Origini delle Religioni

GIULIO CAMILLO DELMINIO

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barionu
CAT_IMG Posted on 31/3/2013, 00:59 by: barionu
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I QUADERNI NERI

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les livres du mois.




Les Cahiers noirs, Journal 1905-1922

les livres du mois - 01/12/2007 par Alexandre Sumpf dans Mensuel n°470 à la page 81 (510 mots) | Payant


Le télescopage ambiant des symboles politiques a propulsé sous les projecteurs de la scène mémorielle un jeune résistant communiste fusillé à 17 ans. Tout comme Guy Môquet, Marcel Sembat 1862-1922 a lui aussi laissé son nom à une station du métro parisien. Mais nationaliser à l'improviste cette figure du parti socialiste d'avant la Grande Guerre serait un véritable tour de force. Qui se souvient, en effet, du tribun grandi sous l'aile parfois distante de Jean Jaurès ? Du ministre de l'Union sacrée 1914-1916 qui finit par se désolidariser du jusqu'au-boutisme guerrier d'un Albert Thomas, [...]


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de turris e sebastiano fusco



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Il gioco degli inganni








Nell'introduzione, Wilson spiegava che il testo era basato su di un manoscritto in codice risalente al mago elisabettiano John Dee, il Liber Logaeth, in effetti, esistente e conservato al British Museum (fondo Sloane, mss 3189: ma la dizione esatta, in realtà, è "Loagaeth"). Esaminato al computer, questo si era rivelato nientemeno che l'originale, cifrato, della famosa traduzione in inglese del Necronomicon realizzata da Dee. Non solo: un esame comparato con un "manoscritto arabo" comprato da de Camp in Iraq, e già pubblicato in America in facsimile, aveva rivelato che si trattava della stessa opera! Nei riguardi del libro, era riprodotta una pagina di tale manoscritto.





Il tutto era condito da una serie di informazioni sulla magia antica e contemporanea, sulle religioni arcaiche, sul ruolo del padre di Lovecraft all'interno della "massoneria egizia" (rivelato dal misterioso "dottor Hinterstoisser"), sui rapporti fra i maghi di osservanza crowleyana e le tradizioni di Atlantide, sulla figura di Lovecraft stesso come "medium inconsapevole", e un'infinità di altre cose simili. Il materiale non era combinato in modo sommario e rudimentale, come nel testo di Simon, ma era letterariamente godibilissimo, preciso nei riferimenti fino allo scrupolo, ricco di inventiva, di allusioni, di collegamenti eruditi, di doppi sensi, di fascinosi accenni a "segreti insondabili", e così via. Insomma, una vera delizia per appassionati lovecraftiani.



Quando il libro pervenne a chi scrive queste righe, tramite un'agenzia letteraria, decidemmo immediatamente di farlo pubblicare presso le edizioni di Renato Fanucci, che all'epoca dirigevamo. Nel tradurre il libro, non resistemmo alla tentazione di partecipare anche noi a quel gioco intrigante e intelligente, e lo arricchimmo di un'introduzione firmata da un inesistente "professor Francesco Pincus" dell'altrettanto immateriale "Università Sulcitanea", in cui si discettava della Teoria Generale dell'Inesistenza Reale, postulante il fatto che quando si crede profondamente alla realtà di una certa cosa (per esempio uno pseudobiblium), questa inevitabilmente finisce per materializzarsi davvero...



Chiedemmo poi a un nostro bravo autore di narrativa fantastica, Gustavo Gasparini, di raccontare come avesse anche lui scoperto una copia del Necronomicon a Venezia, e i casi derivatigliene, nonché a Giuseppe Lippi, allora stimato saggista lovecraftiano e oggi curatore di Urania (nonché curatore di tutta la narrativa di HPL per gli Oscar Mondadori), di raccontare la storia di una perduta traduzione italiana dell'infame testo a opera di Camillo Delminio, l'esoterista bruniano inventore del "Teatro della Memoria" come supporto per la mnemotecnica.




Questo materiale fu pubblicato in un'apposita Appendice Italiana al volume di George Hay, insieme con un portfolio di disegni originali di nostri illustratori. Ovviamente, non credemmo neppure per un attimo che il testo fosse davvero quello che diceva di essere, cioè una decodificazione parziale della traduzione inglese del Necronomicon, trascritta in cifra da John Dee. Ma tutto faceva parte di un gioco letterario iniziato negli anni Venti e Trenta. Per chi avesse voluto capire, denunciavamo lo scherzo in tutta una serie di riferimenti, come il collegamento al libro "arabo" di De Camp, che sapevamo per certo essere fasullo (ce lo aveva detto lui), e varie altre notazioni, come il fatto che si dava per davvero esistente la Miskatonic University, che invece è una pura invenzione di Lovecraft. Comunque, per rendere ancor più palese il carattere pseudoreale dell'operazione, aggiungemmo alle due paginette introduttive alcuni riferimenti bibliografici in apparenza verosimili, ma in realtà assurdi, per esempio parlando di un congresso di "paraletteratura" iniziatosi il 29 febbraio di un anno non bisestile.



Non mancavano le citazioni di articoli di Eco e Sanguineti. In questo modo, volevamo render chiara la natura scherzosa del tutto, per non dare l'impressione di voler ingannare deliberatamente i lettori. Ciò anche a costo di ridurre le potenzialità commerciali del libro, che così (pensavamo) avrebbe finito per interessare soltanto, come curiosità, i lovecraftiani di stretta osservanza. In questo, ci accorgemmo presto di esserci sbagliati doppiamente. In primo luogo, tutti (sottolineiamo: tutti) coloro che acquistarono il "nostro" Necronomicon rimasero fermamente convinti di avere fra le mani un autentico frammento del fatale Al Azif. Inoltre, quel libro - pubblicato con molto timore per gli esiti delle vendite - è stato uno dei maggiori successi commerciali della casa editrice, è stato ripresentato in varie vesti anche da altri che hanno tentato (assai malamente) di darne un seguito, si trova citato (seriamente) in una infinità di bibliografie, ed è "autorevolmente" commentato dalle persone più insospettabili. C'è chi ha creduto alla reale esistenza del "professor Pincus", chi è andato (inutilmente) alla ricerca dei riferimenti bibliografici di Eco e Sanguineti e sta ancora cercandoli, e chi ha citato i Proceedings del convegno di paraletteratura in serissime bibliografie. C'è da esserne orgogliosi...




Anche questo Necronomicon di Colin Wilson, come quello di Simon, ha suscitato discussioni a non finire, ed è disponibile sul web con glosse e commenti. In tutto il mondo, è usato anch'esso come testo base di magia operativa da diversi adepti dell'occulto. In Italia, in particolare, ha avuto un impatto "magico" fortissimo (forse perché da noi non è mai uscita una traduzione del libro di Simon), ed esistono diverse congreghe di necromanti che ne hanno fatto il centro delle loro attività sul versante tenebroso dell'Essere.









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La chiave per comprendere l'importanza che i circoli esoterici contemporanei attribuiscono alla figura di Lovecraft e soprattutto al suo Necronomicon, scrive Stephen Sennitt (The Reluctant Prophet, nell'antologia The Starry Wisdom, Londra 1994), si trova stranamente nella stessa negazione da parte dello scrittore della titanica "realtà" che emerge dai suoi sogni, e nel suo atteggiamento di ripulsa nei confronti delle tradizioni che in quelle immagini oniriche vengono così chiaramente ed esplicitamente rappresentate. Secondo gli esoteristi, Lovecraft rimase inconsapevolmente terrorizzato dal significato profondo delle sue visioni, e risolse di esorcizzarle trasformando i suoi viaggi d'incubo in "innocue" narrazioni fantastiche, rifiutandosi di attribuire ad esse, razionalmente, alcun significato. Inoltre, respinse ogni legame della sua narrativa con un campo di ricerche - la cosiddetta "sapienza occulta" - che considerava, al meglio, nulla più che un coacervo di superstizioni, e al peggio un esempio di deliberata volontà di ingannare le persone credule (elucubrazioni «appartenenti alla categoria del falso proditorio», secondo una sua espressione).



Il suo rigido razionalismo conservatore - spiegano gli esoteristi - era in realtà un meccanismo di difesa che serviva a fargli prendere le distanze dall'inquietante consapevolezza che l'universo potrebbe essere un luogo molto più irrazionale di quanto non volesse ammettere la sua mente conscia. D'altra parte, in molti luoghi delle lettere di Lovecraft filtra l'idea - centrale nella sua narrativa - che alla radice del cosmo vi sia non ordine ma caos, e che ciò che muove le cose non siano le leggi che l'uomo, con la sua povera e debole ragione, riesce a decifrare, ma altre forze più oscure e possenti, inconoscibili ed estranee a qualsiasi sentimento o compassione. Ironicamente, dunque, il "dono" di Lovecraft di sognare la verità riposa su una singolare contraddizione: fu proprio il suo ripudio di tutto il bagaglio dell'Occultismo, la sua deliberata collocazione delle conoscenze estratte dalle sue visioni oniriche entro i confini della narrativa e della finzione letteraria (escludendo ogni legame contaminante con tradizioni espresse dalle scuole esoteriche dei suoi tempi, come la Teosofia, la magia della Golden Dawn e altre simili), a conferire ai suoi "miti" onirici la consistenza e la forza di una vera e propria corrente magica operativa.



Se Lovecraft fosse stato, per assurdo, l'adepto di una scuola di occultisti dalle tradizioni ancestrali, non avrebbe raggiunto, nelle sue visioni, un successo di pari dimensione. Di tale fatto gli esoteristi contemporanei sono acutamente consapevoli: l'importanza che essi attribuiscono al sistema magico tratto dalla narrativa di Lovecraft deriva proprio dalla percezione della purezza e dell'autonomia delle sue visioni, dimostrata dall'evidenza con la quale esse si sovrappongono, completandole, a conoscenze tradizionali autentiche, pur essendo state elaborate del tutto indipendentemente da queste. Di fronte a un discorso del genere, Lovecraft avrebbe reagito di certo con lo stesso sarcasmo che manifestava nei confronti di quei giovani corrispondenti che gli chiedevano dove procurarsi copie del Necronomicon, e se per caso Cthulhu esistesse davvero.



Ma non è questo il punto. Malgrado tutte le sue barriere mentali, Lovecraft era intimamente consapevole, nel profondo di se stesso, che oltre i confini dell'universo conosciuto esistono forze che agiscono al di fuori del controllo e della comprensione dell'uomo (lo ammette lui stesso). Ed è su queste forze, più che su tutti i castelli eretti dalla razionalità, che si misurano i nostri sentimenti, le nostre angosce, le nostre incertezze e le nostre passioni. La popolarità di Lovecraft e dell'inesistente Necronomicon si è dilatata a dismisura, e continua a crescere, perché questo modo dello scrittore di accostarsi alle radici dei nostri sentimenti dimostra la rilevanza delle sue visioni, e la loro centralità rispetto alla condizione umana. Il che non vuol dire che lo scrittore possa essere ritenuto - anche solo indirettamente - responsabile delle nefandezze che qualche paranoico può aver commesso in Italia e all'estero in nome delle divinità immaginarie che egli descrisse nel suo pseudobiblium che altri, con intenti ludici o macabri, ha riportato alla realtà cartacea.


Da Hera n° 86 (marzo 2007)







Edited by barionu - 23/5/2021, 15:47
 
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