Origini delle Religioni

ELOHYM E TETRAGRAMMA

« Older   Newer »
  Share  
barionu
CAT_IMG Posted on 12/10/2021, 06:07 by: barionu
Avatar

www.ufoforum.it/viewtopic.php?f=44&t=18168

Group:
Administrator
Posts:
8,425
Location:
Gotham

Status:





RIPORTATO DA FB , PER RISPODERE AL DETTAGLIO ...

zio ot


ben inteso , tutto quello che dice Ceccarelli è incongruo , poi ve lo spiego al dettaglio ....





MANUEL CECCARELLI DA FB

www.facebook.com/groups/1160550290...881701705223525



visto che ritorna sempre la questione del significato del termine elohim, ripropongo quanto scritto accludendo le foto di vari libri per far vedere cosa c'è scritto nei libri dei veri studiosi biglino non solo dice che elohim non sigifichi "dio" , ma addirittura afferma che i filologi non tradurrebbero il termine perch́é non saprebbero che significhi.


Ebbene, le foto dei libri postati nonché i riferimenti nel mio post, DIMOSTRANO che dice cose prive di fondamento, a partire dalla sciocchezza che i filologi non tradurrebbero elohim con "dio"
il termine viene tradotto così da tutti i filologi di questo mondo.
------
ELOHIM = dio, Dio, dea, dei

Mauro Biglino è uno scrittore che nei suoi libri sostiene che il Dio biblico JHWH sarebbe stato un extraterrestre e l’uomo il prodotto di un intervento genetico. Biglino ha studiato ebraico biblico presso la comunità ebraica di Torino ed ha collaborato alla traduzione della Bibbia curata da Piergiorgio Beretta (Ed. San Paolo) eseguendo la traduzione interlineare delle Cinque Meghillot e dei Profeti Minori. Cosa sono le traduzioni interlineari?

Sono traduzioni dove i termini tradotti sono posti sotto quelli in lingua originale così da facilitarne l’identificazione. Sono semplici sussidi didattici per studenti di lingua ebraica. Quindi, pur dimostrando una conoscenza base dell’ebraico, queste traduzioni non provano né competenze filologiche né nozioni di storia, religione o critica-letteraria necessarie a spiegare il difficile testo biblico nel suo contesto storico, religioso e linguistico.


Delle bizzarre interpretazioni proposte da Biglino analizzerò la discussione del termine ebraico per „dio/Dio“ e del Salmo 82 presenti nel libro Antico e Nuovo Testamento: libri senza Dio, Uno Editori, Marene, 2016.

Il più comune termine ebraico corrispondente all’italiano „dio“ è il plurale אֱלֹהִים ’ělōhîm. Questo rientra nel fenomeno grammaticale delle lingue semitiche detto „plurale astratto concretizzato“ (definizione è di J.S. Burnett, A Reassessment of Biblical Elohim, Atlanta, 1999, p. 22) e può avere sia senso singolare sia plurale. Il significato base è dunque sia „dio“(/„dea“) che „dèi“. Biglino sostiene invece che il vero significato del termine ’ělōhîm sia ignoto e che il significato „Dio“ sarebbe un’invenzione dalla „teologia monoteista“. I filologi non tradurrebbero il termine ’ělōhîm, mentre per i „teologi monoteisti“ ’ělōhîm con verbi al singolare indicherebbe „Dio“ e con verbi al plurale indicherebbe „giudici, legislatori“ (p. 79; 84 ss.). Secondo Biglino il termine indica un gruppo d’individui: „Yahweh era un Elohim, [...] era un appartenente a quel gruppo, così come noi diciamo abitualmente, ad esempio, che Lorenzo il Magnifico era un Medici“ (p. 119 [corsivo nostro]).

Per analizzare la questione è bene distinguere tra il significato base „dio/dea/dèi“ e il significato „Dio“.
’ělōhîm = „dio/dea/dèi“

Chiariamo subito che, a differenza di quanto scrive Biglino, è noto da tempo che nell’Antico Testamento il significato „giudice“ non è attestato (C.H. Gordon, ’Elohim in Its Reputed Meaning of Ruler, Judges, Journal of Biblical Literature 54 (1935) pp. 139–144). „Giudice“ è un’interpretazione presente nell’esegesi rabbinica e nella traduzione aramaica e greca (Aquila) del Salmo 82 (e pochi altri passaggi). Queste traduzioni si basavano su criteri teologici, evitando di rendere ’ělōhîm con appellativi indicanti „dio“ o „dèi“ se il termine non era riferito al Dio di Israele (E. Levine, The Aramaic Version of the Bible, Berlino, 1988, pp. 60 s., 66). Biglino però non sa, o non dice, che la traduzione con „giudice“ è oggi praticamente assente nell’esegesi cristiana, d’altronde nemmeno dizionari recenti riportano questo significato (per esempio: L.A. Schökel, Dizionario di ebraico biblico, 2013; W. Gesenius, Hebräisches und Aramäisches Handwörterbuch über das Alte Testament, 18. Auflage, Vol 1, 1987; D.J.A. Clines, The Dictionary of Classical Hebrew, Vol. 1, 1993; W. Dietrich/S. Arnet, Konzise und aktualisierte Ausgabe des Hebräischen und Aramäischen Lexikon zum Alten Testaments, Vol 1, 2013).



’ělōhîm è un nome comune. Con verbi al singolare indica una singola divinità; con verbi al plurale indica gli „dèi“, cioè gli dèi pagani, o, raramente, „esseri divini“ (in pochissimi -meno di 10 casi- mantiene senso singolare anche se il verbo È al plurale in base all'accordo grammaticale invece che semantico
). Che ’ělōhîm significhi „dio/dèi“ dipende da una cosa banale: indica JHWH, Kemosh, Ba‘al, etc., cioè quegli esseri che per le loro caratteristiche sono detti „dèi“ in italiano. Biglino discute i passaggi dove vede delle contraddizioni, che, tuttavia, scompaiono applicando il significato base del termine. Un esempio è Es. 20,2–3: „lo sono Yahweh, ’ělōhîm tuo, [...] non avrai altri ’ělōhîm di fronte a me“. Biglino si chiede: „se Elohim è inequivocabilmente sempre Yahweh-Dio al singolare, perché dice che ‘per loro’ non ci dovranno essere Elohim אחרים, aggettivo plurale che significa ,altri, diversi, stranieri‘?“ (p. 111). La risposta è semplicissima. Intanto nessuno sostiene che ’ělōhîm indichi sempre JHWH/Dio, esso indica anche gli „dèi“. Quindi la traduzione corretta è „io sono JHWH, il tuo Dio [...] non avrai altri dèi di fronte a me“.



Tradurre al singolare un sostantivo di forma plurale è veramente uno stratagemma di imprecisati teologi, come vuol far credere Biglino? La filologia semitica fornisce la risposta. Biglino ignora che questo particolare plurale è attestato nelle lingue semitiche siro-palestinesi già nel 14° secolo a.C. Compare nell’accadico cananeizzato delle lettere scritte dai re cananei al faraone (14° sec. a.C.) ed è inoltre ben attestato in fenicio. Il plurale dei rispettivi termini per „dio“ (acc. ilānū/ī; fen. ’i/elīm) è utilizzato con senso singolare in riferimento al faraone o a singole divinità (J.S. Burnett, op. cit., pp. 7–53).


La traduzione di ’ělōhîm con „dio“ non è dunque determinata dalla teologia monoteista, bensì dalla grammatica. Biglino tenta di negare l’esistenza di questo fenomeno grammaticale. Siccome il „plurale astratto concretizzato“ è stato oggetto di varie e differenti descrizioni e interpretazioni, esso sarebbe una mera invenzione dei grammatici. L’argomento non ha senso: che in base a diversi approcci (funzionale, sintattico, lessicale) lo stesso fenomeno venga descritto in modi diversi non significa che non esista. Biglino vuol supportare la sua tesi citando Giovanni Garbini, già professore di filologia semitica all’Università La Sapienza, che giustamente ricordava che le grammatiche dell’ebraico basate sul testo masoretico descrivono la lingua di una particolare tradizione impostasi nell’ebraismo medioevale per la sua autorità religiosa.


Questo però non significa che anche significato e grammatica del termine ’elohîm siano stati modificati dai masoreti in chiave teologica (p. 76). L’affermazione di Garbini è difatti generica e Biglino dovrebbe informarsi meglio su cosa dice Garbini sul termine in questione: „Nelle lingue semitiche la parola per «dio» era, nella forma più antica, ’il [...]. Una forma del nome più recente è ’lh, ampliamento fonetico di quella precedente; Essa compare in aramaico, ebraico, sudarabico ed arabo con diverse vocalizzazioni: [...] ebraico ’eloh (plurale ’elohim)“ (G. Garbini, Dio della terra, dio del cielo, Brescia, 2011, p. 16). Lo stesso filologo che Biglino cita in modo generico smentisce Biglino sul significato del termine ’elohîm, che secondo lui sarebbe invece ignoto ai filologi (p. 28, 78). Biglino afferma che gli autori biblici „a differenza nostra, non si sentivano sempre e necessariamente legati alla rigidità delle regole grammaticali“ e che „spesso [...] queste regole non esistevano neppure“ (p. 76). Insomma, a differenza di Biglino gli autori non conoscevano l’ebraico molto bene. Biglino non ricorda una cosa: i madrelingua parlano correttamente la propria lingua anche senza farne o conoscerne la descrizione grammaticale.
’ělōhîm = „Dio“



Biglino sostiene che ’ělōhîm non significhi „Dio“ ma compie l’errore di non considerare la differenza concettuale tra i termini „dio“ e „Dio“. Il termine che indica ogni singola divinità è „dio“. Il termine „Dio“ indica per definizione la divinità di una religione monoteista e implica una lieve modificazione concettuale del primo. La differenza concettuale consiste nel fatto che in ambito monoteista il termine „dio“ è principalmente associato all’unica divinità considerata vera. Questa differenza è espressa graficamente con la “D” maiuscola. In ebraico è avvenuto esattamente lo stesso processo che constatiamo in italiano (e in altre lingue). Quando la religione ufficiale di Israele era ormai monoteista, sicuramente prima della redazione finale dell’Antico Testamento, solamente JHWH era considerato la vera divinità ed ’ělōhîm passò ad indicare anche JHWH inteso come la divinità unica di Israele. Insomma, il termine ebraico indica un generico „dio“(/„dèi“) e corrisponde concettualmente all’italiano „Dio“ quando è riferito a JHWH inteso come unica divinità di Israele.



Salmo 82

Biglino cita il salmo 82 per dimostrare che gli ’ělōhîm erano individui mortali. A suo sostegno cita il biblista Michael Heiser, chiamandolo erroneamente „Mike“, che sosterrebbe che „gli Elohim non sono uomini; sono esseri ben distinti dagli Adam; vivono molto più a lungo ma ne condividono la natura mortale“ (p. 125 [corsivo nostro]). Intanto va notato che Heiser non viene citato compiutamente e il riferimento ad un altro volume di Biglino non aiuta, visto che anche lì Heiser viene citato snaturandone il pensiero. È vero che Heiser non considera gli ’ělōhîm dei „giudici“ ma mai li ritiene esseri di natura mortale. Heiser traduce così Sal. 82,1: „God (’ělōhîm) stands in the divine council; in the midst of the gods (’ělōhîm) he passes judgment“ [„Dio sta nell’assemblea divina; giudica in mezzo agli dèi“].

Riguardo ai versi 6–7, in cui è scritto che gli ’ělōhîm muoiono, Heiser si esprime così: „The point of v. 6 is that, in response to their corruption, the ’ělōhîm will be stripped of their immortality at God’s discretion and die as humans die“ [„Il punto del verso 6 è che, a seguito della loro corruzione, gli ’ělōhîm vengono privati della loro immortalità a discrezione di Dio e muoiono così come muoiono gli uomini“] (M.S. Heiser, Monotheism, Polytheism, Monolatry, or Henotheism? Toward an Assessment of Divine Plurality in the Hebrew Bible, Bulletin for Biblical Research 18 (2008), pp. 1–30, p. 18 s.).


L’idea che gli dèi (di altri popoli) siano privati dell’immortalità a seguito di una punizione del Dio di Israele rispecchia la fase monoteista della religione di Israele, secondo la quale vi è un solo vero Dio. Quando il Salmista scrive che gli altri dèi moriranno li presenta de facto come non-dèi. Si tratta però di una rappresentazione ideologica degli dèi pagani: certamente gli altri popoli non consideravano mortali i propri dèi.
Ci sarebbe da chiedersi perché Biglino non citi recenti commentari di teologi come Frank-Lothar Hossfeld e Erich Zenger (Herders theologischer Kommentar zum Alten Testament: Psalmen 51-100, Friburgo, 2000). Forse perché traducono ’ělōhîm con „dèi“?
Va inoltre ricordato che, a differenza di quanto dice Biglino, la grande maggioranza delle traduzioni di questo salmo riporta „dèi; gods; Götter“, non „giudici“ (si veda la raccolta di traduzioni sul sito biblehub).


Insomma, Biglino presenta i fatti in modo distorto e le sue interpretazioni, basate su una conoscenza alquanto limitata del materiale e degli studi e su gravi errori concettuali, sono errate e prive di qualsivoglia interesse nell’ambito degli studi biblici.





Edited by barionu - 12/10/2021, 14:06
 
Top
21 replies since 31/7/2017, 17:46   2649 views
  Share