Origini delle Religioni

ELOHYM

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CAT_IMG Posted on 6/12/2012, 01:36
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ELOHYM









בְּרֵאשִׁית, בָּרָא אֱלֹהִים, אֵת הַשָּׁמַיִם, וְאֵת הָאָרֶץ



Prima di iniziare , con la lectio magistralis di Rav Avraham Ysrael

ricordo a tutti che elohim è il plurale di eloha , forma rara nel Tanakh , ad es


DANIELE XI , 39


אֱלוֹהַּ elòha

לט וְעָשָׂה לְמִבְצְרֵי מָעֻזִּים, עִם-אֱלוֹהַּ נֵכָר, אֲשֶׁר הכיר (יַכִּיר), יַרְבֶּה כָבוֹד; וְהִמְשִׁילָם, בָּרַבִּים, וַאֲדָמָה, יְחַלֵּק בִּמְחִיר


LA CEI

39 Nel nome di quel dio straniero attaccherà le fortezze e colmerà di onori coloro che lo riconosceranno: darà loro il potere su molti e distribuirà loro terre in ricompensa.



IL VERBO





בָּרָא
barà , egli creò


בָּראוּ barù , loro crearono






/////////////////////////////






ABRAMO :


( Rav Avraham Ysrael )




1) Abbiamo 2500 ricorrenze in cui il termine Elohim è riferito a D-o con verbi e aggettivi al singolare, frasi costruite tutte al singolare.

2) Tre ricorrenze riferite a D-o ma con valore di nome astratto tradotto in alcune traduzioni con "Divinità" in cui sono presenti solo un aggetivo al plurale (3 chayym, 1 kerovim. Altre due con verbo al plurale.

3) Due riferite a D-o in cui Egli si esprime al plurale.

4) Altre due o tre con aggettivi plurali superlativi indefiniti.


5) Abbiamo alcune ricorrenze di Elohim riferite singolarmente a dèi stranieri con valore singolare, le ha citate Jonah (Cochav Yam) qualche post addietro.

6) Abbiamo alcune ricorrenze riferite a singoli uomini ed altre riferite al sinedrio. Una di queste in plurale di astrazione con verbo al plurale e riferito al profeta Samuele.

7) 63 ricorrenze riferite a dèi stranieri al plurale dell'espressione "elohim acherim"=altri dei/legislatori (alcune di queste sono plurali di astrazione col senso di divinità/legislazione/potere giuridico esecutivo)


8) Tulle le ricorrenze riferite a dèi stranieri (comprese le suddette 63) sono circa un centinaio (100). Qui il termine elohim spesso è il plurale numerico di eloahh.

In tutto, all'incirca solo una decina su 2500 rappresenta un'eccezione che secondo alcuni (ignoranti) si tratterebbe di anomalie.


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Bereshit Barà ELOHIM

l'inzio del Tanach è stato innumerevoli volte preso a giustificazione delle più strampalate teorie da parte del mondo esterno all'Ebraismo
Questo solo per chi non conosce non più dell' ALEF-BET.

La desinenza "IM", indica generalmente sostantivi maschili plurali. "Generalmente" e comunemente, ma non SEMPRE. Esistono inoltre delle peculiarità delle lingue semitiche non riscontrate nelle lingue occidentali.

"Elohim" è quello che si chiama un plurale di indefinibilità. Esprime un concetto che viene reso al singolare.
Allo stesso modo abbiamo in Ebraico "Shammaim" (cielo), "maim" (acqua) che pur sono scritti al plurale ma che si traducono al singolare, come altri nomi puramente astratti: "Zikunim" (vecchiaia), "Neurim" (giovinezza) (plurale di astrazione)

Un termine molto calzante come spiegazione è "Adonim" che esiste al singolare come "Signore" o "Padrone", ma che nell'apparente plurale significa "Padrone del servo" e viene sempre e solo usato come "Adonim" e mai come "Adon" quando ha questa accezione. Infatti, parlado del "Suo padrone", riferito al padrone di un servo, si dice "Adonav" (che è con il possessivo al plurale), e non Adonò (suo padrone) al singolare.

Occorre però precisare la cosa più importante: "Elohim" non significa affatto D-O ma "legislatore supremo" .
se preceduto dall'articolo "Ha": "Haelohim" assume il significato plurale di "Legislatori"
Se non vi è l'articolo, Elohim diventa un nome autodeterminato ed in tal caso lo si riferisce ad HaShem.

Il Sinedrio era "Haelohim" e lo era Moshè, nel senso di legislatori supremi.

Questo è un concetto difficile da rendere nelle lingue occidentali, ma è molto comune nelle lingue semitiche.
Ad esempio, pochi sanno che "Allah" in arabo è plurale e se chiedi ad un arabo perché questo sia al plurale, ti risponderà che "è al plurale affinché non possa essere reso plurale, in quanto D-O è Uno e Unico".
Anche "El" non vuol dire D-O, ma potente.
Molti erroneamente assimilano "El" con "Elohim", ma si tratta di due radici completamente differenti.
"El" viene da radice "Ul" (forza) ed il suo plurale è "Elim" ( potenti)
"Elohim" viene da radice "alà" che significa "Legge, Regola, Norma.
Quando si vuole indicare la o le divinità straniere si dirà "Elohim acherim". In questo caso Elohim seguito dall'aggettivo acherim perde il senso autodeterminato e non è più riferibile ad HaShem

Altri esempi (presi in prestito da Aialon)
panim: il volto
tzawarim: la nuca
achorim: la schiena
Mitsrayim: Egitto
mamtakim:Dolcissima
Yerushalayim: Gerusalemme

Vi è poi una considerazione relativo al verbo "Barà".
Barà è terza persona singolare di quello che in Italiano chiameremmo passato remoto. La terza persona plurale è "Barù" (crearono).
Quindi "Elohim" è usato come Nome proprio e al singolare, altrimenti sarebbe stato scritto: "Barù Haelohim". (Anche se i Cristiani si inventano una voluta presenza di "Barà" al singolare, con Elohim plurale, per giustificare la dottrina trinitaria :biggrin2.gif: , ma questo è inaccettabile GIA' grammaticalmente)
Shalom




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I cristiani (in modo particolare i cattolici) riconoscono il plurale maschile del termine ELOHIM e lo definiscono un PLURALE DI MAESTA'.
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Il termine Elohim può essere tutte e due le cose, sia plurale, che singolare, dipende dai verbi e dal contesto in cui è inserito: se il verbo e il resto della struttura grammaticale sono al singolare allora il termine è il superlativo di Eloha e pertanto singolare; se invece la struttura è plurale allora il termine è il plurale di Eloha. Forse potrà aiutare questo esempio a capire questo concetto: in Italiano i termini astratti Verità e realtà e sim. sono singolari e plurali, ma solo se inseriti in una frase si può identificarne il numero, esempio:
"La verità è una sola"
(verbo e articolo al singolare = "verità" è un singolare)
"Le verità sono tante"
(verbo e articolo al plurale= "verità" è un plurale"

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L'uso della terza persona va contro la regola grammaticale che dice che il narratore non può usare il plurale maiestatico (vedi Genesi 1:1) , tutte le traduzioni in lingua moderna (tranne l’edizione della MARIETTI – 1954, che non traduce, ma si limita a riportare il termine ebraico), traducono al singolare. In altre parole, si ostinano nel sostenere che ט un PLURALE DI MAESTA' ma lo omettono nella traduzione, che riporta sempre e comunque il termine al SINGOLARE.
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Il fatto che le traduzioni italiane traducono al singolare il motivo non è solo perchè identificano il termine come un plurale maiestatico, ma anche è soprattutto a motivo dei verbi usati. Esempio: Il testo di Gen 1:1 dice "Bereshit barà Elohim" e non "Bereshit barù haElohim". Il testo riporta Barà= creò (al singolare), non barù(al plurale) e il termine Elohim senza l'articolo determinativo. Se fosse un plurale cambierebbe tutta la struttura della frase. La grammatica è grammatica.


Il superlativo indefinito è un SINGOLARE.

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Qual è il significato del termine ELOHIM?
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Elohim è: o il plurale di Eloha o il suo superlativo. Eloha viene dalla radice alah(~giuramento) e significa Giudice. Tradurre letteralmente il suo superlativo indefinito in italiano è impossibile perchè in italiano non esiste questa forma. Per rendere un pensiero simile a quello espresso in ebraico diremo in italiano: Giudice Supremo .

Quando invece è un plurale significa semplicemente: Giudici, legislatori, governatori.

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Puoi portare qualche esempio del PLURALE con desinenza "IM" usato come SUPERLATIVO? (esempi che provengano -esclusivamente- dal SEPHER BERESHIT o dalla TORAH).
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Tamim(integro, perfetto, Genesi 6:9) che è superlativo indefinito di tam(Genesi 25:27).

Poi fanno parte della stessa specie i seguenti termini:
haiim
panim
zhekunim
sanverim
zhenunim
rahhamim
shammaim
maim
iamim
damim
e sono tutti presenti nel sefer Bereshit.

Solo per precisare: Che il termine Elohim sia un singolare non ha bisogno di dimostrazioni come queste perchè, come detto prima sono i verbi e il resto della struttura grammaticale a renderlo noto senza dubbio alcuno.

Il superlativo assoluto in ebraico è composto di un termine singolare seguito da un termine plurale: es. hevel havalim(vanitosissimo), kodesh kodashim(santissimo) fai caso pure a questa forma:Elohe haElohim, questo è il superlativo assoluto del superlativo indefinito. In Deuteronomio 10:17 trovi, oltre a quella anche quest'altra: Adone haAdonim. Se poi leggi bene l'intera frase allora potrai notare l'uso degli altri termini come El(singolare) e Elohechem(forma composta dal superlativo indefinito singolare Elohim e vostro). Anzi la riporto tutta(gli asterischi sono il tetragramma):
ki **** Elohechem,
hu(=Lui, singolare)
Elohe haElohim vaAdone haAdonim,
haEl(El=Dio,singolare lett.Colui che detiene le forze, di radice ul=forza)
haGadol,haGhibbor,vehaNorah (tutti e tre aggettivi al singolare)
asher lo issà panim velo ikach shochad(in grasetto i verbi tutti al singolare).

Poi per quanto riguarda un'altra forma ebraica simile al plurale maiestatico il "ribbui shel ribbonut" vedi in Malachi 1:6 :
dove dice: ben ichabed av, veEved Adonav= il figlio onorerà il padre e il servo il suo padrone, anche qui si può pensare che è un plurale perchè "adonav" significa anche "suoi padroni", ma invece è un singolare(suo padrone). Vedi infatti come continua poi la frase nella seconda parte: veim Adonim Ani= ..e se Io sono Signore...
Usa la forma plurale (Adonim) di Adon=Signore che in questo caso prende il nome di: ribbui shel ribbonut.
Come vedi, in Ebraico, questa forma, simile al plurale maiestatico ha il plurale, sia nella parte da narratore sia in prima persona. Se questa forma, della parte da narratore, è stata interpretata come plurale maiestatico, allora bisogna ammettere che in ebraico il plurale maiestatico non sta solo nella prima persona, ma anche nella terza.
Il termine Elohim però non centra col "ribbui shel ribbonut", ne col plurale maiestatico è invece un "ribbui shel haflagà", il suffisso del superlativo e dunque: un SINGOLARE. Un superlativo indefinito che esprime concetti indefinibili come Dio, sono analogamente concetti indefinibili: il cielo, ebr. Shammaim, maim(acqua), haiim(vita), tamim(perfetto) etc.

Shalom


DA

http://forumbiblico.forumfree.it/?t=12120034







MAD QUEEN



Edited by barionu - 24/10/2022, 08:51
 
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CAT_IMG Posted on 14/3/2016, 14:22
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NEGEV





Non è come dici : Elohim vuol dire già di per sé sommo legislatore, anche se riferito ad esseri umani: Sinedrio, Re, Ministri ecc.

Moshèh e il significato del termine אלהים

le due Toroth, scritta e orale, questi due insegnamenti, secondo la tradizione ebraica, sono state trasmesse per mezzo di una catena di trasmissione, che ha a capo un unico autore, Moshèh Rabbenu:

משה קיבל תורה מסיניי, ומסרה ליהושוע, ויהושוע לזקנים, וזקנים לנביאים, ונביאים מסרוה לאנשי כנסת הגדולה

Traduzione:
“Moshèh ricevette Toràh dal Sinai e la consegnò a Yehoshua’, Yehoshua agli anziani, gli Anziani ai profeti e i profeti la consegnarono alle personalità della grande Knesset”.
(Avot 1,1).

Moshèh è definito

“איש האלהים”



(Ish haelohim) (Devarim 33,1).

Secondo Rabi Ishmael אלהים(elohim) non è “qodesh”, ma “hol” (non è inteso in senso sacro, ma in senso ordinario). Il senso della coppia di termini “ish haelohim” è come intendevano i saggi del Midrash Tehilim: גברא דיינא (Gavra daiana: l’uomo giudice) ovvero la più alta personalità giuridica:

אמר רבי אלעזר: מייסטרופולין היה משה שנאמר:״לא כן עבדי משה בכל ביתי נאמן הוא״. דבר אחר: איש האלהים גברא דיינא שנאמר: ״צדקת ה׳ עשה ומשפטיו עם ישראל״ שהיה אומר: ״יקוב הדין את ההר״ דבר אחר שהטיח דברים כנגד מדת הדין (…) ״איש האלהים״ שהכריע מדת הדין למדת הרחמים, הקב״ה אמר: ״אכנו בדבר ואורישנו״ ומשה אמר:״סלח נא לעון העם הזה כגודל חסדך״ וכתיב: ״ויאמר ה׳: סלחתי כדבריך״.

Traduzione:
“Così disse Rabi El’azar: Moshèh era un incaricato dal popolo, come fu detto: “Non così è il mio servo Moshèh, in tutta la mia casa egli è affidabile” (Bamidbar 12,7). Altra cosa: “Ish haelohim” significa: “l’uomo giudice”, come fu detto: ”Mise in pratica la giustizia di HaShem e i suoi giudizi con Israel” (Devarim 33,21); come egli diceva: ”Che il giudizio perfori i monti” (Sanhedrin 6b). Altra cosa: “Che mosse dure critiche alle misure della giustizia retributiva”. (…), “Ish haelohim” perché sottomise l’attributo della giustizia all’attributo della clemenza. Il Santo Benedetto Sia disse: “Lo colpirò con l’epidemia e lo espellerò” (Bamidbar 14,12). E Moshèh disse: ”Perdona, per favore, la trasgressione di questo popolo in conformità alla Tua grande clemenza” (Bamidbar 14,19); ed è scritto:” HaShem disse: “Ho perdonato conformemente alle tue parole” (Bamidbar 14,20).
(Midrash Tehilim, 90,5)

Nel Midrash Tehilim abbiamo il termine “מייסטרופולין” composto di “maistro” (incaricato) e “polin” (città, stato). Ma in un’altra edizione del Midrash abbiamo, al suo posto, il termine ”מטרפולין” con il senso di “città capitale”. Esso è composto di “matro” (madre) e “polin” (città o stato). Dunque “Ish metropolin” è l’alta personalità della città capitale, ovvero il capo di stato e la più alta autorità giuridica.

Secondo invece “Sha’arè lashon”, “ish haelohim” è da intendersi “l’uomo del giudizio” che, da come si evince dal Midrash Tehilim sopracitato, non è il tipo di Capo del potere giuridico esecutivo, che giudica solo secondo la norma scritta, come avviene nel giudizio dei popoli, ma che giudica anche secondo la מדת הרחמים (midat harahamim), l’attributo della clemenza. Giudicare secondo l’attributo della clemenza, significa mitigare il senso “granitico”, fisso ed inamovibile della Giustizia, per risalire alla Norma Morale Superiore da cui deriva una data legge. Così che il verdetto non sia rigido, tale che il Giudice sia obbligato a restare ancorato ad esso e, di conseguenza, da non poter emettere un verdetto equilibrato. E’ importante, nel diritto ebraico, tenere conto delle norme morali di base e della condizione dell’accusato, come vedremo in seguito.


Così “Sha’arè lashon” commenta il Midrash Tehilim:

במדרש הזה משמש אומנם הצירוף ״איש האלהים״ כתואר למשה אך לסומך ״האלהים״ מיוחס המשמע ״הדין, המשפט״ הווי אומר: איש האלהים = ״איש הדין״ בין שהוא משליט את מידת הדין במשפט בן שהוא מכניע אותה ומשליט עליה את מידת הרחמים. אין ספק שדרשה זו מושתתת על משמע התיבה [ה]אלהים כפי שהוא עולה מן הפשט או מפרשנות חזל לכמה כתובים במייוחד אלה:



1. ״והגישו אדוניו אל האלהים״ (שמות כא,ו) — אצל הדיינים (מכילתא דרבי ישמעאל)

2. ונקרב בעל הבית אל האלהים… עד האלהים יבוא דבר שניהם…אשר ירשיעון אלהים ישלם שנים לרעהו (שמות כב,ז-ח)

Traduzione:
“In questo Midrash la coppia “Ish haelohim”, a dire il vero, è usata come un attributo di Moshéh ma al secondo termine “haelohim” è attribuito il senso [giuridico] di “giudizio, giustizia”. Pertanto “Ish haelohim” è l’uomo del Giudizio, sia che egli, nel procedimento giudiziario, faccia prevalere l’attributo della Giustizia, sia che invece lo sopprima e faccia prevalere l’attributo della clemenza. Non vi è dubbio che questa interpretazione è basata sul significato del termine “elohim” come si evidenzia dal senso letterale, oppure dall’interpretazione dei saggi di alcune scritture, in particolare queste:

1) “Il padrone lo presenterà a Elohim (Shemot 21,6) — presso i Giudici” (Mechilta derabi Ishmael, Talmud Yerushalmi, Qiddushin,1,2)

2) “Il padrone di casa si rivolgerà all’Elohim…ci si presenterà all’Elohim con le due versioni dei fatti…secondo come decideranno Elohim [egli] pagherà il doppio al suo prossimo.
(Sha’arè lashon, Volume I pag.275)

Etimologia e significato dei termini אלהים e אלה


Il termine אלהים deriva dalla radice אלה, il cui senso base del verbo, è “giurare”.

L’atto del giurare biblico, da parte della Divinità, corrisponde al legiferare.
Egli, HaShem, emana le leggi e “giura” con la sua firma: “אני ה׳” “Ani HaShem”. Chi non rispetta le Sue leggi, anche se in segreto e quindi non condannabile da un tribunale umano, va incontro ad una punizione inflitta direttamente dalla Divinità.
Il sostantivo אָלָה, che deriva anch’esso dalla stessa radice e designa una norma superiore che contiene in sé la punizione come conseguenza della sua trasgressione, allarga così il campo semantico del verbo in “legiferare”.


Secondo Rav Shimshon Rafael Hirsch, “Elohim” deriva da אלה e significa governante, legislatore e giudice. Haelohim sono dunque i legislatori e i giudici della società umana, nel piccolo mondo dell’uomo. Egli fa notare che la stessa radice אלה è anche quella del pronome dimostrativo אֵלֶּה (elle=questi, queste), riferito a persone o cose, sia a nomi maschili che femminili. “Elle”, questi, in senso assoluto, è riferibile a tutte le cose, come se esse fossero riunite insieme in un solo termine. “Questi” rappresentano una società organizzata, fatta di ordinamenti giuridici che la regolano.
(Rashar Hirsch, commento alla Toràh, Genesi 1,1).


Il senso base del sostantivo אָלָה è “norma giuridica” ed esso si estende in un campo semantico più vasto acquistando, in base al contesto, il senso di Giuramento, Patto e “Maledizione”.

Secondo il Milon Ben Yehudàh
questi termini sono sinonimi ed il termine אָלָה è da intendersi con “serment”, “vertrag”, “schwur”, “pacte”, “oath”, “covenant”. In senso ristretto אָלָה è dunque la punizione, la conseguenza della violazione del patto.
(Milon Ben Yehudàh; אָלָה pag.228).

Varie definizioni sono state date al sostantivo אָלָה.

Riportiamo quella del dizionario Milon Ariel haMaqif:

אלה: שבועה שיש בה קללה נגד מישהו המפר אותה
Traduzione:
“Giuramento che ha in se una maledizione contro chi lo viola”.

I.L. Seeligmann nega il senso di “maledizione” al termine אָלָה ed anche altri studiosi hanno proposto interpretazioni diverse da quelle tradizionali.
(Seeligman, Mechkarim besifrut haMikrà, pag.150, nota 22 e pag.253, nota 29).

Noi invece riteniamo importanti le interpretazioni tradizionali e queste ci aiutano a comprendere il vero senso dei termini biblici; ma il senso di questo termine è perfettamente deducibile dal contesto di alcuni versi.

Come si evince dal seguente verso di Mishlè, אָלָה è la legge, la cui conoscenza rende coscienti della trasgressione e della conseguente punizione:
חולק עם גנב שונא נפשו אלה ישמע ולא יגיד
Traduzione:
“Chi divide con il ladro odia se stesso e anche se fosse a conoscenza dell’alàh non la direbbe”.
(Mishlè 29,24).

Il termine אָלָה, in questo contesto, acquista il senso di “Legge”, più propriamente della punizione che questa prevede per i trasgressori: chi divide con il ladro diviene suo complice. Tale complicità consiste nel fatto che egli sa che l’azione che il ladro sta commettendo è punibile dalla Legge, ma non fa opera di persuasione per convincerlo a desistere, anzi si unisce a lui per dividere la refurtiva.





Edited by barionu - 3/4/2021, 20:48
 
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CAT_IMG Posted on 3/3/2017, 09:28
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NEGEV



Pe fare chiarezza:

E' un grave errore mettere a confronto due grammatiche così diverse.


E' molto semplice il fatto che i plurali di cui parliamo non trovano l'equivalente in italiano e sono una peculiarità delle lingue semitiche. si tenta quindi di trovare delle definizioni che possano essere comprensibili ad un non ebreo.

Cominciamo con il dire che in italiano il plurale è, per definizione, qualcosa che indica il molteplice, in senso numerico o "quantitativo".
In ebraico, il SOSTANTIVO plurale ha un doppio uso. può indicare il molteplice 8la quantità) e quindi possiamo intenderlo, per così dire, in senso "orizzontale".
Può altresì indicare un senso "qualitativo" e va inteso, in senso "verticale".
Quest'ultimo uso, nella grammatica italiana è di pertinenza degli aggettivi e, in particolare dei superlativi. Infatti non si può parlare, in italiano" di un "SOSTANTIVO SUPERLATIVO".

In ebraico esistono molti tipi di plurale (ribui) "qualitativo". di cui ne riportiamo tre:


- Ribui shel "HAFLAGA' " è il plurale cosiddetto di indefinibilità. accorda al singolare il verbo e l'aggettivo
Es- " Bereshit barà Elohim". In questo caso Elohim indica il Legislatore non definibile, non esprimibile e accorda il verbo barà allla terza persona singolare del passato.
Oppure: "Vaiomer Elohim" o "Vaidaber Elohim" Si tratta di plurali di indefinibilità che accordano il verbo al singolare. Il fatto che la desinenza "im" sia tipica del plurale, non vuol dire nulla. Il termine è inteso come singolare e indica un valore "verticale", di alta qualità, di magnificenza. Diremmo un SUPERLATIVO" se in italiano si trattasse di un aggettivo. Quindi parliamo del più grande dei legislatori.
Ugualmente possiamo ricordare espressioni come "Shir hashirim" (Cantico dei Cantici) o "Kodesh hakodashim" (Sancta Sanctorum) con lo stesso senso di "più grande tra tutti i cantici e "più Santo tra tutti i Santi"


- Ribui she "HAFSHATA' " è il plurale di astrazione e accorda sempre al plurale l'aggettivo e il verbo ad esso connessi.
Es: maim (acqua), shammaim (cielo), neurim (giovinezza), zekunim (vecchiaia), haim (vita), panim (faccia). Il verbo e l'aggettivo si accordano al plurale.

- Ribui shel "ADNUT" è il cosiddetto plurale di "Signoria"
Es. Adonim
per tornare a "Elohim", termine adoperato per qualunque essere umano, Istituzione, Governante, condottiero, oltre che per Dio (concepito come Sommo Legislatore e Giudice), sarò inteso come indefinibilità se il verbo è al singolare o di astrazione se il verbo o l'aggettivo sono al plurale.

L'apressione "elohim acherim" con l'aggettivo acherim (altro) al mplurale potrà essere inteso come " "altre legislazioni) o "altre divinità" (pagane)

in conclusione: è inutile tentare di fare paralleli tra grammatiche totalmente diverse. Pe capire questi concetti, occorre dimenticare la propria lingua e le proprie categorie linguistiche, compresi il greco e il latino e cercare di pensare che ci si trova in un mondo linguistico totalmente diverso.

La difficoltà concettuale è provata già dal fatto che per poter far capire questo concetto dei plurali siamo costretti a servirci del termine "superlativo" nel momento in cui parliamo di plurali di sostantivi.

Ed è inutile tentare di trovare bene espressi questi concetti nelle grammatiche per stranieri vi sono degli accenni ma non sono espressi dettagliatamente né con chiarezza.

nei testi scolastici ebraici di linguistica sono chiari ed è naturale per un ebreo dire panim o haim ) pensando questi termini al singolare.

Allo stesso modo se si dice "Elohim" a nessuno viene in mente di pensare ad una molteplicità di dei (magari venuti dallo spazio). ma se pure viene dallo spazio, l'ebreo, dicendo "elohim" penserà che sia uno solo.


Allo stesso modo quando un Arabo dice "Allah" (che è l'esatto equivalente) pensa ad un unico ed anche in questo caso di plurale di indefinibilità (o di intensità o superlativo, come alcuni vogliono dire) l'aggettivo è al singolare.
" Allah Akhbà" (Allah è grande)



INNUENDO






Edited by barionu - 3/4/2021, 20:49
 
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michaela
icon12  CAT_IMG Posted on 21/8/2017, 21:30




Elohim-226x300

Gli Elohim e la creazione

CITAZIONE

15-05-11_1323
 
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michaela
icon13  CAT_IMG Posted on 22/8/2017, 06:53




DA :

GLI ARCHETIPI E IL SERPENTE PIUMATO

Primo volume del Prof. Costantino Paglialunga, studioso di civiltà extraterrestri,
sulle rivelazioni dell'evoluzione della specie umana trasmesse dal Contattato Eugenio Siragusa.


https://www.eugeniosiragusa.com/libri-ital...rpente-piumato/


image
 
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michaela
icon10  CAT_IMG Posted on 22/8/2017, 07:58




Dead Can Dance

Song of the Stars



CITAZIONE
 
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CAT_IMG Posted on 22/8/2017, 08:59
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Ciao Cat !


zio ot :B):
 
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michaela
icon1  CAT_IMG Posted on 22/8/2017, 14:32




Ciao Zio ! ^ ^!!



Finalmente !
Ci Sei.:alienff:

Allora ti spiego qui ,pubblicamente ,
ho scelto questo nick (è vero non lo conoscevi ancora!)
Perchè non mi ha "dato giusto" nè Elvira, nè domino e
di conseguenza ho provato con quello che "quella"
di Nibiru 2012 forum (puntini puntini.....censured!)
m'aveva selvaggiamente bannato anni fa.

E quindi ho pensato Bene !di fare Resuscitare Michaela !!

:lol: :ph34r:
 
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CAT_IMG Posted on 13/1/2022, 10:45
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CIP DI RICHIAMO


zio ot
 
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