Origini delle Religioni

«Come il Cristianesimo Passò ad un Gesù Storico?» di Richard Carrier

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CAT_IMG Posted on 12/11/2017, 08:53
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L'invisibile e l'inesistente si somigliano molto. (Delos B. McKown, The Mythmaker's Magic)

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RICHIESTA PER ROXI:

potresti tradurre questo post ?


grazie

:)
 
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CAT_IMG Posted on 12/11/2017, 16:49
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DIVINA ROXI , :wub: :wub: :wub: :wub: :wub: :wub: :wub: :wub: :wub: :wub:


mi associo .


zio ot :rolleyes:
 
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CAT_IMG Posted on 12/11/2017, 16:56
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Certo, Havi :)
Dammi qualche giorno, ok?
 
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CAT_IMG Posted on 18/11/2017, 10:42
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Come il Cristianesimo Passò ad un Gesù Storico?

di Richard Carrier

9 Novembre 2017

www.richardcarrier.info/archives/13425

[Traduzione di roxi]


Se Gesù non è esistito, se in origine si credeva che fosse vissuto e morto nello spazio, come venne ad esistere il nostro Cristianesimo? Come fu possibile inventare un Gesù del genere, e dimenticare la sua visione originale? Questa è la domanda su cui Jonathan Tweet ancora continua a dilungarsi. Anche se ad essa è stato pienamente e succintamente risposto in On the Historicity of Jesus. Che si suppone abbia letto. Eppure, nel nostro dibattito non sembrava che ne fosse a conoscenza. Ancora non lo è, nemmeno dopo che, recentemente, è stato ripetutamente punzecchiato su Facebook proprio per questo. Il mese scorso mi sono dedicato all’altra sua affermazione, che l’ipotesi del “seme cosmico” (che il corpo di Gesù fu prodotto direttamente dal seme di Davide) è inverosimile, e che perciò, se anche solo venisse proposta, ridurrebbe la probabilità di qualunque teoria delle origini cristiane. Questa accusa è fallace in molti e diversi modi (il miticismo minimale non richiede l’ipotesi del seme cosmico; l’ipotesi del seme cosmico non è inverosimile nel contesto; e proporla non ha effetto sulla probabilità del miticismo minimale). Ma è possibile capire il perché di questo, dall’articolo del mese scorso The Cosmic Seed of David.

Qui, mi occupo della seconda domanda:

In che modo un Cristianesimo pseudo-storico eclissò il credo della sètta originale?

Analogia nell’Apologetica della Resurrezione

Naturalmente, On the Historicity of Jesus già risponde pienamente alla domanda (vedi Elementi 22 nel Cap. 4, con Cap. 8.12 e 12.3).

Ma è di aiuto analizzare come è esatta l’analogia per l’apologetica della resurrezione. I fondamentalisti cristiani sono proprio come Jonathan Tweet; dopo che gli atei spiegano pacatamente quello che molto probabilmente avvenne e che lanciò il falso credo che Gesù era risorto dai morti, il fondamentalista chiede, con indignata incredulità: “E allora, com’è che la religione passò dalle visioni interiori ai dettagliati racconti di incontri fisici sulla terra nei Vangeli? Non lo puoi spiegare!” E quando un ateo offre una spiegazione di come questo è potuto succedere, dichiarano: “Tutte le tue spiegazioni sono inverosimili!” È lo stesso sciocco argomento.

Non abbiamo nessuna testimonianza di come la religione sia passata dalle visioni interiori (che Paolo dice che sono l’unica esperienza del Gesù risorto che chiunque abbia mai avuto) ai racconti delle apparizioni elaboratamente storicizzate dei Vangeli. Questo, dunque, significa che questi ultimi sono perciò veri? No. Al contrario, sospetto che lo stesso Tweet concorderebbe che sono al 100% falsi. In verità, i primi apostoli avevano solo visioni interiori personali del Gesù risorto. I Vangeli costruirono interamente tutti gli incontri storici sulla terra del Gesù risorto. Eppure, che questo da allora in poi diventò l’unico credo attestato, i credenti “lo leggevano” perfino nelle Epistole di Paolo.

Perciò, se Tweet accetta che questo avvenne per la resurrezione, perché non può essere avvenuto per il resto dei contenuti del vangelo? Nulla che avrebbe impedito che questo accadesse per il credo della storicità, gli impediva di accadere per il credo della resurrezione. E allora perché avrebbe impedito che accadesse per il credo della storicità?

Tutte le sètte che continuarono ad insegnare la versione originale (che Gesù fu visto solo in visioni interiori, che non fu mai toccato, che non mangiò con nessuno sulle colline e nelle case) furono schiacciate e spinte all’estinzione. Oppure, fu preservata solo la roba che scrissero e che è convenientemente ambigua – come ad esempio le poche Epistole di Paolo che ora ci è consentito leggere. Non abbiamo l’opportunità di sentire niente di quello che avevano da dire sul completo e radicale cambiamento di come era intesa la resurrezione di Gesù. Non abbiamo l’opportunità di vedere come quel cambiamento si verificò e travolse la chiesa, eclissando ogni altra visione. Ora, tutte le fonti che abbiamo insistono che Gesù fu toccato e che mangiò con qualcuno sulle colline e nelle case, e che non fu semplicemente esperito in visioni interiori (oppure, in maniera vaga non specificano nemmeno). Perbacco. Come è potuto accadere? È così inverosimile! Gesù deve essere risorto!! Dio sia lodato!!

Se non ti bevi questo ragionamento, non dovresti berti neanche quello di Tweet.

“Non puoi spiegare come si verificò quel cambiamento”, semplicemente non è un obiezione logicamente valida alla conclusione che, in realtà, accadde. Il credo nella resurrezione, infatti, passò radicalmente da “visioni interiori” ad “incontri storico-fisici, completi di dettagli veritieri e di intere conversazioni”. Avvenne nello stesso esatto arco di tempo. Esattamente negli stessi documenti. Non vediamo nessuno che lo neghi o che lo chiami sbagliato. Non abbiamo modo di vedere nessuna evidenza di come quel cambiamento si verificò, o nemmeno perché; tanto meno di come spinse all’estinzione ciò che gli originali testimoni stavano predicando, e di come distrusse la totalità dell’esistente letteratura cristiana. Eppure, questo è esattamente ciò che accadde. E, comunque sia accaduto, è esattamente come sarebbe accaduto per la storicità nel suo complesso.

Fenomenologicamente, la storicità di Gesù, e la storicità dei racconti della resurrezione nel Vangelo, sono esattamente la stessa cosa. Similmente tutti i miracoli pubblici, che furono inventati, eppure non sono mai stati messi in discussione: il sole che sparisce per tre ore, le stelle che volteggiano sulle città, la piazza del tempio devastata, orde di zombi che calano su Gerusalemme, centinaia di bambini uccisi, migliaia di porci annegati, migliaia di persone miracolosamente nutrite con il replicatore di cibo di Star Trek. Tutto inventato. Mai messo in discussione. Non abbiamo modo di sentire da qualcuno che fu davvero lì, che niente di tutto questo è mai accaduto. Allora, perché dovremmo aspettarci di sentirlo per qualunque altra cosa? Inventare un mero uomo, è molto più facile (OHJ, Cap. 6.7).

in OHJ fornisco su questo un’estesa conoscenza di background, che è identica se si parla di come avvenne la transizione nel credo nella resurrezione, o nel credo nella storicità. Il tributo di Origene al principio della doppia verità – le storie letterali sono inventate per salvare le masse ignoranti, mentre l’élite istruita sa che la reale verità è nell’allegoria, e non osa esporla ai membri ordinari perché non perdano la fede e siano dannati – tutto esattamente come diceva Plutarco su come era motivato il culto di Osiride: Elementi 13 e 14 (Cap. 4). Di tutte le documentazioni che ci servirebbero per verificare e sapere quello che accadde nel periodo della transizione (di circa cinquanta anni – il tempo di una vita media umana) – letteralmente, tutti quei documenti, ogni esemplare rimanente fu distrutto, e non fu mai menzionato, citato o riferito da nessuno, mai: Elementi 22 (Cap. 4) e Cap. 8. Qualunque cosa i testimoni originali ed i loro fedeli successori avevano da dire sulle versioni moderne degli eventi apparse improvvisamente, non avremo mai modo di saperlo. Cap. 6.7. Eppure, sopravvive qualche indizio che ci sono stati dei Cristiani che predicavano che il Gesù terreno era mitico: Cap. 3.1 e 8.12. Eppure, non ci è consentito di vedere quanto era antica quell’idea, o quando o come iniziò … Era in realtà l’idea originale? Non abbiamo nessuna evidenza che non lo fosse.

Questo regge per la storicità fermamente e plausibilmente come regge per la resurrezione. Non c’è nulla di inverosimile sul fatto che questo sia accaduto, o sulla sua esatta corrispondenza con le evidenze che abbiamo ora. Perché tutte le evidenze che mostrerebbero che è accaduto, furono distrutte. E non è una congettura. Sappiamo che è un fatto. I cristiani non smisero semplicemente di scrivere lettere, omelie e polemiche per l’intero arco di una vita umana. Dovettero essere distrutte per tutti. Anche tutto quello di cui discutevano oralmente, come devono aver fatto, è completamente perso. Un fatto anche questo. Ma anche la letteratura è persa.

Il trattato 2Pietro fu falsificato per confutare? Distrutto. L’edizione originale dell’Ascensione di Isaia? Distrutta. L’originale collezione e versione delle lettere di Paolo? Distrutta. Tutta la letteratura sul Gesù cosmico che Ireneo dice che stava cercando di confutare? Distrutta. Tutti i trattati presumibilmente “Docetisti” di più antica datazione, per i quali non abbiamo nessun buon motivo di fidarci che gli apologeti anti-docetisti stessero rappresentando accuratamente? Distrutti. Tutto quello che fu scritto dai Cristiani in cento anni, che avrebbe anche avuto una ragione dogmatica (molto meno una ragione genuinamente informata) per disputare quello che c’è nei Vangeli? Distrutto.

E questo è perché noi non sappiamo come, quando o perché il credo nella resurrezione passò da personali visioni interiori a fisici incontri terreni. Ed è perché non sappiamo come, quando o perché il credo storicista passò da personali visioni interiori a fisici incontri terreni.

Il mio Breve Riassunto di Cosa è Più Probabile

Tuttavia, in OHJ ho riassunto in poche pagine quello che più probabilmente è accaduto. Tweet deve ancora mostrare un qualche segno di averlo mai letto. Ma ecco qui, parola per parola (pp. 608-10):

“Tra gli anni 30 e 70, alcune congregazioni Cristiane gradualmente miticizzano la storia del loro celeste Signore Gesù, proprio come altri culti misterici avevano fatto con i loro dèi, rappresentandolo infine retoricamente e simbolicamente in racconti apertamente storici, e durante questo tempo gran parte della verità più esoterica della faccenda è riservata in segreto per i gradi superiori dell’iniziazione (Elementi 11-14, 44-48). Proprio a metà di questo processo, la Guerra Giudaica del 66-70 distrusse la chiesa originale di Gerusalemme, lasciandoci senza alcuna evidenza che qualcuno degli apostoli originali fosse vissuto oltre essa. Prima di questo, le persecuzioni delle autorità giudaiche e le carestie in tutto l’Impero (e, se davvero accadde, la persecuzione neroniana del 64 che avrebbe devastato la chiesa di Roma) esacerbarono ulteriormente l’effetto, che doveva lasciare un’età oscura di trent’anni nella storia della chiesa (dagli anni 60 agli anni 90), un’intera generazione in cui non abbiamo idea di cosa sia successo o di chi ne fu il responsabile (Elementi, 22). Infatti questa età oscura ecclesiale probabilmente si estende per cinquant'anni (dagli anni 60 agli anni 110) se 1 Clemente venne scritta negli anni 60 e non negli anni 90 (vedi Capitolo 8, § 5), poiché fino ad Ignazio o a Papia, non abbiamo nessuna documentazione di ciò che stava succedendo, ed entrambi potrebbero aver scritto ben oltre gli anni 110 (Capitolo 8, §§6 e 7).

È durante questa età oscura che molto probabilmente vennero scritti i Vangeli canonici, da persone ignote (Capitolo 7, §4), e almeno una sètta cristiana cominciò a credere che i miti che essi contenevano fossero reali, e così cominciò a credere (o ad affermare per comodità) che Gesù era una persona reale, e poi predicò ed abbellì questa idea. Perché, avere un fondatore storico descritto in documenti controllati, era un vantaggio notevole (Capitolo 8, §12; e Capitolo 1, §4), questa sètta “storicizzante” gradualmente conquistò superiorità politica e sociale, si dichiarò “ortodossa” e condannò tutte le altre come “eretiche” (Capitolo 4, §3), e preservò solo i testi che erano d’accordo con i propri punti di vista; e falsificò ed alterò innumerevoli testi perché facessero da supporto. Di conseguenza, quasi tutte le testimonianze delle sètte cristiane originali e di ciò che credevano sono state perse o cancellate dal record; anche la prova di ciò che avvenne nella seconda metà del primo secolo, quando ci fu il passaggio dal Cristianesimo di Paolo all'ortodossia del secondo secolo, è completamente persa, e ormai quasi totalmente inaccessibile per noi (Elementi 21-22 e 44).

Nessun elemento della teoria che ho appena descritto è ad hoc.

Le lettere di Paolo corroborano l’ipotesi che il Cristianesimo iniziò con visioni (vere o presunte) e nuove interpretazioni della Scrittura, e questa non è una proposta di frangia, ma è in realtà un punto di vista condiviso da molti esperti. L'idea di un "salvatore celeste" è corroborata da documenti come l'Ascensione di Isaia ed ha precedenti in teologie come la ciclica morte e resurrezione di Osiride, e si trova anche nei Rotoli del Mar Morto. L'evemerizzazione di uomini-dèi mediante la loro collocazione in contesti storici era comune nell'antichità. Che i testi antichi potessero avere un contenuto simbolico ed allegorico, è ben stabilito negli studi classici e religiosi, ha ampio supporto nella sociologia della religione ed era una pratica comune negli antichi culti misterici e nell’Ebraismo. Il cristianesimo possedeva i tratti essenziali degli antichi culti misteriosi. E il fatto che tali “misteri” venissero tenuti segreti e rivelati solo agli iniziati, che poi erano tenuti alla segretezza, è un fatto ben noto dell’antica religione. Tutto il resto è un fatto innegabile: le Epistole rivelano la vessazione costante di nuovi dogmi; i devastanti eventi degli anni 60 si verificarono; la storia della chiesa è del tutto silente da allora fino alla metà degli anni 90 o più tardi; in seguito, una sètta storicista acquisì il potere supremo e decise quali testi preservare, e falsificò e mise le mani su numerosi manoscritti, e per quello stesso fine produsse anche delle totali contraffazioni - e non come risultato di una cospirazione organizzata, ma semplicemente per opera di scribi e di autori indipendenti che condividevano ampiamente assunzioni e motivi analoghi.


L’unico elemento della teoria mitica di base che è addirittura incredibile (almeno a prima vista), è l’idea che una transizione da un salvatore cosmico segreto ad un salvatore storico pubblico si verificò nell’arco di due generazioni, e senza una chiara testimonianza del suo avvenimento. Ma le circostanze singolari di una grande spaccatura nella chiesa aprirono la porta ai rapidi sviluppi dei suoi dogmi, e il completo silenzio delle testimonianze nel periodo successivo blocca ogni tentativo di argomentare "dal silenzio" che non ci fu nessun passaggio dal mito alla leggenda. Che questo sviluppo non venne documentato, è perché nulla venne documentato.

Quando consideriamo la prospettiva di Cristiani appena evangelizzati, ai quali è stato consegnato un vangelo evemerizzato, ma che ancora non sono iniziati nel pieno segreto, e che poi sono stati lasciati liberi diffondere le loro credenze incompiute e di fondare le proprie chiese e di sviluppare le proprie speculazioni, l'idea che un mito potesse essere stato frainteso e trasformato in "storia" in poche generazioni non è così inverosimile come può sembrare, specialmente visto che le distanze geografiche implicate erano grandi, la durata della vita allora era breve e le leggende spesso crescono con la distanza sia nel tempo che nello spazio.

Ci può anche essere stato uno stato "di transizione" del culto, in cui le narrazioni storiche furono viste come la messa in scena di ciò che avveniva contemporaneamente nei cieli (quindi si potrebbe credere che entrambe le narrazioni siano vere), o in cui i leader di certe sètte scelsero di sminuire o reinterpretare le dottrine segrete e spacciare quelle pubbliche come verità (come Origene sembra aver pensato che fosse una buona idea). Ma qualsiasi numero di possibilità si presenti, senza dati di quel periodo non possiamo sapere quel che avvenne.

Quindi ho già affrontato questa obiezione più che adeguatamente nei Capitoli 6 (§7), 7 (§7), e 8 (§§4 e 12). Per analogia, anche se concediamo la storicità, poi non sappiamo come alcune sètte siano passate a un Gesù nato cosmicamente nei Cristianesimi che Ireneo attacca come eresie (capitolo 11, §9) o a un Gesù ucciso cosmicamente nell'Ascensione di Isaia (capitolo 3) , §1), o a un Gesù che visse e morì cento anni prima (Capitolo 8, §1). Quindi, la nostra ignoranza in merito a come la sètta effettuò la transizione non è risolta assumendo la storicità. Ad ogni modo, siamo ugualmente al buio su come questi cambiamenti sono avvenuti.


Ora. Scopri cosa è inverosimile in tutto ciò. Inverosimile nel contesto. Buona fortuna. Perché niente di tutto questo lo è.


Potremmo fermarci qui. Questo è il mio riassunto in pochi paragrafi. Onestamente, non c'è bisogno di dire altro. Ma se vuoi maggiori dettagli, continua a leggere.


Quello che Accadde sembra Davvero Sospetto

Come il credo passò da questo:

“Voglio ricordarvi … Con questo vangelo siete salvati, se ritenete fermamente la parola che vi ho predicato. Altrimenti, avete creduto invano. Perché ciò che io ho ricevuto, l’ho trasmesso a voi come della più grande importanza: che Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, che fu sepolto, che fu resuscitato il terzo giorno secondo le Scritture, e che apparve [per rivelazione a pochi eletti: 1 Corinzi 15:1-8]”

a questo:

“Siate sordi quando qualcuno vi parla in disaccordo con il Gesù Cristo che era disceso da Davide, che venne attraverso Maria; che davvero nacque, mangiò e bevve; che davvero fu perseguitato sotto Ponzio Pilato; che davvero fu crocifisso e morì sotto gli occhi di testimoni in cielo, e sulla terra, e perfino sotto la terra; che davvero anche resuscitò dai morti, il Padre Suo avendolo resuscitato, allo stesso modo in cui il Padre Suo resusciterà quelli di noi che credono in Lui per mezzo di Gesù Cristo, senza il quale non abbiamo veramente la vita [Ignazio, Tralliani 9 scritta tra il 110 e il 160 d.C. (vedi lo studio riassunto in OHJ, Cap 8.6]”.

Come il credo cambiò così radicalmente, in una così manifesta asserzione di storicismo, in soli 60 anni? È strano per la storicità così come lo è per il miticismo. Notate quello che è cambiato:

Paolo diceva che Gesù venne in esistenza dal seme di Davide (genomenou ek spermatos Dauid, Rom, 1:3 vedi OHJ, Cap. 11.9).
Ignazio ora insiste che noi dobbiamo dire che Gesù venne “dai discendenti di Davide” (ek genous Dauid).

Palesemente, proprio la cosa che Paolo non ha mai detto.

Paolo diceva che Gesù “venne in esistenza da una donna” e la sua argomentazione a riguardo implica che con questo egli intendeva dalla donna “Hagar … un’allegoria” (Gal. 4:4; vedi OHJ, Cap. 11.9). Ignazio ora insiste che noi dobbiamo dire che Gesù è “da Maria”, non da qualche “donna” generica in un’argomentazione sulle donne allegoriche. In particolare, Paolo non menziona mai una Maria. Non in qualche credo che egli attesta (vedi OHJ, Cap. 11.4). Allora perché il suo nome è ora così importante da affermare nel credo?

In entrambi i punti Paolo dice che Gesù fu “fatto” (ginomai), non che era “nato” (gennaô), scegliendo la stessa parola che Paolo usa per segnalare la fabbricazione divina (di Adamo e dei nostri futuri corpi di risurrezione), e mai per la nascita umana, in palese contrasto con la parola che Paolo usa sempre per la nascita umana. Ignazio visibilmente inverte il vocabolario, e insiste che ora noi dobbiamo dire “nato” (gennaô), non “fatto” (ginomai). Esattamente lo stesso modo in cui noi sappiamo che gli scribi Cristiani cercarono di falsificare gli scritti di Paolo (sia in Rom. 1:3 che in Gal. 4:4 al tempo stesso, provando così che erano ben a conoscenza del problema che sto facendo notare: OHJ, p. 580, n. 91; quindi, sebbene entrambe le parole possono significare “nascita”, i Cristiani sapevano che l’uso di Paolo non intendeva questo).

Paolo diceva che Gesù mangiò e bevve in una visione (1 Cor. 11:23; vedi OHJ, Cap. 11.7). Ignazio ora insiste che noi dobbiamo dire che Gesù mangiò e bevve per davvero. Perché questo è improvvisamente importante?

Paolo diceva che “gli arconti di questo eone crocifissero” Gesù (1 Cor. 2:8; vedi OHJ, pp. 47-48, 321-22, 565-66),un linguaggio evocativo di poteri demoniaci celesti (OHJ, Cap. 5, Elemento 37), mentre dice anche che le autorità Romane non lo avrebbero mai fatto (Rom. 13; vedi OHJ, pp. 565-66). Ignazio ora insiste che noi ora dobbiamo dire che Ponzio Pilato crocifisse Gesù, e rifugge da chiunque dica altrimenti come fosse un agente del Diavolo. E chi è che diceva altrimenti? Perché il nome del crocifissore diventò importante per il credo?

Paolo essenzialmente dice che non ci furono testimoni terreni di Gesù prima della sua resurrezione (1 Cor. 15:3-8; Rom. 10:14-16; Rom. 16:25-26; vedi OHJ, indice delle scritture, pp. 667-68). Ignazio ora dice che noi dobbiamo dire che ci furono. Perché questo divenne necessario? Perché entrò nel credo? Quando? Come?

Gli storicisti hanno delle teorie per spiegarlo. Ma sono giuste?

Il Docetismo era la minaccia per combattere la quale Ignazio stava riorganizzando il credo, essi dicono. Ma Ignazio non menziona mai i Docetisti. E gli unici testi che possediamo e che mostrano qualcosa che assomiglia al Docetismo datano ad un secolo più tardi, e non dicono niente di simile a quello che si trova in Ignazio (per esempio, alcuni di quei testi dicono che Gesù scambiò posto con Simone di Cirene, che chiaramente non è quello di cui parla Ignazio o contro cui dibatte). Perciò, come facciamo a sapere che cosa insegnavano quelli ai quali Ignazio sta rispondendo? Non abbiamo la possibilità di leggere quello che in realtà scrissero, nemmeno in citazione. Gli apologeti Cristiani erano notori bugiardi che rappresentavano falsamente i loro avversari, quindi non possiamo fidarci di loro. E nessuno dei documenti successivi sopravvissuti e che sono chiamati Docetici fanno riferimento alle dottrine che causano la preoccupazione di Ignazio. Le persone contro cui Ignazio sta scrivendo, erano quei successivi, diversi Docetisti di cui abbiamo qualche scritto e che i successivi apologeti avversarono – o erano in realtà miticisti? Non ci viene detto; ma sembrano molto simili ai miticisti (OHJ, pp. 317-20), gli stessi per confutare i quali fu falsificata 2 Pietro (OHJ, p. 351). Non possiamo mostrare diversamente.

Quello che ci rimane, è un credo (in realtà diversi citati da Paolo) che non fa mai riferimento a qualche dettaglio storico collocando qualche attività di Gesù sulla terra, poi un blackout di circa cinquant’anni, durante il quale vennero scritti i Vangeli, e improvvisamente, una generazione dopo che i Vangeli iniziarono a circolare, il credo è stato riorganizzato per includere dettagli che appaiono per la prima volta soltanto in essi – Maria, Pilato, una nascita umana con progenitori Davidici, cene, testimoni terreni della Crocifissione. Non solo questi vennero improvvisamente aggiunti al credo, ma diventarono essenziali per il credo: ci viene detto che dobbiamo condannare ogni Cristiano che li rigetta. E questo significa … che c’erano Cristiani che li rigettavano. E non abbiamo la possibilità di sentirli.

La Verosimiglianza Deriva dal Contesto

Quello che rende una teoria verosimile o inverosimile, non è quello che ora nell'età moderna pensiamo sia normale o strano, ma quello che era normale o strano nell’epoca e nel posto dove è in realtà avvenuto. Tweet sembra far affidamento alla sua intuizione modernista indietreggiando di fronte a tutta la stranissima roba in cui gli antichi credevano – e questo è esattamente sbagliato. Tutta la stranissima roba in cui credevano, allora era normale. Quindi tutto ciò che è coerente con essa è verosimile. Questo è come la verosimiglianza opera nel ragionamento storico. Tutto il resto è anacronismo.


Ho scritto in OHJ (p. 53) ciò che ho ripetuto nel dibattito con Tweet:

“Il modo in cui Osiride venne ad essere storicizzato, passando dall’essere solo un dio cosmico ad avere un’intera biografia narrativa ambientata in Egitto, in un determinato periodo storico, completa di raccolte di detti sapienziali che si supponeva avesse pronunciato, è ancora un modello adatto, se non assolutamente esatto. Vale a dire che stabilisce una prova del concetto. In sostanza, è quello che tutti i miticisti dicono che sia avvenuto per Gesù”.


Questo è il modello da cui derivano le ultime due delle cinque componenti dell'ipotesi del miticismo minimale, come ho esposto in OHJ (ibid.):

“4. Come per molte altre divinità celesti, una storia allegorica di questo stesso Gesù fu poi composta e raccontata all'interno della comunità sacra, che lo collocava sulla terra, nella storia, come uomo divino, con una famiglia terrena, compagni e nemici, completa di atti e di detti, e di una rappresentazione terrena delle sue ordalie”.

Il che era tipico. A tutte le divinità salvatrici come Gesù era accaduto questo. A tutte, per quanto ne sappiamo. Non conosciamo un singola eccezione. E così, non è neanche insolito. Al contrario, sarebbe insolito se Gesù fosse l’unico ad essere storico. La stessa cosa per le altre classi mitologiche a cui Gesù appartiene. La più grande e la più dettagliata, e perciò la più utile, è la classe Rank-Raglan. Ma anche le altre. Infatti Gesù appartiene a più classi di riferimento altamente mitologiche di qualsiasi altra figura presumibilmente storica che io conosca (vedi la mia discussione qui)

E poi:

“5. Le successive comunità di adoratori credevano (o almeno insegnavano) che questa storia sacra inventata fosse reale (e non allegorica o solo "addizionalmente" allegorica)”.

Questo fu anche il caso di tutte le altre divinità salvatrici dei culti misterici, tutti gli eroi Rank-Raglan, incluso Mosè (e John Frum e Ned Ludd e Re Artù e gli alieni di Roswell). Ancora una volta, è quello che di solito accadeva. E ciò che accade di solito, per definizione non è inverosimile.

Abbiamo un precedente non solo in Osiride, ma ogni altra religione misterica, i cui salvatori sono di dubbia storicità, eppure vennero inseriti nella storia in finti racconti o biografie, l'equivalente funzionale dei "Vangeli" per le loro rispettive religioni. Abbiamo anche il precedente di Mosè stesso. Inventato. Completo di storia, fratelli e genitori con tanto di nome, insegnamenti, azioni, nascita e morte e così via. Non abbiamo bisogno di spiegare "come" tutte queste persone sono state inventate e credute reali. Sappiamo che questo è ciò che è successo. Quindi non è affatto ragionevole chiedere un resoconto specifico di come la stessa cosa sia accaduta a un altro legislatore e salvatore misterico ebreo. C’è una dozzina di modi in cui può essere accaduto a Mosè, o ad Osiride, o a Bacco, o a John Frum o a Ned Ludd. A tutti è avvenuto. C’è anche una dozzina di modi diversi in cui può essere accaduto a Gesù. E non possiamo sapere quale, poiché tutte le prove risalenti al periodo in cui è accaduto, sono state cancellate. Quindi non possiamo scoprirlo.

Questo è il punto fondamentale che Tweet non capisce. Il suo comportamento rispetto a Gesù su questo punto, è altrettanto irrazionale che se usasse lo stesso argomento per insistere che Osiride e Bacco e Mosè e Frum e Ludd sono esistiti. O, ancora, che un Gesù risorto doveva davvero aver mostrato le sue ferite a Tommaso o mangiato pesce con Pietro, perché è “inverosimile” che l’intera religione potesse passare da visioni interiori a tali dettagliate narrazioni, senza che nessuno, nel record esistente, lo notasse o ne parlasse. Mi dispiace, ma no. Semplicemente, neanche questo è inverosimile. Anzi, è quello che evidentemente è successo.

Tutti i Fattori che Hanno Contribuito

In OHJ discuto numerosi fattori che possono aver contribuito alla transizione. E sono applicabili tanto a come Gesù venne storicizzato, quanto a come lo fu la sua resurrezione.

Parlo della tesi di Noll: la storicizzazione dei fondatori mitici, in realtà è antropologicamente normale ed è motivata dai sui vantaggi polemici (pp. 352-53). La vediamo nei Culti del Cargo (Elementi 29, Cap. 5), nei Culti Misterici (Elementi 11, Cap. 4; e 31, Cap. 5), nelle Hadith, nella Mishnah ecc. Una religione che converte le sue disparate rivelazioni e ispirazioni nelle azioni e negli insegnamenti singolari di un " fondatore storico " inventato, ha intrinsecamente più successo nel mercato delle idee, molto probabilmente perché porta all’estinzione il suo capostipite meno adatto. Come in effetti è accaduto (ad esempio l'insegnamento originale della resurrezione mistica è stato estinto dall'insegnamento fisico della resurrezione ai compagni di cena).

Parlo della Confessione di Origene: che il controllo delle masse richiede che esse siano nutrite di storie letterali, perché non sarebbero convinte (e perciò non sarebbero salvate) da allegorie o cosmologie esoteriche (Elementi 13 and 14, Cap. 4). E la sua confessione è così dettagliata e sincera, che è del tutto credibile sospettare che Origene sapesse o sospettasse che Gesù non avesse mai camminato sulla terra, ma non lo avrebbe mai ammesso per paura di distruggere la sua religione, facendo sì che le masse analfabete la abbandonassero e cadessero così nelle grinfie di Satana. C'era perciò un forte incentivo tra l'élite ecclesiastica a spingere verso la storicità.

Parlo anche della casualità storica: la sètta a cui capitò di essere nella posizione di ottenere l’attenzione di Costantino e di assicurarsi così il potere totale sulla sua fortunata influenza, fu la sètta più fondamentalista e letteralista di tutte, come possiamo vedere dalla surreale idiozia del principale consigliere di Costantino (Lattanzio) e dalla famigerata disonestà del suo consigliere in seconda (Eusebio). Se i dadi fossero rotolati dall’altra parte, i Cristiani miticisti avrebbero potuto essere coloro che avrebbero soppresso l’”eresia” dello storicismo. Ma proprio per le ragioni che Origene e Noll fanno notare, questo potrebbe essere stato causalmente improbabile. L’eresia storicista fu in realtà quella che per sua natura era più adatta al successo e al dominio. E una volta che si assicurò il potere assoluto, fu lei che per un migliaio di anni decise della sopravvivenza di tutti i documenti.

Si potrebbe obbiettare e dire: ”non hanno distrutto la raccolta di Nag Hammadi”. Ma la raccolta di Nag Hammadi è tarda; nessun documento in essa contenuto è datato a prima di Costantino. E anche per le congetture più favorevoli, nessuno dei testi che quei manoscritti preservano furono composti prima del secondo secolo, e molti furono composti nel terzo. Inutili. Se avessimo una scoperta del genere per il Cristianesimo del primo secolo, essa probabilmente risolverebbe questo dibattito una volta per sempre. Ma, ahimè, non vediamo niente di simile. E questo è il problema. Perché non vediamo niente di simile?

La conclusione è che tutte le sètte del Cristianesimo di cui sentiamo parlare dalla fine del secondo secolo, inclusa quella che diventò “ortodossia”, erano evolute elaborazioni che non corrispondevano agli insegnamenti originali di Pietro o neanche di Paolo. Eppure ogni sètta dichiarava che le altre erano eresia. Ma quali insegnamenti di quali sètte erano le ultime aberrazioni, e quali ancora assomigliavano alla sètta originale? È statisticamente impossibile che alla sètta che conquistò il potere totale “giusto capitò” di essere l’unica con il vero credo, che nessun’altra sètta mantenne i veri fatti della sètta originale, i quali furono abbandonati dalla sètta che divenne politicamente vittoriosa. Quindi, che cos’è in realtà l’eresia? Le dottrine del Cristo cosmico che gli “ortodossi” condannarono, come vediamo in Ireneo e nell’Ascensione di Isaia? O gli eretici sono gli autoproclamati ortodossi? L’una cosa è probabile come l’altra. Non abbiamo evidenze per provarlo. Così non possiamo assumere né l’una né l’altra.

Questo ci riporta al punto di partenza: sappiamo che il Cristianesimo che decise quali documenti possiamo vedere, non è come l’originale, e perciò certamente subì transizioni radicali di cui non abbiamo nota. Perciò non possiamo rigettare il fatto che ci siano state transizioni radicali di cui non abbiamo traccia. Pertanto, rigettarle è un non sequitur. Non ha nessun effetto logico sulla probabilità di una ipotesi. Gli storicisti devono spiegate tante transizioni radicali così come i miticisti. Solo che differiscono su quali dettagli subirono la transizione.

Cosa sappiamo da Plinio il Giovane

Un fattore di cui non parlo in OHJ dettagliatamente come dovrei, è quello che scopriamo del Cristianesimo dall’unica lettera che ne parla, nella corrispondenza di governo di Plinio il Giovane (pp. 342-430), la prima volta nella storia che qualcuno abbia mai notato il Cristianesimo, in una qualsiasi letteratura conosciuta (Giuseppe quasi certamente non ne ha mai parlato): sembra che il Cristianesimo abbia sperimentato nel primo secolo il passaggio attraverso il collo di bottiglia del fallimento, e la successiva rinascita.

Nella lettera di Plinio a Traiano, scritta intorno al 112 d.C., egli rivela due fatti interessanti: non era mai stato presente a nessun processo contro Cristiani, e non aveva idea di che cosa credessero e perché [il loro credo] fosse criminale; e la maggior parte di quelli che, nella sua provincia, erano stati segnalati come Cristiani, avevano lasciato la fede da anni o decenni prima ancora che egli indagasse.

Il secondo fatto è rivelatore. Il primo è peculiare. Al tempo in cui scrisse quella lettera, Plinio il Giovane era stato senatore romano per 25 anni. Aveva servito come l'equivalente antico del Capo della Polizia a Roma, il Campidoglio dell'Impero, con una popolazione superiore ad un milione di abitanti. Dopo di questo, aveva servito come l'equivalente antico del Procuratore Generale per l'intero Impero. Poi come Console (una carica simile al Segretario di Stato e degli Interni). Quindi servì come governatore della Bitinia (una parte della odierna Turchia) per due anni, prima che un qualche Cristiano fosse portato alla sua attenzione. E aveva governato la stessa provincia per un decennio, prima di questo. Perciò non era nemmeno nuovo per la provincia o per le sue questioni legali.

Eppure, quest’uomo, espertissimo in materia legale nell’Impero, non aveva visto mai, nemmeno una volta, un processo contro Cristiani, e non sapeva niente di loro, e nemmeno perché era illegale esserlo. Questo implica che il Cristianesimo stava facendo proseliti così male, da essere quasi inesistente - perfino dopo ottant’anni, quasi il doppio del tempo di una vita media, di evangelizzazione in tre continenti. Il fatto che molti di quelli che potevano essere derisi come Cristiani avesse già lasciato la religione, conferma la conclusione: la gente stava perdendo interesse, i membri erano scarsi e in diminuzione.

Metti questi due fatti insieme, e dobbiamo concludere qualcosa di allarmante: molto probabilmente, il Cristianesimo si era quasi estinto. Era così poco influente, così piccolo, così di poco successo, che alla fine del primo secolo e all’alba del secondo i Cristiani non erano mai apparsi sul radar di Plinio, da nessuna parte, mai, nei diversi decenni della sua esperienza legale e amministrativa. In effetti era così di poco successo che stava anche perdendo membri. Plinio esprimeva la preoccupazione che , all’improvviso, si potessero trovare Cristiani dappertutto, ma è evidente che si trattava di un allarme iperbolico, non basato su fatti o statistiche reali (simile al timore di McCarthy che spie comuniste si infiltrassero nel governo e nell’élite sociale). Sì, probabilmente si poteva trovare qualche Cristiano in molte città o paesi. Ma dal racconto di Plinio è chiaro che la maggior parte degli accusati non erano mai stai Cristiani, o da molto avevano cessato di esserlo. Solo pochi mantennero la loro confessione di fede. Ed erano così rari, era una fatica perfino trovarli, e finché non fu spinto a cercarli, non ne aveva mai visto uno in tutta la sua carriera.

È da notare che questo apparente fallimento o declino nelle sorti della religione corrisponde esattamente a quando nuovi missionari tentarono di rianimarlo con nuovi, eccitanti dottrine e testi: i Vangeli. E quand’è che una riforma radicale di un culto avrebbe più successo? Quando la maggior parte degli antichi credenti se ne erano andati, i suoi fondatori erano tutti morti da lungo tempo, e la sètta è così piccola e anemica che non esisteva nessun potere per fermarti o contraddirti – e se alcuni della vecchia guardia erano ancora in giro, li si poteva facilmente liquidare, come se loro stessi fossero eretici revisionisti! Non c'è bisogno di ulteriori spiegazioni su come la religione poté passare dalle dottrine mistiche a quelle storicistiche - nella resurrezione come nell'esistenza di Gesù. Stessa difficoltà. Stessa opportunità. Stesse cause e meccanismi di successo. Se l’una cosa accadde – e così fu senza dubbio – l’altra sarebbe potuta accadere, senza dover ipotizzare nient’altro se non la teoria stessa.

Conclusioni

Per il 100 d.C., anche la maggior parte degli adulti che avevano letto la prima edizione di Marco sarebbe morta. I testimoni e i fondatori originali sarebbero morti da tempo. In realtà, probabilmente sarebbero morti persino prima che Marco fosse scritto - dopotutto non c’è alcuna prova che qualche apostolo fosse ancora vivo dopo il 70 d.C. E il rapporto di Plinio implica che i convertiti Cristiani erano pochi; molti avevano perfino abbandonato del tutto la religione. E questo, per una religione misterica con dottrine segrete, la più facile da alterare senza che nessuno se ne accorgesse o fosse in grado di dimostrare che fosse stata alterata.

Perciò, pensaci. Se qualcuno cominciò a spacciare i Vangeli come storie reali, chi, in quel momento, poteva dimostrare che non erano vere? I testimoni erano tutti morti da tempo. Chi li aveva conosciuti, poteva essere smentito da bugiardi che affermano di averli conosciuti, e chi poteva dire la differenza? Potevano affermare che la teoria celeste era eresia e condannarla, e si poteva ordinare alla gente di evitare quelli che ancora la difendevano, dicendo che proveniva dal Diavolo ... proprio come vediamo fare ad Ignazio.

Dopo tutto, chi, in quel momento, poteva dimostrare che la dottrina celeste era l’originale, perfino se lo era? Se non fu mai messa per iscritto, se era un mistero trasmesso solo oralmente agli iniziati, non esisterebbe alcuna prova che quello che veniva detto loro, e che quindi quello che veniva insegnato era in effetti la verità. E se fu scritta, chi poteva provare che non era falsa? Di fronte alle copie del testo originale dell'Ascensione di Isaia e del Vangelo di Matteo, chi poteva provare chi è stato scritto per primo? Chi poteva provare chi fu che conservò le dottrine precedenti alla Guerra? Chiunque avesse contraddetto gli storicisti, poteva essere condannato come eretico. E nessuno sarebbe il più prudente. Da allora in poi, quale "versione" della storia della chiesa avrebbe vinto, fu una mera questione politica. Non era assolutamente qualcosa che qualcuno potesse decidere con delle prove.

E comunque, non abbiamo la possibilità sentire nessuno di quei dibattiti. Come tutto fu cancellato per la resurrezione, altrettanto facilmente sarebbe stato cancellato per la storicità. In effetti, sarebbero stati cancellati proprio i documenti e le attestazioni stesse.

Se pure c’erano alcuni che “sapevano” (malgrado questo sia impossibile [per noi] da sapere) che la religione iniziò con visioni interiori, e che gli assurdi racconti nei Vangeli di tombe vuote angelicamente occupate, e di incontri e di pranzi con un Gesù risorto erano invenzioni, come faremmo a saperlo? Tutto quello che essi dissero o scrissero per sfidare queste cose, fu cancellato. Non è esistente, né è riportato, citato o menzionato. E se incontrare e mangiare con Gesù poté essere inventato così facilmente e non fu mai smentito in nessun documento esistente, e persuase l’intera chiesa, perché non poteva lo stesso identico processo dare origine altrettanto facilmente all’invenzione di incontri e cene con Gesù nel complesso? Che cosa gli avrebbe impedito di non essere mai smentito in nessun documento esistente e di conquistare l’intera chiesa? Inventare una cena con qualcuno dopo che è morto, non è più facile che inventare una cena con qualcuno prima che sia morto. Quindi, se l’una cosa ebbe successo – e lo ebbe – allora anche l’altra avrebbe potuto averlo altrettanto facilmente.

Ed questo è il motivo per cui non abbiamo più nulla da spiegare.
 
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CAT_IMG Posted on 18/11/2017, 14:45
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L'invisibile e l'inesistente si somigliano molto. (Delos B. McKown, The Mythmaker's Magic)

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Roxi, ti confesso :wub: che apprezzo cosí tanto quell'articolo del dr. Carrier che proprio per questo ho sperato fino all'ultimo che ne facessi tu la traduzione, per timore che la mia avrebbe potuto contenere qualche svista. :cry:

Non so voi, ragazzi, :P ma dopo quest'articolo mi sento ancor più convintamente miticista.

Di fronte a quella ricostruzione storica delle Origini fatte da un vero storico ateo, impallidiscono tutte le altre.

È un fatto.
 
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CAT_IMG Posted on 19/11/2017, 09:36
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Grazie, Havi, per la fiducia che riponi nelle mie traduzioni. :)

CITAZIONE
Di fronte a quella ricostruzione storica delle Origini fatte da un vero storico ateo, impallidiscono tutte le altre.

È un fatto.

Infatti. E devo dirti che quando lessi l'articolo, avevo già pensato di tradurlo e postarlo prima ancora che me lo chiedessi tu. Ne valeva veramente la pena. -_- :) :)
 
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CAT_IMG Posted on 20/11/2017, 10:18
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Nei commenti al suo articolo pubblicato il 9 Novembre scorso, Come il Cristianesimo passò a un Gesù storico? , Richard Carrier ne ha pubblicato uno suo in cui riassume in maniera stringatissima le cose salienti dell’articolo di cui sopra, e che penso possa essere molto utile:


Per tutti quelli che non hanno capito ciò che quest’articolo ha appena spiegato loro:


1. FATTO. Molte sètte Ebraiche contro culturali stavano cercando messaggi nascosti nelle Scritture.

2. FATTO. Cefa (Pietro), un membro o leader di una di queste sètte, ebbe delle “visioni” in cui gli veniva detto che uno di quei messaggi ora si era realizzato.

3. FATTO. Il tizio influenzò o ispirò altri ad avere, o a pretendere di avere, visioni a supporto della faccenda.

4.FATTO. Tutte queste persone morirono.

5. FATTO. Poi, successive persone fecero quello che veniva fatto per tutti gli dèi salvatori: inventarono delle storie sul loro dio salvatore per promuovere quello che, oramai, erano gli insegnamenti, i dogmi e i credi accumulati nell’arco di una vita dai leader dei vari movimenti.

6. FATTO. Tutte queste persone morirono.

7. FATTO. Poi, successive persone cominciarono a promuovere quei miti come storicamente veri.

8. FATTO. Quelli che protestarono contro queste cose, furono denunciati come eretici e agenti di Satana.

9.FATTO: Tutte queste persone morirono.

10. FATTO. Quelli a cui piacque la nuova e inventata versione della storia, conquistarono il completo potere politico e lo usarono per distruggere tutta la letteratura di quelli che avevano protestato [contro questa nuova e inventata versione].

Tutti e dieci i punti sono fatti indisputabili. Non teorie. Fatti. Documentati. Innegabili. Fatti.

Al massimo, si potrebbe manifestare incertezza su quando, esattamente, i leader di ciascuna generazione morirono tutti. Ma abbiamo zero evidenza, assolutamente zero evidenza, che qualcuno di loro sopravvisse da una fase alla fase successiva (per esempio, non sappiamo di nessuno del punto 4 che fosse ancora vivo al punto 5, e non sappiamo di nessuno del punto 6 che fosse ancora vivo al punto 7, e, con certezza matematica, nessuno del punto 9 era ancora vivo al punto 10). Così non possiamo fare appello alla loro sopravvivenza come argomento contro le sequenza di cui sopra (non che questo avrebbe comunque impedito qualcosa). E tutto il resto, tutti i rimanenti sette punti, è un fatto su cui sono d’accordo tutti gli esperti viventi del mainstream (dove mainstream significa: Cristiani non-fondamentalisti).

E non dobbiamo essere più specifici. Questi dieci punti sono compatibili con centinaia di scenari diversi, nessuno dei quali è contraddetto da alcuna evidenza sopravvissuta. Ad esempio, la fase 7 potrebbe essere iniziata con il Vangelo di Matteo, Luca o Giovanni; e potrebbe essersi verificata una sovrapposizione da fase a fase (ad esempio, alcuni di coloro che affermavano pubblicamente la storicità, la negavano in segreto come un mistero rivelato, proprio come il culto di Osiride aveva fatto per secoli, e proprio come Platone aveva raccomandato di fare a tutti i leader religiosi, nella Repubblica). Non dobbiamo affermare che è quello che è successo. O negare che è quello che è successo. Nessuna evidenza ce lo dice in entrambi i casi. Ed entrambi sono verosimili.

E ancora …

Nota che in nessun punto la storicità di Gesù è stata negata in questi dieci fatti, individualmente o congiuntamente. Perché tutti e dieci possono semplicemente essere una descrizione dell'invenzione della storicità della sola risurrezione, non dell'uomo.

Eppure, questi stessi dieci fatti spiegano completamente la storicizzazione sia della resurrezione che dell’uomo. Se una cosa accadde (e accadde), così poteva accadere l’altra.

E possiamo affermarlo senza postulare un singolo altro fatto su nulla.

Ed è per questo che tutte queste assurdità sul fatto che non sono verosimili, è di per sé inverosimile. Anzi, selvaggiamente inverosimile. Inverosimile, come l'insistenza dei fondamentalisti sulla storicità dei racconti della resurrezione nei Vangeli.
 
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CAT_IMG Posted on 24/11/2017, 13:45
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Grazie anche da parte mia per queste due ultime traduzioni.
 
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CAT_IMG Posted on 29/4/2018, 18:34
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CAT_IMG Posted on 1/5/2018, 16:14
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raffaello



Pittura onesta. — Raffaello, al quale importava molto della Chiesa (sinché poteva pagare), ma poco, come ai migliori del suo tempo, degli oggetti della fede ecclesiastica, non ha seguito d'un passo l'esigente religiosità estatica di alcuni suoi committenti: ha conservato la sua onestà, persino in quel quadro d'eccezione, originariamente destinato a stendardo da processione, nella Madonna Sistina. Qui egli volle per una volta dipingere una visione: ma una visione come possono anche averla e l'avranno nobili giovani senza “fede”, la visione della futura sposa, di una donna saggia, di animo nobile, silenziosa e molto bella, che porta in braccio il suo primo nato. Qui venerino pure i vecchi, avvezzi a pregare e ad adorare, come il venerando vegliardo sulla sinistra, qualcosa di sovrumano: noi giovani, sembra gridarci Raffaello, vogliamo stare dalla parte della bella fanciulla sulla destra, che con sguardo provocante, assolutamente non devoto, dice a chi osserva il quadro: “Non è vero che questa madre e suo figlio sono una vista piacevole e invitante?”. Quel viso e quello sguardo riluce della gioia nei volti degli spettatori; l'artista che inventò tutto questo gode di se stesso allo stesso modo e aggiunge la sua gioia a quella dei destinatari dell'arte. — Riguardo all'espressione “redentrice” sul volto di un bambino, Raffaello, l'onesto che non volle dipingere stato d'animo alla cui esistenza non credesse, ha garbatamente raggirato i suoi spettatori credenti; dipinge quel gioco naturale che si osserva non di rado, l'occhio dell'uomo nel viso di un fanciullo, ossia l'occhio dell'uomo valoroso e soccorrevole che vede una situazione di bisogno. A quell'occhio si addice una barba; che essa manchi, e che da uno stesso volto parlino due diverse età, è il piacevole paradosso che i credenti hanno interpretato secondo la loro fede nei miracoli: come l'artista doveva aspettarsi dalla loro arte di interpretazione e di interpolazione.
(Friedrich Nietzsche, Il viandante e la sua ombra, aforisma 73)

Sulla sintesi di Richard Carrier circa «Come il Cristianesimo Passò ad un Gesù storico»
 
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