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| Posso classificare gli studiosi in base alle loro teorie dietro il Più Antico Vangelo.
- Un filone, potrei chiamarlo di tradizionalisti, però il termine può essere equivocato per intendere i folli apologeti cristiani, quindi lo chiamerò di 'alfariciani', dal nome del miticista Prosper Alfaric: questi sono coloro che ritengono che il Più Antico Vangelo fu scritto da ebrei (non paolini) per ebrei (non paolini). Mettici qui Nanine Charbonnel, Dennis MacDonald, Earl Doherty, Prosper Alfaric come suoi rappresentanti principali.
- Un altro filone, che è esattamente in radicale opposizione al primo, che è di 'marcionisti': coloro che ritengono che il Più Antico Vangelo fu quello usato da Marcione, o addirittura scritto da lui, o perfino che fu non solo scritto e usato da un anti-demiurgista come Marcione, addirittura un cainita, ma fu non proto-Luca ma proto-Giovanni. Rappresentanti: Paul-Louis Couchoud, Markus Vinzent, Matthias Klinghardt, Robert Stahl, Jean Magne, Georges Ory, Martijn Linssen.
- Infine, il filone dei 'paolinisti', che sarebbe una via di mezzo tra i primi due filoni: un gentilizzante più o meno radicale scrisse il Più Antico Vangelo, però non un gentilizzante qualsiasi, bensì un paolinista, 'Marco'. Esponenti: Paul Nadim Tarazi, Bartosz Adamczewski, Tom Dykstra, R.G. Price, William B. Smith, David Oliver Smith.
Solo ulteriori letture potranno permettermi di collocarmi per una di queste tendenze interpretative. Del primo filone, detesto l'eccessivo conservatorismo. Del secondo gruppo, detesto il fatto che non si possa spiegare adeguatamente l'enigma Giovanni il Battista, del terzo gruppo, detesto proprio la presenza di Giovanni il Battista nell'incipit del Più Antico Vangelo, a tal punto puzza di anti-marcionismo. |
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