Origini delle Religioni

La Fabbricazione del Mito di Gesù

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CAT_IMG Posted on 24/7/2015, 12:35
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RIPORTO PER INTERO I COMMENTI




diego ianiro (17-05-2007)


Adolf von Harnack, pace all'anima sua, ha dedicato l'intera vita allo studio della Storia del Cristianesimo, studio affrontato con serietà assoluta e rigore quasi maniacale tale da renderlo, assieme al Mommsen, uno dei pilastri della storiografia tedesca di inizio secolo da cui prese avvio una solida e ineguagliata tradizione. Una fama - la sua - dovuta principalmente al metodo e, quindi, non limitata al solo ambito della storia delle religioni. Fin dagli esordi del suo lavoro di storico c'è stato un chiodo fisso, una vera e propria passione/ossessione, rispondente al nome di Marcione.


Covata nell'arco di mezzo secolo di studi, la sua monumentale monografia sull'autore del primo vero "scisma" della chiesa (prima che questa si definisse "cristiana") è ancora oggi - a distanza di oltre ottanta anni - l'imprescindibile punto di riferimento per chiunque voglia accostarsi al personaggio, alla sua "sinagoga" e al suo canone - che fu il primo esempio di "Nuovo Testamento" mai apparso all'interno della "chiesa" primitiva. Dicevo, solo dopo più di ottant'anni ha visto la luce un'edizione italiana: il perché di tanto tempo resta, almeno per me, un mistero.


Però non mi risulta affatto difficile comprendere come mai proprio oggi appaia questa traduzione: vuoi per il revival cristiano de' noantri (al quale io per primo, evidentemente, non sono immune), vuoi per le citazioni che ne fa Ratzinger come monito nei confronti del (presunto) rinnovato antigiudaismo dilagante, vuoi per le frequentazioni (via Taubes) dell'ultimo Agamben e dell'interesse per la "Teologia Politica" tirata a lucido dallo spettacolo dello "scontro di civiltà", il caro Marcione avrebbe sicuramente trovato - nell’Italia versione 2007 - il suo pubblico. Tant'è, ben venga. Ma, com'è noto, per la fretta i gattini nascono ciechi. Dire di trovarsi tra le mani un'edizione "imbarazzante" è poco. In primo luogo la parte più importante dell'opera - quella che ha richiesto il lavoro di ricerca vero e proprio - è sparita.


Tagliata di netto, come non esistesse.
Voto: 2 / 5





diego ianiro (17-05-2007)


Mi spiego: l'opera fu pubblicata in due volumi e in traduzione italiana appare solo il primo. Peccato che il secondo, le "Appendici" di oltre 400 pagine, contenesse il più completo catalogo di fonti su Marcione che sia mai apparso e senza il quale non ha senso leggere il primo volume né è possibile pensare di comprendere completamente ciò di cui tratta. Usando un esempio profano, non è come vedere un film senza il finale, ma come vederlo dal secondo tempo, a storia già iniziata e volgente al termine, oppure -meglio- come vedere il terzo episodio di una trilogia senza neanche un riassunto degli altri due. Poco male, potrà obiettare qualcuno, se si considera che erano assenti anche nell'edizione inglese di qualche anno fa

Il fatto è che nell'edizione inglese, laddove nel testo si faccia esplicito riferimento alle Appendici, tale esplicito riferimento viene segnalato – ovvero, nell'edizione inglese - altrettanto monca - almeno questa “mancanza” viene segnalata e, in qualche modo, giustificata. Nella traduzione italiana apparsa un mese fa le 400 pagine di appendici semplicemente non sono mai esistite - ogni riferimento nel testo è assente, fino a far sembrare alcune note (completamente slegate dal resto del discorso, riferendosi a cose che non ci sono più) gli appunti di un pazzo.


Ok, era improponibile pensare di vendere un testo di 700 pagine, a quale prezzo poi chissà... ma allora perché inserire a mo' di introduzione un saggio del compianto J.P. Couliano (che non è un saggio ma un singolo capitolo dell'ottimo "I miti dei dualismi occidentali", capitolo che estrapolato dal contesto originale perde di senso) fuori luogo e per finalità e per impostazione nell'economia del volume di Harnack.

Ok, era per introdurre il neofita con qualcosa di più "vicino" in termini redazionali... Poi ci si imbatte in "angosticimo" al posto di agnosticismo e infinità di cose simili... ok sono errori di battitura, l'editor, la stampa, la fretta. Si provvederà alla prossima ristampa… Ma quando ci si trova davanti a una cosa del genere:



""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""2


infatti mi sono accorto subito che l' opera risulta senza fonti .... :(

ma è meglio che niente ,,, bisogna però avere sotto mano il contro marcione di tertulliano e il panarion di epifanio .



zio ot :B):
 
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CAT_IMG Posted on 24/7/2015, 16:30
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Essendo stata pubblicata anche in Inglese e constando di due volumi separati, al limite si poteva andare a munirsi del secondo nell edizione inglese, invece, neanche in Inglese è stato pubblicato il secondo volume.

Barionu, ma con Adolf von Harnack non siamo troppo indietro come studi, concezioni, ragionamenti fonti a disposizione... non so quando sia uscita l'opera, ma lui è vissuto tra il 1851 e il 1930...
 
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CAT_IMG Posted on 25/7/2015, 09:49
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Harnack è un palle quadre ....e poi

Gallina vecchia fa buon brodo ;

su ebay a 10 euri ...


zio ot :B):
 
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CAT_IMG Posted on 25/7/2015, 21:01
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roxi, tu e haviland che siete su marcione:

quale è il miglior lavoro tradotto (se c'è...) o originario in italiano su questo vangelo;
quale è il miglore lavoro in qualsiasi lingua;
se conosci il lavoro di harnak, come lo giudichi/collochi?

se ci riesci riporta gli anni in cui i lavori sono stati scritti
 
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CAT_IMG Posted on 26/7/2015, 09:40
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Non esiste il “miglior lavoro”, :) nel senso che ogni autore ha del buono nella sua ricerca e nel suo studio, a volte basta una sola intuizione brillante per dare dignità ad un libro.

Harnack non l’ho letto, in ogni caso è un caposaldo.

Tranne il lavoro di Harnack, che io sappia, in italiano non c’è niente.

I seguenti lavori sono tutti in inglese:

R.Joseph Hoffmann, Marcion: On The Restitution Of Christianity - An Essay on the Development of Radical Paulinist Theology in the Second Century - (Scholars Press, 1984)

Markus Vincent, (2011) Christ's Resurrection in Early Christianity and the Making of the New Testament - Ashgate Publishing.

Markus Vincent, (2014) Marcion and the Dating of the Synoptic Gospels- (Studia patristica supplement 2)- Leuven: Peeters.

Jason D. BeDuhn, (2013) The First New Testament: Marcion's Scriptural Canon - Polebridge Press

Judith M. Lieu (2015) Marcion and the Making of a Heretic: God and Scripture in the Second Century - Cambridge University Press.

Dieter Roth, (2015) The Text of Marcion’s Gospel - (Leiden: Brill, 2015).

Joseph B. Tyson, Marcion and Luke-Acts: A Defining Struggle- Univ of South Carolina Press, 2006

Matthias Klinghardt, The Marcionite Gospel and the Synoptic Problem: A New Suggestion, NovT 50 (2008)

Matthias Klinghardt, (2015) Das älteste Evangelium und die Entstehung der kanonischen Evangelien - per ora solo in Tedesco

.........

Haviland sicuramente potrà aggiungere altro a questa mini lista. :)
 
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CAT_IMG Posted on 26/7/2015, 12:17
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Ma a che punto si è degli studi?

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In particolare cosa si sa su:

se prima di quello di Marcione, c'era un altro vangelo (non espressamente uno dei sinottici) che Marcione ha voluto modificare per contrapposizione

se lo stesso Marcione lo ha scritto ex novo o ha raccolto una corrente di pensiero (e quindi non un vangelo già redatto e circolante) che possiamo definire di "pre-Marcioniti"

se quello chiamato di Marcione precede uno qualsiasi dei tre sinottici

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Il Vangelo di Marcione offre altri motivi di interesse (piccoli o grandi, come luoghi, persone, date, idee, teologie, vicende, stili di narrazione, uso di parole o verbi... ), che non siano il rapporto con un presunto precedente vanglo o corrente di pensiero?

 
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CAT_IMG Posted on 27/7/2015, 08:07
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CITAZIONE
In particolare cosa si sa su:

se prima di quello di Marcione, c'era un altro vangelo (non espressamente uno dei sinottici) che Marcione ha voluto modificare per contrapposizione

Sì, secondo alcuni studiosi, prima di Marcione esisteva già un vangelo e non era affatto uno dei sinottici.

CITAZIONE
se lo stesso Marcione lo ha scritto ex novo o ha raccolto una corrente di pensiero (e quindi non un vangelo già redatto e circolante) che possiamo definire di "pre-Marcioniti"

No, non ha raccolto una corrente di pensiero.
Ci sono posizioni diverse. Per esempio, secondo il prof. Vinzent Marcione o i marcioniti avrebbero scritto questo vangelo, ma secondo il prof. Klinghardt il vangelo che Marcione e i marcioniti usarono esisteva già, e si tratterebbe del più antico vangelo mai scritto. Non si sa chi possa averlo scritto, o meglio di quale comunità poteva essere espressione, in ogni caso è stato definito “leggermente eretico”.

CITAZIONE
se quello chiamato di Marcione precede uno qualsiasi dei tre sinottici

Secondo alcuni studiosi, tra cui quelli citati sopra, precede tutti.

CITAZIONE
Il Vangelo di Marcione offre altri motivi di interesse (piccoli o grandi, come luoghi, persone, date, idee, teologie, vicende, stili di narrazione, uso di parole o verbi... ), che non siano il rapporto con un presunto precedente vanglo o corrente di pensiero?

In rapporto a cosa, se il vangelo usato da Marcione pare che sia il più antico vangelo mai scritto?

E comunque l’importanza della tesi che il vangelo che Marcione trovò e usò è il più antico vangelo mai scritto, è soprattutto quella, secondo me, di smontare un paradigma consolidato in accademia, e cioè che “l’ortodossia precede sempre l’eresia”.
 
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CAT_IMG Posted on 28/7/2015, 08:22
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Articolo pubblicato su Die Welt il 21/07/2015

www.welt.de/geschichte/article14425...onstruiert.html

Ricostruito il più antico vangelo della Bibbia eretica
Di Berthold Seewald

Già 1800 anni fa I Cristiani insultavano Marcione e la sua Bibbia definendolo “topo”. In essa [la Bibbia di Marcione] un teologo di Dresda ha trovato il primo vangelo del Cristianesimo. Fu il modello per tutti gli altri.

L’Arcieretico torna di nuovo. Fu visto per la prima volta alla Humboldt University di Berlino, alla Facoltà Teologica Protestante. Lì, Notger Slenczka, che aveva la cattedra di Teologia Dogmatica, in un articolo avanzò la tesi che l’Antico Testamento non avrebbe dovuto avere un status canonico nella Chiesa, perché difficilmente giocava un ruolo nella prassi dell’Annunciazione. Sin da allora divampò una disputa. I colleghi accusarono Slenczka di aver adottato argomenti da “teologo nazista” per sbarazzarsi nel 1933 della “Bibbia Ebraica”.
Ma le tracce conducono non solo ai Cristiani Tedeschi del Terzo Reich, ma anche ad un uomo che i teologi Cristiani avevano definito più di 1800 anni fa come eretico e farabutto. Il suo nome è Marcione, ed è apparso ripetutamente nella storia della Chiesa quando si discute del corretto canone delle Scritture.

Ora anche a Dresda Marcione viene esaminato. Qui Matthias Klinghardt, professore di Teologia Biblica all’Istituto di Teologia Protestante dell’Università di Dresda, ha presentato un libro in due volumi dal titolo provocante, "Das älteste Evangelium und die Entstehung der kanonischen Evangelien", “Il più antico Vangelo e l’origine dei vangeli canonici”. Dietro di esso è nascosto niente di meno che la ricostruzione del libro di Marcione, o meglio, del libro che lui usava. Ma questo è il primo e più antico Vangelo della Cristianità.

Questo era ed è dinamite teologica: perché i risultati capovolgono 150 anni di studio critico biblico: Marcione non fu il tanto malignato Arcieretico della metà del II secolo, il Nuovo Testamento secondo la sua visione sfigurava e inoltre bandiva immediatamente da esso l’Antico Testamento, ma era solo il libro di Marcione il Vangelo da cui dipendono tutti gli altri Vangeli.
Chi era l’uomo che ancora oggi fa infuriare i teologi? Si dice che Marcione fosse un armatore o un mercante che fece fortuna a Sinope, sul Mar Nero. Poi venne a Roma e si unì alla comunità Cristiana, alla quale inviò diverse centinaia di migliaia di sesterzi. Ma la sua teologia radicale suscitò subito opposizione. Nel 144 fu scomunicato e il denaro gli fu restituito.

Come risultato, Marcione viaggiò per l’Oriente, e riunì intorno a sé molti seguaci. In alcune aree, questi Marcioniti dovettero essere più numerosi dei loro avversari ortodossi, dai quali furono condannati come gnostici e furono perseguitati. Fu solo nel VII secolo che sparirono nelle nebbie della Storia, per riapparire a più riprese, come un fuco fatuo, come prototipo degli eretici.
All’epoca, gli scritti di Marcione furono distrutti, tuttavia si sono conservati in lunghi estratti nei libri dei suoi avversari, che riportarono interi passaggi al fine di confutarli.

Quindi l’armatore evangelizzatore differenziò strettamente il Dio d’amore del Nuovo Testamento dal cattivo Dio Creatore dell’Antico Testamento. Entrambi stranieri l’uno per l’altro. Come conseguenza, Marcione accettò nella sua Bibbia solo le lettere di Paolo, e una versione purificata del vangelo di Luca, e rigettò l’intero Antico Testamento, secondo i suoi avversari. Come reazione, essi crearono il Nuovo Testamento, secondo la scuola di pensiero della scienza moderna.
L’influente teologo berlinese Adolf von Harnack intraprese nel 1923 l’ultimo tentativo di ricostruire il vangelo di Marcione dagli scritti preservati da tre avversari di Marcione, specialmente quello della generazione più giovane, il Padre della Chiesa Tertulliano. Poiché la storia della ricezione dell’eretico anche risale a lui, fino al biasimo, con i suoi avvertimenti circa la comprensione che Marcione si era sbarazzato dell’Antico Testamento, Harnack fu considerato un pioniere dell’antisemitismo cristiano.

Una simile ricerca delle tracce è però lontana dal teologo Klinghardt. Egli si occupa della storia letteraria del Nuovo Testamento e delle sue contraddizioni nel modello oggi prevalente. Questo[modello] dice che nel 70 DC, anno della conquista di Gerusalemme da parte dei Romani, Marco scrisse il suo vangelo. Questo fu il modello per Matteo e Luca, che attinsero anche ad una Fonte di Detti solo ipoteticamente provata, una collezione di detti di Gesù che si dicevano essere stati raccolti dalla primitiva comunità. Il Vangelo di Giovanni fu aggiunto al Quartetto dei vangeli canonici all’inizio del II secolo.

Perché, si chiede Klinghardt, Marcione scelse il decisamente filo-giudaico Luca come modello per la sua riduzione, e non il più antico Marco? E perché il Canone del Nuovo Testamento è comprensibile solo dopo Marcione, quando però si dice che abbia fatto una “trascrizione” del suo Vangelo? Tutto il contrario, è la risposta del teologo di Dresda, Marcione ha usato un vangelo che poi fu convertito in quello di Luca.

Klinghardt spiega la prova [di questo] in circa 1300 pagine. Uno dei principali argomenti si trova in Luca 4, 14-31. In esso è riportato come Gesù ritorna, dopo la famosa tentazione del diavolo, a Nazareth, e nella sinagoga gli viene chiesto delle “grandi cose” che ha fatto a Cafarnao. Tuttavia, è solo sei versi dopo che è riportato l’arrivo a Cafarnao. Questo sembra un grossolano lavoro editoriale che cerca di legare insieme un nuovo inizio – nascita di Gesù, infanzia, tentazione nel deserto e ritorno – con la semplice presentazione cronologica che è stata conservata nel libro di Marcione. Tali goffe addizioni vengono oggi fatte nelle redazioni dei giornali.

Soprattutto in questo testo. Considerando le forti addizioni come l’inizio, la conclusione e diversi passaggi sulla Legge ebraica, del Vangelo di Luca rimane solo una narrativa poco strutturata e poco ispirata. Per Klinghardt questo non può essere stato il risultato di un accorciamento, perché uno non mutila un buon testo in modo tale da cancellare i punti buoni e lasciare quelli deboli.
Come testimoni chiave, il teologo di Dresda invoca gli avversari di Marcione dell’antichità, specialmente Tertulliano. Il quale aveva già accusato il “topo pontico” di aver “rosicchiato il Vangelo” e aver asportato da Luca l’inizio, la parte di mezzo e la fine. Ma egli prende seriamente l’eretico quando formula il criticismo della sua teologia sulla base dello stesso scritto, perciò le sue estensive citazioni devono essere ragionevolmente accurate.

Questo ha delle conseguenze. Da una parte questo metodo consente una moderna ricostruzione del testo. Se d’altra parte, tuttavia, esso mostra che Marcione possa essere confutato sulla base del suo proprio Vangelo , allora cade l’accusa che egli aveva preso dal vangelo di Luca solo quello che supportava la sua teologia. “L’assunzione delle prove” scrive Klinghardt “prende i suoi fondamenti”.

Da questo egli conclude che Marcione non ha accorciato il canonico Luca, ma questo è un trattamento editoriale ed un ampliamento di un libro che fu usato anche da altri autori. È il modello standard il cui titolo probabilmente era solo “Vangelo”.

Così la misteriosa Fonte dei Detti si dissolve nell’aria. Non c’è più bisogno di essa come modello per i successivi vangeli, perché il più Antico Vangelo già contiene tutte le informazioni rilevanti. Proto-Marco e Proto-Matteo, come noi li chiamavamo una volta, diventano le sue revisioni letterarie più di successo. Che anche Proto-Giovanni rientra in quest’albero di famiglia, Klinghardt lo dimostra con l’aiuto della corsa dei discepoli alla tomba di Gesù.

Nel vangelo di Giovanni (20, 4-10) è descritto in dettaglio come essi arrivano alla tomba dopo la Pasqua. Pietro entrò e “vide le fasce di lino a terra”. In Marcione questa frase manca. Poiché nel suo Vangelo è anche usata un’altra parola per “tomba” rispetto a quella usata da Giovanni e Luca, questo è un forte argomento per la successiva rielaborazione del suo Vangelo. Se Luca 24, 12 descrive, inoltre, le “fasce di lino” con le stesse parole come Giovanni, questo passaggio tuttavia è estremamente accorciato e non è riprodotto in alcuni manoscritti, Luca allora potrebbe soltanto seguire Giovanni. Ma questo rivoluziona la vigente, fino ad ora, gerarchia dei quattro vangeli, secondo la quale Luca è cronologicamente accettato prima di Giovanni.

Qui è dove Klinghardt assesta il secondo colpo: le tre redazioni del Vangelo originale, proto-Marco, proto-Matteo e proto-Giovanni furono sottoposte insieme, poco dopo l’edizione della Bibbia di Marcione, ad una completa revisione finale. Con questa, il Protovangelo usato da Marcione fu ampliato e inserito nel Canone sotto il nome di Luca, perché come è affermato nel suo preambolo “Già molti hanno affermato di dare dei resoconti delle storie che sono accadute tra di noi”. Il più antico di tutti i Vangeli potrebbe non essere perso.

A questo punto della sua argomentazione, Klinghardt segue le tracce che il teologo David Trobish aveva esposto 29 anni fa nella sua tesi post-dottorale ad Heidelberg, Secondo questa tesi, i 27 libri del Nuovo testamento sono stati tutti assemblati alla metà del secondo secolo, non fu il complicato processo di selezione tra comunità molto disperse, ma si originò come innovativo progetto di pubblicazione.

Presumibilmente in Asia Minore, o forse anche a Roma stessa, un editore insieme ad un gruppo di redattori, raccolse numerosi testi e li fissò in un certo ordine. Inoltre, secondo Klinghardt, essi concordarono anche l’ultima rifinitura. I quattro proto-testi divennero i quattro Vangeli canonici che furono messi nel Nuovo testamento insieme alla Lettere, al lavoro storico di Atti degli Apostoli e all’Apocalisse di Giovanni.

Ma una tale storia sacra richiedeva di più. Per essere riconosciuta davvero come unica via per il giudizio finale, gli editori dovevano collegarla con l’Antico Testamento. La Legge del Dio degli Ebrei divenne così la proclamazione della venuta di Gesù. In questo senso, il Vangelo di Luca ebbe il suo accento ”filo-giudaico”, ma si doveva provare per esempio, la filiazione divina attraverso la nascita a Betlemme, la città di Davide. Una tale “storia del mondo” doveva comporsi a fianco delle “interpretazioni” pagane del mondo che erano conservate da ricchi Romani e Greci nelle loro biblioteche.

Da questa poderosa edizione del Nuovo Testamento, ben presto si servirono le numerose comunità, di esso non utilizzarono necessariamente l’intero corpus, ma raggrupparono il loro individuale “Reader’s Digest”.

Il (vangelo) proto-eretico preserva la più antica testimonianza

Perciò, per teologi come Tertulliano era naturale che il “suo” vangelo di Luca era il testo originale e quello di Marcione una versione mutilata. Che fosse probabilmente il contrario, divenne per Klinghardt un approccio concepibile per un brillante progetto. Inoltre, alcune domande richiedono ancora una risposta. Perché per diverse generazioni il Cristianesimo primitivo si accontentò del semplice originale primo Vangelo e poi improvvisamente passò a un progetto editoriale innovativo su larga scala? E quali sono le fonti del primo Vangelo la cui stesura Klinghardt pone nel periodo dopo la conquista di Gerusalemme, ma potrebbe essere anche decenni più tardi?

Secondo questa interpretazione, sarebbe solo l’opera di un presunto proto-eretico che ci ha preservato la storia più antica della vita e della morte di Cristo. Questo confermerebbe ancora una volta l’affermazione di Marcione del “dinamico fantasma”. Tuttavia, questo aiuterà poco il suo presunto seguace Notger Slenczka dell’Humboldt University. Dal momento che la ricostruzione di Klinghardt chiarisce anche quanto strettamente sono intessuti l’Antico e il Nuovo Testamento.


///

Haviland capirà che quest’ultima frase mi turba non poco... :wacko: :wacko: :wacko:

...........................

















Edited by barionu - 9/1/2024, 06:56
 
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CAT_IMG Posted on 28/7/2015, 10:31
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Nel 144 fu scomunicato e il denaro gli fu restituito.

In pernacchie .


zio ot -_-
 
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CAT_IMG Posted on 28/7/2015, 10:32
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Ma se Tertulliano è la fonte più antica per Marcione mi sembra impossibile la tesi che il vangelo di Marcione fosse il più antico.
Oltretutto Marcione ha agito nella seconda metà del secondo secolo essendo morto nel 160.
E' vero che il Vangelo Segreto di Marco è un'araba fenice, ma esistono anche teologi cattolici che attestano la sua autenticità per cui è assurdo parlare del vangelo di Marcione come il primo vangelo.
 
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CAT_IMG Posted on 28/7/2015, 10:48
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questo scritto dal topic del velo del tempio ...


Visto che gli Esegeti Cattolici fanno gli gnorri ,,,

guardate che il problema non è velo o architrave .... ma il fatto che gli " Evangelisti " non capivano l' Ebraico ,,,,

ovvero non erano Ebrei ...

ci sono circa 270 eventi filologici dei Vangeli . io li chiamo ghost , che evidenziano un testo originale semitico , probabilmente scritto da testimoni oculari ,,,

e che i compilatori in greco di questi testi , non capendoli , si sono probabilmente avvalsi di collaboratori Ebrei ,

che hanno preso spietatamente per il culo i nuovi redattori del nascente Cristianesimo ....

parlo del 130.150 dc .... come testimonia il Baur e la scuola di Tubinga .


zio ot :B):
 
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CAT_IMG Posted on 28/7/2015, 12:51
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Super grazie per la traduzione Roxi.

Quello che sostiene Klinghardt adesso è chiaro. Non posso dire condivisibile perchè non ci ho pensato su.
Se tutto (o molto) è basato su un presunto pastrocchiato collage in Luca... ad un prima valutazione... questo non mi pare un metodo che possa dare sicurezze.
Ma ocorrre leggere il libro di Klinghardt....

Certo che questo ritorno alle cronache del vangelo di Marcione e l'individuazione di un primo in senso assoluto vangelo ad averlo precedeuto ovviamente sarebbe, come si legge, "dinamite".

Sarebbero interessanti le tesi contrarie degli apologeti.
 
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Haviland Tuf
CAT_IMG Posted on 1/8/2015, 16:45




Pensare che mi chiedevp come cavolo fare copia e incolla su quesyo fottuto cellulare per tradurre col hoogle translator le news tedesche tradotte magnificamente da roxi: un sonoro GRAZIE!!!! :lol:
 
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CAT_IMG Posted on 2/8/2015, 09:17
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CITAZIONE
Qui è dove Klinghardt assesta il secondo colpo: le tre redazioni del Vangelo originale, proto-Marco, proto-Matteo e proto-Giovanni furono sottoposte insieme, poco dopo l’edizione della Bibbia di Marcione, ad una completa revisione finale. Con questa, il Protovangelo usato da Marcione fu ampliato e inserito nel Canone sotto il nome di Luca, perché come è affermato nel suo preambolo “Già molti hanno affermato di dare dei resoconti delle storie che sono accadute tra di noi”. Il più antico di tutti i Vangeli potrebbe non essere perso.

A questo punto della sua argomentazione, Klinghardt segue le tracce che il teologo David Trobish aveva esposto 29 anni fa nella sua tesi post-dottorale ad Heidelberg, Secondo questa tesi, i 27 libri del Nuovo testamento sono stati tutti assemblati alla metà del secondo secolo, non fu il complicato processo di selezione tra comunità molto disperse, ma si originò come innovativo progetto di pubblicazione.

Presumibilmente in Asia Minore, o forse anche a Roma stessa, un editore insieme ad un gruppo di redattori, raccolse numerosi testi e li fissò in un certo ordine. Inoltre, secondo Klinghardt, essi concordarono anche l’ultima rifinitura. I quattro proto-testi divennero i quattro Vangeli canonici che furono messi nel Nuovo testamento insieme alla Lettere, al lavoro storico di Atti degli Apostoli e all’Apocalisse di Giovanni.

straquoto e ripropongo


CONCLUSIONI


Carmignac a pag 34 , a proposito della paratassi e del sintagma egeneto de ( miei prossimi topic) , si esprime così :

Questa costruzione barbara non si trova mai nelle opere del Nuovo Testamento che sono state sicuramente scritte in Greco :

la seconda parte degli Atti , le Lettere ( di Paolo ) e anche l' Apocalisse , ma si trova 2 volte in Marco , 6 volte in Matteo ,

e 32 volte in Luca .

Se si trattasse di una influenza della traduzione dei Settanta perchè avrebbe agito solo nei Sinottici ?


E perchè autori desiderosi di farsi comprendere dai loro lettori avrebbero scelto

una costruzione quasi incomprensibile ?




e ricito Hard Rain

V.7 Semitismi alteranti il significato di intere frasi.

Sono queste le caratteristiche più “inquietanti”. Esistono intere frasi che non significano nulla in greco – e naturalmente neppure nella traduzione italiana dal greco – se prese alla lettera, ma hanno senso solo in ebraico.

In altre frasi esistono giochi di parole che hanno senso solo se il testo originario fosse stato scritto in ebraico.

Se questi testi fossero stati scritti direttamente in greco che senso avrebbe avuto riportare in essi frasi incomprensibili in greco e giochi di parole nascosti dal greco ma presenti solo in ebraico?





La mia ipotesi è che esisteva un vasto corpus di scritti in semitico , ebraico e aramaico , fatto da TESTIMONI OCULARI,,,

corpus che ovviamente non si chiamava Vangelo ,,,, corpus incrementato et arricchito negli anni a seguire .....


fino alla data del 100.130 ev ,,,, quando QUALCUNO decise il passaggio dal semitico al Greco ...

stravolgendo e manipolando i testi originali , inventando il Gesù Teologico .


QUESTO QUALCUNO NON ERA EBREO ,

ERA ROMANO


Invenzione basata sugli scritti di un funzionario ebreo dell' intelligence romana ,

un certo Shaul di Tarso

resta da stabilire la data delle 7 lettere autentiche di Shaul.Paolo .

Ma per inventare il Gesù teologico dovettero avvalersi di Ebrei , in quanto non capivano

il corpus di scritti .

Questo ha dato modo ai traduttori , che ben poco amavano i romani ... di inserire una quantità enorme di anomalie ,,, in funzione di vero

e proprio SABOTAGGIO .... oltre a proporre molti elementi fortemente aleatori .


Si spiega così la nascita di incidenti incredibili , come l' inesistente città di Nazareth,

Pietro baryona , i boanerghesh , etc etc




zio ot :B):
 
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Haviland Tuf
CAT_IMG Posted on 2/8/2015, 16:35




Barionu, capisco che vuoi prendere parte al nostro entusiasmo generale per la riscoperta di mcn (grazie al prof di Dresda) ma questo non ti autorizza a sporcare il mio thread con la tua pura zavorra speculativa su un presunto vangelo aramaico (il tanto agognato dai folli apologeti proto-Matteo) a maggior ragione quando la tua mossa e' nella sua piu' vera essenza tipicamente e nauseamente CATTOLICA e mi riferisco allo spacciare per genuinamente ebraico un substrato che, come tutto il resto, in realta' e' pura reazione ad un vangelo PROTO-ERETICO nella traduzione di roxi: il che significa nel caso migliore si ebraismo, ma ebraismo RINNEGATO o in procinto di esserlo.
L'aramaico non c'entra nulla e gli aramaismi marciani - talita kum, bar-abba, bar-timeo, effata ecc - hanno significato SIMBOLICO. La testimonianza 'oculare' ricacciagliela in gola al folle apologeta cattolico hard rain, please. :o:
 
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