«Chi ne vol più se ne peschi, ché la rete mia è rocta». Poggio Bracciolini e le scoperte dei codici latini al tempo del Concilio di Costanza (ep. 654* a Francesco Barbaro)
www.jstor.org/stable/26501973?read...an_tab_contents
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1 POGGIO BRACCIOLINI © ISTITUTO ITALIANO EDIZIONI ATLAS – EPISTOLA
Un caso fortunato per lui1, e soprattutto per noi, volle che, mentre ero ozioso a Costanza2, mi venisse
il desiderio di andar a visitare il luogo dove egli era tenuto recluso3. V’è infatti, vicino a quella
città, il monastero di San Gallo, a circa venti miglia.
Perciò mi recai là per distrarmi, ed insieme per
vedere i libri di cui si diceva vi fosse un gran numero. Ivi, in mezzo a una gran massa di codici che
sarebbe lungo enumerare, ho trovato Quintiliano ancora salvo ed incolume4, ancorché tutto pieno
di muffa e di polvere.
Quei libri infatti non stavano nella biblioteca, come richiedeva la loro dignità,
ma quasi in un tristissimo ed oscuro carcere, nel fondo di una torre, in cui non si caccerebbero neppure
dei condannati a morte5.
Ed io son certo che chi per amore dei padri andasse esplorando con
cura gli ergastoli6 in cui questi grandi son chiusi, troverebbe che una sorte uguale è capitata a molti
dei quali ormai si dispera.
Trovai inoltre i tre primi libri e metà del quarto delle Argonautiche di Caio Valerio Flacco7, ed i
commenti a otto orazioni di Cicerone, di Quinto Asconio Pediano8, uomo eloquentissimo, opera ricordata
dallo stesso Quintiliano.
Questi libri ho copiato io stesso9, ed anche in fretta, per mandarli
a Leonardo Bruni e a Niccolò Niccoli10, che, avendo saputo da me la scoperta di questo tesoro, insistentemente
mi sollecitarono per lettera a mandar loro al più presto Quintiliano.
Accogli, dolcissimoGuarino11, ciò che può darti un uomo a te tanto devoto. Vorrei poterti anche mandare il libro,
ma dovevo contentare il nostro Leonardo12. Comunque sai dov’è, e se desideri averlo, e credo che
lo vorrai molto presto, facilmente potrai ottenerlo13. Addio e voglimi bene, ché l’affetto è ricambiato.
Costanza, 15 dicembre 1416.
da Prosatori latini del Quattrocento, a cura di E. Garin, Ricciardi, Milano-Napoli, 1952
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1. lui: Quintiliano (I sec. d.C.), maestro latino di retorica e
pedagogia. Si noti come Poggio Bracciolini presenti i codici
come personificazioni dei loro autori: è questa una caratteristica
dell’età umanistico-rinascimentale, che identifica la lettura
delle opere con un dialogo con scrittori non più viventi.
2. Costanza: città della Germania, dove fra il 1414 e il 1418
si svolge un concilio di eruditi umanisti cui partecipa anche
Bracciolini.
3. era tenuto recluso: Bracciolini usa la metafora del “carcere”
e della “reclusione” per rappresentare lo stato di oblio
e trascuratezza in cui si trovava l’opera di Quintiliano prima
della sua scoperta.
4. ho trovato... incolume: l’insistenza sull’identificazione
fra opera e autore, oltre a manifestare l’amore per i testi antichi
tipica degli Umanisti, sottintende un tema destinato a
grande sviluppo nell’epoca e in futuro. L’osservazione di
Bracciolini implica infatti il concetto secondo cui l’opera
d’arte ha anche la funzione di eternare nel mondo terreno il
suo autore.
5. Quei libri... a morte: il passo esprime in modo evidente
il rapporto dell’autore con i classici: benché i loro testi siano
stati salvati nei monasteri e dai copisti, il fatto che essi vi
giacciano abbandonati suscita in lui profonda indignazione.
6. ergastoli: propriamente, sono gli edifici sotterranei in
cui erano detenuti per lavori forzati gli schiavi romani.
7. Caio Valerio Flacco: poeta latino, contemporaneo di
Quintiliano; le Argonautiche sono un celebre poema classico,
rimasto incompiuto, sulle imprese degli Argonauti guidati
dal mitico eroe Giasone.
8. Quinto Asconio Pediano: erudito padovano, anch’egli
contemporaneo di Quintiliano.
9. Questi libri... io stesso: prima che le opere venissero
diffuse con la stampa tipografica, l’unico modo per riprodurle
richiedeva, evidentemente, una trascrizione manoscritta.
10. Leonardo Bruni… Niccolò Niccoli: illustri umanisti,
amici di Poggio Bracciolini.
11. Guarino: destinatario della lettera, Guarino Veronese
– così era detto Guarino de’ Guarini (1374-1460) – aveva
creato a Ferrara un noto centro di studi umanistici.
12. Leonardo: Leonardo Bruni.
13. facilmente... ottenerlo: l’autore allude alla possibilità
di ottenere da lui copia del testo di Quintiliano scoperto
nel convento di San Gallo e trascritto a mano.
La riscoperta di antichi codici
nel monastero di San Gallo Poggio Bracciolini
Il 15 dicembre 1416, Poggio Bracciolini invia da Costanza una Epistola – rimasta celebre per la sua esemplarità
– all’amico Guarino de’ Guarini (o Guarino Veronese) per annunciare il ritrovamento, presso il monastero
di San Gallo, dell’Institutio oratoria (“La formazione dell’oratore”) del grande retore latino Quintiliano
(I secolo d.C.) e di altri antichi codici classici.
Se ne riporta la parte finale, tradotta dal latino.
Edited by barionu - 14/12/2022, 19:13