Origini delle Religioni

"SOTTO TIBERIO TUTTO ERA CALMO": OVVERO - NO, GESÙ NON ERA "UNO DEI TANTI"

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CAT_IMG Posted on 28/10/2018, 17:36
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"Sotto Tiberio tutto era calmo": Ovvero - No, Gesù non era "uno dei tanti"

di Neil Godfrey

25-10-2018

[Traduzione di roxi]


È colpa di S.G.F. Brandon. Almeno condivide gran parte della colpa. Nel lontano 1967, l'anno della Guerra dei Sei Giorni e dell'uscita di Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band, fu pubblicato il suo libro Jesus and the Zealots. Da allora è stato di rigore per gli studiosi individuare il Gesù storico in una Palestina disseminata di briganti vagabondi, ribelli e profeti apocalittici.

Invano ho postato qui e su altri gruppi di discussione online la mia lamentela sul fatto che non c'è semplicemente alcuna prova per nessuna di queste figure al tempo di Gesù, ma che l'unica ragione per cui si crede che tali movimenti abbiano costellato il paesaggio nel suo tempo è dedurre che gli zeloti e i profeti che apparvero più tardi (o, in un caso, una generazione prima) erano indicativi di ciò che doveva accadere intorno agli anni 20 e 30, nonostante il silenzio dei documenti.

Ma ieri ho scoperto un amico che mi darà man forte. Non lo conosco personalmente, ma lo conosco attraverso il suo articolo del 1975 sulla rivista New Testament Studies. È Paul W. Barnett, un collega australiano, appartenente al Dipartimento di Storia Antica della Macquarie University, a Sydney. (È anche un vescovo, mi dispiace.) L'articolo che aveva pubblicato, e il motivo per cui mi piace così tanto, è:

Barnett, P. W. 1975. “‘Under Tiberius All Was Quiet.’” New Testament Studies 21 (04): 564. https://doi.org/10.1017/S0028688500010043.

Ecco la sua argomentazione. Fin dall'inizio fa notare che:

“Un'attenta analisi dell'incidenza delle agitazioni e dei disordini suggerisce che l'attività "rivoluzionaria" sia iniziata in maniera seria durante il secondo periodo della Procura (EV 44-66).”

S, sì, sì. Questo è esattamente quello che stavo cercando di dire.

Cosa cambiò che generò instabilità da quel momento in poi?

• “La morte inaspettata e prematura di Agrippa e l'evidente paganesimo e filo-romanesimo di suo figlio devono aver distrutto le speranze di un liberatore dalla stirpe Asmonea.

• La politica iniziale di Claudio non fu scortese con i giudei, anche se ciò non compensò certo le crisi degli anni quaranta: la profanazione del Tempio evitata per un pelo 4 (40 EV), la morte di Agrippa e il ritorno al dominio romano che ora si estendeva alla Galilea 5 (44 EV ), e la grave carestia (46-8 EV).

• Tuttavia, la nomina a Procuratore nel 52 EV del fratello di Pallante, Felice, per volere dell'ex sommo sacerdote Jonathan, si rivelò disastrosa nella storia ebraica. Sotto la Procura di Felice (52-60 EV) iniziarono le attività terroristiche dei Sicari, il movimento profetico si rafforzò, mentre si lasciò che i rapporti greco-ebraici a Cesarea raggiungessero un punto critico.”

(p 565. Formattazione mia in tutte le citazioni)

C'era di più.

[Nerone] permise ai suoi consiglieri di persuaderlo a revocare l'isopoliteia agli ebrei di Cesarea e ad assolvere Felice, azioni che devono aver profondamente scoraggiato l'intera comunità giudaica.

“La negligenza piuttosto che la malizia era il marchio delle politiche di Nerone nei confronti della Giudea. Data l'instabilità dei tempi, la guarnigione era chiaramente scarsamente equipaggiata. Floro era inesperto, provenendo com’era da Clazomene, non c’era nessuna tradizione in Oriente per equipaggiare chi veniva nominato a questi incarichi di procuratore. La venalità dei successivi procuratori fu incontrollata. Le mazzette ad Albino dell'ex sommo sacerdote Anania fornivano uno scudo che permetteva ai suoi servitori di prendere con la forza le decime dovute ai sacerdoti. I servi del sommo sacerdote in carica, Gesù, figlio di Damneo, violavano parimenti i sacerdoti nel Tempio.1 Una violenta faziosità scoppiò tra l'alta aristocrazia sacerdotale e i sacerdoti più poveri sicché “. . . era come se nessuno fosse responsabile della città ". Significativamente, i sacerdoti furono coinvolti attivamente nelle fazioni di guerra nel 66 EC. e dopo il 66.”

(pp. 565 e s.)

L'imperatore Claudio diede al suo amico Agrippa l'autorità sul Tempio e il potere di nominare e destituire il sommo sacerdote. Agrippa non aveva paura di usare il suo potere e aveva destituito sei o sette sommi sacerdoti, non un buon piano per la stabilità, ma un indicatore plausibile di instabilità e malcontento da entrambe le parti.

Le cose non stavano andando bene.

“Così, a partire dagli anni Sessanta, gli affari giudaici erano caotici ed era evidente uno spirito intensamente rivoluzionario. Da un lato, i membri ricchi della comunità, a causa dei loro interessi acquisiti, cercavano disperatamente di impedire il movimento verso la guerra, dall’altro, la classe sacerdotale povera, che aveva sofferto per mano della classe dei sommi sacerdoti, sosteneva la cessazione del sacrificio per Roma. La fazione dei Sicarii, che aveva precedentemente assassinato ricchi collaborazionisti come Jonathan, sotto la leadership di Menahem, prese Masada ai Romani. Arrivati a Gerusalemme, non solo bruciarono gli archivi in cui erano custoditi i titoli dei prestatori di denaro per ottenere il sostegno dei poveri, ma assassinarono anche i rappresentanti della classe agiata e bruciarono le loro abitazioni. Questo stato d'animo rivoluzionario era apparentemente nutrito dall'aspettativa fiduciosa di sostegno da parte degli ebrei babilonesi e dal feudo di Adiabene e forse anche dai Parti stessi.
Quindi il periodo dal 44 al 66 fu un periodo di crescenti rivoluzioni e violenze.”


(566)

Ma notate. Tutto quanto sopra è dalla metà degli anni 40 in poi. Niente di questo si applica agli anni 30, 20, 10 o 0.
Ho già detto abbastanza nei post precedenti, quindi ora è il momento per il dilettante di farsi da parte e lasciare che lo studioso professionista parli:

“Ma che dire del periodo precedente, 6-44 EV? Le fonti producono relativamente pochi casi di disordini nel periodo precedente. L’accertamento condotto da Quirinio e Coponio al tempo dell'annessione della Giudea (6, 7 aEV) provocò la rivolta guidata da Giuda e Saddok, che fu, tuttavia, effimera. Il censimento riguardava la registrazione ... e l’accertamento ... allo scopo di riscuotere il tributo e fu questo che fu visto da Giuda e Saddok come uno strumento di schiavitù ad una potenza straniera. Nel 17 EV i campagnoli della Giudea e della Siria chiesero una riduzione del tributo. Sebbene il risultato non sia noto, è improbabile che ci sia stato qualche disordine collaterale, dal momento che Tacito altrove afferma specificamente una situazione pacifica in Giudea sotto Tiberio. La questione del tributo era un punto dolente degli anni Trenta, come si può vedere nella domanda rivolta a Gesù dai Farisei e dagli Erodiani. La natura della domanda e la risposta suggeriscono che mentre era ancora una questione vitale, alcune delle passioni precedenti erano diminuite.

L'ascesa al potere di Tiberio fu contrassegnata da un cambio di prefetto e da una nuova politica a favore di un più lungo termine. Grato depose Anano e altri tre in rapida successione prima di nominare il genero di Anano, Caifa. Il suo mandato si estese fino alla morte di Tiberio, quando Vitellio rimosse lui e suo cognato Jonathan, in rapida successione. Per quasi tutta la durata del primo periodo della Procura, l'ufficio del sommo sacerdote fu tenuto dai membri della Casa di Anano. Solo nel 15-16 EV e nel 37 EV ci fu qualche discontinuità nella leadership di questa dinastia del culto e del Sinedrio.

Mentre l'inizio del primo periodo della Procura fu seguito dalla rivolta guidata da Giuda e Saddok, non vi sono prove di ulteriori disordini fino all'arrivo di Pilato nel 26 EV, Seiano fu, con tutta probabilità, responsabile della nomina di Pilato. Seiano emerge dalle fonti come antipatico agli ebrei.”


(566-567)

Ma ma ma, ho sentito alcuni di voi dire. C'era stato Giuda il Galileo intorno al 6/7 EV che guidò una rivolta che diede inizio alla "Quarta Filosofia"! Guardate di nuovo sopra. Notate la parola "effimera". Scusate, ma quel rigo mi ha sempre dato un senso di noia. Così, sembra che in quel gentiluomo o facinoroso si possano leggere tante pie illusioni che semplicemente non saranno contenute nei dati grezzi che abbiamo. Giuseppe, fino agli anni 60, non ci dà nulla a cui collegare la nascita di un movimento ribelle che crebbe rapidamente in violenza.

“ I "problemi" che "successivamente" sorsero furono descritti da Flavio Giuseppe in termini generali, ma in modo tale da riferirsi chiaramente agli eventi della Guerra del 66-73 EV e alle circostanze che immediatamente la precedettero. Le successive narrazioni di Flavio Giuseppe non lasciano dubbi sul fatto che, mentre il potenziale della violenza fu sempre presente nel primo periodo della Procura, in realtà il periodo fu relativamente pacifico. Brandon di questo non se ne accorge. Non riesce a notare che sia la Giudea che la Galilea avevano un governo stabile e continuo - la Giudea sotto i membri della famiglia Anano, la Galilea sotto Erode Antipa.”

(571)

Molti di noi sanno, se non dalla lettura di Giuseppe ma dai film che descrivono i tempi, che Pilato provocò gli ebrei. Eppure …

“Eppure gli incidenti degli stendardi e degli scudi non furono accompagnati da spargimenti di sangue. Gli unici disordini noti in Giudea ai tempi di Pilato in cui avvenne uno spargimento di sangue furono il massacro per la profanazione della Corbona [il tesoro del Tempio n.d t.], il massacro dei Galilei durante un sacrificio di Pasqua e l'insurrezione per cui Barabba fu arrestato (e con ogni probabilità, i due lestai crocifissi con Gesù). Questi tre incidenti possono in realtà essere aspetti diversi di un solo disordine. Per quanto critiche potessero essere state le cose in Giudea, il ritorno di Tiberio a Roma nel 31 EV e la successiva emanazione del decreto di tolleranza per gli ebrei dovevano aver significato la fine di una tensione acuta per il resto del principato di Tiberio. Pilato era vulnerabile una volta rimosso Seiano. L'incidente degli scudi d'oro è meglio inteso come l'ingenuo tentativo di Pilato di riabilitarsi con Tiberio senza offendere gli ebrei.
Senza dubbio gli affari in Giudea erano estremamente delicati in questo periodo tra l'arrivo di Pilato e la caduta di Seiano. Il tentativo di 5.000 galilei di fare di Gesù un re e la modalità del suo benvenuto a Gerusalemme forniscono una conferma incidentale del potenziale di rivoluzione. Tuttavia, il potenziale non fu realizzato. Alcuni anni dopo, mentre Pilato era ancora prefetto, Gamaliele non poté ammettere nessuna crisi rivoluzionaria più recente di quella associata alla rivolta guidata di Giuda al momento dell'annessione, il 6, 7 EV.


(567-568)

Alla fine, Pilato fu rimosso dal governatore siriano, Vitellio. S.G.F. Brandon pensa che possiamo immaginare un intenso confronto tra gli ebrei e Roma a causa di questo evento, ma Barnett "sa meglio":

“Ma a Gerusalemme Vitellio fu "ricevuto in modo magnifico" e agì con benevolenza verso gli ebrei, dando loro il possesso dei paramenti e abbassando alcune tasse. In seguito, il suo accordo di non portare truppe con stendardi attraverso la Giudea fu in risposta alle richieste di "ebrei di altissimo livello". L'asserzione di Brandon secondo cui tali richieste riflettevano un'intensificazione del fanatismo zelota è un'inferenza infondata. Al contrario, quando Vitellio venne successivamente a Gerusalemme, fu "ricevuto con calore speciale dalla moltitudine ebraica". Mentre era lì, prestò giuramento di lealtà al nuovo imperatore Gaio in circostanze pacifiche, senza alcun accenno alla massiccia opposizione che aveva accompagnato una cerimonia di giuramento negli ultimi giorni di Erode.”

(568)

Se le tensioni stavano crescendo, furono facilmente e rapidamente dissipate.

Un po' più tardi del tempo di Gesù, ma ancora relativamente vicino, che ne facciamo di quel tentativo dell'imperatore pazzo Caio Caligola di mettere la sua statua nel Tempio intorno al 40 EV? Non è questo un evento culminante, anche, alcuni insistono, l'evento dietro la "piccola apocalisse" di Matteo 24, Marco 13 e Luca 21? Non stavano questi evangelisti attribuendo a Gesù la profezia di una replica di un evento così drammatico come quello di Antioco Epifane che profanò il santuario e accelerò la rivolta dei Maccabei? No, dice Barnett, molto giustamente, ne sono sicuro.

“Questo incidente è un profondo imbarazzo per la ricostruzione di Brandon. Se il nazionalismo ebraico fosse arrivato fino al punto di tensione che lui sostiene, allora si sarebbe verificata una guerra di liberazione. Eppure non fu persa una vita. In effetti la reazione ebraica, sebbene molto animata e nazionale, fu non violenta. L’appello fatto dai portavoce degli ebrei a Petronio è estremamente significativo. Dissero solo che se gli ebrei che resistevano passivamente fossero stati massacrati, ci sarebbe stato un "raccolto di banditismo” ... dato che i prodotti della terra non sarebbero stati raccolti e non sarebbe stato possibile soddisfare il requisito del tributo. Chiaramente, allora, a quel tempo c'era poco banditismo ... presumibilmente perché l'economia era ragionevolmente stabile e il tributo pagato di conseguenza. Anche se la tentata dissacrazione dovette scuotere profondamente la fiducia degli ebrei, l'incidente stesso, la natura passiva della reazione ebraica, dimostra quanto fossero relativamente stabili gli affari pubblici della Giudea in quel momento.”

(569)

Okay, quindi se il periodo precedente al secondo periodo della Procura, prima del 44 EV, era così stabile o pacifico, allora perché? Cosa lo rese diverso dagli eventi successivi? Bene, sotto Nerone (il periodo successivo) gli ebrei persero i loro diritti di isopoliteia (= stessa cittadinanza). Sotto Tiberio, prima di Nerone, gli ebrei erano protetti. Per il resto, vi rimando alle citazioni di cui sopra.
Barnett si avvia alla sua conclusione:

“Al tempo della minacciata profanazione del tempio nel 40 EV, il sommo sacerdote era Teofilo, figlio di Anano. Senza dubbio figurò in modo significativo nelle rimostranze con Petronio sulla statua. Che la reazione del popolo fosse pacifica e che Petronio fosse fermo nella sua riluttanza a procedere deve essere attribuito sostanzialmente alla leadership ebraica dell'epoca, compresa quella di Teofilo il sommo sacerdote.

Così Anano e la sua famiglia hanno dominato il primo periodo della Procura e, quando li incontriamo nelle antiche fonti, scopriamo qualità che hanno permesso loro di mantenere la pace a casa e allo stesso tempo di sopravvivere come la dinastia favorita dai Romani. Per quanto i Romani fossero preoccupati, essi [Anano e famiglia] devono aver mostrato sistematicamente la capacità di mantenere la pace in Giudea.”

(570)

Guardate le evidenze. Gli zeloti non hanno iniziato a portare scompiglio fino alla metà degli anni 60 EV. Se Giuda e Saddok iniziarono "la quarta filosofia" come sostiene Giuseppe, allora sulla base delle evidenze disponibili ciò significava che non fecero nient'altro che piantare dei semi che cominciarono a maturare solo dal 40 o, più probabilmente, dagli anni 60.

Concludiamo con gli ultimi due paragrafi dell'articolo di Barnett:

“La versione di Giuseppe degli affari giudaici è corroborata da Tacito nelle Storie, libro v, capitoli 9-10. Nei capitoli 9-10 Tacito fornisce una breve rassegna cronologica della storia giudaica dall'arrivo di Pompeo fino all'inizio delle guerre giudaiche. Un'attenzione particolare è data ai disordini politici in questa indagine sulla Giudea romana. Così, alla morte di Erode fu necessario che Varo abbattesse l'usurpatore Simone e disciplinasse gli ebrei. Successivamente, durante il principato di Gaio sulla questione della statua proposta, gli ebrei “scelsero di ricorrere alle armi, ma la morte dell'imperatore pose fine alla loro rivolta ". Da allora in poi, Claudio affidò il governo della Giudea ai "cavalieri romani o ai liberti; uno di questi, Antonio Felice, praticò ogni tipo di crudeltà e lussuria, esercitando il potere di un re con tutti gli istinti di uno schiavo”. Successivamente (sotto Nerone) la pazienza degli "ebrei durò fino a quando Gessio Floro divenne procuratore: ai suoi tempi iniziò la guerra".
Significativamente, Tacito non rileva alcun disordine nel periodo tra la morte di Erode e la proposta di Gaio di profanare il Tempio. In effetti, Tacito afferma specificamente ‘sub Tiberio quies’: ‘sotto Tiberio tutto era calmo’.”


(571)

Gesù, quello storico cioè, dopo tutto non fu uno dei tanti ribelli e dissidenti contemporanei.
 
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Giovanni Dalla Teva
CAT_IMG Posted on 29/10/2018, 08:58




CITAZIONE
Il Sig. Neil Godfrey scrive:
Alla fine, Pilato fu rimosso dal governatore siriano, Vitellio. S.G.F. Brandon pensa che possiamo immaginare un intenso confronto tra gli ebrei e Roma a causa di questo evento, ma Barnett "sa meglio":

“Ma a Gerusalemme Vitellio fu "ricevuto in modo magnifico" e agì con benevolenza verso gli ebrei, dando loro il possesso dei paramenti e abbassando alcune tasse. In seguito, il suo accordo di non portare truppe con stendardi attraverso la Giudea fu in risposta alle richieste di "ebrei di altissimo livello". L'asserzione di Brandon secondo cui tali richieste riflettevano un'intensificazione del fanatismo zelota è un'inferenza infondata. Al contrario, quando Vitellio venne successivamente a Gerusalemme, fu "ricevuto con calore speciale dalla moltitudine ebraica". Mentre era lì, prestò giuramento di lealtà al nuovo imperatore Gaio in circostanze pacifiche, senza alcun accenno alla massiccia opposizione che aveva accompagnato una cerimonia di giuramento negli ultimi giorni di Erode.”

Ora riporto le incongruenze del processo al Gesù Nazareno il Cristo.



1 - Era proibito celebrare processi di Sabato, nei giorni festivi e nei rispettivi giorni di preparazione. Gesù invece sarebbe stato processato nientemeno che nella notte di Pasqua.

2 - La procedura ebraica prevedeva soltanto dibattimenti diurni. Il processo contro Gesù si sarebbe invece svolto di notte.

3 - I dibattimenti dovevano svolgersi in udienze pubbliche, ed esclusivamente nell'atrio quadrato detto Beth Din, adattato a tribunale e incluso nell'area del tempio. Il dibattimento contro Gesù si sarebbe invece svolto nella casa privata del sommo sacerdote.

4 - Al dibattimento poteva seguire direttamente soltanto una sentenza assolutoria, mentre una condanna doveva essere rimandata all'indomani. Anche questa disposizione sarebbe stata pesantemente violata.

5 - La base per la condanna doveva essere fornita o dalla richiesta di pena avanzata dalla parte lesa o dall'accusa portata almeno da due testimoni. Nel caso di Gesù la base per la condanna sarebbe stata fornita dal presidente del tribunale nel corso dell'udienza.»


6 - Se il Cristo fosse stato veramente condannato dal Sinedrio per blasfemia, (figlio di Dio come inteso nei vangeli canonici e non come invece il concetto ebraico di quel tempo) Giuseppe di Arimatea e Nicodemo (due persone che condividevano il suo ideale javista e definite grandi personalità giudaiche) non avrebbero mai potuto prendersi cura della salma e concederle una sepoltura onorevole, infatti sarebbero stati accusati di disprezzo per il Tempio e di irreligiosità .


Ebbene da questi si comprende, che quello descritto nel vangelo di Marco (gli altri evangelisti sinottici, copiano modificando e aggiungono qual cosina) non è il processo a carico del Gesù di Nazaret, il Cristo figlio di Dio,


:o: ma è semplicemente la conclusione di un colpo di stato rientrato. :o:





Quindi la descrizione della ripresa del potere a Gerusalemme, nella primavera del 36 d.c., da parte della fazione sadducea, erodiana e di un gruppo rilevante di farisei dopo il colpo di stato, molto probabilmente un membro importante della IV filosofia di Giuda il Galileo, e del suo seguito durante la festa delle Capanne del 35 d.c. .
Tutto questo in parte si può comprendere sia dalle enormi contraddizioni dei vangeli sia dalla parte non censurata di (Giuseppe Flavio- Antichità Giudaiche libro XVIII, 90 e successivi)

La fazione sadducea, erodiana e di un gruppo rilevante di farisei, riuscì a riprendere il potere a Gerusalemme, perchè nel frattempo all'esterno delle sue mura arrivava il console romano Lucio Vitellio, Luogotenente, dell'imperatore Tiberio, con pieni poteri su tutto l’Oriente,(Giuseppe Flavio- Antichità Giudaiche libro XVIII, 90 e successivi) con le legioni romane.


Contemporaneamente molti importanti Ebrei con il senso della realtà', all'interno di Gerusalemme si riorganizzavano o tradivano, questo fu mistificato con la figura evangelica di Giuda, negando il loro appoggio a colui che attraverso una rivolta ne era diventato re, senza l'autorizzazione del potere romano, consigliati dal valido pragmatismo del sommo sacerdote Caifa, "«E' meglio che un uomo solo muoia per il popolo». (vangelo di Giovanni 18,14)


Si comprende benissimo che in questa circostanza non ci fu alcun processo formale, ma solo uno sviluppo di fatti, il cui evolversi dipendeva dai rapporti di forza delle parti in causa e non da una procedura processuale codificata e obbligatoria, caratteristica dei processi di quel tempo in Gerusalemme.

L'evangelista Marco o chi per lui, ha probabilmente stravolto il ricordo, o una produzione scritta di quegli eventi per riadattarli alla descrizione di un processo inventato, fantasioso tale da renderlo impossibile se calato o confrontato con una realtà giuridica processuale obbligatoria di quel tempo. Tutto questo per dare storicità alla precedente gnosi visionaria e irreale di un certo Paolo di Tarso o chi per lui.

Sempre la descrizione del falso processo, dell'inventato Gesù di Nazareth fatta dell'evangelista Marco, diventa fortemente realistica, qualora riguardasse il personaggio appartenente al movimento sedizioso di Giuda il Galileo, (Matteo 26,69 così dice:"Anche tu eri con Gesù, il Galileo!") successivamente censurato dalla storia; che pragmaticamente si convinse che patteggiando la sua resa, consegnandosi all'autorità ebraica in precedenza esautorata, rimaneva la situazione migliore in quel momento, e si sacrificò per tanti, arrivarono quindi ad arrestarlo, le guardie del tempio.

E poi continuarono, in questo caso giustificati dalla logica, gli eventi riportati dall'evangelista senza però il processo davanti al Sinedrio e a Ponzio Pilato, (ho osservato che l'intero Testimonium Flavianum è un falso dimostrabile attraverso uno scritto di Tacito e la falsificata cronologia degli eventi individuabile nei versi in Giuseppe Flavio- Antichità Giudaiche libro XVIII, da 53 a 90) gli esiti finali furono oggetto di accodi tra Vitellio (Giuseppe Flavio- Antichità Giudaiche- libro XVIII, 90 e seguenti) i nuovi capi Ebrei, con la crocifissione del re, da tanti creduto il messia Ebreo poi invece abbandonato dal destino. Ancora una volta, Roma aveva vinto, come già aveva fatto pochi mesi prima contro i Parti, mostrando solo il potenziale bellico delle sue Legioni. Un insignificante scritto di Tacito evidenzia le sue successive interpolazioni e quelle degli scritti di Giuseppe Flavio.

Io sono dell'idea che in questa occasione si mercanteggiò solo sul re divenuto tale senza il consenso di Roma e non sui suoi seguaci.

Resta da sottolineare che non ci fu nessuna guerra e che quindi il re sconfitto non fu portato al seguito di un trionfo a Roma come invece fu
di Simone bar Ghiora con Tito e poi decapitato. In questo caso il re destituito venne subito crocifisso. non c'era stato la gloria della vittoria in battaglia per il console romano Lucio Vitellio.




CITAZIONE
Il Sig. Baphonet scrive:

UN MESSIA CHE VENNE CROCIFISSO SOTTO A PILATO ASSIEME I SUOI SEGUACI ė secondo voi STORICO?

Per me fino a quando non mi portate queste fonti storiche ATTENDIBILI,rimangono sempre fantasie.
Come ė fantasioso la teoria di chi l'ha inventata e che sostiene che soltanto un discendente di Giuda il Galileo poteva essere quel aspirante re che nei vangeli viene chiamato Gesù.
Perchė se non discendeva dalla stirpe di Giuda il Galileo, un persona non poteva essere un aspirante Messia?

Tutte balle, esistono nelle opere di Giuseppe Flavio altri numerosi sedicenti Messia, che non discendevano affatto da Giuda il Galileo e che annullano in automatico la teoria dell'arpiola.

Molto probabilmente iniziò la rivolta sotto Ponzio Pilato ma fini crocifisso dal console Romano Lucio Vitellio.

Quando il presunto messia prese Gerusalemme attraverso una sedizione il procuratore romano Ponzio Pilato si trovava a Cesarea Marittima e con le sue corti non era in grado di riconquistare Gerusalemme ci volevano le legioni del console romano Lucio Vitellio.

Soltanto un discendente di Giuda il Galileo poteva essere quel aspirante re che nei vangeli viene chiamato Gesù perchè Giuseppe ha scritto le sue opere storiche, che bisogna studiarle molto bene per poterle interpretare dopo le probabili censure e effettive interpolazioni.


Un caro saluto.

CITAZIONE
Il Sig. Barionu scrive:

UN MASHIACH VENNE CROCIFISSO ,

E TUTTI I SUOI SEGUACI ,


PIETRO E GLI APOSTOLI SONO TUTTE INVENZIONI .

Concordo, però i suoi seguaci finchè erano in vita continuarono la lotta, probabilmente con ordine dinastico, contro i Romani e finirono molto male, tutti annientati quasi sicuramente fino alla fine della prima guerra giudaica.

Un caro saluto.
 
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Giovanni Dalla Teva
CAT_IMG Posted on 29/10/2018, 09:14




CITAZIONE
CITAZIONE (Baphomet @ 30/9/2018, 11:03)
CITAZIONE (Giovanni Dalla Teva @ 30/9/2018, 08:22)
•IL presunto Messia un appartenente alla IV filosofia fondata da Giuda il Galileo, capo degli insorti, con i suoi sostenitori, entrava trionfalmente a Gerusalemme -- molto probabilmente durante la festa delle Capanne del 35 d.c.,facendosi proclamare Re dei Giudei, occupava il tempio e il popolo lo riconosceva come “Salvatore”,
•Tutto questo avallato dall'esistenza della Lex Julia maiestatis.

In quale libro di Storia emerge ciò?

E la fonte please😒

,(Giuseppe Flavio- Antichità Giudaiche libro XVIII, 90 e successivi)


Intanto Vitellio giunse in Giudea e salì a Gerusalemme dove i Giudei stavano celebrando la loro festa tradizionale chiamata Pasqua. Accolto con sommi onori, Vitellio rilasciò in perpetuo agli abitanti della città tutte le tasse sulla vendita di prodotti agricoli, e acconsenti che l'abito del sommo pontefice, e con esso tutti i suoi arredi, fossero custoditi dai sacerdoti nel tempio, come era già stato un privilegio anche prima.

Ebbene, prima che Lucio Vitelio, Luogotenente, dell'imperatore Tiberio, con pieni poteri su tutto l’Oriente, entrasse in Gerusalemme, dopo aver percorso con le sue legioni circa 600 km a sud di Antiochia, mentre era in atto una crisi col regno dei Parti, ci furono delle trattative più o meno formali.

All'interno di Gerusalemme si trovava un re, che ormai aveva perso il suo potere, perché alcune persone importanti Ebree, gli avevano tolto l'appoggio politico sconvolte dall'arrivo delle legioni di Vitellio. Tutto questo documentato dalle parole del sommo sacerdote Caifa "«E' meglio che un uomo solo muoia per il popolo». (vangelo di Giovanni 18,14).

In poche parole, ci fu una proposta di accordo, da parte del console Lucio Vitellio che i nuovi capi Giudei di Gerusalemme, molto probabilmente i sommi sacerdoti Anna e Caifa, non potevano rifiutare.

Un fac-simile di tale proposta, poteva essere come quella prospettata dal grande storico Emilio Salsi nel suo libro "Giovanni il Nazireo detto Gesù Cristo e i suoi fratelli" a pag. 190:

"«In cambio della resa della città, con la sua sottomissione a Cesare, e della consegna dell'usurpatore che, illegittimamente, si è auto proclamato Re dei Giudei e Signore di territori di proprietà di Roma, io, Lucio Vitellio, Legato Plenipotenziario dell'Imperatore Tiberio sulla Provincia di Siria e tutto l'Oriente, garantisco che voi, Giudei, potrete continuare a godere tranquillamente dei vostri beni senza essere puniti per aver osannato un monarca abusivo; mi impegno, inoltre, a prosciogliere tutti voi, in perpetuo, dall'obbligo di versare i tributi sulla vendita di ogni prodotto agricolo.
Inoltre vi concedo che l'abito del Sommo Pontefice, e con esso i suoi arredi, siano custoditi dai sacerdoti nel tempio.
Nel caso il patto venga respinto, anziché piegarvi alle parole di clemenza e alle offerte di pace, voi Giudei sperimenterete la spietatezza delle armi poiché ordinerò ai miei soldati di mettere a ferro e fuoco la città, distruggendola, e riducendone gli abitanti in schiavitù. Se entro.............. , in pace, non aprirete le porte delle mura, Gerusalemme sarà espugnata » "

Resta da sottolineare la gravità della situazione, per l'ordine dell'impero, che si era creata a Gerusalemme con l'insurrezione zelota, e la presa del potere del Galileo, concomitante alla carestia, successivamente falsificata da chi aveva intersesse a farlo per favorire la nuova religione.

Un problema talmente preoccupante per il potere romano, tale da giustificare la perdita del tributo sulla vendita di ogni prodotto agricolo; ricordando che quasi contemporaneamente un privilegio simile veniva negato con le armi al popolo lì vicino dei Ceti, come Tacito afferma negli Annali, libro VI,41:"
"Nello stesso periodo di tempo, la gente dei Cieti, soggetta ad Archelao di Cappadocia, perché si vedeva obbligata a denunciare i patrimoni secondo il sistema romano e a pagare le tasse, si ritirò sul gioghi della catena del Tauro, sentendosi protetta dalla natura dei luoghi contro le imbelli milizie del re; finché il legato M. Trebellio, mandato con quattromila legionari e scelte milizie ausiliarie da Vitellio governatore della Siria, circondò con opere d'assedio due colli su cui i barbari si erano insediati, il minore dei quali aveva nome Cadra, l'altro Davara. I nemici che osarono fare una sortita furono costretti alla resa con le armi, gli altri con la sete."
 
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CAT_IMG Posted on 29/10/2018, 17:15
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L'invisibile e l'inesistente si somigliano molto. (Delos B. McKown, The Mythmaker's Magic)

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Cito dal primo post di questo thread:


Significativamente, Tacito non rileva alcun disordine nel periodo tra la morte di Erode e la proposta di Gaio di profanare il Tempio. In effetti, Tacito afferma specificamente ‘sub Tiberio quies’: ‘sotto Tiberio tutto era calmo’.




Come Giovanni Dalla Teva possa dire :

CITAZIONE (Giovanni Dalla Teva @ 29/10/2018, 08:58) 
Molto probabilmente iniziò la rivolta sotto Ponzio Pilato ma fini crocifisso dal console Romano Lucio Vitellio.

..è, come si dice tra gli angli, “completamente al di là di me”.
 
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Giovanni Dalla Teva
CAT_IMG Posted on 29/10/2018, 21:08




CITAZIONE
Il Sig. Haviland Tuf scrive:
Significativamente, Tacito non rileva alcun disordine nel periodo tra la morte di Erode e la proposta di Gaio di profanare il Tempio. In effetti, Tacito afferma specificamente ‘sub Tiberio quies’: ‘sotto Tiberio tutto era calmo’.

IL BUCO STORICO di Angelo Filipponi
Il silenzio degli storici



C’è un buco storico nella Storia Romana, che riguarda un tempo, breve, di circa quattro anni: riguarda il periodo che precede il regno di Gaio Caligola (37-41): non c’è illuminazione diretta degli storici ufficiali per gli anni 32-35 e c’è penombra per il 31 e per il 36-37.

Inoltre è strano che di Annales di Tacito manchi proprio tutto il regno di Gaio Caligola, oltre ai primi sei anni di Claudio.

Perciò c’è quasi un quindicennio, non ben illuminato o meglio lasciato come in ombra, volutamente: ma chi aveva un interesse a non fare conoscere bene questo periodo?

E’ ancor più strano che l’oscurità riguardi la provincia di Siria e la sotto provincia di Giudea, abbandonate a se stesse, dopo la morte di Elio Seiano, il potente capo pretoriano tiberiano, il 18 ottobre del 31, poi mediocremente illuminate intorno al 36-7 fino alla morte di Caligola.


C’è un vuoto di potere in Oriente, che Tiberio non colma, perché impegnato nella repressione dei congiurati, seguaci del ministro ucciso: forse si stabilì (quando? e da chi? e perché?) di non far conoscere i fatti accaduti proprio per mancanza di potere romano, perché la storia che noi conosciamo di Gesù Cristo Signore fu del tutto diversa da come accadde?

Forse quanto rimasto di Tacito sull’impresa di Lucio Vitellio aumenta il mistero sulla condotta di Artabano e sui suoi alleati, specie Monobazo ed Izate di Adiabene, mentre se ci fosse stato il seguito, avremmo chiarito molti dubbi sull’antisemitismo di Seiano, sulla repressione di Tiberio e sul comportamento di Pilato, conosciuti superficialmente tramite Filone (in modo lacunoso) e tramite Giuseppe Flavio (vistosamente interpolato ed adattato specie nella seconda decade di Antichità Giudaiche e precisamente in parti essenziali del XVIII, XIX e XX)!?

Anche le fonti giudaiche sono equivoche perché si rifanno a situazioni note e a problemi conosciuti e quindi possono essere facilmente fraintese.

Non essendoci fatti certi e non conoscendosi effettivamente la politica antigiudaica di Seiano, si fanno congetture ed ipotesi, ( (Cfr. Un prefetto Tiberiano, www.angelofilipponi.com ) per cui viene fraintesa anche la successiva politica di Gaio Caligola.

E’ facile, quindi, trovare nella pazzia dell’imperatore la spiegazione (semplicistica) di tante sofferenze ebraiche, del pogrom alessandrino(cfr. Una strage di Giudei in epoca caligoliana, E.Book Narcissus, Ottobre 2011) e di ogni male romano nell’epoca e vedere nella pronoia divina la soluzione di ogni problema, seppure parziale e momentanea, considerato il giudizio negativo su Claudio e poi su Nerone, di una storiografia giudaica e flavio-antonina.

La figura, comunque, del re di Giudea Giulio Erode Agrippa (37-41 a.C., tetrarca d’Iturea e di Galilea-Perea sotto Caligola e, poi. re di tutta la IOUDAEA, sotto Claudio), ben conosciuta grazie ai dettagli di Giuseppe Flavio (Ant. Giud., XVIII,143-309, XIX, 236-359 ) e di Filone In Flaccum 24-40; Legatio ad Gaium 261-337), nota da altri storici latini e greci, permette di intravvedere qualcosa del periodo precaligoliano e caligoliano.

La persecuzione di Tiberio (Seiano), di Caligola, di Claudio (pur dopo la ricostituzione del politeuma giudaico alessandrino e degli statuti giudaici in tutto l’ecumene ) è solo testimonianza ebraica: pochi cenni dell’odio di Caligola per i giudei sono in Svetonio (Caligola), nelle Storie di Tacito (V,9: dein iussi a C. Caesare effigiem eius in templo locare arma potius sumpsere quem motum Caesaris mors diremit), nel (lacunoso) LIX libro delle Storie di Dione Cassio .

Per il resto c’è un buco in Annales di Tacito (mancano i libri VII-XI, il V è frammentario, il VI mutilo), e nell’opera di Plinio il Vecchio (non ci sono due libri di De vita Pomponii Secundi, i venti libri Bellorum Germaniae e i trentuno libri di A fine Aufidii Bassi), che doveva essere ben informato, date le testimonianze puntuali di Storia Naturale.

Inoltre non ci sono state tramandate le Memorie di Agrippina Minor, anch’esse ricordate da Plinio il Vecchio (St. Nat., VIII,46) e parti di Storia romana (Libri 24) di Appiano Alessandrino (XVIII-XXI Storia egizia e XXII Hecatontaetia) in cui si poteva conoscere la situazione giudaico-alessandrina da parte di un procuratore imperiale, di stirpe alessandrina, di epoca antonina.

Lavorare su un buco così profondo ha comportato una ricostruzione incerta, comunque probabile, possibile, tanto meno precisa ed attendibile, però, quanto più marcato è il buio delle fonti, anche se squarciato da ricordi di Seneca e di altri (specie i satirici) che vedono in Tiberio, il sadico pervertito, il despota nauseato dalla politica, in Caligola il pazzo, in Claudio il servo dei servi, il rimbambito per natura e per le donne, in Nerone l’istrione e il megalomane, in una condanna di tutta la famiglia Giulio-claudia.

Inoltre chi poteva essere meglio informato di Lucio Vitellio, vincitore di Artabano III (scrittore di De Vitellii Commentariis) sul Regno di Jehoshua?


Vitellio aveva dettato l’ultimatum a Gerusalemme, aveva voluto che la città stessa consegnasse il suo maran/re aramaico! Lo scritto esiste ancora nel II secolo d.C.

Tertulliano in De Anima, 46,7 parla della esistenza di questo scritto di Vitellio. Ma è autentica questa citazione?

Che fine ha fatto poi il De Vitellii Commentariis?: nessuno ne ha più parlato.


Per me il buco non è un caso, ma è opera di una sapiente, lenta e progressiva cesura da parte di uomini tesi a cancellare la figura umana del Christos, la sua vera storia, la sua biografia.

I tagli su questo periodo sono quelli di un potatore esperto, di epoca costantiniana, che vuol fare fruttificare l’albero della storia, in un unico senso: sono, davvero, tagli provvidenziali per una storia teleologica cristiana, basata su un Gesù logos, figlio di Dio: è chiaro che senza il radicamentio in Dio non esiste storia umana di Gesù e che la sua figura è sbiadita, strana, esangue, insomma risulta un’immagine riflessa.

L’ipotesi del malkuth di Jehoshua mi sembra che colmi il vuoto e spieghi la condotta, strana di Tiberio verso la Siria, a detta di Svetonio (Tiberio,41 … lasciò la Spagna e la Siria senza legati consolari con grande vergogna e grande pericolo dell’impero, si disinteressò completamente del fatto che l’Armenia venisse occupata dai parti … ).

Flavio (Ant.Giud.,XVIII, 88-126) può essere facilmente integrato anche coi pochi dati superstiti di Tacito (in Annales VI,27: tratta di E. Lamia che non partì per la Siria, anche se nominato dopo la morte di Pomponio Flacco, nel 33, e dopo l’occupazione dell’Armenia da parte di Monobazo, re di Adiabene) e con quelli di Cassio Dione (Storie, LVIII,2).

Le ricostruzioni, fatte nel commento del XVIII libro di Antichità Giudaiche di Flavio (sulla spedizione di Lucio Vitellio, governatore di Siria, inviato da Tiberio nel 35 d.C. con un mandato antipartico ed antinabateo e sulle sue due entrate in Gerusalemme collegate con le notizie di Tacito e Dione) e in quello di In Flaccum e di Legatio ad Gaium di Filone (in relazione alla struttura di tutta la l’opera comprendente cinque libri, dal titolo, secondo Eusebio-St. Eccles.II,6-7 – Peri aretoon) mi confortano in questa ipotesi del malkuth, in attesa di ritrovamenti probanti archeologici o epigrafici o numismatici.

Edited by barionu - 30/10/2018, 12:30
 
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Giovanni Dalla Teva
CAT_IMG Posted on 30/10/2018, 09:07




CITAZIONE
Il Sig. Haviland Tuf scrive:
Come Giovanni Dalla Teva possa dire :

CITAZIONE (Giovanni Dalla Teva @ 29/10/2018, 08:58)
Molto probabilmente iniziò la rivolta sotto Ponzio Pilato ma fini crocifisso dal console Romano Lucio Vitellio.

..è, come si dice tra gli angli, “completamente al di là di me”.

Quando uno non vuol vedere l'evidenza gira il capo da un'altra parte. libero di farlo.

Da Storie di Tacito; volume secondo edizione Bur; commento di Luciano Lenaz, traduzione di Felice Dessì; testo latino a fronte; pag.806 nota 7:
"Sub Tiberio ...... diremit: Tiberio fu al potere dal 14 al 37 d. C.. La tranquillità in Giudea non fu peraltro totale, specie sutto la prefettura di Ponzio Pilato ( 26 - 36 d. C. )"
 
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CAT_IMG Posted on 30/10/2018, 17:14
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L'invisibile e l'inesistente si somigliano molto. (Delos B. McKown, The Mythmaker's Magic)

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tsk, tsk. Non hai letto bene l'articolo del primo post. E il fatto stesso che tu (o Filipponi) ti inventi un “buco storico” dimostra che sei perfettamente conscio del “problema” ma solo a patto di essere vittima di assunzioni storiciste (relativamente a Gesù).

In realtà, ti do una bella notizia:

il “buco storico” in Tacito esiste e qualunque storico imparziale lo realizza.

Ma ecco la sua spiegazione, e scommettei un milione di euro che ti deluderà (con mie grasse risate :D ) :


Un simile misterioso vuoto si trova negli Annali di Tacito. Il testo degli Annali sopravvive solo in due tradizioni manoscritte, una contenente la prima metà, l'altra la seconda metà, con una sezione intermedia mancante —e quindi la sua perdita è spiegabile. Ma c'è un'altra lacuna nel testo che è più difficile da spiegare: due anni interi dalla metà del 29 E.C. alla metà del 31. Che la lacuna sia così precisa e copre esattamente anche quei due anni è troppo improbabile per ipotizzare una coincidenza casuale. L'anno 30 fu considerato da molti primi cristiani come l'anno del ministero e della crocifissione di Cristo (vedi Elemento 7). Robert Drews analizzò tutte le lacune negli Annali e concluse che questa qui non ha una spiegazione più plausibile di quella per cui i cristiani cancellarono quei due anni per via dell'imbarazzo a causa della sua omissione di ogni menzione di Gesù o di eventi associati (come l'oscurità del mondo riportata nei vangeli sinottici). [Robert Drews, 'The Lacuna in Tacitus' Annales Book Five in the Light of Christian Traditions', American Journal of Ancient History 9 (1984), pag. 112-22.] Tacito fa una digressione sul cristianesimo nella sua copertura dell'anno 64, in una maniera tale da garantire che non ne fece menzione prima (se il passo là è autentico: si veda § 10) — anche se Tacito deve aver discusso sicuramente altri eventi sotto Ponzio Pilato. Così possiamo essere certi che i cristiani non stavano cercando di nascondere qualcosa di imbarazzante detto circa Gesù. Ma l'imbarazzo derivato dal non dire nulla era evidentemente sufficiente per motivare la loro distruzione mirata del testo corrispondente.


(Richard Carrier, On the Historicity of Jesus, Sheffield Phoenix Press, 2014, pag. 303, corsivo originale, mia traduzione)


Ti enfatizzo il finale a caratteri più cubitali, sperando nella tua comprensione del punto:

Così possiamo essere certi che i cristiani non stavano cercando di nascondere qualcosa di imbarazzante detto circa Gesù. Ma l'imbarazzo derivato dal non dire nulla era evidentemente sufficiente per motivare la loro distruzione mirata del testo corrispondente.
 
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Giovanni Dalla Teva
CAT_IMG Posted on 30/10/2018, 19:46




CITAZIONE
Il Sig. Haviland Tuf scrive:
tsk, tsk. Non hai letto bene l'articolo del primo post. E il fatto stesso che tu (o Filipponi) ti inventi un “buco storico” dimostra che sei perfettamente conscio del “problema” ma solo a patto di essere vittima di assunzioni storiciste (relativamente a Gesù).

In realtà, ti do una bella notizia:

il “buco storico” in Tacito esiste e qualunque storico imparziale lo realizza.

Ma ecco la sua spiegazione, e scommettei un milione di euro che ti deluderà (con mie grasse risate :D ) :

Io apprezzo le osservazioni degli altri e le confronto con le mie perchè mi aiutano ad avere un campo di conoscenze più ampio e vario e quindi ricavare delle conclusioni più esatte.

Però il nulla non si nasconde è già di per sé nascosto

Edited by Giovanni Dalla Teva - 30/10/2018, 20:06
 
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CAT_IMG Posted on 30/10/2018, 20:36
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L'invisibile e l'inesistente si somigliano molto. (Delos B. McKown, The Mythmaker's Magic)

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CITAZIONE (Giovanni Dalla Teva @ 30/10/2018, 19:46) 
Però il nulla non si nasconde è già di per sé nascosto

Apprezzo apprezzo. E questo fatto mi rafforza ancora di più nella convinzione che i distruttori cristiani dei capitoli perduti di Tacito erano davvero folli, visto che il semplice SILENZIO circa le imprese del loro eroe era così IMBARAZZANTE da costringerli a queste drastiche misure.
 
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8 replies since 28/10/2018, 17:36   374 views
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