Origini delle Religioni

BOLOGNA LO STUDIUM I BIDELLI E LE MAZZE

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CAT_IMG Posted on 23/4/2023, 13:32
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Dalle “Cose Notabili …” di Giuseppe Guidicini.


Bononia Docet.






Questo titolo onorevolissimo di cui andò fregiata la nostra patria, fu un dono procuratogli dai sommi Dottori si esteri che nazionali, che il Governo seppe scegliere e generosamente compensare per comporre la primaria Università d’Europa alla quale accorrevano studenti dalle più remote regioni. Non vi ha bisogno adunque di ricorrere all’apocrifo diploma di Teodosio il juniore dei 9 maggio 433 per provare la celebrità e supremazia del nostro studio, per cui terna inamissibile l’importanza che si appone allo scrigno nel quale è conservato quale reliquia nell’ archivio degli atti notarili di Bologna. Sulla falsità del diploma Teodosiano hanno scritto molti autori ma specialmente il padre D. Celestino Petracchi nella sua Basilica di S. Stefano, stampata l’ anno 1747.



Riccobaldo autore Ferrarese del tredicesimo secolo scrisse in latino la storia degli Imperatori da Carlo Magno fino al 1298 intitolata Pomerium, la quale tradotta dal Boiardo sul finire del secolo decimo quinto. Dice Riccobaldo che alla Dieta della Roncaglia tenuta da Federico I intervennero molti Giuriconsulti di Bologna, ove era lo studio instituito già da Enrico.


Se l’ Autore Ferrarese intese di parlare di Enrico I, regnò questi dal 919 o 920 fino al 4 luglio 936, o come altri vogliono fino alli 2 luglio 937 , se poi l’ Enrico da lui citato fu il secondo cominciò il suo regno li 6 giugno 1002, e lo terminò li 14 luglio 1024; se poi parlò di Enrico III, imperò dal 1039 fino alli 5 ottobre del 1056. Dunque secondo Riccobaldo l’ instituzione dell’Accademia Bolognese non può essere anteriore al 919, nè posteriore al 1056.


Oddofredo racconta, che non essendovi più studio di Giurisprudenza in Roma furono trasportati i libri di legge a Ravenna, e da Ravenna a Bologna , dove Pepone di propria autorità cominciò a leggere il jus. L’ Alidosi dice che Pepone insegnava nel 980, e che precedette di 150 anni Irnerio. Irnerio godeva fama di gran giurisconsulto in Patria e fuori nel 1113, quindi l’ Alidosi non si allontana dal vero che di 17 anni. Questo Irnerio creduto Tedesco, Milanese o Fiorentino fu invece Bolognese, per tale comprovato da tre monumenti del duodecimo secolo. Da prima fu maestro d’ Arti, poi ristauratore di giurisprudenza Romana. Variano gli autori nello stabilire l’ epoca della sua morte , ma è certo che dopo il 1118 non si ha di lui più memoria alcuna.


Nel novembre del 1158 Federico I imperatore presiedette la seconda Dieta della Roncaglia, alla quale intervennero quattro dottori in leggi del nostro studio. Bulgaro di Alberto Bulgari, Martino Gosia , Ugolino e Giacomo di Porta Ravegnana, i quali compilarono la Pragmatica Sanzione delle giurisdizioni imperiali in Italia.


Il Savioli nei suoi Annali produce l’atto di Federico. col quale concede dei privilegi agli scolari in leggi dello studio di Bologna.


Lo stesso trascrive la lettera di Alessandro III diretta a Gerardo Vescovo, ai canonici della Chiesa di Bologna e ai Maestri dello studio in data del 5 ottobre 1159, partecipandogli la sua elezione al Pontificato. Per ultimo trascrive la lettera di Tommaso Vescovo di Canterberryi diretta circa il 1166 a Ubaldo Vescovo d’ Ostia, nella quale fa elogi dei Giuristi bolognesi come imparziali, e incoruttibili ne’ loro giudizi.


Clemente III, nel 1188 scomunicò tutti que’ Maestri e scolari dello studio di Bologna, che avanti il tempo delle conduzioni delle case avessero contrattato quelle abitate dai maestri o scolari senza il reciproco assenso.


Si trova che nel 1189 gli interpreti delle leggi erano obbligati prestar giuramento al cospetto de’ Consoli di Bologna, col quale si vincolavano dinon extra Bononiensem Gimnasium Scientiam juris tradere. Si ha la formola di questo giuramento, che è l’atto più antico comprovante l’interesse che per il Magistrato, e il pubblico attribuiva gli affari dello studio. Il primo dicembre del predetto anno diede il giuramento Lotario Cremonese; li 11 ottobre 1199 fu dato da Guglielmo Porta Piacentino; li 30 dicembre dello stesso anno, Bandino Formagliari Pisano; li 23 ottobre 1213, Guido Boncambi, Giacomo Balduini Giuriconsulti bolognesi, Oddone di Landriano milanese e li 27 ottobre susseguente Benintendi e Ponzio Castellani I. C. Bolognesi.




Nel 1204 i dottori davano – Licentiam -.


Nel registro grosso fol. 215 anno 1205 trovansi i regolamenti fatti per lo studio.


Innocenzo III scrisse nel 1211 al Podestà e popolo di Bologna acciò si staccassero da Salinguerra e dalla fazione imperiale, altrimenti minaccia di privar dello studio la città di Bologna. Questo è il primo atto di dominio mostrato dal Papa sulle nostre scuole.

1217 Nacque differenza per certo statuto fra il Podestà, e gli scolari. Questo è il primo tratto d’ insubordinazione della scolaresca verso l’ autorità locale.

1218 27 Giugno. Convien credere che alcuni di poca capacità arbitrariamente insegnassero il Gius, poichè fu ordinato – In Bologna leggono uomini illitterati. Nessuno legga senza licenza dell‘arcidiacono.

1219 28 Giugno. Onorio III scrisse all’ Arcidiacono di Bologna. Che avvenendo sovente, che i meno dotti assumevano di insegnare con disonore dei dottori, e con discapito degli scolari, così vuole che niuno insegni senza licenza dell’ Arcidiacono, da non rilasiarsi che dietro diligente esame, e se qualcuno non si sottomettesse a questi ordini vuole che sia punito dall‘ecclesiastiche Censure. Lo stesso Pontefice diede facoltà al medesimo Arcidiacono di approvare gli scolari, essendo il primo fondamento dell’ uso , da lui addottato per addottorare.

Lambertino di Tommasino Ramponi fu il primo dei nostri Professori nominato nei pubblici atti Nobilis, et sapiens Miles Legum Professor e precisamente ai 23 settembre 1218.

Li 6 aprile 1220 lo stesso Onorio III revoca la Costituzione che obbligava gli scolari dello studio di Bologna al giuramento di non trasferirsi per i loro studi in altra Università.

1243. Il Consiglio decretò che anche per guerra urgente i dottori e gli scolari fossero esenti dalla milizia.

Nel 1252 si trova il primo statuto relativo alle scuole e nello stesso anno l’ordinazione, che le case abitate dagli scolari non potesser esser distrutte per qualunque malefizio, delitto e ribellione dei Lambertazzi.

1253. II Idus Ianuari. Innocenzo IV, scrive all’Arcidiacono di Bologna, e a frate Danielle Domenicano, che facciano osservare gli statuti fatti per i Rettori e gli scolari di Bologna da lui confirmati. Questo è il primo documento che certifichi dell’esistenza della dignità dei Rettori i quali si eleggevano fra gli scolari, come vedrem più abbasso.

Nel 1295 fu emanato il decreto del Consiglio e dell’Università di Bologna, col quale vengono assolti gli scolari dai delitti e dalle pene ad essi imposti per la tentata translazione e mutazione dello studio e ciò in seguito di istrumento di concordia col quale furono composte le discordie degli scolari dello studio e stabilite molte massime per la quiete, e per i regolamenti del medesimo.

Correndo l’anno 1309 Clemente V scrive, che essendo restituita l’Accademia di Bologna al più alto suo splendore, intende rinnovare i privilegi compartiti dal Cardinal Legato e Diacono di S. Adriano Napoleone. Il medesimo ad accrescimento della dignità dello studio concede nel 1312 ai dottori laureati, di poter professare le loro scienze in qualunque altra accademia di qualunque nazione essa sia. Poi ordina che nessun legato apostolico possa togliere da Bologna l’ Accademia nè assoggettarla all’interdetto, perchè riservata a lui solo.
1341 V idus Februarii. Benedetto XII scrive da Avignone a Taddeo Pepoli raccomandandogli che il Rettore e gli scolari dello studio prestino giuramento all’osservanza degli statuti fatti e da farsi.
1362 30 Giugno. Innocenzo VI scrive, che per gli egregi meriti dei Bolognesi accorda il diritto di professare la Teologia in Bologna, non è però da questa concessione che si debba fissare l’insegnamento di questa facoltà in Bologna, mentre sappiamo che Pietro Lombardo e Rolando Bandinelli il qual ultimo fu poi Alessandro PP. III, creato li 7 settembre 1159, morto li 30 agosto 1181, insegnò la Teologia ai tempi che Bulgaro ed altri interpretavano le leggi. Credesi che alla Teologia unissero i sacri Canoni e che i professori di quella scienza leggessero in S. Pietro ma particolarmente in S. Stefano e in S. Procolo.
1416 28 Marzo. I Riformatori decretarono, che i dottori in leggi e in arti professori dell’Università fossero esenti da qualunque peso personale, reale e misto.
Eugenio IV con bolla del 1437 determinò per dote dello studio la rendita della Gabella grossa e non bastando quella pure del dazio del sale.
Giulio II nel 1509 per assicurare ai Lettori i loro onorari tolse il maneggio della Gabella grossa al Tesoriere, e deputò una Congregazione di dottori del Collegio composta di quattro di legge Canonica, di quattro di legge civile e di quattro di medicina.
Clemente VIII con suo breve aggiunse ai dottori un assunteria di Senatori.
1448. Nicolò V ordinò con Bolla, che la laurea Dottorale fosse conferita gratis agli scolari poveri, purché idonei a sostenerla.
Lo stesso Pontefice stabilì le materie, che si dovevano leggere in qualunque facoltà.
Il detto Papa nello stesso anno ordinò che i lettori si dovessero confirmare d’ anno in anno.
Li 25 luglio 1450 lo stesso Pontefice stabilì il numero dei lettori stipendiati a 45, e che lo stipendio dei medesimi non oltrepassasse lire 600 annue.
1540 15 Febbraio il Senato Consulto, vietò in perpetuo ai lettori esteri di insegnare nell’Archiginnasio a riserva delle quattro scienze eminenti, e cioè leggi, filosofia, medicina e lettere umane.
1556 29 Ottobre. Fu decretato che tutti i cittadini avanti il dottorato debbono dare pubbliche Tesi.
1568 5 Giugno. Pio V, scrisse al Rettore e all’Università, ordinando che tutti i lettori e gli aspiranti alla laurea dottorale dovessero far prima la loro professione di fede.
1578 10 Marzo. Il Senato Consulto proibì ai dottori esteri e forensi di poter essere lettori nell’Archiginnasio. A questa legge fu poi derogato non poche volte.
Nel 1677 si contavano quasi 150 lettori fra ordinari e straordinari che erano come supplenti, ma godevano d’ un onorario. Quest’instituzione è antichissima.
In diverse epoche furono pubblicate dai legati delle ordinazioni per con servare la dignità e riputazione dello studio di Bologna, e cioè:
1565 25 Maggio e 5 agosto. Dal Cardinale Legato Cesi.
1575 17 Ottobre. Dal Vice-legato Fabio Mirri Frangipane.
1586 23 Settembre. Dal Cardinale Legato Gaetano.
1602 29 Ottobre e 14 novembre. Dal Pro-legato Landriani.
1639 8 Febbraio. Dal Cardinale Legato Sacchetti e pubblicate li 12 luglio 1641 dal Cardinale Legato Durazzo.
1649 6 Ottobre. Dal Cardinale Legato Savelli.
1713 8 Marzo. Dal Cardinale Legato Casoni.
1617 24 Luglio. Il Senato Consulto, ordinò che i dottori prima d’ essere ammessi lettori pubblici debbano provare l’originaria civiltà.
1641 10 Novembre. Scomunica lanciata contro chi in pubblico o in secreto leggesse scienze, o arti, che s’insegnano nelle pubbliche scuole, senz’essere inscritto nel numero dei lettori.
1720 30 Marzo. Fu proibito a tutti i religiosi di poter come sopra insegnare se non ascritti tra i lettori dell’Università.
Nel 1793 il numero dei lettori fu di 65, i quali ebbero di onorario. L. 28930. 00
e di distribuzione L. 7207.10.
Totale L. 36137. 10.
I professori antichi e celebri che hanno letto nell’Università di Bologna sono:
Irnerio nel 1102. Pietro Damiano Cardinale nel 1028. Graziano autore delle Decretali nel 1138 Antonio da Padova de’ Minori. Alberto Magno Raimondo di Pennafort nel 1222. Pietro Thoma Fondatore del Collegio dei Teologi nel 1364.
1214. Ugo di Luca medico dimandò di esser fatto cittadino esibendosi di servire la Città di Bologna come medico chirurgo e non come lettore. Quest’è il primo modico del paese ricordato nel mondo letterario. Vedi Borgo Riccio numero 192.
Prima del 1301 tacevasi l’ anatomia nella nostra Università , e ciò è comprovato dal sapersi che nel 1301 gli scolari di Padova per formare le costituzioni di esso studio si servirono di quello di Bologna anche sul conto dell’ anatomia, (cosi gli Annali del Negri 1301).I lettori anatomici erano da prima chirurghi, poi dottori. Mondino del Luzzo celebre medico leggeva questa facoltà nel 1324; e per legge dello studio doveva qualunque fosse l’anatomico uniformarsi al metodo di quel celebre professore. Cesare Aranzi fu il primo a sostenere pubblicamente il suo sistema anatomico nel carnevale del 1564 e l’ultimo fu Giuseppe Fabbri della Barigella nel carnevale del 1796.
Giuseppe Ambrosi nella sua opera sulle sette dei Giuriconsulti cominciando dalla riformazione della Giurisprudenza Romana, ossia della pretesa invenzione delle Pandette nel sacco d’ Amalfi dà la seguente divisione delle allora esistenti scuole:

SCUOLA PRIMA
Irnerio circa il 1102, di Irnerio bolognese, si ha per prima memoria certa nel maggio 1113 e si ritiene morto circa il 1140.
Martino Cremonese.
Bulgaro.
Ugolino di Porta Ravenn. morto 1168.
Alberico di porta Ravenn. ) Scolaro di Bulgaro
Giovanni Bosiano. ) Scolaro di Bulgaro
Azzone Porti morto nel 1200) Scolaro di G. Bossiano
Lotario Cremonese. ) Scolaro di G. Bossiano
Iacopo Balduino. ) Scolaro di Azzone
Oddofredo Scolari ) Scolaro di Azzone
Francesco Accursio morto nel 1279. ) Scolaro di Azzone
Cino da Pistoia morto 1236. ) scolaro di Accursio
Dino da Mugello morto,1303. ) scolaro di Accursio
Iacolo Belvisi. )scolaro di Accursio
SCUOLA SECONDA
Bartolo di Sasso-ferrato di Cino morto nel 1355.
Riccardo da Saliceto, scuolaro di Bartolo morto nel 1360.
Bartolomeo da Saliceto di Riccardo morto nel 1412.
Paolo de Castro, scolaro di Baldo morto nel 1437.
Alessandro Tartagna, scolaro di Paolo de Castro morto nel 1477.
Bartolomeo Soccino morto nel 1507. ) scolaro di Tartagna
G. Maino morto nel 1519. ) scolaro di Tartagna
Andrea Alciati, scolaro di Giasone morto nel 1550.
Antonio Agostino collegiale di S. Clemente, studiò in Bologna da Andrea Alciati.

I salari dei lettori si cominciano a trovare nei libri d’ entrata, e spesa del 1377.
Il 16 agosto 1396 essendo ammontate le spese dello studio nell’ anno precedente a lire 13000 fu decretato che quelle del susseguente anno non oltre passassero le 12000.
Nel 1416. I Riformatori assegnarono per i salari dei dottori il Dazio dei folicelli. In seguito gli onorari dei lettori si prendevano dalle rendite della Gabella grossa.
Nel 1617 Matteo Veniero Vescovo di Corfù, e Alvise di lui fratello fondarono nello studio di Bologna la lettura detta Veniera.
Nel 1723 lo studio contava sessantacinque lettori salariati, che costavano complessivamente L. 28930 di appuntamento e L. 7207. 10 di distribuzione. Totale L. 36137. 10 e ragguagliatamente L. 555. 19. 5 per cadauno.


Nel 1196 (orig. 1796. Evidente errore di cui il Breventani non si accorse). Oddofredo parlando di un obbligazione di certo scrittore, che aveva obbligata l’ opera sua a scrivere, ed essendo nata questione dice che la decisione fu emanata dagli antichi dottori radunati nella chiesa di S. Pietro per certo esame. Si desume, che quando prima del 1200 (dicendo antiqui Doctores) si radunavano collegialmente in S. Pietro, (et pro quadam examinatione) probabilmente per dare gli esami per conferire il grado esisteva una specie di Collegio.


1463 30 Giugno. Pio II in data di Siena revoca la facoltà ai Lateranensi di dottorare in pregiudizio dell’ Università degli studi di Bologna.
Si distinguevano tre classi di lettori. Emeriti che erano giubilati, numerari che erano pagati, e onorari che non erano stipendiati. Tutti potevano leggere in casa propria, e nelle pubbliche scuole.


L’ aspirante alla lettura doveva essere laureato, e aver fatto l’ esperimento di pubbliche conclusioni nell’Archiginnasio nella sua facoltà. Incombeva al Reggimento il dispensare le cattedre, di fissare gli onorari, ed accordare gli aumenti. Un professore cominciava dal stipendio mai maggiore di annue L. 100, e poteva in sua vecchiaia aver ottenuto tanti aumenti da non oltrepassare però mai l’annuo emolumento di lire 1100.


Si cominciò nel 1438 a fare il rotulo o tabella dei lettori. Col tempo se ne fecero due; li 3 ottobre si appendevano lateralmente alla porta del Archiginnasio e vi rimanevano esposti per alcuni giorni. In uno vi era la classe dei lettori leggisti la loro facoltà, e l’ ora in cui dovevano trovarsi nelle scuole per insegnarla. Nell’ altro vi era la classe degli artisti. Si leggeva la mattina e il dopo pranzo ed il suono della campana grossa di S. Petronio, che volgarmente si diceva la scolara, indicava l’ora nella quale gli scolari dovevano intervenirvi.


Il lettore doveva presentarsi vestito di toga, all’ora prefissa nel rotulo, alle pubbliche scuole, ma non leggeva se non nel caso che alcuni oltre il numero di tre lo avessero chiesto. Il presentarsi all’Archiginnasio era di pura formalità, e i corsi si davano dai professori nelle proprie case.


Il Reggimento nominava un’ Assunteria detta dello studio, la quale sorvegliava al buon regolamento e all’ osservanza degli statuti dell’ Università.

Il Negri nei suoi Annali dice che il primo Rettore dello studio sia stato un Lottario tratto in errore dal significato attribuito al giuramento dato da lui nel 1189 come non Rettore, ma come interprete delle leggi. Trovò egli – Regam Scholas – e lesse Rettore, quando è una frase che vuol dire insegnar materia monastica da cui è venuto nei religiosi conventuali il titolo di Reggente.






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I due primi Rettori dello studio dei quali si sappia il loro nome sono del 1244 e cioè D. Ioannes Verazius o Verenus e D. Puetrelus de Venetiis. Il P. Sarti ricorda solamente un Gerardus de Cornazano di Parma rettore nel 1275.



I Rettori erano distinti in leggisti, e artisti. Questa carica era sostenuta da due scolari eletti dal corpo intero della rispettiva Università nel mese d’aprile e prendevano possesso con solennità il primo maggio , prestando giuramento nelle mani del Legato. Il rettorato durava un anno.


Nicolò V, li 8 febbraio 1448 ordinò “a Rectori Universitatis Studi. Bonon. in recompensum expensarum, et laborum conceditur, quod pervenire valeat ad gradum doctoris – Gratis“.


Il Reggimento li 20 marzo 1508 decretò la precedenza dovuta al Rettore degli scolari sulle scuole e per le funzioni spettanti allo studio sopra il giudice degli Anziani.


L’ ultimo rettore leggista fu Lopez Verona Spagnuolo nel 1579. Dopo 25 anni fu eletto nel 1604 Giovanni Battista Spinola Genovese, e in seguito non si incontra più alcun rettore leggista.


L’ ultimo rettore artista fu Giuseppe Pallavicini marchese di Varano da Borgo S. Donino nel 1546.


Il Legato pro tempore di Bologna assunse il titolo e le funzioni di Rettore perpetuo delle due Università, ed allora i giuristi, e gli artisti nominarono due Priori, quattro Presidenti, un dato numero di Consiglieri, quattro bidelli, e due ‘ cancellieri.


La nazione Allemanna rappresentava un corpo separato, ed eleggeva due consiglieri e un sindaco che nelle funzioni erano preceduti dai soli priori e presidenti, giuristi e artisti.


I priori degli scolari uno detto dei giuristi, l’altro degli artisti durante il tempo della loro carica semestrale, davano tre patenti, le quali per decreto del Legato Alberoni del 6 aprile 1742 duravano due anni.


Nel 1444 vi erano tre Rettori dello studio come rilevasi dal decreto sulla cavalcata da farsi nella chiesa della B. V. del Monte, nel quale vien loro assegnalo il posto subito dopo gli Anziani e in precedenza del Podestà.


ll Rettore delle arti ossia, di filosofia, e medicina, si sceglieva prima fra i Lombardi, poi fra i Romani, l’ultimo fra i Toscani, ripigliando lo stess’ ordine per i susseguenti anni. La sua elezione si faceva nel mese di aprile, ed entrava in carica per un anno il primo di maggio. ll possesso si prendeva con la massima pompa. In casa del Rettore si convocavano tutti i lettori, i consiglieri dello studio ed i magistrati della Città. Partivano dalla casa del Rettore con quest’ ordine.


Precedevano i Bidelli colle mazze d’argento dorate,


seguivano i Consiglieri delle due Università disposti nel modo con cui sedevano nell’Università, veniva poi il Rettore e cosi s’incamminavano verso il pubblico palazzo.

Che se poi intervenivano i Magistrati, gli Anziani, il Confaloniere, i Tribuni della Plebe , i Giudici ecc. questi tenevano nel mezzo il Rettore. Intervenendo le autorità pontificie, in allora il primo posto lo aveva il Legato o il Prolegato, il secondo lo occupava il Gonfaloniere, il terzo il Rettore, dopo dei quali venivano gli Anziani, i Tribuni della plebe i Giudici civili e criminali, i Lettori secondo l’ordine di loro anzianità indi la nobiltà nazionale e straniera secondo la loro età, ed il loro grado.


Per essere Rettore occorrevano i requisiti di morigerato, onesto, quieto, giusto, studente almeno da cinque anni a proprie spese, e dell’età di anni 25 e non meno.


L’ elezione del Rettore oltramontano si faceva il primo giorno del mese di maggio, e quella del Rettore citramontano ai 3 dello stesso mese.
L’oltremontano si sceglieva il primo anno fra gli scolari Francesi, i Borgognoni, i Savoiardi della provincia di Berry, i Guasconi e i Torinesi. Nel secondo anno fra i nazionali della Castiglia, del Portogallo , della Provenza , della Navarra, dell’ Aragona e della Catalogna. Nel terz’ anno cadeva il turno per gli Alemanni, per gli Ungari, per i Polacchi, Boemi, Inglesi e Fiamminghi.


Il Citramontano era nel primo anno un Romano, nel secondo un Toscano, nel terzo un Lombardo, poi si ricominciava il turno. L’elezione dei Rettori si faceva per schede nel luogo solito delle radunanze nell’Università.
Era d’ uso che i priori delle due Università dei leggisti, e degli artisti separatamente presentassero quando fioccava la prima neve un bacile della medesima al Legato, Arcivescovo, Vicelegato, Gonfaloniere, Podestà, Uditori del Torrone, Rettori dei Collegio di Spagna, e di Montalto, e a tutti i Lettori pubblici dello studio per ricevere la solita regalia, che impiegavano a far Memorie nell’Archiginnasio.
Si pretende che questa cerimonia avesse origine da una regalia che annualmente facevano gli ebrei ai Rettori, poi ai Priori della scolaresca per essere risparmiati dagli oltraggi a quali erano continuamente fatto segno, e che quando furon cacciati da Bologna il tributo della perduta regalia venisse assunto dai suddetti personaggi previo formalità di tale presentazione.
Il numero degli scolari fu mai sempre straordinario, massime negli antichi tempi, come precedentemente fu accennato, perciò non è a meravigliare se i matricolati godessero esenzioni e privilegi, fino a poter concedere ai loro servitori un bollettino che gli autorizzava a portar armi proibite.
Vi ha un decreto che prescrive il numero delle lezioni a cento almeno ogni anno.
La campana mezzana della chiesa di S. Petronio suonava la scolara o la squilla dello studio, in ogni tempo dell’ anno non prima d’ un ora dopo la messa di S. Pietro, e in tutti i giorni di lezione nello studio. Si trova che li 11 aprile 1502 era già in uso di suonare la squilla, o scolara delle scuole.
Sotto il regno d’ Italia l’Università fu sott’ altro piedi dell’ anteriore al 1796. Ripristinato il Governo Pontificio in questa Provincia , la bolla del 28 agosto 1824 comincia. – Quod Divina Sapientia ecc. – che fu ed è la regolatrice del nostro studio.










 
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