Origini delle Religioni

L' ETERNO E IL REGNO di Angelo Filipponi

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CAT_IMG Posted on 19/1/2018, 15:22
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L’ETERNO E IL REGNO




Il romanzo L'eterno e il regno è opera inedita, finita di scrivere nel 1999 (Aprile) che, pur avendo avuto molti giudizi favorevoli, per vari motivi non è stata pubblicata, come libro.


Tra i giudizi riporto :

1 quello dell'Editrice la Giuntina (22-4-1999): Gentile professore, ho letto il Regno dei cieli ( poi cambiato in L'Eterno e il Regno). Pur apprezzando il grande lavoro di ricerca che sostiene il libro, considerazioni di marketing portano ad escludere la pubblicazione da parte della nostra piccola casa editrice. Rinnovandole tutta la mia stima, le invio cordiali saluti e l'augurio che il suo lavoro possa trovare il riconoscimento che merita. Firmato Vanna Vogelmann.


2 quello della Rusconi LIbri (19-5-1999/lf):

Gentile professor Filipponi, il suo testo è senz'altro ben strutturato. I suoi trentennali studi su queste problematiche risultano evidenti dalla sua trattazione. Purtoppo il testo non fa per noi: non per il contenuto, appunto, ma per la forma. Per quanto appoggiato su dati storici, il suo è un romanzo e Rusconi libri non pubblica più questo genere letterario da oltre quattro anni. Le rendiamo il suo lavoro con l'augurio di miglior fortuna presso un altro e più adatto editore. Cordiali saluti. Firmato Il direttore editoriale Alberto Conforti.
Solo nel 2009-2010 il romanzo è stato pubblicato, a puntate (18), su Quotidiano.It, dopo un' introduzione ad opera di Antonella Roncarolo.




IL ROMANZO

Il romanzo, storico, è diviso in sei parti, aventi ognuna una documentata prefazione di storici classici (Velleio Patercolo Giuseppe Flavio, Svetonio, Tacito, Dione Cassio), come dimostrazione di una effettiva storicità dei fatti.
Il tema è quello del Malkut ha Shemaim ( Regno dei Cieli), in una ricostruzione della realtà storica del periodo di Regno di Gesù Cristo, esaminato nella sua reale figura di Uomo, di Tekton, di Goes e di Mashiah, la cui auctoritas regia viene recuperata solo nell'ultimo capitolo alla luce del successivo Regno di Giulio Erode Agrippa I.

L' argomento, storico, è distinto in due fasi: la prima si sviluppa in cinque capitoli e va dal 26 d.C. alla Pasqua del 32 d.C. e la seconda in uno, che tratta degli avvenimenti del 44 d.C. e rievoca fatti compresi tra il 32 e 36 (tempo in cui sono posti il regno e la morte del nostro Gesù, qui chiamato Jehoshua).




Il primo capitolo
tratta della vita di Giulio Erode Agrippa, (figlio di Aristobulo di Erode il grande e di Berenice di Salome, vissuto a Roma, in modo dissipato, accanto a Druso figlio di Tiberio prima, accanto a Claudio Nerone -ll futuro imperatore – suo fratello di latte, poi) e del suo fallimento finanziario, della sua fuga in Giudea, sua patria.

Viene rilevata la sua inquietudine che lo porta ad una metanoia (cambiamento di vita) in quanto ritrova le sue radici ebraiche in una condanna della sua stessa ellenizzazione e romanizzazione. Da qui l'accostamento alla famiglia del patrigno Teudione, allo zelotismo e il ritorno alla rigida osservanza della torah, nonostante i rapporti con la corte di Tiberiade (città edificata nel 26 d.C) di Erode Antipa e di sua moglie Erodiade, sua sorella, nonostante il suo domicilio nella nuova città, dopo il matrimonio con Cipro e nonostante la funzione di agoranomos.
La conoscenza del capomastro architettto, Jehoshua, aumenta la crisi spirituale (data l'ambiguità del suo vivere tra ellenismo e giudaismo), che lo porta a fughe nel deserto e a penitenze.


Il secondo capitolo è impostato ad Alessandria, dove Erode Giulio Agrippa è stato mandato da Erode Antipa insieme ad Jehoshua, su richiesta dell'alabarca ed etnarca di Egitto Lisimaco Alessandro, discendente di Onia IV, per la ristrutturazione della villa di Canopos.
Giunti ad Alessandria sono ospiti a cena dell'alabarca, il più famoso emporos (commerciante) e trapezites(banchiere) del mondo, un Rockefeller dell'epoca, che ha invitato anche suo fratello Filone, il capo dei Terapeuti, Ruben, e il romano Lucio Anneo Seneca di cui si festeggia il ritorno a Roma: c'è discussione sulla creazione del mondo e sulla funzione dell'uomo.
La ristrutturazione della villa è affidata ad Erode Giulio Agrippa che segue i lavori dell'architetto secondo i desiderata dell'alabarca, che ha destinato la villa a suo figlio primogenito, Tiberio Giulio Alessandro (futuro governatore di Giudea e di Egitto e distruttore del tempio insieme con Tito Flavio), che, però, ha apostatato, ed è militare romano, di carriera.
Una sua visita a Canopos con l'ostaggio Izate di Adiabene, da ricondurre in patria, per ordine dell'imperatore, si conclude con
una cena tra Agrippa ed Jehoshua e i due giovani, che sono presi dalle parole dell'architetto, che mostra loro il piano di Dio su ogni uomo.
L'arrivo dell'alabarca, venuto per vedere i lavori fatti, diventa occasione di una conoscenza approfondita di Jehoshua, che da lui, profeticamente, viene visto come uomo destinato a guidare Israel.




Il terzo capitolo
è centrato su Caphernaum dove esiste una comunità di pescatori e di agricoltori, di fede mista, che ha in comune i beni, secondo il modello essenico.
Jehoshua, chiamato per la costruzione di depositi dove devono essere conservate le derrate alimentari e il pesce essiccato e salato, è ospitato dalla famiglia di Shimon Pietro, la cui suocera malata è guarita dall'architetto.
La comunità, avendo problemi finanziari, è sotto osservazione del pubblicano Matthaios, un romanizzato.
La morte della figlia di Jahir cambia la vita nel paese perché la bimba viene risuscitata da Jehoshua: da ogni parte del mondo romano e partico tutti gli occhi si volgono su Jehoshua, dominatore della morte.
La morte di Seiano (18 ottobre del 31 d. C.) aumenta la popolarità dell'architetto, che viene riconosciuto Mashiah, dopo una assemblea plenaria, a seguito della conversione di Matthaios.




Il quarto capitolo
è impostato in Adiabene alla corte del re Monobazo, non lontano dall'antica Ninive, vicino alla odierna Mosul, dove il re sta per morire ed attende il ritorno del figlio prediletto Izate.
La corte è dilacerata dalla lotta tra i pahlavici, i magi di cultura medo-persiana, zaratustriana e il potente ministro terapeuta Anania, giudeo reggente con la regina Elena.
Il ritorno di Izate aumenta i contrasti perché il giovane divenuto ebreo, fattosi circoncidere, dopo la venuta di due esseni Melazar e Jakob, favorisce l'elemento giudaico, trasferisce la capitale ed inizia una sua politica di protezione dell'elemento popolare, contraria ai magi e all'aristocrazia filoromana, coalizzati dall'ambasciatore G. Licinio Muciano.
La congiura organizzata viene sventata da Anania, che punisce i traditori e caccia i rappresentanti di Roma, dopo aver riconosciuto Jehoshua Mashiah ed aver stretto rapporti con Artabano III re di Partia (cacciato da Ctesifonte e rimesso sul trono da Izate) e con Anileo ed Asineo, satrapi di Babilonia, con cui hanno in comune una località, sacra per i resti dell'arca di Noè.




Il quinto capitolo
tratta del ritorno della missione di Melazar e di Jakob, che vanno nella loro comunità di Damash, dopo l'incontro a Gamla con il capo degli zeloti Jakob di Jehudah il Gaulanita: gli esseni, riuniti, riconoscono Jehoshua mashiah ed dichiarano che sono finiti i tempi della penitenza e che inizia il tempo del Regno.

Jehoshua, nel frattempo, avuta l'autorizzazione anche dal sinedrio di Gerusalemme, inizia la sua marcia da Caphernaum e, dopo aver inviato i suoi discepoli, due a due, a chiedere alle singole città il passaggio con la formula pane ed acqua, entra da trionfatore in ogni città, lungo il suo iter, e si congiunge con gli esseni a Gerico, da dove inizia la salita fino a Betania (dove risuscita Lazhar) e giunge sul Monte degli Ulivi, mentre tutti sono in festa perché il Regno dei Cieli è vicino e Gerusalemme è in vista.

Il capo esseno allora grida: il re sta per arrivare ; godi, Jerushalaim, i tempi sono giunti!



Il sesto capitolo
mostra la capitale del regno di Giuda, Cesarea Marittima, nella sua bellezza e zuma sull'anfiteatro della città dove il re Erode Giulio Agrippa rivestito della sua veste sacerdotale e regale, circondato dai suoi amici re e funzionari, sta celebrando la vittoria sui britanni di Claudio Nerone imperatore.

Per onorare i suoi amici il re ha preparato giochi di vario genere, anche musicali, ha fatto combattere tra loro gli zeloti, condannati a morte ed ha provocato reazioni nel pubblico, che ha inneggiato a Jehoshua.

Allora Agrippa mentre lui ricorda personalmente la sua verità storica, fa rievocare da Shimon, da Izate, dall' Alabarca e da Tiberio Alessandro la storia del mashiah, del suo malkuth (messo in relazione al suo Regno), della sua ultima cena, della sua fine: ognuno mostra di avere una propria memoria dei fatti, letti in modo diverso.

Scettica è la conclusione del re!







Edited by barionu - 3/10/2022, 09:04
 
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CAT_IMG Posted on 3/10/2022, 08:02
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