Origini delle Religioni

KLINGHARDT SU MARCIONE

« Older   Newer »
  Share  
Haviland Tuf
CAT_IMG Posted on 23/10/2015, 20:03 by: Haviland Tuf




CITAZIONE
CITAZIONE
Traduco la più recente news su Mcn: una recensione in tedesco. (spero vivamente nelle sue migliorie future). :lol:

Ma questo è l'articolo di Die Welt del 21 luglio scorso che io ho tradotto e postato il 29 qui!!!!! censored

Haviland! Ma non lo hai proprio letto?

shy
Mi correggo :sick: , nascondendo la mia orribile traduzione dal tedesco, riportando la traduzione di roxi con caratteri più cubitali come unico modo per riparare all'errore. :lol:


Ricostruito il più antico vangelo della Bibbia eretica
Di Berthold Seewald
Già 1800 anni fa I Cristiani insultavano Marcione e la sua Bibbia definendolo “topo”. In essa [la Bibbia di Marcione] un teologo di Dresda ha trovato il primo vangelo del Cristianesimo. Fu il modello per tutti gli altri.











L’Arcieretico torna di nuovo. Fu visto per la prima volta alla Humboldt University di Berlino, alla Facoltà Teologica Protestante. Lì, Notger Slenczka, che aveva la cattedra di Teologia Dogmatica, in un articolo avanzò la tesi che l’Antico Testamento non avrebbe dovuto avere un status canonico nella Chiesa, perché difficilmente giocava un ruolo nella prassi dell’Annunciazione. Sin da allora divampò una disputa. I colleghi accusarono Slenczka di aver adottato argomenti da “teologo nazista” per sbarazzarsi nel 1933 della “Bibbia Ebraica”.
Ma le tracce conducono non solo ai Cristiani Tedeschi del Terzo Reich, ma anche ad un uomo che i teologi Cristiani avevano definito più di 1800 anni fa come eretico e farabutto. Il suo nome è Marcione, ed è apparso ripetutamente nella storia della Chiesa quando si discute del corretto canone delle Scritture.

Ora anche a Dresda Marcione viene esaminato. Qui Matthias Klinghardt, professore di Teologia Biblica all’Istituto di Teologia Protestante dell’Università di Dresda, ha presentato un libro in due volumi dal titolo provocante, "Das älteste Evangelium und die Entstehung der kanonischen Evangelien", “Il più antico Vangelo e l’origine dei vangeli canonici”. Dietro di esso è nascosto niente di meno che la ricostruzione del libro di Marcione, o meglio, del libro che lui usava. Ma questo è il primo e più antico Vangelo della Cristianità.

Questo era ed è dinamite teologica: perché i risultati capovolgono 150 anni di studio critico biblico: Marcione non fu il tanto malignato Arcieretico della metà del II secolo, il Nuovo Testamento secondo la sua visione sfigurava e inoltre bandiva immediatamente da esso l’Antico Testamento, ma era solo il libro di Marcione il Vangelo da cui dipendono tutti gli altri Vangeli.
Chi era l’uomo che ancora oggi fa infuriare i teologi? Si dice che Marcione fosse un armatore o un mercante che fece fortuna a Sinope, sul Mar Nero. Poi venne a Roma e si unì alla comunità Cristiana, alla quale inviò diverse centinaia di migliaia di sesterzi. Ma la sua teologia radicale suscitò subito opposizione. Nel 144 fu scomunicato e il denaro gli fu restituito.

Come risultato, Marcione viaggiò per l’Oriente, e riunì intorno a sé molti seguaci. In alcune aree, questi Marcioniti dovettero essere più numerosi dei loro avversari ortodossi, dai quali furono condannati come gnostici e furono perseguitati. Fu solo nel VII secolo che sparirono nelle nebbie della Storia, per riapparire a più riprese, come un fuoco fatuo, come prototipo degli eretici.
All’epoca, gli scritti di Marcione furono distrutti, tuttavia si sono conservati in lunghi estratti nei libri dei suoi avversari, che riportarono interi passaggi al fine di confutarli.

Quindi l’armatore evangelizzatore differenziò strettamente il Dio d’amore del Nuovo Testamento dal cattivo Dio Creatore dell’Antico Testamento. Entrambi stranieri l’uno per l’altro. Come conseguenza, Marcione accettò nella sua Bibbia solo le lettere di Paolo, e una versione purificata del vangelo di Luca, e rigettò l’intero Antico Testamento, secondo i suoi avversari. Come reazione, essi crearono il Nuovo Testamento, secondo la scuola di pensiero della scienza moderna.
L’influente teologo berlinese Adolf von Harnack intraprese nel 1923 l’ultimo tentativo di ricostruire il vangelo di Marcione dagli scritti preservati da tre avversari di Marcione, specialmente quello della generazione più giovane, il Padre della Chiesa Tertulliano. Poiché la storia della ricezione dell’eretico anche risale a lui, fino al biasimo, con i suoi avvertimenti circa la comprensione che Marcione si era sbarazzato dell’Antico Testamento, Harnack fu considerato un pioniere dell’antisemitismo cristiano.

Una simile ricerca delle tracce è però lontana dal teologo Klinghardt. Egli si occupa della storia letteraria del Nuovo Testamento e delle sue contraddizioni nel modello oggi prevalente. Questo[modello] dice che nel 70 DC, anno della conquista di Gerusalemme da parte dei Romani, Marco scrisse il suo vangelo. Questo fu il modello per Matteo e Luca, che attinsero anche ad una Fonte di Detti solo ipoteticamente provata, una collezione di detti di Gesù che si dicevano essere stati raccolti dalla primitiva comunità. Il Vangelo di Giovanni fu aggiunto al Quartetto dei vangeli canonici all’inizio del II secolo.

Perché, si chiede Klinghardt, Marcione scelse il decisamente filo-giudaico Luca come modello per la sua riduzione, e non il più antico Marco? E perché il Canone del Nuovo Testamento è comprensibile solo dopo Marcione, quando però si dice che abbia fatto una “trascrizione” del suo Vangelo? Tutto il contrario, è la risposta del teologo di Dresda, Marcione ha usato un vangelo che poi fu convertito in quello di Luca.

Klinghardt spiega la prova [di questo] in circa 1300 pagine. Uno dei principali argomenti si trova in Luca 4, 14-31. In esso è riportato come Gesù ritorna, dopo la famosa tentazione del diavolo, a Nazareth, e nella sinagoga gli viene chiesto delle “grandi cose” che ha fatto a Cafarnao. Tuttavia, è solo sei versi dopo che è riportato l’arrivo a Cafarnao. Questo sembra un grossolano lavoro editoriale che cerca di legare insieme un nuovo inizio – nascita di Gesù, infanzia, tentazione nel deserto e ritorno – con la semplice presentazione cronologica che è stata conservata nel libro di Marcione. Tali goffe addizioni vengono oggi fatte nelle redazioni dei giornali.

Soprattutto in questo testo. Considerando le forti addizioni come l’inizio, la conclusione e diversi passaggi sulla Legge ebraica, del Vangelo di Luca rimane solo una narrativa poco strutturata e poco ispirata. Per Klinghardt questo non può essere stato il risultato di un accorciamento, perché uno non mutila un buon testo in modo tale da cancellare i punti buoni e lasciare quelli deboli.
Come testimoni chiave, il teologo di Dresda invoca gli avversari di Marcione dell’antichità, specialmente Tertulliano. Il quale aveva già accusato il “topo pontico” di aver “rosicchiato il Vangelo” e aver asportato da Luca l’inizio, la parte di mezzo e la fine. Ma egli prende seriamente l’eretico quando formula il criticismo della sua teologia sulla base dello stesso scritto, perciò le sue estensive citazioni devono essere ragionevolmente accurate.

Questo ha delle conseguenze. Da una parte questo metodo consente una moderna ricostruzione del testo. Se d’altra parte, tuttavia, esso mostra che Marcione possa essere confutato sulla base del suo proprio Vangelo , allora cade l’accusa che egli aveva preso dal vangelo di Luca solo quello che supportava la sua teologia. “L’assunzione delle prove” scrive Klinghardt “prende i suoi fondamenti”.

Da questo egli conclude che Marcione non ha accorciato il canonico Luca, ma questo è un trattamento editoriale ed un ampliamento di un libro che fu usato anche da altri autori. È il modello standard il cui titolo probabilmente era solo “Vangelo”.

Così la misteriosa Fonte dei Detti si dissolve nell’aria. Non c’è più bisogno di essa come modello per i successivi vangeli, perché il più Antico Vangelo già contiene tutte le informazioni rilevanti. Proto-Marco e Proto-Matteo, come noi li chiamavamo una volta, diventano le sue revisioni letterarie più di successo. Che anche Proto-Giovanni rientra in quest’albero di famiglia, Klinghardt lo dimostra con l’aiuto della corsa dei discepoli alla tomba di Gesù.

Nel vangelo di Giovanni (20, 4-10) è descritto in dettaglio come essi arrivano alla tomba dopo la Pasqua. Pietro entrò e “vide le fasce di lino a terra”. In Marcione questa frase manca. Poiché nel suo Vangelo è anche usata un’altra parola per “tomba” rispetto a quella usata da Giovanni e Luca, questo è un forte argomento per la successiva rielaborazione del suo Vangelo. Se Luca 24, 12 descrive, inoltre, le “fasce di lino” con le stesse parole come Giovanni, questo passaggio tuttavia è estremamente accorciato e non è riprodotto in alcuni manoscritti, Luca allora potrebbe soltanto seguire Giovanni. Ma questo rivoluziona la vigente, fino ad ora, gerarchia dei quattro vangeli, secondo la quale Luca è cronologicamente accettato prima di Giovanni.

Qui è dove Klinghardt assesta il secondo colpo: le tre redazioni del Vangelo originale, proto-Marco, proto-Matteo e proto-Giovanni furono sottoposte insieme, poco dopo l’edizione della Bibbia di Marcione, ad una completa revisione finale. Con questa, il Protovangelo usato da Marcione fu ampliato e inserito nel Canone sotto il nome di Luca, perché come è affermato nel suo preambolo “Già molti hanno affermato di dare dei resoconti delle storie che sono accadute tra di noi”. Il più antico di tutti i Vangeli potrebbe non essere perso.

A questo punto della sua argomentazione, Klinghardt segue le tracce che il teologo David Trobish aveva esposto 29 anni fa nella sua tesi post-dottorale ad Heidelberg, Secondo questa tesi, i 27 libri del Nuovo testamento sono stati tutti assemblati alla metà del secondo secolo, non fu il complicato processo di selezione tra comunità molto disperse, ma si originò come innovativo progetto di pubblicazione.

Presumibilmente in Asia Minore, o forse anche a Roma stessa, un editore insieme ad un gruppo di redattori, raccolse numerosi testi e li fissò in un certo ordine. Inoltre, secondo Klinghardt, essi concordarono anche l’ultima rifinitura. I quattro proto-testi divennero i quattro Vangeli canonici che furono messi nel Nuovo testamento insieme alla Lettere, al lavoro storico di Atti degli Apostoli e all’Apocalisse di Giovanni.

Ma una tale storia sacra richiedeva di più. Per essere riconosciuta davvero come unica via per il giudizio finale, gli editori dovevano collegarla con l’Antico Testamento. La Legge del Dio degli Ebrei divenne così la proclamazione della venuta di Gesù. In questo senso, il Vangelo di Luca ebbe il suo accento ”filo-giudaico”, ma si doveva provare per esempio, la filiazione divina attraverso la nascita a Betlemme, la città di Davide. Una tale “storia del mondo” doveva comporsi a fianco delle “interpretazioni” pagane del mondo che erano conservate da ricchi Romani e Greci nelle loro biblioteche.

Da questa poderosa edizione del Nuovo Testamento, ben presto si servirono le numerose comunità, di esso non utilizzarono necessariamente l’intero corpus, ma raggrupparono il loro individuale “Reader’s Digest”.

Il (vangelo) proto-eretico preserva la più antica testimonianza

Perciò, per teologi come Tertulliano era naturale che il “suo” vangelo di Luca era il testo originale e quello di Marcione una versione mutilata. Che fosse probabilmente il contrario, divenne per Klinghardt un approccio concepibile per un brillante progetto. Inoltre, alcune domande richiedono ancora una risposta. Perché per diverse generazioni il Cristianesimo primitivo si accontentò del semplice originale primo Vangelo e poi improvvisamente passò a un progetto editoriale innovativo su larga scala? E quali sono le fonti del primo Vangelo la cui stesura Klinghardt pone nel periodo dopo la conquista di Gerusalemme, ma potrebbe essere anche decenni più tardi?

Secondo questa interpretazione, sarebbe solo l’opera di un presunto proto-eretico che ci ha preservato la storia più antica della vita e della morte di Cristo. Questo confermerebbe ancora una volta l’affermazione di Marcione del “dinamico fantasma”. Tuttavia, questo aiuterà poco il suo presunto seguace Notger Slenczka dell’Humboldt University. Dal momento che la ricostruzione di Klinghardt chiarisce anche quanto strettamente sono intessuti l’Antico e il Nuovo Testamento.[/size]

www.welt.de/geschichte/article14425...onstruiert.html











-----------------











----------------------







Articolo pubblicato su Die Welt il 21/07/2015

www.welt.de/geschichte/article14425...onstruiert.html

Ricostruito il più antico vangelo della Bibbia eretica
Di Berthold Seewald

Già 1800 anni fa I Cristiani insultavano Marcione e la sua Bibbia definendolo “topo”. In essa [la Bibbia di Marcione] un teologo di Dresda ha trovato il primo vangelo del Cristianesimo. Fu il modello per tutti gli altri.

L’Arcieretico torna di nuovo. Fu visto per la prima volta alla Humboldt University di Berlino, alla Facoltà Teologica Protestante. Lì, Notger Slenczka, che aveva la cattedra di Teologia Dogmatica, in un articolo avanzò la tesi che l’Antico Testamento non avrebbe dovuto avere un status canonico nella Chiesa, perché difficilmente giocava un ruolo nella prassi dell’Annunciazione. Sin da allora divampò una disputa. I colleghi accusarono Slenczka di aver adottato argomenti da “teologo nazista” per sbarazzarsi nel 1933 della “Bibbia Ebraica”.
Ma le tracce conducono non solo ai Cristiani Tedeschi del Terzo Reich, ma anche ad un uomo che i teologi Cristiani avevano definito più di 1800 anni fa come eretico e farabutto. Il suo nome è Marcione, ed è apparso ripetutamente nella storia della Chiesa quando si discute del corretto canone delle Scritture.

Ora anche a Dresda Marcione viene esaminato. Qui Matthias Klinghardt, professore di Teologia Biblica all’Istituto di Teologia Protestante dell’Università di Dresda, ha presentato un libro in due volumi dal titolo provocante, "Das älteste Evangelium und die Entstehung der kanonischen Evangelien", “Il più antico Vangelo e l’origine dei vangeli canonici”. Dietro di esso è nascosto niente di meno che la ricostruzione del libro di Marcione, o meglio, del libro che lui usava. Ma questo è il primo e più antico Vangelo della Cristianità.

Questo era ed è dinamite teologica: perché i risultati capovolgono 150 anni di studio critico biblico: Marcione non fu il tanto malignato Arcieretico della metà del II secolo, il Nuovo Testamento secondo la sua visione sfigurava e inoltre bandiva immediatamente da esso l’Antico Testamento, ma era solo il libro di Marcione il Vangelo da cui dipendono tutti gli altri Vangeli.
Chi era l’uomo che ancora oggi fa infuriare i teologi? Si dice che Marcione fosse un armatore o un mercante che fece fortuna a Sinope, sul Mar Nero. Poi venne a Roma e si unì alla comunità Cristiana, alla quale inviò diverse centinaia di migliaia di sesterzi. Ma la sua teologia radicale suscitò subito opposizione. Nel 144 fu scomunicato e il denaro gli fu restituito.

Come risultato, Marcione viaggiò per l’Oriente, e riunì intorno a sé molti seguaci. In alcune aree, questi Marcioniti dovettero essere più numerosi dei loro avversari ortodossi, dai quali furono condannati come gnostici e furono perseguitati. Fu solo nel VII secolo che sparirono nelle nebbie della Storia, per riapparire a più riprese, come un fuco fatuo, come prototipo degli eretici.
All’epoca, gli scritti di Marcione furono distrutti, tuttavia si sono conservati in lunghi estratti nei libri dei suoi avversari, che riportarono interi passaggi al fine di confutarli.

Quindi l’armatore evangelizzatore differenziò strettamente il Dio d’amore del Nuovo Testamento dal cattivo Dio Creatore dell’Antico Testamento. Entrambi stranieri l’uno per l’altro. Come conseguenza, Marcione accettò nella sua Bibbia solo le lettere di Paolo, e una versione purificata del vangelo di Luca, e rigettò l’intero Antico Testamento, secondo i suoi avversari. Come reazione, essi crearono il Nuovo Testamento, secondo la scuola di pensiero della scienza moderna.
L’influente teologo berlinese Adolf von Harnack intraprese nel 1923 l’ultimo tentativo di ricostruire il vangelo di Marcione dagli scritti preservati da tre avversari di Marcione, specialmente quello della generazione più giovane, il Padre della Chiesa Tertulliano. Poiché la storia della ricezione dell’eretico anche risale a lui, fino al biasimo, con i suoi avvertimenti circa la comprensione che Marcione si era sbarazzato dell’Antico Testamento, Harnack fu considerato un pioniere dell’antisemitismo cristiano.

Una simile ricerca delle tracce è però lontana dal teologo Klinghardt. Egli si occupa della storia letteraria del Nuovo Testamento e delle sue contraddizioni nel modello oggi prevalente. Questo[modello] dice che nel 70 DC, anno della conquista di Gerusalemme da parte dei Romani, Marco scrisse il suo vangelo. Questo fu il modello per Matteo e Luca, che attinsero anche ad una Fonte di Detti solo ipoteticamente provata, una collezione di detti di Gesù che si dicevano essere stati raccolti dalla primitiva comunità. Il Vangelo di Giovanni fu aggiunto al Quartetto dei vangeli canonici all’inizio del II secolo.

Perché, si chiede Klinghardt, Marcione scelse il decisamente filo-giudaico Luca come modello per la sua riduzione, e non il più antico Marco? E perché il Canone del Nuovo Testamento è comprensibile solo dopo Marcione, quando però si dice che abbia fatto una “trascrizione” del suo Vangelo? Tutto il contrario, è la risposta del teologo di Dresda, Marcione ha usato un vangelo che poi fu convertito in quello di Luca.

Klinghardt spiega la prova [di questo] in circa 1300 pagine. Uno dei principali argomenti si trova in Luca 4, 14-31. In esso è riportato come Gesù ritorna, dopo la famosa tentazione del diavolo, a Nazareth, e nella sinagoga gli viene chiesto delle “grandi cose” che ha fatto a Cafarnao. Tuttavia, è solo sei versi dopo che è riportato l’arrivo a Cafarnao. Questo sembra un grossolano lavoro editoriale che cerca di legare insieme un nuovo inizio – nascita di Gesù, infanzia, tentazione nel deserto e ritorno – con la semplice presentazione cronologica che è stata conservata nel libro di Marcione. Tali goffe addizioni vengono oggi fatte nelle redazioni dei giornali.

Soprattutto in questo testo. Considerando le forti addizioni come l’inizio, la conclusione e diversi passaggi sulla Legge ebraica, del Vangelo di Luca rimane solo una narrativa poco strutturata e poco ispirata. Per Klinghardt questo non può essere stato il risultato di un accorciamento, perché uno non mutila un buon testo in modo tale da cancellare i punti buoni e lasciare quelli deboli.
Come testimoni chiave, il teologo di Dresda invoca gli avversari di Marcione dell’antichità, specialmente Tertulliano. Il quale aveva già accusato il “topo pontico” di aver “rosicchiato il Vangelo” e aver asportato da Luca l’inizio, la parte di mezzo e la fine. Ma egli prende seriamente l’eretico quando formula il criticismo della sua teologia sulla base dello stesso scritto, perciò le sue estensive citazioni devono essere ragionevolmente accurate.

Questo ha delle conseguenze. Da una parte questo metodo consente una moderna ricostruzione del testo. Se d’altra parte, tuttavia, esso mostra che Marcione possa essere confutato sulla base del suo proprio Vangelo , allora cade l’accusa che egli aveva preso dal vangelo di Luca solo quello che supportava la sua teologia. “L’assunzione delle prove” scrive Klinghardt “prende i suoi fondamenti”.

Da questo egli conclude che Marcione non ha accorciato il canonico Luca, ma questo è un trattamento editoriale ed un ampliamento di un libro che fu usato anche da altri autori. È il modello standard il cui titolo probabilmente era solo “Vangelo”.

Così la misteriosa Fonte dei Detti si dissolve nell’aria. Non c’è più bisogno di essa come modello per i successivi vangeli, perché il più Antico Vangelo già contiene tutte le informazioni rilevanti. Proto-Marco e Proto-Matteo, come noi li chiamavamo una volta, diventano le sue revisioni letterarie più di successo. Che anche Proto-Giovanni rientra in quest’albero di famiglia, Klinghardt lo dimostra con l’aiuto della corsa dei discepoli alla tomba di Gesù.

Nel vangelo di Giovanni (20, 4-10) è descritto in dettaglio come essi arrivano alla tomba dopo la Pasqua. Pietro entrò e “vide le fasce di lino a terra”. In Marcione questa frase manca. Poiché nel suo Vangelo è anche usata un’altra parola per “tomba” rispetto a quella usata da Giovanni e Luca, questo è un forte argomento per la successiva rielaborazione del suo Vangelo. Se Luca 24, 12 descrive, inoltre, le “fasce di lino” con le stesse parole come Giovanni, questo passaggio tuttavia è estremamente accorciato e non è riprodotto in alcuni manoscritti, Luca allora potrebbe soltanto seguire Giovanni. Ma questo rivoluziona la vigente, fino ad ora, gerarchia dei quattro vangeli, secondo la quale Luca è cronologicamente accettato prima di Giovanni.

Qui è dove Klinghardt assesta il secondo colpo: le tre redazioni del Vangelo originale, proto-Marco, proto-Matteo e proto-Giovanni furono sottoposte insieme, poco dopo l’edizione della Bibbia di Marcione, ad una completa revisione finale. Con questa, il Protovangelo usato da Marcione fu ampliato e inserito nel Canone sotto il nome di Luca, perché come è affermato nel suo preambolo “Già molti hanno affermato di dare dei resoconti delle storie che sono accadute tra di noi”. Il più antico di tutti i Vangeli potrebbe non essere perso.

A questo punto della sua argomentazione, Klinghardt segue le tracce che il teologo David Trobish aveva esposto 29 anni fa nella sua tesi post-dottorale ad Heidelberg, Secondo questa tesi, i 27 libri del Nuovo testamento sono stati tutti assemblati alla metà del secondo secolo, non fu il complicato processo di selezione tra comunità molto disperse, ma si originò come innovativo progetto di pubblicazione.

Presumibilmente in Asia Minore, o forse anche a Roma stessa, un editore insieme ad un gruppo di redattori, raccolse numerosi testi e li fissò in un certo ordine. Inoltre, secondo Klinghardt, essi concordarono anche l’ultima rifinitura. I quattro proto-testi divennero i quattro Vangeli canonici che furono messi nel Nuovo testamento insieme alla Lettere, al lavoro storico di Atti degli Apostoli e all’Apocalisse di Giovanni.

Ma una tale storia sacra richiedeva di più. Per essere riconosciuta davvero come unica via per il giudizio finale, gli editori dovevano collegarla con l’Antico Testamento. La Legge del Dio degli Ebrei divenne così la proclamazione della venuta di Gesù. In questo senso, il Vangelo di Luca ebbe il suo accento ”filo-giudaico”, ma si doveva provare per esempio, la filiazione divina attraverso la nascita a Betlemme, la città di Davide. Una tale “storia del mondo” doveva comporsi a fianco delle “interpretazioni” pagane del mondo che erano conservate da ricchi Romani e Greci nelle loro biblioteche.

Da questa poderosa edizione del Nuovo Testamento, ben presto si servirono le numerose comunità, di esso non utilizzarono necessariamente l’intero corpus, ma raggrupparono il loro individuale “Reader’s Digest”.

Il (vangelo) proto-eretico preserva la più antica testimonianza

Perciò, per teologi come Tertulliano era naturale che il “suo” vangelo di Luca era il testo originale e quello di Marcione una versione mutilata. Che fosse probabilmente il contrario, divenne per Klinghardt un approccio concepibile per un brillante progetto. Inoltre, alcune domande richiedono ancora una risposta. Perché per diverse generazioni il Cristianesimo primitivo si accontentò del semplice originale primo Vangelo e poi improvvisamente passò a un progetto editoriale innovativo su larga scala? E quali sono le fonti del primo Vangelo la cui stesura Klinghardt pone nel periodo dopo la conquista di Gerusalemme, ma potrebbe essere anche decenni più tardi?

Secondo questa interpretazione, sarebbe solo l’opera di un presunto proto-eretico che ci ha preservato la storia più antica della vita e della morte di Cristo. Questo confermerebbe ancora una volta l’affermazione di Marcione del “dinamico fantasma”. Tuttavia, questo aiuterà poco il suo presunto seguace Notger Slenczka dell’Humboldt University. Dal momento che la ricostruzione di Klinghardt chiarisce anche quanto strettamente sono intessuti l’Antico e il Nuovo Testamento.


///

Haviland capirà che quest’ultima frase mi turba non poco... :wacko: :wacko: :wacko:

...........................

















Edited by barionu - 9/1/2024, 06:57
 
Top
188 replies since 23/10/2015, 13:48   3972 views
  Share