Origini delle Religioni

GIULIO CAMILLO DELMINIO

« Older   Newer »
  Share  
barionu
CAT_IMG Posted on 23/9/2014, 14:39 by: barionu
Avatar

www.ufoforum.it/viewtopic.php?f=44&t=18168

Group:
Administrator
Posts:
8,423
Location:
Gotham

Status:










MUNDUS PATET


www.romanoimpero.com/2011/09/culto-degli-dei-mani.html



MUNDUS CERERIS


http://it.wikipedia.org/wiki/Mundus_Cereris


FLAMINE

http://it.wikipedia.org/wiki/Flamine


Fondazione di Roma, vedi PLutarco , vita di Romolo

http://it.wikipedia.org/wiki/Fondazione_di_Roma






MUNDUS

LAPIS MANALIS



MANALE, PIETRA
Enciclopedia Italiana (1934)

di Gioacchino Mancini

MANALE, PIETRA. - Nella lingua latina l'aggettivo manalis è propriamente qualificativo di una fonte che getta acqua copiosa e perenne. Si adoperò anche per indicare vasi da versare acqua. Tuttavia per manalis lapis s'intende propriamente una pietra sacra che ha virtù di provocare la pioggia. Con tale denominazione fu anche designata la pietra che chiudeva la porta dell'Orco, nel mondo degl'Inferi, rimossa la quale le anime, ossia i Mani, potevano liberamente uscire dall'Ade, per risalire presso i viventi. Anche la pietra che chiudeva il mundus, ossia quella vasta fossa scavata al centro dell'abitato nei primitivi villaggi, aveva lo stesso epiteto di manalis. Da ciò si dovrebbe dedurre che tale voce derivi piuttosto dai Manes, che dalla voce verbale marare.

Nella disciplina augurale degli Etruschi, che i Romani seguirono in gran parte, vi era un rito consistente nel far ruzzolare (verrere) una o più pietre (petrae manales), in tempo di siccità, per ottenere la pioggia. Questa pratica, dapprima di carattere privato, entrò nella religione dello stato, sotto forma di una processione (pompa), presieduta dai pontefici. L'atto più importante di tale cerimonia, che si diceva aquaelicium, era il trasporto della pietra sacra, di forma cilindrica, ordinariamente deposta nel tempio di Marte, rappresentante le forze vegetative della terra. Nel giorno prefisso la pietra sacra veniva recata solennemente in città, fino al tempio di Giove Capitolino. La matronae, che prendevano parte alla pompa, giunte al clivo Capitolino, scioglievano le loro chiome e si denudavano i piedi (onde il nome della processione: nudipedalia) e così scalze ascendevano l'erta del colle, recitando preghiere a Giove, perché concedesse la pioggia. La cerimonia assumeva un carattere funebre; i magistrati che vi prendevavo parte deponevano la toga listata di porpora, e i littori portavano i fasci capovolti. Termine della cerimonia era l'immolazione cruenta di una vittima.

Bibl.: J. A. Hild, in Daremberg e Saglio, Dictionnaire des antiquités grecques et romaines, III, p. 1562 seg.; G. Wissowa, Religion u. Kultus d. Römer, 2ª ed., Monaco 1912, p. 368.


LE FESTE DI ROMA ANTICA



www.maat.it/livello2

/Dizionario%20d...tica%20Roma.htm





L'Umbilicus Urbis Romae


www.romasegreta.it/campitelli/foro-...icus-urbis.html




L'Umbilicus Urbis Romae è una costruzione conica in mattoni risalente all'epoca severiana, un tempo rivestita di marmi bianchi e colorati, situata tra i Rostra e l'Arco di Settimio Severo: come dice la parola stessa trattasi dell'ombelico di Roma, ovvero il centro della città, ad imitazione dell'omphalòs greco.


La costruzione, come possiamo notare nella foto sopra, è dotata di una porticina per consentire l'accesso alla cavità sotterranea. Il fatto di essere il centro della città e di avere una cavità sottostante riporta al racconto della fondazione di Roma fatto da Plutarco: questi infatti narrava che Romolo scavò una fossa circolare "nel luogo che ora è chiamato Comizio" e vi gettò dentro le primizie di ogni cosa. I seguaci di Romolo, a loro volta, vi gettarono un pugno della loro terra di origine. Questa fossa era chiamata dai Romani "mundus", con lo stesso vocabolo usato per indicare l'Olimpo.


Plutarco prosegue dicendo che la fossa chiamata "mundus" era considerata il centro del solco circolare tracciato intorno ad essa con un aratro, trainato da un bue e da una vacca che vi erano stati aggiogati: questo solco era il "pomerium" di Roma. Da qui la tradizione romana di scavare una fossa, il "mundus" appunto, prima di ogni altra opera nel luogo che sarebbe stato il centro della città, perché quella era il collegamento con il "mundus Cereris", ovvero il confine fra il mondo dei vivi ed il mondo dei morti. La fossa, di forma circolare a ricordare la volta celeste e l'universo tutto, era chiusa da una pietra e rimaneva chiusa per tutto l'anno ad eccezione di tre giorni, il 24 agosto, il 5 ottobre e l'8 novembre, durante i quali "mundus patet", ovvero il mondo è aperto, mettendo così in comunicazione il mondo dei vivi con quello dei morti.



L'apertura del "mundus" stabiliva una comunicazione effettiva, visibile, tra i tre mondi (celeste, terreno ed infero), nel luogo stesso dove questi si congiungevano. La pietra che chiudeva l'accesso al mondo sotterraneo dei morti, regno di Plutone e Proserpina, era detta "lapis manalis" perché da lì passavano i Mani, ovvero le anime dei morti buoni, dei "parentes", delle persone di famiglia dalle quali ci si aspetta protezione e benevolenza anche dopo la morte. In quei 3 giorni in cui "mundus patet", giorni ritenuti solennemente religiosi ma durante i quali era più facile varcare la soglia perché la pietra era aperta, era proibito svolgere qualsiasi attività pubblica: pertanto era considerata cosa empia non solo dare battaglia o cominciare una guerra, ma anche arruolare soldati, salpare con le navi o unirsi alla moglie per avere figli.


Circa il primo interdetto, Varrone sottolinea e conferma come i Romani "ritenessero che era meglio andare a combattere quando fosse chiusa la bocca di Plutone", ovvero la bocca degli inferi.

BOCCA DELLA VERITA'

www.romanoimpero.com/2012/05/la-bocca-della-verita.html

GLI DEI MANI

www.romanoimpero.com/2011/09/culto-degli-dei-mani.html







Edited by barionu - 7/10/2021, 13:25
 
Top
15 replies since 19/8/2012, 20:38   2106 views
  Share