| www.lindro.it/alla-scoperta-delle-ter-re-ra-re/VENERDÌ, FEBBRAIO 28 Cerca… FacebookTwitterGoogle+Linkedin L'Indro Home Cultura & Società Politica Economia Gli Speciali de ‘L’Indro’ VIP Edition Speciale Libia Venezuela di Maduro Turchia di Erdogan Corea Vs USA Mondi di canapa Brasile 2018 Speciale #EDD19 TI TROVI QUI:Home»Economia»Alla scoperta delle terre rare
Alla scoperta delle terre rare Ecco cosa sono le terre rare, in quali campi vengono utilizzate e chi sono i maggiori produttori e consumatori DI D. L. SU 28 MAGGIO 2019 19:30ECONOMIA, ECONOMIA - ESTERI, ECONOMIA – ESTERI – NEWS
La scorsa settimana, mentre in Italia ed in tutta Europa l’attenzione era rivolta completamente al voto continentale per il rinnovo del Parlamento Europeo, la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina proseguiva senza colpo ferire e dalle sanzioni economiche scivolava su un altro terreno di scontro, forse decisivo: le terre rare.
Le relazioni tra Pechino e Washington sono diventate nuovamente tese all’inizio di questo mese dopo un periodo in cui, invece, cresceva la fiducia verso il raggiungimento di un accordo commerciale tra i due Paesi. Durante i primi giorni di maggio, a margine dell’undicesimo incontro tra la delegazione economica cinese e quella statunitense, il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump ha messo pressione al Governo cinese minacciando un rialzo dal 10 al 25% su 200 miliardi di dollari di importazioni dalla Cina, qualora non si fosse giunti ad un’intesa entro il 10 maggio. L’accordo non si è concretizzato e, puntualmente, sono scattate le nuove sanzioni. La risposta cinese non si è fatta attendere: tre giorni dopo, infatti, Pechino ha annunciato che dal primo giugno aumenterà le tariffe su circa 60 miliardi di dollari di importazioni americane.
Anche sul fronte Huawei si sono smosse le acque. Nei giorni scorsi Google ha prospettato di sospendere le attività con il colosso cinese delle telecomunicazioni – che l’Amministrazione Trump ha messo al bando per motivi di sicurezza nazionale – il che significa che Huawei dovrebbe perdere l’accesso agli aggiornamenti di Android, il sistema operativo dell’azienda informatica americana. Insieme a Google, anche altre aziende statunitensi produttrici di chip e microchip, come Broadcom, Intel, Qualcomm e Xilinx, hanno interrotto i loro rapporti con Huawei.
Queste manovre, però, se da una parte sembrano mettere Huawei e Pechino all’angolo, dall’altra, hanno spinto il Presidente cinese, Xi Jinping, ad alzare il tiro e spostare lo scontro sulle terre rare: un campo che potrebbe – almeno sul breve periodo – far pendere la bilancia a favore del Dragone Rosso.
Che la Cina si stia muovendo in questo senso si è capito dalle parole del ‘Global Times’, quotidiano online in lingue inglese, voce del Partito Comunista Cinese (PCC), che, in un editoriale del 16 maggio scorso, ha così delineato la sua strategia: «la guerra commerciale sta spingendo la Cina a riconsiderare la sua strategia sulle terre rare». Non a caso, qualche giorno dopo, precisamente lunedì 22 maggio, Xi è volato a Ganzhou, nella provincia orientale dello Jiangxi, per osservare da vicino le operazioni della JL Mag Rare-Earth Co., Ltd, azienda leader a livello internazionale nei processi di produzione e sviluppo delle terre rare.
COSA SONO LE TERRE RARE?
Le REEs (Rare Earth Elements), o terre rare, sono degli elementi chimici presenti nella crosta terrestre, con proprietà fisiche e chimiche uniche, diventati vitali per una vasta gamma di industrie che hanno a che fare con le più moderne e sofisticate tecnologie.
Smartphone, computer, diodi a emissione di luce (LED), televisori, monitor, generatori di turbine eoliche, batterie di veicoli ibridi ed elettrici, sono solo alcuni degli esempi di prodotti in cui sono presenti i REEs, il cui utilizzo, dunque, spazia in molti settori, dall’assistenza sanitaria ai trasporti, dalle reti di comunicazione all’energia rinnovabile. Ma gli elementi delle terre rare rivestono anche un ruolo importante nel campo della Difesa, poiché sono componenti essenziali per motori a reazione, sistemi di guida missilistica, sistemi di difesa antimissile, satelliti e sistemi di comunicazione.
Gli elementi delle terre rare sono in totale 17 e comprendono scandio, ittrio e i 15 elementi di lantanidi (o lantanoidi). Vediamo, dunque, quali sono, il loro simbolo ed il loro numero atomico:
scandio (Sc, 21);
ittrio (Y, 39);
lantanio (La, 57)
cerio (Ce, 58);
praseodimio (Pr, 59);
neodimio (Nd, 60)
promezio (Pm, 61);
samario (Sm, 62);
europio (Eu, 63);
gadolinio (Do, 64)
terbio (Tb, 65);
disprosio (Dy, 66);
olmio (Ho, 67)
erbio (Er, 68);
tulio (Tm, 69);
itterbio (Yb, 70);
iutezio (Lu, 71).
Questi, poi, sono tradizionalmente suddivisi in due gruppi in base al loro peso atomico: dal lantanio al gadolinio sono raggruppati come ‘elementi leggeri’ (LREE), mentre dal terbio al lutezio come ‘elementi pesanti’ (HREE). L’ittrio, pur essendo atomicamente leggero, è incluso nel gruppo HREE perché ne condivide le proprietà chimiche e fisiche comuni.
I loro usi pratici dipendono spesso dalle loro diverse proprietà fisiche – specifiche per ogni elemento – che dipendono a loro volta dalla loro struttura atomica e anche dalle dimensioni.
Sebbene le REEs -che si trovano principalmente nella carbonatiti, cioè in rocce ignee (o magmatiche) o ignee alcaline – vengano utilizzati in maniera ridotta nella composizione dei prodotti in cui vengono assimilati, la loro presenza è fondamentale, dato che senza anche quella minima parte i dispositivi sarebbero meno performanti o, addirittura, non funzionerebbero.
QUANDO SONO STATE SCOPERTE LE TERRE RARE?
La prima descrizione di un minerale contenente terre rare venne pubblicata nel 1788, l’anno dopo che il tenente dell’Esercito svedese, Carl Axel Arrhenius, ebbe scoperto un minerale nero in una piccola cava a Ytterby, una cittadina vicino a Stoccolma: da quel minerale, che era in realtà una miscela di terre rare, fu isolato per la prima volta il cerio nel 1803.
Fu solo nel 1839 che Carl Gustav Mosander, chirurgo, chimico e mineralista svedese, dimostrò che le terre isolate dai minerali non erano elementi, ma miscele di ossidi elementari. Fu, infatti, proprio analizzando un composto di cerio che Mosander scoprì il lantanio. Lo studioso svedese, allora, proseguì su questa fruttuosa strada e arrivò, nel 1843, ad individuare l’erbio, il terbio e il didimio. Qualche anno più tardi, nel 1885, il chimico austriaco, Carl Auer von Welsbach, scoprì che il didimio era in realtà una miscela di due elementi: il neodimio e il praseodimio.
Il successivo isolamento di tutte le singole terre rare in forma elementale è avvenuto tramite un lungo processo culminato nel 1947, quando il promezio venne separato dai prodotti di fissione dell’uranio.
LE TERRE RARE NON SONO POI COSÌ RARE
A discapito del nome con cui vengono identificate, le terre rare non sono particolarmente rare. Come spiega la Geological Society of London, in termini di percentuale nella crosta continentale terrestre, il cerio è il più abbondante, con 43 parti per milione (ppm), seguito da lantanio (20 ppm) e neodimio (20 ppm), mentre l’elemento delle terre rare più raro è il tulio (0,28 ppm), ad eccezione del promezio, praticamente assente a causa della sua radioattività. La loro abbondanza, dunque, è paragonabile ad altri elementi importanti come il litio (17 ppm), il rame (27 ppm), lo stagno (1,7 ppm) e l’uranio (1,3 ppm) e addirittura superiore all’oro (0,005 ppm)
La ragione della confusione terminologica deriva in parte dalla reattività degli elementi, che rende difficile isolarli in forma pura, e dalla somiglianza delle loro proprietà chimiche, che rende faticoso separarli gli uni dagli altri.
DOVE SI TROVANO
Le principali riserve di terre rare si trovano in: Cina, Russia, Stati Uniti, Australia, Brasile, India, Malesia, Tailandia, Vietnam, Canada e Sudafrica. La Cina possiede il 37% delle riserve mondiali di terre rare, seguono Brasile e Vietnam (18%), Russia (15%), mentre il restante 12% si trova negli altri Paesi.
Bayan Obo, nella Mongolia Interna, regione della Cina settentrionale, è il giacimento di terre rare più grande del mondo. Costituito da tre corpi minerari principali si estende in lunghezza per 18 km, Bayan Obo costituisce il 50% della produzione di terre rare cinesi, mentre l’intera regione, la Mongolia Interna al 70-80%. Altri depositi più piccoli si trovano nelle province Shandong, Sichuan, Jiangxi e Guangdong.
Altri importanti siti REEs si trovano in India occidentale, in Australia occidentale, nella penisola di Kola, in Russia, e nella provincia di Capo Occidentale, in Sudafrica.
PRODUTTORI E CONSUMATORI
Prima della metà degli anni ’60 i principali produttori di terre rare erano Brasile, India e Sudafrica, ma furono poi soppiantati dagli Stati Uniti che, grazie alle riserve della miniera di Mountain Pass, nel sud-est della California, detennero lo scettro come più grande Paese produttore ed esportare di REEs fino agli inizi degli anni ’90.
Negli anni 2000, però, gli USA dovettero cedere il primato alla Cina, che aveva iniziato ad estrarre e ‘separare’ (lavorare) terre rare già negli anni ’80. Un primato che Pechino detiene ancora oggi dopo aver, gradualmente, monopolizzato la produzione globale di questi elementi: al 2011 la produzione cinese di terre rare si attestava al 95%. Come riportato nel report stilato nell’aprile scorso dall’U.S. Geological Survey, tra il 2011 e il 2017, la Cina ha prodotto circa l’84% delle terre rare del mondo, seguita dall’Australia con circa l’8% della produzione.
La Cina ha costruito la sua leadership nel settore favorita anche da una richiesta di terre rare che si è impennata col tempo e col progredire della tecnologia. Se tra gli anni ’90 e primi del 2000, infatti, Pechino ha svenduto i suoi minerali a prezzi bassissimi, facendo crollare praticamente la concorrenza che non poteva competere, una volta detenuto il monopolio della produzione di REEs, ha aumentato i prezzi fino al 500%. L’incessante e incalzante dominio della Cina ha portato, nel 2002, alla chiusura della miniera di Mountain Pass, la quale è stata riaperta solamente dieci anni dopo, nel 2012, per poi chiudere nel 2015 per bancarotta della società mineraria che la gestiva, la Molycorp, ed essere nuovamente riattivata nel 2018 dalla MP Materials.
I principali consumatori di terre rare sono Stati Uniti, Giappone e, ovviamente, Cina, la quale detiene il primato anche in questa classifica. Una disputa tra Giappone e Cina, con questa che bloccò temporaneamente le esportazioni di terre rare verso Tokyo nel 2010, rese per la prima volta evidente quanto siano importanti questi elementi e, al contempo, quanto sia pericoloso che una sola Nazione ne detenga la maggior parte della produzione.
Come spiega l’autorevole centro di ricerca americano Stratfor, nel 2018, la Cina ha esportato 53.000 tonnellate di elementi di terre rare e importato 41.400 tonnellate.
Proprio la grande domanda cinese ha reso possibile la prevista espansione della struttura di Lynas in Malesia e della miniera di Mount Weld in Australia.
PROBLEMI AMBIENTALI LEGATI ALLA PRODUZIONE DELLE TERRE RARE
La crescente domande di terre rare degli ultimi anni ha sollevato problemi legati all’ambiente e all’impatto che possono avere i processi di lavorazione degli elementi. Per la loro estrazione e raffinazione, infatti, sono richieste grandi quantità di acidi corrosivi e tossine cancerogene. Spesso, i metalli sono intrecciati con materiali radioattivi dal nucleo della terra: materiali che vengono rilasciati e contribuiscono ad inquinare acqua, terra e aria. A causa di questi fattori, è stato calcolato che la lavorazione di una tonnellata di metalli delle terre rare produce circa 2.000 tonnellate di rifiuti tossici.
RICICLO E RIUSO DELLE TERRE RARE
Il problema del riciclo e del riuso delle terre rare è sorto solamente dopo il 2010, dopo l’aumento dei prezzi delle REEs dovuto al blocco delle esportazioni da parte della Cina. Gli elementi delle terre rare non si degradano e, perciò, potrebbero essere riutilizzati come materiale riciclabile, ma solo l’1% dei prodotti finiti viene riciclato. I progressi, però, possono essere fatti nel riciclaggio delle REEs contenute nei magneti, nelle lampade a LED, nelle batterie e nei catalizzatori . Come fanno notare numerosi studi, gli sforzi di riciclaggio sono minimi, perciò ci vorrà troppo tempo affinché si sviluppi una catena di approvvigionamento alternativa concreta.
28MAGGIO CINA GUERRA COMMERCIALE L'INDRO TERRE RARE TRUMP USA XI JINPING L’informazione che non paghi per avere, qualcuno paga perché Ti venga data.
Hai mai trovato qualcuno che ti paga la retta dell’asilo di tuo figlio? O le bollette di gas, luce, telefono? Io no. Chiediti perché c’è, invece, chi ti paga il costo di produzione dell'Informazione che consumi.
Un’informazione che altri pagano perché ti venga data: non è sotto il Tuo controllo, è potenzialmente inquinata, non è tracciata, non è garantita, e, alla fine, non è Informazione, è pubblicità o, peggio, imbonimento.
L’Informazione deve tornare sotto il controllo del Lettore. Pagare il costo di produzione dell’informazione è un Tuo diritto. "L’Indro" vuole che il Lettore si riappropri del diritto di conoscere, del diritto all’informazione, del diritto di pagare l’informazione che consuma.
Pagare il costo di produzione dell’informazione, dobbiamo esserne consapevoli, è un diritto. E’ il solo modo per accedere a informazione di qualità e al controllo diretto della qualità che ci entra dentro.
In molti ti chiedono di donare per sostenerli.
Noi no.
Non ti chiediamo di donare, ti chiediamo di pretendere che i giornalisti di questa testata siano al Tuo servizio, che ti servano Informazione.
Se, come noi, credi che l’informazione che consumiamo è alla base della salute del nostro futuro, allora entra.
Commenti CONDIVIDI.Twitter Facebook Google+ Pinterest LinkedIn Tumblr Email ARTICOLO PRECEDENTE Tech: come la Cina innerva il mondo ARTICOLO SUCCESSIVO Onore delle armi per Di Maio
D. L. ARTICOLI CORRELATI
Membro della famiglia reale del Qatar rimosso da Presidente del club spagnolo Malaga Abdullah bin Nasser Al Thani, membro della famiglia reale del Qatar, è stato rimosso dalla presidenza del club spagnolo Malaga, è accusato di presunte appropriazioni illecite DI GIUSEPPE MANZONI27 FEBBRAIO 2020 14:45
Borsa: canapa, Canada in fortissima risalita, USA in lieve calo Borsino andamento principali titoli canapa industriale DI FRANCESCO TORTORA21 FEBBRAIO 2020 16:30
Argentina, ci risiamo: nuovo default in vista L'Argentina sta cercando di concludere i negoziati sul debito con i creditori entro la fine di marzo. Ma la capacità del Paese di far fronte ai propri debiti si è fortemente deteriorata DI GABRIELLA PERETTO20 FEBBRAIO 2020 17:30
ULTIME USCITE
Coronavirus? notizie come la risacca: arrivano e poi si ritirano DI GIANCARLO GUARINO 28 Febbraio 2020 7:00
USA – Mike Pompeo: un tour africano anti-Cina DI PATRIK KANYUNGA 27 Febbraio 2020 17:30
Quel guaio di nome Burkina Faso: l’inadeguatezza del Governo alla crisi multidimensionale DI GABRIELLA PERETTO 27 Febbraio 2020 15:30
Membro della famiglia reale del Qatar rimosso da Presidente del club spagnolo Malaga DI GIUSEPPE MANZONI 27 Febbraio 2020 14:45
Seguici su Facebook Seguici su Twitter Seguici su Google + Seguici su Linkedin OGNI GIORNO, LA NEWSLETTER DI “L’INDRO” Nome Email Autorizzo il trattamento dei miei dati personali ai sensi del Decreto Legislativo 30 giugno 2003, n. 196 “Codice in materia di protezione dei dati personali” CRISI IN QATAR
Qatar, un anno di embargo non ha piegato Doha DI CRISTIN CAPPELLETTI 5 Giugno 2018 18:30 SPECIALE CINAFRICA
Cina in Africa: tutto quello che l’Occidente non vuole capire DI FULVIO BELTRAMI 24 Ottobre 2018 16:30 LA TURCHIA DI ERDOGAN
Turchia: elezioni, la sfida di Erdogan DI EMANUELE CUDA 22 Giugno 2018 18:30 SIRIA IN GUERRA
Dal G20 alla Siria all’Ucraina: l’Italia che non c’è DI GIANCARLO GUARINO 30 Novembre 2018 7:00
GLI ULTIMI TWEET In #Iran, si aprono le urne per le #elezioni per il rinnovo del #Majlis, il Parlamento iraniano. Ecco perché i cons… twitter.com/i/web/status/12308…
21 Febbraio 2020 15:47 15:47
Ecco chi è il nuovo futuro Presidente del #Burundi e perché sarà un presidente senza poteri, mentre Nkurunziza si p… twitter.com/i/web/status/12223…
29 Gennaio 2020 1:34 1:34
Narciso Parigi se ne è andato e Firenze ha manifestato in questi giorni il suo affettuoso abbraccio per l’ultimo vi… twitter.com/i/web/status/12223…
29 Gennaio 2020 1:33 1:33
PIÙ VISTI
Presidente Mattarella, faccia tacere il bullo! DI FULVIO PALMIERI27 Agosto 2018 13:30
Musica siciliana: i cantanti più famosi di oggi e di ieri DI NICO DONVITO29 Settembre 2017 15:00
Risposta della Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova DI REDAZIONE3 Settembre 2019 14:45
Sesso e turismo: prostituzione in Marocco DI REDAZIONE22 Luglio 2016 18:30
L’ olio al CDB e i benefici effetti del cannabinoide più eccellente della cannabis legale DI GIUSEPPE MANZONI9 Maggio 2018 10:00
Musica dalla Calabria: i cantanti più famosi di oggi e di ieri DI NICO DONVITO12 Ottobre 2017 15:30
Come mai i monaci del monte Athos impediscono l’accesso alle donne? DI STEFANIA MASSARI23 Ottobre 2017 7:00
Zingaretti: cari di Maio e Renzi, ora gioco io DI GIANCARLO GUARINO22 Ottobre 2019 7:00
Signor Conte, come si permette? Davvero non si vergogna? DI GIANCARLO GUARINO24 Settembre 2019 13:30
Tutte le riforme della scuola italiana DI VIRGINIA GULLOTTA3 Settembre 2014 18:50 Impegno con i Lettori Redazione Financing Pubblicità Contattaci Copyright Condizioni d’uso
ABOUT ‘L’Indro’ è quotidiano digitale registrato al Tribunale di Torino, n.º11 del 02.03.2012, edito da L’Indro S.r.l. L’Indro S.r.l. ha sede legale in via Ettore De Sonnaz 19, 10121 Torino, domicilio presso Avv. Daniela Dinice, Corso Vittorio Emanuele II 108, Torino 10121, Partita IVA 10553910018, R.E.A. n.º TO-1143419, PEC: [email protected] Copyright© L’Indro s.r.l.. Tutti i diritti riservati
Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. Continuando la navigazione nel sito, acconsenti al loro impiego, in conformità alla nostra policy.OkTermini e condizioni d'uso
|