Origini delle Religioni

ELOHYM E TETRAGRAMMA

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CAT_IMG Posted on 31/7/2017, 17:46
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Abell370






INCIPIT







1 VERSO DEL BERESHIT GENESI





בְּרֵאשִׁית, בָּרָא אֱלֹהִים, אֵת הַשָּׁמַיִם, וְאֵת הָאָרֶץ



Bereshit barà elohym et ha shamaym we et ha haretz





IL TANAKH IN EBRAICO

www.mechon-mamre.org/f/ft/ft0101.htm

Prima di iniziare ,

ricordo a tutti che elohym

אֱלֹהִים



è il plurale di eloha , forma rara nel Tanakh , ad es


DANIELE XI , 39


אֱלוֹהַּ elòha

לט וְעָשָׂה לְמִבְצְרֵי מָעֻזִּים, עִם-אֱלוֹהַּ נֵכָר, אֲשֶׁר הכיר (יַכִּיר), יַרְבֶּה כָבוֹד; וְהִמְשִׁילָם, בָּרַבִּים, וַאֲדָמָה, יְחַלֵּק בִּמְחִיר



LA CEI

39 Nel nome di quel dio straniero attaccherà le fortezze e colmerà di onori coloro che lo riconosceranno: darà loro il potere su molti e distribuirà loro terre in ricompensa.

Ricorrenze nel Tanakh

https://originidellereligioni.forumfree.it/?t=73664986

https://originidellereligioni.forumfree.it/?t=64182521


IL VERBO

Nella forma infinito è livrò ( creare - formare )

לִבְרׂא




בָּרָא barà , egli creò


בָּראוּ barù , loro crearono


Quindi. è evidente che nel primo verso abbiamo barà sing e non barù plurale



בְּרֵאשִׁית, בָּרָא אֱלֹהִים, אֵת הַשָּׁמַיִם, וְאֵת הָאָרֶץ

Quindi tutto definito ?

Dubbi risolti ?

PER NIENTE

Questo di fronte a una semplice constatazione : essendo l' inizio del tutto ,

per quale ragione abbiamo Elohym e non il TETRAGRAMMA ?????

e' una cosa che negli ultimi 30 anni ho chiesto a a vari Rabbini et studiosi di Ebraismo ,


TUTTI mi hanno dato la risposta di Rashy rinviandomi a lui .

Hallora , cosa dice Rashy nel suo ipercelebre commento alla Genesi ?


www.chabad.org/library/bible_cdo/ai...#showrashi=true








ברא אלהים: ולא אמר ברא ה', שבתחלה עלה במחשבה לבראתו במדת הדין, ראה שאין העולם מתקיים, הקדים מדת רחמים ושתפה למדת הדין, היינו דכתיב ביום עשות ה' אלהים ארץ ושמים:




TRASLITTERAZIONE ( con zoom normale a 100 )

1 riga

barà elhoym : welò àmar barà ( hashèm ) shabbtchilàh alàh

bemachashvàh levarotò bemiràt

2 riga :

haddyn raàh sheèn haholam mitqayem hiqddym middàt rachamym weshitfàh lemiddàt

3 riga

haddyn hayenu dikhtyv beyom asot hashem elohym eretz we shamym


L 'ed Marietti del commento alla Genesi di Rashy propone a pag 4

Non è detto creò il Signore ( hashem -il nome )

Perchè all' inizio gli venne in animo di creare il mondo ponendolo sotto la legge della giustizia.

Poi però vide che non avrebbe potuto sussistere è perciò premise la legge della misericordia

e la congiunse alla legge di giustizia .

E' scritto Nel giorno in cui D-o Il signore ( hashem - il nome ) fece il cielo e la terra . ( Genesi II , 4 )


אֵלֶּה תוֹלְדוֹת הַשָּׁמַיִם וְהָאָרֶץ, בְּהִבָּרְאָם: בְּיוֹם, עֲשׂוֹת יְהוָה אֱלֹהִים--אֶרֶץ וְשָׁמָיִם.







MA QUELLO CHE CONTA E' IL

PRIMO VERSO DEL COMMENTO







ברא אלהים: ולא אמר ברא ה


barà elhoym : welò àmar barà ( hashèm )


Non è detto " creò il Signore "( hashem - il nome )


Signore è espresso con una semplice he

ה

Ovvero , non era ancora il TETRAGRAMMA .


Questa semplice affermazione contiene tanto spazio quando un sistema di galassie .








Perchè afferma il concetto di trasformazione fisica , temporale, e di formazione del pensiero

di quello che da sempre viene inteso come L' INIZIO ASSOLUTO .



Le implicazioni di questa affermazione sono IMMENSE ,,,, dunque stiamo parlando di una Entità :

In evoluzione ?

In mutamento ?

Non ci sono dubbi , quello che si è sempre considerato come L' INIZIO ASSOLUTO .

non è l' inizio assoluto .



Ci troviamo di fronte a una zona di " ALEA "

grande miliardi di miliardi di anni luce .

Questa ALEA , da sola , avalla et giustifica in pieno

tutto il lavoro di indagine e ricerca di Mauro Biglino
.

Anche perchè nessuno tiene in considerazione un altro punto molto , molto importante :

LA NOZIONE DI SINGOLARE - PLURALE NON E' DEFINITA

PER MOLTE DIVINITA' .



in particolare per le tribù primitive , per l' Antica religione .


Questo è riscontrabile in :

RAFFAELE PETTAZZONI


Miti e Leggende ( 4 vol )

la confessione dei peccati ( 3 vol )

L' onniscienza di D-o


Lucien Levy Bruhl

La mentalità primitiva

Il soprannaturale e la natura nella mentalità primitiva


Emile Dukheim

Le forme elementari della vita religiosa


Mircea Eliade

Lo sciamanismo e le tecniche dell'estasi


Si tratta di uno studio molto , molto lungo , che posto nelle prossime parti del lavoro ,

e non solo sulle Entità che nei millennii hanno assunto la forma di DIO ,


ma anche sui suoi AVVERSARI ,

in questo ambito fondamentale è la presenza di uno dei più grandi del Novecento

Howard Phillips Lovecraft


su Lovecraft

Sebastiano Fusco

Storia del Necronomicon

Angelo Cerchi :

Le radici del Necronomicon






DEDICO QUESTO STUDIO A JOSEPH CURWEN



יוסף כורון









Video


Video







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INCIPIT









1 VERSO DEL BERESHIT GENESI





בְּרֵאשִׁית, בָּרָא אֱלֹהִים, אֵת הַשָּׁמַיִם, וְאֵת הָאָרֶץ


Bereshit barà elohym et ha shamaym we et ha haretz





IL TANAKH IN EBRAICO

www.mechon-mamre.org/f/ft/ft0101.htm

Prima di iniziare ,

ricordo a tutti che elohym

אֱלֹהִים



è il plurale di eloha , forma rara nel Tanakh , ad es


DANIELE XI , 39


אֱלוֹהַּ elòha

לט וְעָשָׂה לְמִבְצְרֵי מָעֻזִּים, עִם-אֱלוֹהַּ נֵכָר, אֲשֶׁר הכיר (יַכִּיר), יַרְבֶּה כָבוֹד; וְהִמְשִׁילָם, בָּרַבִּים, וַאֲדָמָה, יְחַלֵּק בִּמְחִיר




LA CEI

39 Nel nome di quel dio straniero attaccherà le fortezze e colmerà di onori coloro che lo riconosceranno: darà loro il potere su molti e distribuirà loro terre in ricompensa.

Ricorrenze nel Tanakh

http://search.freefind.com/find.html?pagei...ics=1&s=ft&fr=0


IL VERBO


Nella forma infinito è livrò ( creare - formare )

לִבְרׂא




בָּרָא
barà , egli creò


בָּראוּ barù , loro crearono


Quindi. è evidente che nel primo verso abbiamo barà sing e non barù plurale



בְּרֵאשִׁית, בָּרָא אֱלֹהִים, אֵת הַשָּׁמַיִם, וְאֵת הָאָרֶץ


Quindi tutto definito ?

Dubbi risolti ?

PER NIENTE


Questo di fronte a una semplice constatazione : essendo l' inizio del tutto ,

per quale ragione abbiamo Elohym e non il TETRAGRAMMA ?????

e' una cosa che negli ultimi 30 anni ho chiesto a a vari Rabbini et studiosi di Ebraismo ,


TUTTI mi hanno dato la risposta di Rashy rinviandomi a lui .

Hallora , cosa dice Rashy nel suo ipercelebre commento alla Genesi ?


www.chabad.org/library/bible_cdo/ai...#showrashi=true








ברא אלהים: ולא אמר ברא ה', שבתחלה עלה במחשבה לבראתו במדת הדין, ראה שאין העולם מתקיים, הקדים מדת רחמים ושתפה למדת הדין, היינו דכתיב ביום עשות ה' אלהים ארץ ושמים:





TRASLITTERAZIONE ( con zoom normale a 100 )

1 riga

barà elhoym : welò àmar barà ( hashèm ) shabbtchilàh alàh

bemachashvàh levarotò bemiràt

2 riga :

haddyn raàh sheèn haholam mitqayem hiqddym middàt rachamym weshitfàh lemiddàt

3 riga

haddyn hayenu dikhtyv beyom asot hashem elohym eretz we shamym


L 'ed Marietti del commento alla Genesi di Rashy propone a pag 4

Non è detto creò il Signore ( hashem -il nome )

Perchè all' inizio gli venne in animo di creare il mondo ponendolo sotto la legge della giustizia.

Poi però vide che non avrebbe potuto sussistere è perciò premise la legge della misericordia

e la congiunse alla legge di giustizia .

E' scritto Nel giorno in cui D-o Il signore ( hashem - il nome ) fece il cielo e la terra . ( Genesi II , 4 )


אֵלֶּה תוֹלְדוֹת הַשָּׁמַיִם וְהָאָרֶץ, בְּהִבָּרְאָם: בְּיוֹם, עֲשׂוֹת יְהוָה אֱלֹהִים--אֶרֶץ וְשָׁמָיִם.








MA QUELLO CHE CONTA E' IL

PRIMO VERSO DEL COMMENTO







ברא אלהים: ולא אמר ברא ה


barà elhoym : welò àmar barà ( hashèm )


Non è detto " creò il Signore "( hashem - il nome )


Signore è espresso con una semplice he

ה

Ovvero , non era ancora il TETRAGRAMMA .


Questa semplice affermazione contiene tanto spazio quando un sistema di galassie .






Perchè afferma il concetto di trasformazione fisica , temporale, e di formazione del pensiero

di quello che da sempre viene inteso come L' INIZIO ASSOLUTO .



Le implicazioni di questa affermazione sono IMMENSE ,,,, dunque stiamo parlando di una Entità :

In evoluzione ?

In mutamento ?

Non ci sono dubbi , quello che si è sempre considerato come L' INIZIO ASSOLUTO .

non è l' inizio assoluto .



Ci troviamo di fronte a una zona di " ALEA "

grande miliardi di miliardi di anni luce .

Questa ALEA , da sola , avalla et giustifica in pieno

tutto il lavoro di indagine e ricerca di Mauro Biglino .

Anche perchè nessuno tiene in considerazione un altro punto molto , molto importante :

LA NOZIONE DI SINGOLARE - PLURALE NON E' DEFINITA

PER MOLTE DIVINITA' .



in particolare per le tribù primitive , per l' Antica religione .


Questo è riscontrabile in :

RAFFAELE PETTAZZONI


Miti e Leggende ( 4 vol )

la confessione dei peccati ( 3 vol )

L' onniscienza di D-o


Lucien Levy Bruhl

La mentalità primitiva

Il soprannaturale e la natura nella mentalità primitiva


Emile Dur kheim

Le forme elementari della vita religiosa


Mircea Eliade

Lo sciamanismo e le tecniche dell'estasi


Si tratta di uno studio molto , molto lungo , che posto nelle prossime parti del lavoro ,

e non solo sulle Entità che nei millennii hanno assunto la forma di DIO ,


ma anche sui suoi AVVERSARI ,

in questo ambito fondamentale è la presenza di uno dei più grandi del Novecento

Howard Phillips Lovecraft


su Lovecraft

Sebastiano Fusco

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Le radici del Necronomicon













DEDICO QUESTO STUDIO A JOSEPH CURWEN



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SEGUE





zio ot :B):


Edited by barionu - 24/5/2023, 05:37
 
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CAT_IMG Posted on 18/7/2018, 12:07
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..........








" In questo libro si parla di Sephirot , e di Sentieri , di Spiriti

e di Incantesimi di Dei ,

Piani e di molte altre cose che potrebbero

o non potrebbero esistere .

Che esistano o no ,

non ha importanza.

Facendo certe cose , certi risultati seguono
... "


Aleister Crowley









Edited by barionu - 7/9/2022, 13:47
 
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CAT_IMG Posted on 18/7/2018, 18:13
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Ancora un'altra avventura per il nostro esegeta e filologo.


CROWLEY STA PARLANDO DEL CLAVIS SALOMONIS

https://it.wikipedia.org/wiki/Chiave_di_Salomone

https://it.wikipedia.org/wiki/Storia_dell%27elettricit%C3%A0

Edited by barionu - 7/2/2021, 19:01
 
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CAT_IMG Posted on 26/10/2018, 10:48

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" In questo libro si parla di Sephirot , e di Sentieri , di Spiriti

e di Incantesimi di Dei ,

Piani e di molte altre cose che potrebbero

o non potrebbero esistere .

Che esistano o no ,

non ha importanza.

Facendo certe cose , certi risultati seguono
... "


Aleister Crowley






















Coraggioso a citare Crowley

Edited by barionu - 7/2/2021, 18:49
 
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CAT_IMG Posted on 8/2/2021, 19:20
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בְּרֵאשִׁית, בָּרָא אֱלֹהִים, אֵת הַשָּׁמַיִם, וְאֵת הָאָרֶץ



Bereshit barà elohym et ha shamaym we et ha haretz





IL TANAKH IN EBRAICO

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Prima di iniziare ,

ricordo a tutti che elohym

אֱלֹהִים



è il plurale di eloha , forma rara nel Tanakh , ad es


DANIELE XI , 39


אֱלוֹהַּ elòha

לט וְעָשָׂה לְמִבְצְרֵי מָעֻזִּים, עִם-אֱלוֹהַּ נֵכָר, אֲשֶׁר הכיר (יַכִּיר), יַרְבֶּה כָבוֹד; וְהִמְשִׁילָם, בָּרַבִּים, וַאֲדָמָה, יְחַלֵּק בִּמְחִיר



LA CEI

39 Nel nome di quel dio straniero attaccherà le fortezze e colmerà di onori coloro che lo riconosceranno: darà loro il potere su molti e distribuirà loro terre in ricompensa.

Ricorrenze nel Tanakh

http://search.freefind.com/find.html?pagei...ics=1&s=ft&fr=0


IL VERBO

Nella forma infinito è livrò ( creare - formare )

לִבְרׂא





בָּרָא barà , egli creò


בָּראוּ
barù , loro crearono


Quindi. è evidente che nel primo verso abbiamo barà sing e non barù plurale



בְּרֵאשִׁית, בָּרָא אֱלֹהִים, אֵת הַשָּׁמַיִם, וְאֵת הָאָרֶץ

Quindi tutto definito ?

Dubbi risolti ?

PER NIENTE

Questo di fronte a una semplice constatazione : essendo l' inizio del tutto ,

per quale ragione abbiamo Elohym e non il TETRAGRAMMA ?????

e' una cosa che negli ultimi 30 anni ho chiesto a a vari Rabbini et studiosi di Ebraismo ,


TUTTI mi hanno dato la risposta di Rashy rinviandomi a lui .

Hallora , cosa dice Rashy nel suo ipercelebre commento alla Genesi ?


www.chabad.org/library/bible_cdo/ai...#showrashi=true








ברא אלהים: ולא אמר ברא ה', שבתחלה עלה במחשבה לבראתו במדת הדין, ראה שאין העולם מתקיים, הקדים מדת רחמים ושתפה למדת הדין, היינו דכתיב ביום עשות ה' אלהים ארץ ושמים:


בָּרָא אֱלֹהִים: וְלֹא נֶאֱמַר בָּרָא ה', שֶׁבַּתְּחִלָּה עָלָה בְמַחֲשָׁבָה לִבְרֹאתוֹ בְּמִדַּת הַדִּין, רָאָה שֶׁאֵין הָעוֹלָם מִתְקַיֵּם, הִקְדִּים מִדַּת רַחֲמִים וְשִׁתְּפָהּ לְמִידַת הַדִּין, וְהַיְינוּ דִּכְתִיב בְּיוֹם עֲשׂוֹת ה' אֱלֹהִים אֶרֶץ וְשָׁמָיִם:



TRASLITTERAZIONE ( con zoom normale a 100 )

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barà elhoym : welò àmar barà ( hashèm ) shabbtchilàh alàh

bemachashvàh levarotò bemiràt

2 riga :

haddyn raàh sheèn haholam mitqayem hiqddym middàt rachamym weshitfàh lemiddàt

3 riga

haddyn hayenu dikhtyv beyom asot hashem elohym eretz we shamym


L 'ed Marietti del commento alla Genesi di Rashy propone a pag 4

Non è detto creò il Signore ( hashem -il nome )

Perchè all' inizio gli venne in animo di creare il mondo ponendolo sotto la legge della giustizia.

Poi però vide che non avrebbe potuto sussistere è perciò premise la legge della misericordia

e la congiunse alla legge di giustizia .

E' scritto Nel giorno in cui D-o Il signore ( hashem - il nome ) fece il cielo e la terra . ( Genesi II , 4 )


אֵלֶּה תוֹלְדוֹת הַשָּׁמַיִם וְהָאָרֶץ, בְּהִבָּרְאָם: בְּיוֹם, עֲשׂוֹת יְהוָה אֱלֹהִים--אֶרֶץ וְשָׁמָיִם.








MA QUELLO CHE CONTA E' IL

PRIMO VERSO DEL COMMENTO







ברא אלהים: ולא אמר ברא ה



barà elhoym : welò àmar barà ( hashèm )


Non è detto " creò il Signore "( hashem - il nome )


Signore è espresso con una semplice he

ה

Ovvero , non era ancora il TETRAGRAMMA .


Questa semplice affermazione contiene tanto spazio quando un sistema di galassie .








Perchè afferma il concetto di trasformazione fisica , temporale, e di formazione del pensiero

di quello che da sempre viene inteso come L' INIZIO ASSOLUTO .



Le implicazioni di questa affermazione sono IMMENSE ,,,, dunque stiamo parlando di una Entità :

In evoluzione ?

In mutamento ?

Non ci sono dubbi , quello che si è sempre considerato come L' INIZIO ASSOLUTO .

non è l' inizio assoluto .



Ci troviamo di fronte a una zona di " ALEA "

grande miliardi di miliardi di anni luce .

Questa ALEA , da sola , avalla et giustifica in pieno

tutto il lavoro di indagine e ricerca di Mauro Biglino .

Anche perchè nessuno tiene in considerazione un altro punto molto , molto importante :

LA NOZIONE DI SINGOLARE - PLURALE NON E' DEFINITA

PER MOLTE DIVINITA' .



in particolare per le tribù primitive , per l' Antica religione .


Questo è riscontrabile in :

RAFFAELE PETTAZZONI


Miti e Leggende ( 4 vol )

la confessione dei peccati ( 3 vol )

L' onniscienza di D-o


Lucien Levy Bruhl

La mentalità primitiva

Il soprannaturale e la natura nella mentalità primitiva


Emile Dukheim

Le forme elementari della vita religiosa


Mircea Eliade

Lo sciamanismo e le tecniche dell'estasi


Si tratta di uno studio molto , molto lungo , che posto nelle prossime parti del lavoro ,

e non solo sulle Entità che nei millennii hanno assunto la forma di DIO ,


ma anche sui suoi AVVERSARI ,

in questo ambito fondamentale è la presenza di uno dei più grandi del Novecento

Howard Phillips Lovecraft


su Lovecraft

Sebastiano Fusco

Storia del Necronomicon

Angelo Cerchi :

Le radici del Necronomicon






DEDICO QUESTO STUDIO A JOSEPH CURWEN



יוסף כורון





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Edited by barionu - 2/4/2023, 11:12
 
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CAT_IMG Posted on 12/10/2021, 06:07
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RIPORTATO DA FB , PER RISPODERE AL DETTAGLIO ...

zio ot


ben inteso , tutto quello che dice Ceccarelli è incongruo , poi ve lo spiego al dettaglio ....





MANUEL CECCARELLI DA FB

www.facebook.com/groups/1160550290...881701705223525



visto che ritorna sempre la questione del significato del termine elohim, ripropongo quanto scritto accludendo le foto di vari libri per far vedere cosa c'è scritto nei libri dei veri studiosi biglino non solo dice che elohim non sigifichi "dio" , ma addirittura afferma che i filologi non tradurrebbero il termine perch́é non saprebbero che significhi.


Ebbene, le foto dei libri postati nonché i riferimenti nel mio post, DIMOSTRANO che dice cose prive di fondamento, a partire dalla sciocchezza che i filologi non tradurrebbero elohim con "dio"
il termine viene tradotto così da tutti i filologi di questo mondo.
------
ELOHIM = dio, Dio, dea, dei

Mauro Biglino è uno scrittore che nei suoi libri sostiene che il Dio biblico JHWH sarebbe stato un extraterrestre e l’uomo il prodotto di un intervento genetico. Biglino ha studiato ebraico biblico presso la comunità ebraica di Torino ed ha collaborato alla traduzione della Bibbia curata da Piergiorgio Beretta (Ed. San Paolo) eseguendo la traduzione interlineare delle Cinque Meghillot e dei Profeti Minori. Cosa sono le traduzioni interlineari?

Sono traduzioni dove i termini tradotti sono posti sotto quelli in lingua originale così da facilitarne l’identificazione. Sono semplici sussidi didattici per studenti di lingua ebraica. Quindi, pur dimostrando una conoscenza base dell’ebraico, queste traduzioni non provano né competenze filologiche né nozioni di storia, religione o critica-letteraria necessarie a spiegare il difficile testo biblico nel suo contesto storico, religioso e linguistico.


Delle bizzarre interpretazioni proposte da Biglino analizzerò la discussione del termine ebraico per „dio/Dio“ e del Salmo 82 presenti nel libro Antico e Nuovo Testamento: libri senza Dio, Uno Editori, Marene, 2016.

Il più comune termine ebraico corrispondente all’italiano „dio“ è il plurale אֱלֹהִים ’ělōhîm. Questo rientra nel fenomeno grammaticale delle lingue semitiche detto „plurale astratto concretizzato“ (definizione è di J.S. Burnett, A Reassessment of Biblical Elohim, Atlanta, 1999, p. 22) e può avere sia senso singolare sia plurale. Il significato base è dunque sia „dio“(/„dea“) che „dèi“. Biglino sostiene invece che il vero significato del termine ’ělōhîm sia ignoto e che il significato „Dio“ sarebbe un’invenzione dalla „teologia monoteista“. I filologi non tradurrebbero il termine ’ělōhîm, mentre per i „teologi monoteisti“ ’ělōhîm con verbi al singolare indicherebbe „Dio“ e con verbi al plurale indicherebbe „giudici, legislatori“ (p. 79; 84 ss.). Secondo Biglino il termine indica un gruppo d’individui: „Yahweh era un Elohim, [...] era un appartenente a quel gruppo, così come noi diciamo abitualmente, ad esempio, che Lorenzo il Magnifico era un Medici“ (p. 119 [corsivo nostro]).

Per analizzare la questione è bene distinguere tra il significato base „dio/dea/dèi“ e il significato „Dio“.
’ělōhîm = „dio/dea/dèi“

Chiariamo subito che, a differenza di quanto scrive Biglino, è noto da tempo che nell’Antico Testamento il significato „giudice“ non è attestato (C.H. Gordon, ’Elohim in Its Reputed Meaning of Ruler, Judges, Journal of Biblical Literature 54 (1935) pp. 139–144). „Giudice“ è un’interpretazione presente nell’esegesi rabbinica e nella traduzione aramaica e greca (Aquila) del Salmo 82 (e pochi altri passaggi). Queste traduzioni si basavano su criteri teologici, evitando di rendere ’ělōhîm con appellativi indicanti „dio“ o „dèi“ se il termine non era riferito al Dio di Israele (E. Levine, The Aramaic Version of the Bible, Berlino, 1988, pp. 60 s., 66). Biglino però non sa, o non dice, che la traduzione con „giudice“ è oggi praticamente assente nell’esegesi cristiana, d’altronde nemmeno dizionari recenti riportano questo significato (per esempio: L.A. Schökel, Dizionario di ebraico biblico, 2013; W. Gesenius, Hebräisches und Aramäisches Handwörterbuch über das Alte Testament, 18. Auflage, Vol 1, 1987; D.J.A. Clines, The Dictionary of Classical Hebrew, Vol. 1, 1993; W. Dietrich/S. Arnet, Konzise und aktualisierte Ausgabe des Hebräischen und Aramäischen Lexikon zum Alten Testaments, Vol 1, 2013).



’ělōhîm è un nome comune. Con verbi al singolare indica una singola divinità; con verbi al plurale indica gli „dèi“, cioè gli dèi pagani, o, raramente, „esseri divini“ (in pochissimi -meno di 10 casi- mantiene senso singolare anche se il verbo È al plurale in base all'accordo grammaticale invece che semantico
). Che ’ělōhîm significhi „dio/dèi“ dipende da una cosa banale: indica JHWH, Kemosh, Ba‘al, etc., cioè quegli esseri che per le loro caratteristiche sono detti „dèi“ in italiano. Biglino discute i passaggi dove vede delle contraddizioni, che, tuttavia, scompaiono applicando il significato base del termine. Un esempio è Es. 20,2–3: „lo sono Yahweh, ’ělōhîm tuo, [...] non avrai altri ’ělōhîm di fronte a me“. Biglino si chiede: „se Elohim è inequivocabilmente sempre Yahweh-Dio al singolare, perché dice che ‘per loro’ non ci dovranno essere Elohim אחרים, aggettivo plurale che significa ,altri, diversi, stranieri‘?“ (p. 111). La risposta è semplicissima. Intanto nessuno sostiene che ’ělōhîm indichi sempre JHWH/Dio, esso indica anche gli „dèi“. Quindi la traduzione corretta è „io sono JHWH, il tuo Dio [...] non avrai altri dèi di fronte a me“.



Tradurre al singolare un sostantivo di forma plurale è veramente uno stratagemma di imprecisati teologi, come vuol far credere Biglino? La filologia semitica fornisce la risposta. Biglino ignora che questo particolare plurale è attestato nelle lingue semitiche siro-palestinesi già nel 14° secolo a.C. Compare nell’accadico cananeizzato delle lettere scritte dai re cananei al faraone (14° sec. a.C.) ed è inoltre ben attestato in fenicio. Il plurale dei rispettivi termini per „dio“ (acc. ilānū/ī; fen. ’i/elīm) è utilizzato con senso singolare in riferimento al faraone o a singole divinità (J.S. Burnett, op. cit., pp. 7–53).


La traduzione di ’ělōhîm con „dio“ non è dunque determinata dalla teologia monoteista, bensì dalla grammatica. Biglino tenta di negare l’esistenza di questo fenomeno grammaticale. Siccome il „plurale astratto concretizzato“ è stato oggetto di varie e differenti descrizioni e interpretazioni, esso sarebbe una mera invenzione dei grammatici. L’argomento non ha senso: che in base a diversi approcci (funzionale, sintattico, lessicale) lo stesso fenomeno venga descritto in modi diversi non significa che non esista. Biglino vuol supportare la sua tesi citando Giovanni Garbini, già professore di filologia semitica all’Università La Sapienza, che giustamente ricordava che le grammatiche dell’ebraico basate sul testo masoretico descrivono la lingua di una particolare tradizione impostasi nell’ebraismo medioevale per la sua autorità religiosa.


Questo però non significa che anche significato e grammatica del termine ’elohîm siano stati modificati dai masoreti in chiave teologica (p. 76). L’affermazione di Garbini è difatti generica e Biglino dovrebbe informarsi meglio su cosa dice Garbini sul termine in questione: „Nelle lingue semitiche la parola per «dio» era, nella forma più antica, ’il [...]. Una forma del nome più recente è ’lh, ampliamento fonetico di quella precedente; Essa compare in aramaico, ebraico, sudarabico ed arabo con diverse vocalizzazioni: [...] ebraico ’eloh (plurale ’elohim)“ (G. Garbini, Dio della terra, dio del cielo, Brescia, 2011, p. 16). Lo stesso filologo che Biglino cita in modo generico smentisce Biglino sul significato del termine ’elohîm, che secondo lui sarebbe invece ignoto ai filologi (p. 28, 78). Biglino afferma che gli autori biblici „a differenza nostra, non si sentivano sempre e necessariamente legati alla rigidità delle regole grammaticali“ e che „spesso [...] queste regole non esistevano neppure“ (p. 76). Insomma, a differenza di Biglino gli autori non conoscevano l’ebraico molto bene. Biglino non ricorda una cosa: i madrelingua parlano correttamente la propria lingua anche senza farne o conoscerne la descrizione grammaticale.
’ělōhîm = „Dio“



Biglino sostiene che ’ělōhîm non significhi „Dio“ ma compie l’errore di non considerare la differenza concettuale tra i termini „dio“ e „Dio“. Il termine che indica ogni singola divinità è „dio“. Il termine „Dio“ indica per definizione la divinità di una religione monoteista e implica una lieve modificazione concettuale del primo. La differenza concettuale consiste nel fatto che in ambito monoteista il termine „dio“ è principalmente associato all’unica divinità considerata vera. Questa differenza è espressa graficamente con la “D” maiuscola. In ebraico è avvenuto esattamente lo stesso processo che constatiamo in italiano (e in altre lingue). Quando la religione ufficiale di Israele era ormai monoteista, sicuramente prima della redazione finale dell’Antico Testamento, solamente JHWH era considerato la vera divinità ed ’ělōhîm passò ad indicare anche JHWH inteso come la divinità unica di Israele. Insomma, il termine ebraico indica un generico „dio“(/„dèi“) e corrisponde concettualmente all’italiano „Dio“ quando è riferito a JHWH inteso come unica divinità di Israele.



Salmo 82

Biglino cita il salmo 82 per dimostrare che gli ’ělōhîm erano individui mortali. A suo sostegno cita il biblista Michael Heiser, chiamandolo erroneamente „Mike“, che sosterrebbe che „gli Elohim non sono uomini; sono esseri ben distinti dagli Adam; vivono molto più a lungo ma ne condividono la natura mortale“ (p. 125 [corsivo nostro]). Intanto va notato che Heiser non viene citato compiutamente e il riferimento ad un altro volume di Biglino non aiuta, visto che anche lì Heiser viene citato snaturandone il pensiero. È vero che Heiser non considera gli ’ělōhîm dei „giudici“ ma mai li ritiene esseri di natura mortale. Heiser traduce così Sal. 82,1: „God (’ělōhîm) stands in the divine council; in the midst of the gods (’ělōhîm) he passes judgment“ [„Dio sta nell’assemblea divina; giudica in mezzo agli dèi“].

Riguardo ai versi 6–7, in cui è scritto che gli ’ělōhîm muoiono, Heiser si esprime così: „The point of v. 6 is that, in response to their corruption, the ’ělōhîm will be stripped of their immortality at God’s discretion and die as humans die“ [„Il punto del verso 6 è che, a seguito della loro corruzione, gli ’ělōhîm vengono privati della loro immortalità a discrezione di Dio e muoiono così come muoiono gli uomini“] (M.S. Heiser, Monotheism, Polytheism, Monolatry, or Henotheism? Toward an Assessment of Divine Plurality in the Hebrew Bible, Bulletin for Biblical Research 18 (2008), pp. 1–30, p. 18 s.).


L’idea che gli dèi (di altri popoli) siano privati dell’immortalità a seguito di una punizione del Dio di Israele rispecchia la fase monoteista della religione di Israele, secondo la quale vi è un solo vero Dio. Quando il Salmista scrive che gli altri dèi moriranno li presenta de facto come non-dèi. Si tratta però di una rappresentazione ideologica degli dèi pagani: certamente gli altri popoli non consideravano mortali i propri dèi.
Ci sarebbe da chiedersi perché Biglino non citi recenti commentari di teologi come Frank-Lothar Hossfeld e Erich Zenger (Herders theologischer Kommentar zum Alten Testament: Psalmen 51-100, Friburgo, 2000). Forse perché traducono ’ělōhîm con „dèi“?
Va inoltre ricordato che, a differenza di quanto dice Biglino, la grande maggioranza delle traduzioni di questo salmo riporta „dèi; gods; Götter“, non „giudici“ (si veda la raccolta di traduzioni sul sito biblehub).


Insomma, Biglino presenta i fatti in modo distorto e le sue interpretazioni, basate su una conoscenza alquanto limitata del materiale e degli studi e su gravi errori concettuali, sono errate e prive di qualsivoglia interesse nell’ambito degli studi biblici.





Edited by barionu - 12/10/2021, 14:06
 
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CAT_IMG Posted on 12/10/2021, 22:40
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CITAZIONE (barionu @ 12/10/2021, 07:07) 
RIPORTATO DA FB , PER RISPODERE AL DETTAGLIO ... zio ot ben inteso , tutto quello che dice Ceccarelli è incongruo , poi ve lo spiego al dettaglio .... MANUEL CECCARELLI DA FB www.facebook.com/groups/1160550290...881701705223525

Alcune argomentazioni paiono valide... anzi un pò tutto il tono di questa spiegazione sembra stare in piedi... (detto dal sottoscritto che è un profano di Ebraismo, beninteso).

Edited by sapremo - 13/10/2021, 23:33
 
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CAT_IMG Posted on 13/10/2021, 09:58
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Carissimo , è la risposta degli Accademici ...

Accademici , che , quando sgarrano , in questo forum prendiamo a calci nelle palle ...

Al dettaglio , con calma , una palla alla volta ....



zio ot :B):




 
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CAT_IMG Posted on 26/3/2023, 17:31
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Vorrei chiedere all'autore di questo studio di spiegare, in poche ma concise parole, quale sia la tesi che ha tratto dalla sua ricerca.

Grazie in anticipo per la risposta, Shalom.





Luigi Castiglioni


Elohim e il Tetragramma secondo Stefano Manni


Stefano Manni ha presentato uno scritto intitolato “Elohim e il Tetragramma” accompagnato dal sottotitolo “Ecco perché Mauro Biglino ha ragione su Elohim”. Di seguito verrà esposta una valutazione critica.


Ecco cosa scrive Manni: «Il primo verso del Bereshit [Genesi 1,1]: Bereshit barà elohimet ha shamaym we et ha haretz. Prima di iniziare, ricordo a tutti che elohim è il plurale di eloha, forma rara nel Tanakh, ad es. Daniele 11,39: lt veasah lemivtsere mauzzim, im-eloah nekhar, asher hkhyr (yakkir), yarbeh khavod; vehimshilam, barabbim, vaadamah, yekhalleq bimkhir.


La CEI: “Nel nome di quel dio [Eloha] straniero attaccherà le fortezze e colmerà di onori coloro che lo riconosceranno: darà loro il potere su molti e distribuirà loro terre in ricompensa.” Il Verbo. Nella forma infinita è Livrò (creare-formare). Barà (egli creò) Barù, loro crearono. Quindi è evidente che nel primo verso abbiamo Barà singolare e non Barù plurale.


Quindi tutto definito? Dubbi risolti? Per niente. Questo di fronte a una semplice constatazione: essendo l’inizio del tutto, per quale ragione abbiamo Elohim e non il Tetragramma? É una cosa che negli ultimi 30 anni ho chiesto a a vari Rabbini e studiosi di Ebraismo. Tutti mi hanno dato la risposta di Rashi rinviandomi a lui. Allora, cosa dice Rashi nel suo ipercelebre commento alla Genesi [1,1]? Traslitterazione: Barà elhoim: welò àmar barà (Hashem) shabbtchilàh alàh bemachashvàh levarotò bemiràt haddyn raàh sheèn haholam mitqayem hiqddym middàt rachamym weshitfàh lemiddàt haddyn hayenu dikhtyv beyom asot hashem elohim eretz we shamym.


L’edizione Marietti del commento alla Genesi di Rashi propone a pag. 4: “Non è detto creò il Signore (Hashem-il nome) perché all’inizio gli venne in animo di creare il mondo ponendolo sotto la legge della giustizia. Poi però vide che non avrebbe potuto sussistere è perciò permise la legge della misericordia e la congiunse alla legge di giustizia. É scritto ‘Nel giorno in cui Dio Il signore (Hashem-il nome) fece il cielo e la terra’ (Genesi 2,4)”. Ma quello che conta è il primo verso del commento: Barà elohim: welò àmar barà he: ‘Non è detto creò il Signore’. Signore è espresso con una semplice he. Ovvero, non era ancora il Tetragramma.


Questa semplice affermazione contiene tanto spazio quando un sistema di galassie. Perché afferma il concetto di trasformazione fisica, temporale, e di formazione del pensiero di quello che da sempre viene inteso come l’inizio assoluto. Le implicazioni di questa affermazione sono immense, dunque stiamo parlando di una Entità: In evoluzione? In mutamento? Non ci sono dubbi, quello che si è sempre considerato come l’inizio assoluto non è l’inizio assoluto.

Ci troviamo di fronte a una zona di Alea grande miliardi di miliardi di anni luce. Questa Alea, da sola, avalla e giustifica in pieno tutto il lavoro d'indagine e ricerca di Mauro Biglino.».





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Questo scritto si conclude con una dedica alquanto bizzarra: «Dedico questo studio a Joseph Curwen.»[1].


Lo scritto si presenta innanzitutto con una struttura disorganizzata e priva di coerenza logica, che rende quasi impossibile seguirne il discorso. Inoltre, la qualità della scrittura lascia a desiderare[2], sollevando dubbi sulla competenza dell’autore e sulla validità dei contenuti presentati.


Manni sostiene che il termine ebraico Elohim sia il plurale di Eloha. Dopo aver trattato in modo superficiale e privo di approfondimento il termine Elohim, Manni procede senza alcuna transizione al termine Barà evidenziando che il passo della Genesi utilizza il singolare e non il plurale. In questa fase, Manni si pone la domanda del perché nella Genesi 1,1 venga utilizzato il termine Elohim e non il Tetragramma (Yhwh) come invece avviene successivamente nella Genesi 2,4. Manni si rivolge al commento di Rashi[3], fornendo la spiegazione e la citazione menzionata[4]. Non ci addentreremo nell’approfondimento dei significati di Elohim, Eloha e Barà. In questa sede, l’analisi si concentrerà esclusivamente sul commento di Rashi.


Philip Alexander, un noto studioso di letteratura ebraica post-biblica dell’Università di Manchester, analizza la questione in esame:

«Anche un lettore occasionale dei primi due capitoli del libro della Genesi deve essere colpito dal fatto che ci sono due racconti della Creazione - uno in Genesi 1,1-2,3 e l’altro in Genesi 2,4-25. Un lettore più attento può notare anche una variazione nei nomi divini che corrispondono a questi due racconti: il primo utilizza Elohim, il secondo Yhwh Elohim.

Gli studiosi biblici moderni, ovviamente, spiegano questi fatti mediante l’ipotesi documentaria: la Genesi 1-2 combina due fonti originariamente distinte (J-E e P).[5]. Rashi nota altrettanto i fatti, ma le sue ipotesi sulla natura della Scrittura non gli permettono di raggiungere le stesse conclusioni dello studioso moderno. Egli parte dall’idea rabbinica precoce che esista una correlazione tra il nome divino Elohim e l’attributo di giustizia di Dio, e tra il nome Yhwh e il suo attributo di misericordia.

Egli sostiene che Dio avesse inizialmente intenzione di creare il mondo sulla base di una giustizia rigorosa, ma che, rendendosi conto che tale progetto avrebbe comportato l’insostenibilità del mondo, abbia deciso di temperare la giustizia con la misericordia, e che, in effetti, poiché il nome Yhwh nel secondo racconto della Creazione precede Elohim, abbia posto la misericordia al di sopra della giustizia: “Dio (Elohim) creò (Genesi 1,1). Il testo non dice “Il Signore (Yhwh) creò”, perché inizialmente Dio aveva intenzione di creare il mondo sulla base di una giustizia rigorosa, ma vide che se avesse fatto così il mondo non avrebbe potuto resistere, e quindi diede precedenza al principio della misericordia e lo unì a quello della giustizia, ed è per questo che è scritto, “In quel giorno il Signore Dio (Yhwh Elohim) fece la terra e il cielo” (Genesi 2,4).»[6].


Alexander giunge alla conclusione che: «Qualsiasi interprete, sia antico che moderno, dovrebbe affrontare questo problema. Tuttavia, il problema oggettivo gli offre l’opportunità di cogliere nel testo alcune idee rabbiniche riguardo alla tensione tra gli attributi divini di misericordia e giustizia, che difficilmente avrebbero potuto essere presenti nella mente del redattore originale del Pentateuco.»[7].



Di conseguenza, l’interpretazione proposta da Rashi non è suffragata da adeguate evidenze storico-bibliche, pertanto non può essere considerata attendibile. È importante sottolineare che nessun altro commentatore ebreo o testo rabbinico conferma questa interpretazione.


Manni continua la sua argomentazione sostenendo che il termine “Signore” utilizzato nel commento di Rashi è espresso con la sola lettera he, il che dimostrerebbe che non era ancora stato utilizzato il Tetragramma. Va precisato che Rashi utilizza questo termine (formato dalla quinta lettera dell’alfabeto ebraico) non solo per rispettare il sacro nome (Yhwh) ma anche come un modo per riferirsi a Dio senza pronunciare effettivamente il nome di Dio. Questa terminologia utilizzata da Rashi non ha alcun legame con la tesi di Manni. Di conseguenza, l’affermazione di Manni rappresenta un’interpretazione non corretta del termine.



Infine, in relazione alla giustificazione delle tesi di Biglino attraverso l’Alea si tratta di un’affermazione priva di senso logico. Inoltre, va sottolineato che Biglino non ha mai espresso il suo supporto all’interpretazione proposta da Rashi. Non è chiaro, pertanto, su quali basi, secondo l’affermazione di Manni, Biglino dovrebbe fondare la sua posizione riguardo al termine Elohim.


Manni definisce il suo scritto come “studio” che dedica a Joseph Curwen, una figura storica associata al culto dei morti, nonostante non vi sia alcun collegamento tra l'argomento dello scritto e quest’ultimo. Tuttavia, a nostro parere, potrebbe essere considerato più appropriatamente un’opera irrazionale, illogica e incoerente.


NOTE
[1] Barionu, Elohim e il Tetragramma, Origini delle Religioni, 2017, p. 1, (forumfree.it). I corsivi sono dell’autore, anche se nel testo sono scritti in maiuscolo.

[2] Sono stati corretti gli errori grammaticali multipli sia in italiano che in ebraico, migliorando la qualità del testo rispetto alla sua forma originaria. Inoltre, sono state aggiunti i riferimenti biblici e terminologia specifica tra parentesi per migliorare la composizione del testo.

[3] Rashi, acronimo di Rabbi Shlomo Yitzhaqi (1040-1105), è uno dei più famosi commentatori medievali della Bibbia ebraica.

[4] Abbiamo esaminato la fonte citata e abbiamo riscontrato che il testo non è del tutto preciso e sono state aggiunte le parole “(hashem-il nome)” che in realtà non sono presenti. La citazione in questione si estende su entrambe le pagine 4 e 5, pertanto anche il numero di pagina indicato risulta essere non preciso. Di seguito, riporto il testo originale: «Creò Dio - Non è detto: “Creò il Signore”, perché all’inizio gli venne in animo di creare il mondo ponendolo sotto la legge della giustizia. Poi, però, vide che esso non sarebbe potuto sussistere e perciò permise la legge della misericordia e la congiunse alla legge della giustizia”. Sta scritto infatti [Genesi 2,4]: “Nel giorno in cui il Signore Dio fece il cielo e la terra”». (Rashi di Troyes, Commento alla Genesi, Introduzione e cura di Luigi Cattani, Marietti, Casale Monferrato, 1985, pp. 4-5.)


[5] Le sigle stanno per fonti: Jahwista (J), Elohista (E) e Sacerdotale (P) e sono tre fonti documentarie distinte che sono state individuate nella storia della redazione dell’Antico Testamento, in particolare nella Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio. Queste fonti sono state identificate attraverso l’analisi stilistica e tematica dei testi biblici e sono considerate importanti per comprendere la composizione e la storia della redazione della Bibbia ebraica. Si veda, Ethan Schwartz, “Our Rabbis J, E, P, and D”, in Jewish Review of Books, Summer 2016.


[6] Philip S. Alexandre,“Midrash and The Gospels”, in: Christopher M. Tuckett, Synoptic Studies: The Ampleforth Conferences of 1982 and 1983, Bloomsbury Academic, London-New Delhi-New York-Sydney, p. 8.


[7] Ibidem, p. 8.







Edited by barionu - 26/3/2023, 19:14
 
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cit El SHADDAI ( sempre in corsivo da ora in poi )


Lo scritto si presenta innanzitutto con una struttura disorganizzata e priva di coerenza logica, che rende quasi impossibile seguirne il discorso. Inoltre, la qualità della scrittura lascia a desiderare[2], sollevando dubbi sulla competenza dell’autore e sulla validità dei contenuti presentati.

[2] Sono stati corretti gli errori grammaticali multipli sia in italiano che in ebraico, migliorando la qualità del testo rispetto alla sua forma originaria. Inoltre, sono state aggiunti i riferimenti biblici e terminologia specifica tra parentesi per migliorare la composizione del testo.




Hallora, per prima cosa esigo che mi evidenzi esattamente dove sono gli errori ...nel forum abbiamo lo spazio , la possibilità , il modo e il tempo di spaccare un capello in 72 parti ,

prego procedere , in tutta calma ;

abbiamo tutto il tempo necessario .




zio ot :D





Edited by barionu - 26/3/2023, 19:32
 
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CIT EL SHADDAI

Manni sostiene che il termine ebraico Elohim sia il plurale di Eloha. Dopo aver trattato in modo superficiale e privo di approfondimento il termine Elohim, Manni procede senza alcuna transizione al termine Barà evidenziando che il passo della Genesi utilizza il singolare e non il plurale.




CI SI E' MESSO DI MEZZO IL NET , IL LINK PRESENTE NELLO STUDIO E' SCADUTO !

RIMEDIO QUINDI CON LA LECTIO MAGISTRALIS DI ABRAMO :

https://originidellereligioni.forumfree.it/?t=64182521

https://originidellereligioni.forumfree.it/?t=73664986



ET ALCUNI MIEI PENSIERINI :


https://originidellereligioni.forumfree.it/?t=68638509

https://originidellereligioni.forumfree.it/?t=71934502


EST SUFFICIENTE ?



zio ot :B):





 
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CAT_IMG Posted on 26/3/2023, 19:05
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cit EL SHADDAI

[4] Abbiamo esaminato la fonte citata e abbiamo riscontrato che il testo non è del tutto preciso e sono state aggiunte le parole “(hashem-il nome)” che in realtà non sono presenti.



Ti sarei grato semi evidenzi le imprecisioni , per quanto riguarda hashem è evidente che si tratti di una aggiunta a scopo di facilitare la lettura .



La citazione in questione si estende su entrambe le pagine 4 e 5, pertanto anche il numero di pagina indicato risulta essere non preciso.


Vero , ci sono 2 righe e un solo lemma 3 riga a pag 5 ......

100 flessioni di punizione .



zio ot :B):



 
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CAT_IMG Posted on 27/3/2023, 04:48
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Di seguito sono riportati alcuni errori ortografici, di punteggiatura e grammaticali in italiano ed ebraico:

• Il numero "1" dovrebbe essere scritto per esteso come "primo".
• "Bereshit Genesi" dovrebbe essere scritto "Bereshit [Genesi]"
• "Elohym" è un errore ortografico, la forma corretta in ebraico è "Elohim".
• "et" dovrebbe essere scritto come "e" in italiano.
• "TUTTI" dovrebbe essere scritto in minuscolo per uniformità con il resto del testo.
• "Hallora" è un errore, la forma corretta è "Allora".
• "Rashy" non è una forma corretta del nome del commentatore ebraico (Rashi)
• "IMMENSE,,," le virgole non possono sostituire i punti in modo indiscriminato.

Il testo manca di punteggiature, virgole fuori posto, punti, i due punti alla fine delle frasi, ecc. ecc.

Non è mia intenzione commentare o discutere quanto scritto dal tuo amico Abramo. Come specificato nell'articolo: "Non ci addentreremo nell’approfondimento dei significati di Elohim, Eloha e Barà. In questa sede, l’analisi si concentrerà esclusivamente sul commento di Rashi."

Tuttavia, desidero evidenziare che non vi è alcuna prova che il commento di Rashi sia attendibile, come confermato da Philip Alexander. Inoltre, il termine "he" è utilizzato da Rashi unicamente per rispettare il sacro nome (Tetragramma) e non perché non "non era ancora il tetragramma"

È importante notare che le opinioni di Biglino non sono pertinenti alla questione, in particolare perché Biglino non ha mai sostenuto la tesi di Rashi. Inoltre, non è chiaro su quali basi Biglino possa fondare la sua opinione su Elohim, soprattutto considerando che per Rashi si tratta di un singolare, mentre Biglino lo interpreta al plurale, indicando la presenza di più divinità.

Sarebbe possibile chiarire la questione riguardante Biglino e Rashi?
Senza offesa, ma non sembra essere logicamente coerente.

Sono lieto che tu abbia riconosciuto l'errore nella numerazione di pagina del testo curato da Luigi Cattani e la mancanza di "hashem". La citazione originale può essere trovata nella fonte numero 4. Inoltre, ci sono alcune imprecisioni testuali che, seppur di scarsa importanza, sono state corrette e sono consultabili nella nota stessa.

Shalom



Edited by barionu - 31/3/2023, 12:52
 
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CAT_IMG Posted on 1/4/2023, 12:06
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https://mechon-mamre.org/f/ft/ft0.htm


www.chabad.org/library/bible_cdo/aid/8165




HALLLOOOOOORA ANDIAMO A INCOMINCIARE



Mi scrive El Shaddai , che trovate sempre in corsivo :




[Di seguito sono riportati alcuni errori ortografici, di punteggiatura e grammaticali in italiano ed ebraico:

• Il numero "1" dovrebbe essere scritto per esteso come "primo".
• "Bereshit Genesi" dovrebbe essere scritto "Bereshit [Genesi]"
• "Elohym" è un errore ortografico, la forma corretta in ebraico è "Elohim".
• "et" dovrebbe essere scritto come "e" in italiano.
• "TUTTI" dovrebbe essere scritto in minuscolo per uniformità con il resto del testo.
• "Hallora" è un errore, la forma corretta è "Allora".
• "Rashy" non è una forma corretta del nome del commentatore ebraico (Rashi)
• "IMMENSE,,," le virgole non possono sostituire i punti in modo indiscriminato.

Il testo manca di punteggiature, virgole fuori posto, punti, i due punti alla fine delle frasi, ecc. ecc.






--------------




• Il numero "1" dovrebbe essere scritto per esteso come "primo".


Accolgo il rilievo , nella nuova versione dello studio che posterò più avanti , scriverò :

PRIMO VERSO DEL BERESHYT





------------------




"Bereshit Genesi" dovrebbe essere scritto "Bereshlt [Genesi]"



tSK tSK tSK , Hora cerchiamo di non essere troppo scholasti ki , v leggere

https://it.wikipedia.org/wiki/Placiti_cassinesi

per cui accolgo il rilievo in questa forma Bereshyt - Genesi




-----------------




• "Elohym" è un errore ortografico, la forma corretta in ebraico è "Elohim".



Qui invece mi trovi in disaccordo .

Ci troviamo di fronte all' annosa questione della traslitterazione , che come ben sai , non è codificata in modo univoco per l' Ebraico,

e quindi ci troviamo di fronte a una certa alea di interpretazioni .


Hora, per i neofiti che ci leggono , la questione è che la vocale i

in Ebraico può essere chiamata in 2 modi I GRANDE e I PICCOLA , o vocale piena e semivocale o ancora altri modi ...

quindi LA I GRANDE VIENE ESPRESSA DA UN PUNTO SOTTO LA LETTERA SEGUITO DALLA YOD :

י .



AD ES

אֱלֹהִים


MENTRE LA I PICCOLA E' ESPRESSA SOLO DA UN PUNTO SOTTO LA LETTERA


פִ


AD ES TROVIAMO LE 2 I INSIEME QUI


נְּפִלִים


per cui io traslittero

nefilym


ED MAMASH

GENESI VI , 4

הַנְּפִלִים הָיוּ בָאָרֶץ, בַּיָּמִים הָהֵם, וְגַם אַחֲרֵי-כֵן אֲשֶׁר יָבֹאוּ בְּנֵי הָאֱלֹהִים אֶל-בְּנוֹת הָאָדָם, וְיָלְדוּ לָהֶם: הֵמָּה הַגִּבֹּרִים אֲשֶׁר מֵעוֹלָם, אַנְשֵׁי הַשֵּׁם.



Quindi fin dall' inzio dei miei 5 anni fatti a Bologna con Morè Aharon Nachmiel

mi sono interrogato su come traslitterare le 2 i distinguendole :

ovvero una semplice i per la i piccola e una yod per la i grande come esempio

נְּפִלִים vedi sopra .

Questa mia iniziativa è stata analizzata e lodata da Morè Aharon Nachmiel e da Rav Sermoneta .


per cui ...


PER I MOOOOLTO CORAGGIOSI

www.scuoladilinguaebraica.it/pdf/Primo_capitolo.pdf


IN EBRAICO LA I

חיריק CHYRYQ






------------------



"et" dovrebbe essere scritto come "e" in italiano.


Italiano settecentesco ....





-------------------



"TUTTI" dovrebbe essere scritto in minuscolo per uniformità con il resto del testo.



ESPRESSIONE ENFATICA !



---------



• "Hallora" è un errore, la forma corretta è "Allora".


EST LICENSIA POETICHA .

sono lemmi che trovi in FILENO DALLA TUATA

https://books.google.it/books/about/Istori...AAJ&redir_esc=y

HO PARLATO DI LUI QUI , DOVE TROVATE ANCHE UNA PAGINA DELL' ORIGINALE MANOSCRITTO

www.ufoforum.it/viewtopic.php?f=45&t=20802




--------------



"IMMENSE,,," le virgole non possono sostituire i punti in modo indiscriminato.






Beh , caro El , siamo sul net nel 2023 ,,,,,, molte cose sono successe negli ultimi 200 anni al livello grafico .... ,

ti invito a legger gli scritti di Klee , Kandinsky e Marinetti ...


in particolare leggi questo :

https://it.wikipedia.org/wiki/Esercizi_di_stile


e ti accorgerai che codifica della punt@--;//// ggia££££ tura est molto aleatoria ....



----------------------






Il testo manca di punteggiature, virgole fuori posto, punti, i due punti alla fine delle frasi, ecc. ecc.




Beh , ti sarai accorto che tengo l' Akkademia in nessuna consideratione , per cui certe cose

le distruggo completamente ....




---------------------------








Ma queste di cui sopra sono solo GHINETIE ( FILENO ) ,

passiamo hora alle cose importanti , in tutta calma ....



Intanto , caro El hai facoltà di replica completa et infinita , in tutta calma ...







zio ot :B): ....





segue





Edited by barionu - 7/4/2023, 18:36
 
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CAT_IMG Posted on 7/4/2023, 11:38
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Prima di continuare una precisazione :


chi mi legge da tempo sa che il mio primo interesse è la Poesia :


www.ufoforum.it/viewtopic.php?f=45&t=21108

https://originidellereligioni.forumfree.it/?t=76643413

www.ufoforum.it/viewtopic.php?f=45&t=17951

qui la mia ricerca più importante :

www.ufoforum.it/viewtopic.php?f=45&t=21179

ovvero , quando ho una intuizione , sono solito presentarla in forma poetica ,

che ha tratti sempre brevi , embrionali

come in questo topic :

www.ufoforum.it/viewtopic.php?f=23&t=21627

solo in un secondo momento procedo con l' esegesi semantica ( al zarfoi un quel su cal zavai .... )


qundi tra l' incipit e l' esegesi ( zarfoi ) può passare un tenpo dovuto allla " ispirazione " ---


come in questo topic , cui sto procedento ora all' esegesi ( zarfoi )



zio ot :B):






segue














 
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21 replies since 31/7/2017, 17:46   2560 views
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