Origini delle Religioni

GIUSEPPE D'ARIMATEA

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CAT_IMG Posted on 12/3/2022, 10:36
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Analizzo oggi il libro "Caesar's Messiah. The Roman Conspiracy to Invent Jesus", dell'americano Joseph Atwill. In esso si avanza l'ipotesi che Giuseppe d'Arimatea sia in realtà un camuffamento di Giuseppe Flavio. Scrive Atwill: "Giuseppe d'Arimatea è un personaggio dei vangeli che recupera il corpo di Gesù dalla croce. Nel vangelo di Barnaba viene chiamato Giuseppe di Barimatea. Ma nessuna città di nome Arimatea è mai esistita. Il nome è un gioco di parole su Josephus bar Matthias". E Josephus bar Matthias era appunto il nome ebraico di Giuseppe Flavio, particolare che - assieme ad altri - induce Atwill a sostenere la tesi della corrispondenza fra quest'ultimo e Giuseppe d'Arimatea.

Per quel che mi riguarda tutta la biografia di Gesù è stata tratta dalla biografia di Giovanni di Giscala, chiamato Yochannan ben Zakkai nelle testimonianze rabbiniche!

Se dovessimo esaminare le opere di Giuseppe Flavio, notiamo che sia Giovanni di Giscala e sia Giuseppe Flavio, sono stretti colleghi: ad entrambi fu affidata la difesa della Galilea, ed entrambi, alla fine, si arresero all’avanzata dei romani.
Se dovessimo invece esaminare i testi religiosi, Giuseppe d’Arimatea risulta un ex membro del Sinedrio esattamente come a Giuseppe Flavio e nello stesso modo anche Yochannan ben Zakkai, divenne il presidente del Sinedrio, dopo la sua presunta morte e resurrezione, per volere di Vespasiano. Se dunque Yochannan ben Zakkai divenne il Capo del Sinedrio, a questo punto anche Giuseppe Flavio o Giuseppe d’ Arimatea, erano di fatto suoi discepoli o dipendenti, in quanto erano membri del Sinedrio.
Ma passiamo alla storia, parlando dell’unico personaggio storico, che è stato capace di realizzare le imprese del Gesù evangelico, parliamo di Giovanni di Giscala. Costui si fece re a Gerusalemme, trovò la soluzione per eliminare i persecutore dei Cristiani e cioè il sommo sacerdote Anano figlio di Anano, occupò il Tempio di Gerusalemme e ne bloccò i riti sacrificali, a questo punto, Giuseppe Flavio, gli offrì la salvezza se si fosse arreso, offrendosi come da intermediario con Vespasiano:

LIBRO VI
CAPITOLO SECONDO

Libro VI:93 - 2, 1. Tito ordinò ai suoi soldati di abbattere dalle fondamenta l'Antonia e di spianare una via per
farvi salire facilmente tutto l'esercito; quindi affidò un incarico a Giuseppe.
Libro VI:94 Aveva saputo che da quel giorno, era il diciassette di Panemo, il cosiddetto sacrificio perenne in
onore del Dio era stato interrotto per mancanza di uomini, e che di ciò il popolo era rimasto profondamente
turbato;
Libro VI:95 allora fece ripetere a Giovanni il precedente ammonimento, che se cioè egli era in preda a una
criminosa smania di combattere poteva farsi avanti con chi volesse e ingaggiare la lotta senza coinvolgere nella
sua rovina la città e il tempio. Perciò la smettesse di profanare il santuario e di offendere il Dio, anzi avrebbe
potuto far celebrare i sacrifici interrotti per mezzo di quei giudei che egli stesso avrebbe designati.
Libro VI:96 Giuseppe, collocatosi in modo da essere udito non soltanto da Giovanni, ma anche dalla massa,
Libro VI:97 trasmise in ebraico il messaggio di Cesare e concluse con un lungo appello perché volessero
risparmiare la patria, disperdere le fiamme che già lambivano il santuario e rendere al Dio i sacrifici espiatori.
Libro VI:98 Le sue parole furono accolte dal popolo con sgomento e silenzio mentre il tiranno, dopo aver
scagliato un'infinità d'ingiurie e di maledizioni contro Giuseppe, terminò dicendo che non temeva la conquista
della città perché questa apparteneva al Dio.
Libro VI:99 Allora Giuseppe esplose: “Veramente pura hai conservato la città per il Dio, e intatto rimane il
tempio, e nessuna offesa hai arrecato a colui che speri di aver alleato, ed egli riceve le consuete offerte!
Libro VI:100 Se a te, maledetto empio, qualcuno togliesse il tuo cibo quotidiano, tu lo giudicheresti un nemico:
come puoi illuderti di avere dalla tua parte nella guerra colui che hai privato del culto che durava da sempre?
Libro VI:101 E attribuirai le tue colpe ai romani, che finora si son dati cura delle nostre leggi e cercano di
restaurare per il Dio i riti sacrificali interrotti per causa tua?
Libro VI:102 Chi non compiangerebbe amaramente la città per lo strano capovolgimento subito, dato che degli
stranieri, e per di più nemici, si preoccupano di mettere riparo alla tua empietà, mentre tu, che sei un giudeo e
sei stato educato all'osservanza delle nostre leggi, le offendi assai più gravemente di loro?
Libro VI:103 Eppure, Giovanni, non soltanto è bello pentirsi delle proprie colpe, sia pure all'ultimo momento, ma
se tu volessi risparmiare alla patria la rovina avresti un magnifico esempio da seguire, quello di Ieconia re dei
giudei.
Libro VI:104 Quando per causa sua l'esercito babilonese gli mosse guerra, egli, prima che la città fosse
espugnata, ne venne fuori senza che alcuno lo costringesse e preferì affrontare volontariamente la schiavitù
insieme con la sua famiglia piuttosto che consegnare ai nemici questi luoghi santi e vedere la casa del Dio in
preda alle fiamme.
Libro VI:105 Per questo tutti i giudei lo esaltano nella loro storia sacra e il ricordo sempre fresco presso i posteri
attraverso i secoli lo rende immortale.
Libro VI:106 Un magnifico esempio, Giovanni, anche se per seguirlo dovessi affrontare qualche pericolo; io,
comunque, ti assicuro anche il perdono dei romani,
Libro VI:107 e poiché si deve badare chi è a dare un consiglio e da dove viene, ricordati che è un connazionale
ad esortarti, che sono un giudeo io che ti do questa assicurazione. Preferirei morire anziché trasformarmi in uno
di quegli schiavi abbietti che rinnegano la loro stirpe e si dimenticano della patria.
Libro VI:108 Ma tu di nuovo vai sulle furie e mi gridi le tue ingiurie, che del resto ben mi merito perché con i miei
consigli voglio contrastare il destino e mi sforzo di salvare quelli che il Dio ha condannato.
Libro VI:109 Chi ignora ciò che fu scritto dagli antichi profeti, e l'oracolo che incombe su questa misera città e
che sta ormai per avverarsi? Predissero che essa sarebbe stata espugnata quando qualcuno avesse comin-
ciato a far strage dei suoi connazionali.
Libro VI:110 La città e il tempio intero non sono ora ricolmi dei cadaveri delle vostre vittime? E’ il Dio, è
certamente il Dio in persona che insieme coi romani? vi porta il fuoco purificatore e distrugge la città con il suo
enorme carico di nefandezze”.
Libro VI:111 - 2, 2. Mentre Giuseppe così parlava fra gemiti e lacrime, i singhiozzi gli troncarono la voce.
Libro VI:112 I romani provarono a un tempo compassione per il suo dolore e ammirazione per il suo modo di
pensare; invece gli uomini di Giovanni s'inasprirono ancor più contro i romani per la voglia che avevano di
mettere le mani addosso a Giuseppe.
Libro VI:113 Il discorso di costui impressionò molti dei nobili, fra i quali taluni per paura della vigilanza dei ribelli
non si mossero, sebbene fossero sicuri della fine che attendeva loro e la città, mentre altri, approfittando di
qualche buona occasione per fuggire, ripararono presso i romani.
Libro VI:114 Fra gli altri fuggirono i sommi sacerdoti Giuseppe e Gesù, e alcuni figli di sommi sacerdoti come tre
figlia dell'Ismaele che fu decapitato a Cirene, quattro di Mattia e uno di un altro Mattia; questi era fuggito dopo la
rovina del padre, che, come sopra abbiamo detto, Simone figlio di Ghiora aveva fatto uccidere insieme con tre
figli. Con i sommi sacerdoti fuggirono anche numerosi altri nobili.

In Avoth deRabbi Nathan (versione B, capitolo 4: 5), viene raccontato che Yochannan ben Zakkai prima di consegnarsi ai romani, esattamente come al Gesù evangelico, chiese al suo popolo di deporre le armi, ma non venne ascoltato. Inscenò la sua morte, e il suo corpo, prima di essere portato al cospetto di Vespasiano, fu prima messo in un posto non citato, successivamente, come promesso dallo stesso Giuseppe, sarà stato accompagnato da lui innanzi a Cesare:
“Quando Vespasiano venne a distruggere Gerusalemme, disse loro: 'Stolti! Perché cerchi di bruciare la santa casa? Dopo tutto, cosa ti sto chiedendo? Ti chiedo semplicemente di lasciarmi a ciascuno il suo arco e la sua freccia, e io mi allontanerò da te. "Gli risposero in risposta:" Proprio come siamo usciti contro due [eserciti romani] che sono venuti prima di te e li hanno uccisi, così anche noi usciremo contro di te e ti uccideremo! '(cioè il riferimento è al generale romano Cestio che fu sconfitto dai Giudei nel 66 d.C., segnando l'inizio della guerra con Roma). Quando il nostro Maestro, Yochanan b. Zakkai, udite queste parole, chiamò gli uomini di Gerusalemme e disse loro: "Figli miei, perché dovreste distruggere questa città o cercare di bruciare la santa casa !? Dopo tutto, cosa ti chiede (cioè Vespasiano)? Guarda, non ti sta chiedendo nulla se non che lasci i tuoi archi e le tue frecce, e lui si allontanerà da te. "Gli risposero:" Proprio come siamo usciti contro due [eserciti romani] prima di lui e li abbiamo uccisi, così anche noi andremo contro di lui e lo uccideremo ». Vespasiano aveva uomini in armatura posizionati lungo le mura di Gerusalemme e informatori all'interno della città. Tutto ciò che sentivano, lo scrivevano sulle frecce e lanciavano le frecce fuori dal muro, una delle quali diceva che Rabban Yochanan b. Zakkai era tra quelli che ammiravano il Cesare e che menzionava questo fatto al popolo di Gerusalemme. Quando Rabbi Yochanan b. I ripetuti avvertimenti di Zakkai rimasero inascoltati, mandò e chiamò i suoi discepoli, il rabbino Eliezer [b. Hyrcanus] e Rabbi Yehoshua [b. Hananiah]. Disse loro: 'Figli miei, alzatevi e portatemi fuori da questo posto! Fammi una bara e ci dormirò. "Il rabbino Eliezer si tenne all'estremità anteriore della bara e il rabbino Yehoshua si tenne all'estremità posteriore. Portarono la bara mentre vi giaceva fino al tramonto, finché non si fermarono alle porte delle mura di Gerusalemme. I facchini ai cancelli chiesero chi fosse morto. Risposero loro: "È un uomo morto, come se non sapessi che non ci è permesso lasciare che un cadavere rimanga a Gerusalemme durante la notte!" I facchini risposero: "Se è un uomo morto, rimuovilo". lui, e rimase con lui fino a quando il sole fu tramontato, che, a quel tempo, avevano raggiunto Vespasiano. Hanno aperto la bara e lui si è alzato in piedi davanti a lui. Lui (cioè Vespasiano) gli chiese: 'Sei Rabban Yochanan b. Zakkai? Chiedimi cosa ti devo dare. "Gli disse:" Non chiedo nulla, tranne Yavneh (Jamnia). Andrò e vi insegnerò ai miei discepoli, e vi stabilirò la preghiera, e vi adempirò tutti i doveri prescritti dalla Legge divina. "Gli rispose:" Va 'e fa tutto ciò che vuoi. 'Rabbi Yochanan b. Zakkai allora gli disse: "Vorresti che ti dicessi una cosa?" Vespasiano gli rispose: "Dillo". Gli disse: "Sei destinato a governare l'Impero Romano!" lo sai? "Egli rispose:" Così ci è stato tramandato che la santa casa non sarà data nelle mani di un semplice cittadino, ma piuttosto nelle mani di un re, come dice (Isaia 10:34): Egli taglierà i cespugli della foresta con uno [strumento] di ferro, e il Libano cadrà da un potente. " Dissero che non erano passati più di due o tre giorni quando un certo messaggero venne dalla sua città, informandolo che Cesare era appena morto e che lo avevano nominato a capo dell'Impero Romano.Gli portarono una catapulta di legno di cedro indurito e la girarono verso le mura di Gerusalemme. Gli portarono assi di legno di cedro e le misero nella catapulta di legno di cedro indurito, e lui avrebbe colpito il muro con loro finché non avesse fatto una breccia nel muro ... Quando Rabban Yochanan b. Zakkai sentì che lui (cioè il figlio di Cesare, Tito, che era rimasto a governare l'esercito romano) distrusse Gerusalemme e bruciò la santa casa con il fuoco, si stracciò le vesti, ei suoi discepoli si stracciarono le vesti, e piangevano e gridavano e martellandosi il petto come persone in LUTTO... "
IL TRADIMENTO DI GUIDA
Anche il sicario Giuda detto ISCARIOTA, in linea con i piani del maestro ( a seconda dei testi di riferimento GESÙ/Yochannan ben Zakkai) decise di tradire e di consegnare Gerusalemme e il SUO GRAN MAESTRO aspirante Messia ai romani, ma gli si oppose Simone detto Pietro, che stando a Giuseppe Flavio, esattamente come nei Vangeli, in prima persona cercò di ostacolare prima il suo Maestro ( beccandosi da lui un bel “ vade retro Satana) e subito dopo sostituì ll traditore Giuda, con un altro:
Libro V:533 Misero in prigione il padre di Giuseppe e, per paura di tradimento, ordinarono che nella città
nessuno si fermasse a parlare con altri né che si tenessero adunanze; quelli che si riunivano per dar sfogo alle
loro pene venivano mandati a morte senza processo.
Libro V:534 - 13, 2. Al veder ciò un certo Giude, figlio di Giude, che era uno dei subalterni di Simone e ne aveva
avuto l'incarico di far la guardia a una torre, un po' forse per compassione verso le vittime uccise con tanta
ferocia, ma specialmente preoccupato di quella che sarebbe stata la sua sorte, chiamò a sé dieci fra gli uomini
più fidati che aveva e disse loro:
Libro V:535 “Fino a quando sopporteremo queste malefatte? Che speranza di salvarci abbiamo se restiamo
fedeli a un farabutto?
Libro V:536 Non abbiamo già la fame addosso, i romani sul punto di entrare in città, mentre Simone non rispetta
nemmeno chi gli ha fatto del bene, sì che c'è da temere che da un momento all'altro egli ci metta a morte
quando invece ci si può fidare della parola dei romani? Orsù, consegniamo le mura e salviamo noi stessi e la
città!
Libro V:537 Non sarà un gran male per Simone pagare più presto il fio dal momento che non ha speranza di
salvarsi”.
Libro V:538 Persuasi i dieci, allo spuntar del giorno Giude inviò gli altri suoi uomini chi da una parte, chi
dall'altra, per evitare che si scoprisse il complotto, e verso l'ora terza si mise a chiamare dall'alto della torre i
romani.
Libro V:539 Ma di questi alcuni non gli badarono, altri non se ne fidarono mentre i più non si mossero pensando
che tra breve avrebbero avuto in mano la città senza correre pericolo.
Libro V:540 E quando alla fine Tito si apprestava ad avvicinarsi al muro alla testa di un reparto, Simone rag-
giunto dalla notizia accorse a prendere sotto controllo la torre; catturati i traditori, li uccise sotto gli occhi dei
romani e, mutilati i cadaveri, li scaraventò davanti alle mura.
Libro V:541 - 13, 3. Intanto Giuseppe, mentre girava attorno alle mura esortando senza posa i giudei ad
arrendersi, fu colpito al capo da una pietra e cadde all'istante esanime. I ribelli fecero una sortita per prenderne
il corpo, ed egli sarebbe stato trascinato nella città se Cesare non si fosse affrettato a mandare degli uomini in
suo soccorso.
Libro V:542 Grazie all'energico intervento di costoro, Giuseppe fu portato via senza comprendere quasi nulla di
ciò che stava succedendo, mentre i ribelli levavano grida festose, come se avessero spacciato il nemico più
odiato.

NOTE

Il Nuovo Testamento attesta che Giuda fu sostituito da Mattia.
Le Pseudo Clementine dicono che Giuda fu sostituito da Giuseppe Barnaba.
Giuseppe Flavio attesta che venne imprigionato suo padre Mattia e successivamente, a vedere queste cose, Giuda decise di tradire.
Vedete la fortissima dipenza testuale, sia nei nomi che nei fatti?
 
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CAT_IMG Posted on 12/3/2022, 13:51
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GIUSEPPE MEDIATORE CON CESARE E INTERPRETE, PRENDE IN CUSTODIA IL CORPO DEL RE GIUDEI:sarà per questo odiato dai giudei, ricordato con disonore e il suo corpo non avrebbe meritato una degna sepoltura. Ad un passo dalla cattura e dalla sua condanna a morte, miracolosamente si salva dal linciaggio degli ebrei!

Dal Vangelo di Nicodemo, emerge che i giudei volevano far fuori Giuseppe, volevano imprigionarlo e non dargli una degna sepoltura per il suo tradimento, ma miracolosamente si salvò:

Così pure Giuseppe venne e disse loro: “Perché siete irritati verso di me per il fatto che ho chiesto il corpo di Gesù? Vedete l’ho posto nella mia tomba nuova, dopo averlo avvolto in un panno di lino, ed ho fatto rotolare la pietra all’ingresso della caverna. Voi non vi siete comportati bene verso il giusto, giacché non vi siete pentiti quando l’avete crocifisso, anzi lo avete ancora trapassato con una lancia”.
[2] Ma gli Ebrei arrestarono Giuseppe e diedero ordine di mantenerlo sotto buona custodia fino al primo giorno della settimana; e gli dissero: “Sappi che l’ora non ci permette di agire contro di te, giacché sta spuntando il sabato, ma sappi che tu non avrai mai l’onore di una tomba: la tua carne, infatti, sarà gettata agli uccelli del cielo”.
Rispose Giuseppe: “Questo parlare è simile a quello del superbo Golia che si erse contro il Dio vivente e il santo David. Giacché Dio disse, per mezzo del profeta: Mia è la vendetta, io ricompenserò, dice il Signore. Ed ecco ora, uno che era incirconciso, ma dal cuore circonciso, prese dell’acqua e si lavò le mani dicendo: “Sono innocente del sangue di questa persona giusta. Vedetevela voi!”. Avete risposto a Pilato: “Il suo sangue sia su di noi e sui nostri figli”. Ed ora io temo che l’ira di Dio venga su di voi e sui vostri figli, come avete detto”.
Udite queste parole, gli Ebrei si infuriarono, gli posero le mani addosso, lo legarono e lo rinchiusero in una camera senza finestre e alla porta posero delle guardie; e apposero i sigilli alla porta del luogo ove avevano rinchiuso Giuseppe.
[3] Nel sabato, i capi della sinagoga, i sacerdoti e i leviti, emanarono una ordinanza affinché, nel primo giorno della settimana, tutti gli uomini si radunassero nella sinagoga. E tutto il popolo, s’alzò di buon mattino e, nella sinagoga, tenne consiglio sul genere di morte da infliggergli. Allorché ebbe luogo il consiglio, ordinarono che egli fosse introdotto, con grande disonore. Aperta la porta non lo trovarono.
Tutto il popolo restò stupito, perché i sigilli erano intatti e la chiave l’aveva Caifa. E non osarono più mettere le mani su colui che, davanti a Pilato, aveva parlato in favore di Gesù. 13]


https://mikeplato.myblog.it/2017/02/23/van...esto-integrale/

In Guerre Giudaiche, dopo l'arresto di Mattia, il padre di Giuseppe Flavio e subito dopo il tradimento di Giuda, lo stesso Giuseppe Flavio scrive di sé sostanzialmente le stesse cose:

Libro V:541 - 13, 3. Intanto Giuseppe, mentre girava attorno alle mura esortando senza posa i giudei ad
arrendersi, fu colpito al capo da una pietra e cadde all'istante esanime. I ribelli fecero una sortita per prenderne
il corpo, ed egli sarebbe stato trascinato nella città se Cesare non si fosse affrettato a mandare degli uomini in
suo soccorso.
Libro V:542 Grazie all'energico intervento di costoro, Giuseppe fu portato via senza comprendere quasi nulla di
ciò che stava succedendo, mentre i ribelli levavano grida festose, come se avessero spacciato il nemico più
odiato.
Libro V:543 Tale notizia si diffuse nella città, e la gente ancora superstite fu presa dall'avvilimento, credendo
che veramente fosse morto chi li incoraggiava a disertare.
Libro V:544 La madre di Giuseppe, quando fu informata in prigione della morte del figlio, disse ai carcerieri che
se l'aspettava fin dal tempo della difesa di Iotapata, e che da vivo egli non le aveva dato alcuna soddisfazione;
Libro V:545 invece in privato si sfogò con le ancelle lamentandosi che dalla sua felice maternità aveva ricavato
il vantaggio di non poter seppellire il figlio
dal quale sperava di essere un giorno sepolta.
Libro V:546 Ma la falsa notizia non continuò per molto tempo né ad affliggere costei, né a rallegrare i ribelli;
infatti Giuseppe si riebbe rapidamente dal colpo e, avvicinatosi alle mura, gridava al loro indirizzo che fra breve
gli avrebbero pagato il fio della ferita mentre tornava a incoraggiare il popolo ad aver fiducia.

Edited by Baphomet - 12/3/2022, 16:02
 
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CAT_IMG Posted on 14/3/2022, 11:17
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C'è alla base sempre l'idea storicistica per cui i riferimenti evangelici devono essere individuati nel contesto ebraico, sia storico che linguistico, ma tutto cambia se si applica la mia tesi di una derivazione del cristianesimo da religioni astrali precedenti, prima fra tutte, il Mitraismo.
Giuseppe d'Arimatea è colui che presta (perché servirà solo per poche ore) la tomba a Gesù ed ha lo stesso nome del padre adottivo, ma proviene da Arimatea, una fantomatica città. Essa in fatti non è rintracciabile in nessun riferimento storicoe perché probabilmente il suo nome vuole ricordare il dio delle tenebre mitraico Ahriman - theos.
 
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CAT_IMG Posted on 18/3/2022, 06:31
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È probabile che questo soprannome arrivi appunto dal Dio Ahriman, visto che comunque è il capo del mondo degli Inferi.
Alla limitazione all'opera di Ohrmazd che creò il mondo del bene, Ahriman si levò dalle tenebre e gli oppose il mondo del male per "tagliare la strada alle creature della buona legge"; quando Ohrmazd creò la vita, Ahriman gli oppose la morte.
Secondo il credo cristiano, Gesù durante la sua morte è sceso per tre giorni negli inferi, per riscattare e liberare anche le anime dei dannati.
Così nell'ebraismo, alla morte di Yochannan ben Zakkai, i rabbini narrano che (forse) avrebbe anche lui liberato le anime dei dannati dall'inferno:

Prima della sua scomparsa il rabbino Yochanan ben Zakkai gridò e disse ai suoi studenti che era preoccupato perché c'erano due sentieri davanti a lui, uno a Gan Eden e uno a Gehinum e non era sicuro dove sarebbe stato guidato. I grandi Tzadikim dopo il loro passaggio sono spesso guidati attraverso Gehinum, così sulla loro strada possono sollevare anime cadute e possono continuare a servire Hashem anche dopo la loro morte. Questo è un compito molto intenso e spaventoso anche per il grande Tzadikim, quindi il rabbino Yochanan ben Zakkai era preoccupato di passare attraverso Gehinum. D'altra parte, se fosse condotto direttamente a Gan Eden, sarebbe anche un problema poiché sarebbe un segno che non era al livello di passaggio attraverso Gehuminum per sollevare le anime cadute. [2]

[ Questa è una testimonianza ebraica unica nel suo genere, che testimonia che sia stato Yochannan la persona percepita dagli ebrei come il potenziale Salvatore della anime dell'inferno: gli ebrei in questa testimonianza tuttavia non si sbilanciano troppo, perchè fondamentalmente non credono che il MESSIA sia mai venuto e non vogliano far diventare Yochannan un idolo esattamente come i Cristiani hanno fatto con Gesù]

Queste cose potrebbero essere entrate nei Vangeli, grazie proprio al finanziatore del Cristianesimo e amico e datore di lavoro di Paolo di Tarso, Aquila da Sinope, che stando alle fonti ebraiche era il discepolo dei rabbi Eliezer ben Hirkanus e Gesù figlio di Anania e cioè era il discepolo dei due rabbini che portarono la bara di Yochannan ben Zakkai fuori le mura di Gerusalemme, dove gli aspettava appunto il loro ex collega Giuseppe Flavio, che aveva giurato di salvarli la vita quando sarebbero appunto arrivati al cospetto di Vespasiano.

Che Aquila fosse attratto dal sacrificio del Toro salvifico del Mitraismo e da Ahriman può essere non soltanto una ipotesi ma un dato di fatto, visto che nel complesso della sua Domus a Roma, esiste uno dei più belli altari dedicati al Mitraismo:

http://iviaggidiraffaella.blogspot.com/201...reo-di.html?m=1

Questo altare mitreo, potrebbe essere stato proprio il quartier generale dove a Roma si riunivano i primi Cristiani, visto che Paolo lo ribadisce per ben 2 volte nelle sue lettere:

LETTERA AI ROMANI

3Salutate Prisca e Aquila, miei collaboratori in Cristo Gesù; per salvarmi la vita essi hanno rischiato la loro testa, 4e ad essi non io soltanto sono grato, ma tutte le Chiese dei Gentili; 5salutate anche la comunità che si riunisce nella loro casa.

PRIMA LETTERA A CORINZI

Vi salutano molto nel Signore Aquila e Prisca, con la comunità che si raduna nella loro casa. 20Vi salutano i fratelli tutti. Salutatevi a vicenda con il bacio santo.

Edited by Baphomet - 18/3/2022, 07:07
 
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