Origini delle Religioni

I BOANERGHES

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CAT_IMG Posted on 25/7/2022, 19:27
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I BOANERGHES, sono letteralmente i figli del tuono e vengono identificati nel vangelo di Marco ( 3:17) con i nomi di Giacomo e Giovanni.
Secondo l'evangelista Luca, Giovanni e Giacomo avevano il Signore dalla loro parte, al punto che, su loro richiesta, il Signore avrebbe scatenato dal cielol apocalittici tuoni,lampi e fuoco per distruggere i loro nemici:

"...era diretto verso Gerusalemme. 54Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?» ( LUCA cap.9)."

Secondo la storico Giuseppe Flavio, queste persone che avevano Dio dalla loro parte erano Giovanni di Giascala (che si mise a capo degli Zeloti) e il suo alleato, capo degli Idumei , Giacomo figlio di Sosa ( stretto alleato anche di Simone bar Giora ).

Lo storico narra che Giovanni di Giascala chiamò in aiuto gli Idumei, per liberarsi dei sommi sacerdoti di Gerusalamme e in maniera particolare, del nemico e persecutore dei Cristiani, Anano figlio di Anano.
Gli Idumei guidati da Giacomo figlio di Sosa, riuscirono ad entrare a Gerusalemme, con tuoni e lampi apocalittici, che sembravano proprio mandati da Dio:

Libro IV:281 Ma se quelli furono troppo clementi, penseremo noi Idumei a preservare la casa di Dio e a batterci
per la patria comune, affrontando sia i nemici che avanzano dall'esterno, sia quelli che la tradiscono all'interno.
Libro IV:282 Qui dinanzi alle mura noi resteremo in armi, finché i romani non si stanchino di darvi retta o voi non
vi convertiate alla causa della libertà”.
Libro IV:283 - 4, 5. A questo discorso la massa degli Idumei gridò il suo assenso, mentre Gesù si ritirava
scoraggiato al vedere che fra gli Idumei non v'era alcun proposito di moderazione e che la città si trovava ad
esser combattuta da due parti.
Libro IV:284 Ma nemmeno gli Idumei erano sereni: li bruciava l'affronto di esser stati esclusi dalla città, e poi
credevano che gli Zeloti fossero forti, ma quando videro che nessuno accorreva in loro sostegno restarono
perplessi e molti si pentirono di aver intrapreso la spedizione.
Libro IV:285 Ma la vergogna di tornare indietro senza aver concluso proprio nulla fu più forte del pentimento, sì
che essi rimasero lì accampati alla peggio dinanzi alle mura.
Libro IV:286 Durante la notte scoppiò un violento temporale con venti impetuosi, piogge torrenziali, un
terrificante susseguirsi di fulmini e tuoni e spaventosi boati di terremoto.
Libro IV:287 Sembrava la rovina dell'universo per la distruzione del genere umano, e vi si potevano riconoscere
i segni di un'immane catastrofe.

Libro IV:288 - 4, 6. Gli Idumei e quelli nella città ebbero uno stesso pensiero: gli uni che il Dio fosse offeso per la
spedizione e che non sarebbero sfuggiti al suo castigo per aver portato le armi contro la metropoli, gli uomini del
seguito di Anano ritennero di aver in pugno la vittoria senza combattere e che il Dio si fosse posto alla loro
testa.
Libro IV:289 Ma furono cattivi indovini del futuro, e la rovina che presagivano ai nemici stava per abbattersi sui
loro compagni.

Libro IV:290 Gli Idumei raccogliendosi in gruppi si scaldarono a vicenda e, riuniti gli scudi al di sopra delle teste,
ridussero i danni della pioggia;
Libro IV:291 nel frattempo gli Zeloti, preoccupati più per gli Idumei che per la loro critica situazione, si
radunarono per vedere se si poteva trovare il mezzo per soccorrerli.
Libro IV:292 Le teste più calde proponevano di aprirsi con le armi la strada attraverso gli assedianti e poi,
piombati nel mezzo della città, correre senza esitazione a spalancare le porte agli alleati;
Libro IV:293 i nemici di guardia, sconvolti dalla loro improvvisa apparizione, avrebbero ceduto, anche perché
erano per lo più disarmati e inesperti del combattimento, mentre la massa dei cittadini difficilmente si sarebbe
potuta radunare essendo stata costretta in casa dalla bufera.

Libro IV:308 Allora i più furono presi dallo sconforto e, gettate le armi, scoppiarono in lamenti; soltanto pochi fra
i giovani, strettisi insieme, opposero un'animosa resistenza agli Idumei e per parecchio tempo protessero la
moltitudine inerte.
Libro IV:309 Questa con le sue grida rivelò ai cittadini la tragica situazione che s'era creata, ma nessuno di
quelli ebbe l'ardire di venire al soccorso quando seppero che gli Idumei erano entrati in città, e si limitarono a
rispondere con inutili grida e lamenti, mentre si levava un coro di gemiti da tutte le donne in ansia per qualcuno
degli uomini di guardia.
Libro IV:310 Dall'altra parte gli Zeloti facevano eco al grido di guerra degli Idumei, e i loro clamori riuniti erano
resi ancora più terrificanti dal frastuono della tempesta. Gli Idumei non risparmiarono nessuno, sia perché erano
per natura feroci e sanguinari, sia perché, ridotti a mal partito dal temporale, si sfogarono contro chi li aveva
tenuti fuori delle mura;
Libro IV:311 trattarono con uguale spietatezza tanto chi li implorava quanto chi opponeva resistenza, e
passarono a fil di spada anche molti che si appellavano ai legami di parentela o li supplicavano di aver rispetto
per il loro santuario comune.
Libro IV:312 Non v'era alcuna via di scampo né speranza di salvezza, ma risospinti l'uno sull'altro venivano
trucidati, e i più, incalzati dove non c'era più spazio per indietreggiare mentre i loro carnefici avanzavano, presi
dalla disperazione si precipitavano a capo fitto sulla città, affrontando volontariamente una morte a mio parere
più dolorosa di quella cui si sottraevano.
Libro IV:313 Il piazzale antistante al tempio fu tutto un lago di sangue, e il giorno spuntò su ottomila e
cinquecento cadaveri.
Libro IV:314 - 5, 2. Costoro non bastarono però ad appagare il furore degli Idumei, che, rovesciatisi sulla città,
depredavano ogni casa e uccidevano chiunque capitava.
Libro IV:315 Ma a sfogarsi sulla gente comune sembrava loro di perdere il tempo, e diedero la caccia ai sommi
sacerdoti sguinzagliandosi per la maggior parte contro di loro.
Libro IV:316 In breve li presero e li uccisero; poi, accalcandosi presso i loro cadaveri, beffeggiavano Anano per
il suo amor di patria e Gesù per il suo discorso dalle mura.
Libro IV:317 Giunsero a tal punto di empietà, da gettarli via insepolti, mentre i giudei si danno tanta cura di
seppellire i morti, che finanche i condannati alla crocifissione vengono deposti e sepolti prima del calar del sole.
Libro IV:318 Non credo di sbagliare dicendo che la morte di Anano segnò l'inizio della distruzione della città, e
che le sue mura caddero e lo stato dei giudei andò in rovina a cominciare dal giorno in cui essi videro scannato
in mezzo alla città il loro sommo sacerdote e il capo della loro salvezza.

Edited by Baphomet - 25/7/2022, 20:43
 
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CAT_IMG Posted on 17/2/2023, 20:44

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Questo intervento dice tantissimo e chiarisce finalmente chi fossero nella realtà sia Gesù che i suoi, ovvero rivoluzionari armati.
 
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