente indifferente al termine, fate pure! Ma se stiamo davvero facendo un esperimento controfattuale, allora dobbiamo chiederci: se avessimo solo gli scritti di Paolo, da dove viene il concetto di "discepolo"?


Gesù impartì istruzioni / insegnamenti?

Confrontiamo Gathercole con Paolo sulla questione del divorzio.


G: Primo, sembra che Gesù abbia avuto un atteggiamento di tolleranza zero nei confronti del divorzio, comandando a coloro che erano sposati di rimanere sposati (1 Cor 7,10): "non io, ma il Signore" dà questa istruzione, distinta dall'insegnamento che Paolo stesso ha formulato ("Io, non il Signore", 7.12, cfr. anche 7.25: "Io non ho comandamento dal Signore"). (Gathercole 2018, pagina 198)

P: Agli sposati io do questo ordine [Παραγγέλλω (Parangellō)] - non io, ma il Signore - una moglie non deve divorziare dal marito. (NET Bible, 1 Cor 7:10)


Ed ora sulla questione dei lavoratori di Gesù che ricevono la paga:

G: In secondo luogo, Gesù è specificamente citato per aver insegnato che i suoi lavoratori devono essere pagati (1 Cor. 9.14). (Gathercole 2018, pagina 198)

P: Allo stesso modo il Signore ha comandato a coloro che proclamano il vangelo di ricevere la loro vita dal vangelo. (NET Bible, 1 Cor 9:14)


Sulla parusia e sulla futura resurrezione generale:

G: Terzo, le istruzioni escatologiche sulla parusia e sulla risurrezione possono essere attribuite a lui in 1 Tess. 4,15-16 (o 15-17), che sarebbe significativo in quanto significherebbe Gesù che insegna il proprio ritorno dopo la morte. D'altra parte, la formulazione di Paolo qui è chiaramente una parafrasi piuttosto che una citazione, in quanto si riferisce al Signore in terza persona ed ai credenti come "noi". (Gathercole 2018, pagina 198)

P: Perché questo vi diciamo con la parola del Signore [letteralmente, "nella parola del Signore"], che noi che siamo vivi, che siamo rimasti fino alla venuta del Signore, sicuramente non precederemo quelli che si sono addormentati. (NET Bible, 1 Ts 4:15 - Nota: molti se non la maggior parte dei commentari qui prendono il linguaggio di Paolo ad indicare una rivelazione ricevuta direttamente dal Signore, non un "insegnamento" di Gesù trasmesso dai "discepoli".)


Sull'eucarestia:

G: In quarto luogo, secondo 1 Cor. 11,23-26, Gesù insegnò chiaramente ai discepoli a mangiare e bere in ricordo simbolico di ciò che aveva fatto. . . . (Gathercole 2018, pagina 198)

P: Poiché ho ricevuto dal Signore ciò che ho trasmesso anche a voi, che il Signore Gesù nella notte in cui fu tradito [letteralmente "consegnato"] prese il pane. . . (NET Bible, 1 Cor 11:23)

In tutti questi casi, Gathercole è assolutamente certo che Paolo abbia ricevuto la tradizione sotto forma di istruzioni dei discepoli di Cristo, che le hanno apprese ai piedi del Gesù storico. Tuttavia, quando esaminiamo le evidenze, vediamo Paolo parlare di comandi del Signore e di rivelazioni di Cristo risorto o forse di Dio.

Il quarto esempio sopra è particolarmente eclatante. Se non avessimo i vangeli che influenzano la nostra comprensione del cristianesimo primitivo, perché dovremmo assumere, come apparentemente deve Gathercole, che Paolo ci sta mentendo? L'apostolo dice che sta trasmettendo ciò che Cristo gli ha rivelato. Senza lenti colorate di vangelo, perché qualcuno dovrebbe insistere sul fatto che "Gesù insegnò chiaramente ai discepoli"?

L'insegnamento di Gesù nei vangeli è generalmente caratterizzato da riferimenti alle Scritture, lezioni dalla natura, parabole e persuasione. Egli spiega perché il divorzio è sbagliato. Fa appello alla legge e alla natura basilare del genere. Espande la nozione di ciò che significa adulterio. Al contrario, il Signore di Paolo comanda alle mogli di non divorziare dai loro mariti.


"Nessun motivo particolare"

Ad essere onesti, Gathercole ammette:

"Non è necessariamente semplice distinguere nelle epistole tra ciò che è l'insegnamento del Gesù terreno e ciò che è rivelazione dal Cristo esaltato. Questo caveat dovrà essere tenuto presente quando procediamo". (Gathercole 2018, p 197)

Eppure, dopo aver segnalato questo problema molto reale, non lo tiene a mente. Invece, salta all'assunzione che qualsiasi comando citato da Paolo probabilmente ha la sua origine in un insegnamento del Gesù storico.

"Nonostante il caveat sopra riportato, andrebbe notato che non c'è alcun motivo particolare per associare questo materiale con la rivelazione celeste (il che non significa che provenga automaticamente dal Gesù storico). Niente di esso è rivolto a Paolo, in contrasto con l'oracolo "La mia grazia è sufficiente per voi", che chiaramente è una rivelazione celeste di Cristo a Paolo (2 Cor 12,9: "egli mi disse ..."). Il primo e il secondo esempio sopra, sul divorzio e sulle retribuzioni, a mio avviso sarebbero straordinariamente quotidiani e cavillosi come candidati a materiale rivelatore (anche senza la conoscenza dei paralleli sinottici)." (Gathercole 2018, pagina 198)


Ciò che Gathercole intende dire in quest'ultima frase sfortunatamente oscura è che soggetti come il divorzio e le retribuzioni sono questioni etiche ordinarie, quotidiane, che non richiedono la rivelazione divina. Ma a tale argomento vorrei offrire due fatti contraddittori.

Primo, la legge della Bibbia ebraica è piena zeppa di materiale "quotidiano". Ricordate questi elementi dalla lista di dieci comandamenti che nessuno legge:

"Riscatterai con un agnello il primo nato di un asino; e se non lo riscatterai, allora gli spezzerai il collo. Riscatterai tutti i primogeniti dei tuoi figli. Nessuno deve comparire davanti a Me a mani vuote ". (Esodo 34:20)

"Non cuocerai un capretto nel latte di sua madre". (Esodo 34: 26b, NASB)

Nei capitoli precedenti si suppone che Dio abbia detto direttamente a Mosè:

"Se incontri il bue del tuo nemico o il suo asino che vaga via, lo restituirai sicuramente a lui." (Esodo 23: 4, NASB)

"Se vedi l'asino di chi ti odia giacere inerme sotto il suo carico, ti asterrai dall'abbandonarlo a lui, ma sicuramente lo scaricherai insieme a lui." (Esodo 23: 5, NASB)

Queste sono regole straordinariamente ordinarie, quotidiane e terribilmente specifiche. Sono candidate degne per materiale rivelatorio? Beh, forse non per me o per Gathercole, ma noi non siamo il pubblico previsto.

In secondo luogo, ricordiamo lo stato e i ruoli delle persone nella religione e nella società ebraiche ai tempi di Paolo. Un maestro, un rabbino, interpreta la legge. Spiega come si dovrebbe comprendere la legge rivelata, scritta e orale, e applicarla a specifici esempi del mondo reale. D'altra parte, un profeta trasmette la legge rivelata e il giudizio di Dio al popolo. Come Paolo, un profeta è un messaggero inviato dal regno divino.

Tuttavia, Paolo usa costantemente i termini comando e comandamento e si riferisce a Gesù come Signore. Ancora, se non avessimo letto e assorbito l'immagine di Gesù presentata nei vangeli, dove troveremmo la giustificazione per sminuire l'immagine di Cristo da Signore a profeta (con devoti seguaci) o a maestro (con discepoli scelti)?


Conclusione

Gathercole e la maggior parte degli altri studiosi moderni del NT non possono separare il Cristo di Paolo dal Gesù dei vangeli, anche quando cercano consapevolmente di farlo. Notate anche che uno dei titoli di paragrafo del suo articolo fa riferimento all'arresto di Gesù. Quale arresto? Paolo dice che è stato consegnato. Senza i vangeli canonici, avremmo assunto un tradimento e un arresto?

Gathercole scrive della "vita terrena e del ministero" di Gesù. Senza i vangeli, come ci verrebbe in mente il termine "ministero" per riferirci alla vita e alle opere di Gesù? Quale ministero?

Non abbiamo nemmeno menzionato i fratelli del Signore. Ricordate, da Drews, che, a parte l'osservazione sbrigativa di Paolo, non abbiamo assolutamente nessun record di questi fratelli - nessuna tradizione, nemmeno un accenno alle loro attività. In un post del 2015 ho scritto:

"Prima di leggere Drews, non avevo sentito quest'ultima argomentazione ["I viaggi missionari dei Fratelli di Gesù ci sono sconosciuti da qualsiasi altra parte, e sono anche di per sé improbabili." (Drews 1910, p 172)] . Gli studiosi del NT si concentrano così strettamente sull'idea che Gesù avesse dei fratelli, che spesso non riescono a considerare le conseguenze di ciò che significa. Cioè, se Paolo sta sostenendo che i fratelli di Gesù stavano andando in giro come predicatori itineranti, da soli o in gruppo, con l'aiuto di "mogli-sorelle ", allora dov'è l'evidenza esterna per questo?

Perché nessuno scrittore patristico ne ha mai parlato? Cosa è successo alla "ricca tradizione orale" che sarebbe sorta di conseguenza? È altamente improbabile che Giacomo, Giuda, Jose e Simone sarebbero diventati predicatori di Cristo, inviati come gli altri apostoli con le loro mogli-sorelle al seguito, e l'unico posto in cui ne abbiamo mai sentito parlare è negli oscuri commenti marginali di Paolo. Naturalmente, questa stranezza non si verifica mai per gli storicisti di oggi, che prendono la loro particolare interpretazione della dichiarazione di Paolo come fatto storico."



Ho finito. Ora che ho scritto il mio pezzo, facciamoci da parte e guardiamo come Gathercole raccoglie i suoi plausi per la sua decisiva sconfitta del miticismo. Congratulazioni.
 
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CAT_IMG Posted on 25/1/2019, 14:55
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L'invisibile e l'inesistente si somigliano molto. (Delos B. McKown, The Mythmaker's Magic)

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Ottimo, grazie mille roxi. :)
 
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CAT_IMG Posted on 25/1/2019, 17:19
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Roxi, sperando che prima o poi il folle barionu mi tolga il ban, spero che ti occupi tu di aggiornare, giorno dopo giorno, il mio thread su Couchoud, IL DIO GESÙ, fino alla mia parusia :D .
Mantenendo la stessa formattazione.
Sono sicuro che ce la farai benissimo.
Ti ringrazio in anticipo. :)
 
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CAT_IMG Posted on 25/1/2019, 17:32
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Allora ti ha bannato davvero?

Mi dispiace, lo avevo pregato di non farlo. Sono delusa.

Comunque, sì, manterrò aggiornato il tuo thread.

Spero che tu torni presto...
 
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Giovanni Dalla Teva
CAT_IMG Posted on 26/1/2019, 00:07




da Wikipedia

La storia controfattuale (a volte chiamata anche storia virtuale) è un tipo di storiografia che cerca di descrivere gli sviluppi storici che avrebbero potuto verificarsi in condizioni alternative a quelle reali, ponendo quindi domande ipotetiche sul passato, del tipo cosa sarebbe successo se...? Esempi:

Che cosa sarebbe successo se Hitler avesse vinto la seconda guerra mondiale?
La prima guerra mondiale sarebbe scoppiata anche se non ci fosse stato l'attentato di Sarajevo?
Quali sviluppi avrebbe seguito la lotta per l'Unità d'Italia senza il contributo di Garibaldi?




Mainstream è un termine inglese usato come aggettivo in vari campi delle arti e della cultura per indicare una corrente che, in un particolare ambito culturale, è considerata più tradizionale e "convenzionale", comune e dominante, venendo quindi seguita dal più grande pubblico.[1]

In inglese americano indica anche una corrente o una tendenza che, in determinato ambito, beneficia di un seguito di massa,[2] in contrapposizione alle tendenze minoritarie. Questo utilizzo del termine a volte sottende un giudizio di valore, che può essere negativo o positivo a seconda dei casi e dei contesti.
 
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