Origini delle Religioni

EPISTOLE E PERSONAGGI OTTENUTI CON FRODE

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CAT_IMG Posted on 30/3/2021, 10:09
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L'invisibile e l'inesistente si somigliano molto. (Delos B. McKown, The Mythmaker's Magic)

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EPISTOLE E PERSONAGGI OTTENUTI CON FRODE


Anche il genere neotestamentario delle Epistole venne poi imitato e riprodotto nella letteratura “apocrifa” dei cristiani, sebbene già nel Nuovo Testamento, per la verità, fosse in gran parte intessuto di contraffazioni. E come là, sotto il nome di Paolo, si erano già contraffatte diverse Epistole (p. 68 s.), così nel tardo II secolo, all'interno di circoli marcioniti, si produsse un'epistola ai Laodicei (che secondo Colossesi 4,16 andò perduta). Si inventò, forse come controfalso da opporre ai falsi marcioniti, un'ulteriore Epistola ai Laodicei da parte “ortodossa”, fatta di parole e frasi tratte da presunte epistole paoline, e che è presente pur sempre — dal VI secolo al XV (in orribile linguaggio) — in molti manoscritti latini della Bibbia. In essa, il falsario si appella ai Laodicei perché facciano tutto quanto è “chiaro, vero, accostumato e giusto”... I marcioniti contraffecero inoltre, sotto il nome di Paolo, una Lettera agli Alessandrini. E, nel 180, un sacerdote cattolico in Asia Minore fabbricò una III Epistola ai Corinzi, in cui tra l'altro ammonisce: “Perché il mio Signore Gesù Cristo ritornerà presto, giacché è disconosciuto da quelli che falsano le sue parole”... certo, un frequente intercalare dei falsari. Analogamente, nella falsa “Epistula Apostolorum”, Gesù minaccia: “Ma guai a coloro che adulterano la mia parola e il mio comandamento”.

La III Epistola ai Corinzi fa parte dei falsi Atti di Paolo, che l'asiatico sacerdote aveva composto “per amore di Paolo”. Smascherato di lì a poco, il truffatore venne invero destituito dalla Chiesa (p. 98 s.); ciò malgrado, la fittizia corrispondenza tra i Corinzi e “Paolo” figurò fino a tutto il IV secolo nelle edizioni del Nuovo Testamento siriane (e poi per secoli in quelle armene); nientemeno che il dottore della chiesa Efrem lo commentò nel 360 come scritto canonico, di valore non inferiore ai rimanenti scritti paolini. Di massima, i falsi Atti di Paolo “solo lentamente sono stati eliminati dall'uso chiesastico” (Kraft). [254]

Sempre più disinvoltamente scrittori cristiani si facevano passare per apostoli di Gesù. E quando non scrivevano sotto il nome di apostoli — predicanti il cristianesimo attraverso molti Atti apostolici, scritti di Pilato, davanti ai massimi dignitari e alle corti degli imperatori —, eccoli esibirsi di preferenza quali discepoli o alunni degli apostoli. Così un Leucio, un Procoro diventano alunni di Giovanni, un Evodio di Antiochia e un Marcello sono trasformati in scolari di Pietro, un Euripo in allievo del Battista, eccetera. Anche i cattolici Gratone, Lino, Clemente, Melito contraffecero degli atti apostolici, ancora in secoli posteriori, sotto il nome di allievi degli apostoli. E ancora, a certi personaggi della più antica era cristiana, sui cui lavori letterari non si sa nulla, vennero attribuiti falsi prodotti che si dicevano ancora conservati, atti e scritti d'ogni specie: Nicodemo, Gamaliele, Giuseppe di Arimatea, un Lucio, un Carino, un Rodone, uno Zenade, un Policrate. Oltre a questi, nel declinare del mondo antico, i cristiani sostituirono non di rado trattati — in precedenza andati dispersi, o solo annunciati — con plagi e truffe letterarie. Di più, creavano con l'imbroglio figure e persone intere, sotto il cui nome producevano poi opere di qualsiasi genere. Così, nella letteratura patristica, sono frutto di libere elucubrazioni: Eusebio di Alessandria, il vescovo Agatonico di Tarso, il vescovo Ambrogio di Calcedonia, nonché diversi alti prelati che avrebbero scritto lettere a Pietro Fulvo, patriarca di Antiochia. [255]

Ma anche sotto il nome di note personalità della storia della Chiesa si seguitò a fabbricare falsi in tutta libertà.

NOTE
[254] Eusebio h.e. 3,3,5 s. 3,25,4. Altaner/Stuiber 136 s. Kraft 413. Bardenhewer I 598 ss. Schneemelcher, in: Hennecke/Schneemelcher II 54, 90 ss.
[255] Speyer, Literarische Fälschung 47 ss., 252 ss. Idem, Fälschung, literarische 254, 261 s.
(tratto da: Karlheinz Deschner, Storia criminale del cristianesimo, tomo III: La chiesa antica, Falsificazione, istupidimento, sfruttamento, sterminio)

 
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