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CASO ORLANDI , reticenze et depistaggi

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CAT_IMG Posted on 11/1/2023, 11:44
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https://it.wikipedia.org/wiki/Sparizione_di_Emanuela_Orlandi

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CODICE 158 CASAROLI

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ANDREA PURGATORI


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L’audio choc su Emanuela Orlandi è online: l’ex socio di De Pedis fa il nome di un alto prelato del Vaticano


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HOME AGGIORNAMENTO L’AUDIO CHOC SU EMANUELA ORLANDI È ONLINE: L’EX SOCIO DI DE PEDIS FA IL NOME DI UN ALTO PRELATO DEL VATICANO
L’audio choc su Emanuela Orlandi è online: l’ex socio di De Pedis fa il nome di un alto prelato del Vaticano
di Luca Mastinu | Dicembre 10, 2022

bufala sindaco di lonigo
L’audio choc su Emanuela Orlandi è online: l’ex socio di De Pedis fa il nome di un alto prelato del Vaticano Bufale.net
Il tanto atteso “audio choc” su Emanuela Orlandi di cui abbiamo parlato in un articolo precedente è stato pubblicato. L’autore della registrazione è Alessandro Ambrosini, fondatore del blog Notte Criminale che il 4 dicembre ha inviato in anteprima il materiale inedito alla redazione de Il Giornale.

Il Giornale aveva riportato che l’audio conteneva dichiarazioni di un ex socio di Enrico De Pedis, detto “Renatino” nonché ex boss della banda della Magliana. L’anonimo avrebbe riferito una verità sconcertante che legava il Vaticano al caso di Emanuela Orlandi. Da quell’annuncio sono trascorsi giorni di attesa, fino alla pubblicazione sul canale YouTube di Notte Criminale.

Emanuela Orlandi
Ph: Namroud Gorguis/Unsplash

L’audio “choc” di Emanuela Orlandi, un doveroso riepilogo
Brevemente, riepiloghiamo le premesse pubblicate da Il Giornale prima che l’audio venisse pubblicato. La registrazione risale al 2009, anno in cui il giornalista Alessandro Ambrosini ha incontrato colui che viene indicato come ex sodale di Enrico De Pedis.

L’incontro avvenne l’anno successivo alle dichiarazioni di Sabrina Minardi, ex compagna di “Renatino”, la quale attribuiva al boss della Magliana un ruolo nella scomparsa di Emanuela Orlandi. L’anonimo interlocutore di Ambrosini, quindi, fece delle precisazioni sulle dichiarazioni della Minardi e puntò il dito contro una personalità del Vaticano.


Perché svelare gli audio nel 2022?
Il Riformista spiega che i nastri registrati nel 2009 da Ambrosini farebbero parte di una “lunga intervista”, termine che anche Il Giornale è d’accordo nel definire azzardato, in quanto lo stesso autore di Notte Criminale dice che il colloquio con l’ex sodale di De Pedis fu registrato “a sua insaputa”.

In totale Ambrosini riuscì a immortalare su nastro quattro ore di conversazione. Nel video introduttivo, Ambrosini dialoga con un uomo fuori campo che gli riporta i dubbi dell’opinione pubblica, specialmente: perché far uscire questo materiale nel 2022? C’entra la serie Netflix? Il giornalista risponde:


I tempi sono cambiati e oggi è più agevole parlare di argomenti scomodi come questi. La serie di Netflix ha fatto scattare un meccanismo per cui ciò che c’è nella docuserie viene rafforzato da ciò che c’è in questo audio.

Per “ciò che c’è nella docuserie”, Ambrosini intende sicuramente la testimonianza che un’amica di Emanuela Orlandi, nell’ultimo episodio, rilascia a proposito di presunte molestie che la 15enne avrebbe subito all’interno dei giardini vaticani e che la ragazza scomparsa le avrebbe rivelato.

Tale testimonianza è stata presentata come inedita, un’esclusiva contestata da Tommaso Nelli in un articolo pubblicato su Spazio70: lo stesso Nelli, infatti, ricorda che l’amica di Emanuela gli aveva già riportato l’episodio – come riportato nel suo libro Atto di Dolore (2016)– precedentemente rispetto all’uscita di Vatican Girl su Netflix.

Dunque, perché l’audio “choc” su Emanuela Orlandi rafforzerebbe ciò che il pubblico ha appreso da Vatican Girl? L’audio parla di molestie, e accanto al nome di Emanuela compare quello di Mirella Gregori.

Audio choc di Emanuela Orlandi
Il manifesto per trovare Emanuela Orlandi/Wikimedia

L’interlocutore misterioso
Alessandro Ambrosini non fa il nome del suo interlocutore, generalità di cui invece la redazione de Il Riformista sostiene di essere a conoscenza. Nel video introduttivo, il fondatore di Notte Criminale spiega il motivo:

Non sono un magistrato né pretendo di esserlo. Io so che ci sono dei collegamenti che possono essere estremamente validi con altri pezzi di verità di questo caso. Pezzi di verità che ormai sono assodati. Il personaggio non lo ritengo al momento spendibile al pubblico, cosa che invece è dal punto di vista giudiziario.

Se i magistrati aprissero un’inchiesta su questo audio non avrei alcun problema a fare nome e cognome.

Tuttavia, Ambrosini presenta l’ex socio di De Pedis come un uomo vicino a “Renatino” nel giro delle slot machine nonché titolare di una sala giochi nel quartiere Prati in prossimità degli uffici dei Servizi Segreti. Un uomo “mediaticamente secondario”, dice Ambrosini, ma che potrebbe essere importante sul piano giudiziario.

In quale contesto rilasciò quelle dichiarazioni? Ambrosini racconta che tra il 2008 e il 2009 stava conducendo un’inchiesta sui rapporti tra la malavita romana e la politica, indagine in cui si collocava anche la banda della Magliana di cui, ricordiamo, Enrico De Pedis fu il boss.

L’audio choc su Emanuela Orlandi


“Ovviamente bisogna prendere tutto quello che viene detto con le dovute precauzioni“, dice Ambrosi, che quando gli viene chiesto quale sia stata la reazione del fratello di Emanuela, Pietro Orlandi, risponde: “Mi ha ringraziato”.

Il Riformista ha reso disponibili le trascrizioni dei due nastri in questa pagina. All’interlocutore vengono assegnate le iniziali di copertura C.U..

Due nastri, ripetiamo, che fanno parte di una registrazione più ampia. L’audio contiene i bip di censura per ovvi motivi. Riportiamo di seguito il video dell’audio choc su Emanuela Orlandi pubblicato su Notte Criminale.



Conclusioni

L’audio choc su Emanuela Orlandi riporta un nome e un cognome che Bufale.net non replica, ma che è riportato per esteso sia dalla redazione de Il Riformista che nella registrazione pubblicata dall’autore.


IL RIFORMISTA


www.ilriformista.it/tag/emanuela-orlandi/

www.ilriformista.it/scomparsa-eman...e-pedis-333888/






Foto LaPresse – Andrea Panegrossi 13/01/2018 – Roma, Italia Cronaca Un murales in ricordo di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori Nella foto: Il murale per ricordare Emanuela Orlandi e Mirella Gregori

Come fossimo al cinema anche qui andrebbe posta una dicitura, “vietato ai deboli di cuore e alle persone facilmente impressionabili”. Perché la finestra che stiamo per aprire va oltre l’immaginazione, è una folle sceneggiatura.

Il plot è quello della scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, le due adolescenti svanite nel nulla a poche settimane di distanza l’una dall’altra nella tarda primavera del 1983. L’ultima incredibile verità viene fuori da alcuni nastri, parte di una lunga intervista, in cui è incisa la voce di un malavitoso romano di spicco, socio in affari del boss della Banda della Magliana Renato De Pedis che in Vaticano aveva (eufemismo) non pochi appigli.


Secondo C.U. – le iniziali sono di fantasia, il Riformista conosce la sua vera identità- le due ragazze frequentavano gli appartamenti più riservati del Vaticano dove avrebbero subito molestie e rapporti sessuali con alti prelati. E’ per questo che dovevano scomparire. Ad avere avuto l’incarico sarebbe stato proprio De Pedis.

LEGGI ANCHE
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Emanuela Orlandi, la storia della scomparsa nella docuserie Netflix “Vatican girl”: un mistero irrisolto dopo 39 anni
“Quando la cosa era diventata una schifezza il Segretario di Stato Casaroli ha deciso di intervenire”, questa è l’esatta trascrizione di uno dei passaggi più importanti di una intervista datata 2009 in cui l’ex-socio di De Pedis rivela il movente della doppia sparizione.



“Con questa verità non ci fate niente” lascia inciso il malavitoso all’autore dell’intervista Alessandro Ambrosini. E c’è un particolare ancora più agghiacciante, importanti uomini di Stato sapevano tutto, informati dallo stesso sodale del boss.


“Nando [nome di un’esponente dei Servizi che sarebbe stato a conoscenza di tutti i particolari] a te ti trasferiscono, a me m’ammazzano”, dice raccontando di un incontro avuto con esponenti degli apparati di sicurezza e aggiunge chiosando, “questo è uno strano Paese, la verità non interessa a nessuno”.

Criminali comuni o terroristi? Se questa fin dall’inizio del mistero è stata la domanda- chi ha rapito Mirella ed Emanuela– la questione vera è sempre stata il movente: perché? Per quale motivo due adolescenti dovevano essere rapite, perché nelle trattative intercorse sono entrati emissari del Vaticano, perché Papa Wojtyla pochi giorni dopo fece un appello per la Orlandi, caso non raro ma unico nella storia del papato?

E perché mai nel corso di queste “trattative” non è mai stata chiesta una prova dell’esistenza in vita delle ragazze rapite?

Oggi questi nastri, testimonianza parziale di oltre quattro ore di intervista proveniente dagli interna corporis del vertice della Magliana, svelano il più incredibile dei moventi: le due ragazze sarebbero state fatte scomparire perché testimoni e protagoniste di un sexgate nelle stanze più riservate del Vaticano, in quel momento abitate da Papa Wojtyla che non sarebbe stato – sempre secondo il “magliaro” C.U. – all’oscuro della vicenda.

Ecco il passaggio preciso del nastro che il Riformista ha potuto ascoltare privo di censure: “Quando la cosa era diventata una schifezza il segretario di Stato [vicario del Papa Agostino Casaroli n.d.r.] ha deciso di intervenire”. “Non direttamente, sempre secondo la testimonianza, ma coinvolgendo “i cappellani del carcere di Regina Coeli”. I nomi di battesimo di questi prelati sono rivelati in chiaro dall’ex-socio di De Pedis e quindi facilmente identificabili. Il Riformista, in accordo con Ambrosini, ha deciso di coprire particolari della vita privata del Pontefice polacco rivelati dall’ex della Magliana: particolari irriferibili ma sempre legati alla sparizione delle due adolescenti.

L’intervento, ossia il rapimento delle due adolescenti, sarebbe stato appaltato proprio a De Pedis. Ecco perché il boss ucciso nel 1990 sarebbe stato seppellito in una famosa basilica.

“De Pedis è sepolto lì per grazia ricevuta”, dice l’ex-socio. Fu una telefonata alla trasmissione “Chi l’ha visto?” a consentire l’apertura della tomba di De Pedis, accanto a cardinali e nobili, alla chiesa di Sant’Apollinare nel cuore di Roma. Sabrina Minardi, amante e sodale del boss, certificò che quella nobile tumulazione era dovuta al rapimento della Orlandi, un favore fatto al Vaticano su richiesta di un altro potente cardinale, Marcinkus, il deus ex-machina delle “sante finanze” Vaticane, legatissimo al Papa polacco. La Minardi, che C.U. non tiene in grande considerazione, interrogata a lungo si è prodotta in una serie di bugie che declassifica la sua testimonianza a poco più di una mezza calunnia.

I nastri

Era il 2008 quando l’ex socio di De Pedis incontra Alessandro Ambrosini rivelando la sua verità sull’intrigo vaticano. Rifiuta di essere ripreso ma la sua voce viene comunque registrata. Ambrosini, una vita spericolata tra il Veneto e la Sicilia, ex-attivista di peso nell’estrema destra e conoscitore dei codici che dai NAR sfociano in Mafia Capitale, diventa cronista di nera e gestisce un blog “Notte criminale” vera bibbia underground per i cultori della materia. Cosa lo ha spinto a tenere inedita per 14 anni questa storia lo spiega al Riformista e in un lungo video pubblicato sul suo sito.

“Dal 2009 è cambiato molto nella comprensione di questa vicenda. Le ultime acquisizioni confermano il contesto che mi è stato raccontato. Non ultima la testimonianza di una amica della Orlandi che ha rivelato le confidenze ricevute direttamente da lei: era stata molestata all’interno del Vaticano”. Ambrosini sostiene anche di averne parlato con Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela che con la sua instancabile attività non ha mai smesso di cercare la verità: “Mi ha ringraziato”, dice Ambrosini. La scelta di non rivelare il nome dell’autore di queste sconvolgenti rivelazioni ha un motivo molto semplice: tutelare il teste, oggi in libertà, e permettere, se ci saranno, possibili indagini. La caratura del personaggio è senza dubbio di “livello”, certamente attendibile quando parla di De Pedis, attendibile quando parla dei suoi rapporti con apparati dello Stato. Tutto il resto sarà materia di indagine.

Il contesto

L’ipotesi che la Orlandi avesse subito molestie all’interno del Vaticano è stata adombrata da più parti, inchieste giornalistiche ma anche da qualche investigatore. Se poi questo fu uno dei tanti motivi che mise sotto ricatto il Vaticano da parte della Magliana ma anche di altri ambienti è troppo presto per dirlo. Di certo è che quelli furono gli anni di piombo della finanza in cui lo IOR vaticano e banchieri di mafia, Sindona e Calvi su tutti, trattavano affari miliardari e contribuivano a scrivere interi capitoli della storia della guerra fredda con i finanziamenti in chiave anti-comunista in Polonia e Sud America. Soldi macchiati di sangue: perché erano della mafia siciliana e della Magliana e chiunque si metteva in testa di svelare la trama affaristica -giornalisti, investigatori, banchieri- diventava un bersaglio da abbattere.

E’ in questo contesto che avvengono i rapimenti di Orlandi e Gregori sui quali il silenzio del Vaticano si perpetua, da Wojtyla a Papa Francesco. E chissà se il Vaticano di fronte a queste sconvolgenti rivelazioni sceglierà ancora una volta la politica della rimozione e dei silenzi, più volte denunciata da Pietro Orlandi, o si aprirà una pagina nuova di questo infinito rebus di sangue e segreti
















Edited by barionu - 11/1/2023, 12:48
 
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ALESSANDRO AMBROSINI INTERVISTA










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PRIMO NASTRO

C.U: De Pedis è sepolto lì per grazia ricevuta, ma no per quello che dice quella pazza della Minardi.
AMBROSINI: Ma quanti soldi gli ha dato De Pedis per farsi…
C.U.: Ma lei sa chi era Casaroli lei? Quello veniva al riformatorio e ci portava la sigarette. Era pure… INCOMPRENSIBILE… il papa Wojtyla…
AMBROSINI: No ma andiamo…
AUDIO
C.U.: Chi gli ha salvato le chiappe è Casaroli. Casaroli non è intervenuto direttamente, ha fatto intervenire gli ex cappellani di Regina Coeli che portavano whisky, lettere, tutto quello che serviva, droga, all’interno del carcere. Quando è servito qualcosa a chi si sono rivolti?
AMBROSINI: Allora, però… facciamo.
C.U.: Wojtyla… AUDIO CENSURATO… pure insieme se le portava a letto, se le portava, non so dove se le portava, all’interno del Vaticano. Quando è diventata una cosa che ormai era diventata una schifezza, il segretario di Stato ha deciso di intervenire. Ma non dicendo a Wojtyla ‘ora le tolgo da mezzo’. Si è rivolto a chi? Lui essendo esperto del carcere perché faceva il cappellano al riformatorio, si è rivolto ai cappellani del carcere.
I cappellani del carcere uno era calabrese, un altro un furbacchione. Un certo Luigi, un certo padre Pietro, non hanno fatto altro che chiamare De Pedis e gli hanno detto ‘sta succedendo questo, ci puoi dare una mano?’. Punto. Il resto so tutte cazzate.


SECONDO NASTRO

C.U.: Ma le cose vere non si possono pubblicare. ADUIO CENSURATO… Il comandante dello… che era compare subalterno del generale del Sismi. Mi hanno portato a pranzo a Fiuggi, hanno tentato di… ‘dicci come stanno le cose’. Ho detto ‘senti Nando’ – si chiamava Nando – ‘che te dico? Se sapete la verità che ci fate? Non ci fate niente. Quella è morta, come la provi una cosa del genere, ti citano pure i danni.
AMBROSINI: Quello sicuramente…
C.U.: Io quando parlai con Nando a Fiuggi dissi ‘Nando non hai capito. A te ti trasferiscono, a me m’ammazzano, lascia perdere’. Purtroppo l’Italia è un paese strano.


Nicola Biondo







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Scomparsa Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, sex-gate nelle stanze di Papa Wojtyla: l’audio inedito dell’ex-socio del boss De Pedis




Nicola Biondo — 9 Dicembre 2022

Foto LaPresse – Andrea Panegrossi
13/01/2018 – Roma, Italia
Cronaca
Un murales in ricordo di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori
Nella foto: Il murale per ricordare Emanuela Orlandi e Mirella Gregori
Foto LaPresse – Andrea Panegrossi 13/01/2018 – Roma, Italia Cronaca Un murales in ricordo di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori Nella foto: Il murale per ricordare Emanuela Orlandi e Mirella Gregori

Come fossimo al cinema anche qui andrebbe posta una dicitura, “vietato ai deboli di cuore e alle persone facilmente impressionabili”. Perché la finestra che stiamo per aprire va oltre l’immaginazione, è una folle sceneggiatura.

Il plot è quello della scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, le due adolescenti svanite nel nulla a poche settimane di distanza l’una dall’altra nella tarda primavera del 1983. L’ultima incredibile verità viene fuori da alcuni nastri, parte di una lunga intervista, in cui è incisa la voce di un malavitoso romano di spicco, socio in affari del boss della Banda della Magliana Renato De Pedis che in Vaticano aveva (eufemismo) non pochi appigli.


Secondo C.U. – le iniziali sono di fantasia, il Riformista conosce la sua vera identità- le due ragazze frequentavano gli appartamenti più riservati del Vaticano dove avrebbero subito molestie e rapporti sessuali con alti prelati. E’ per questo che dovevano scomparire. Ad avere avuto l’incarico sarebbe stato proprio De Pedis.

LEGGI ANCHE
Emanuela Orlandi, dopo l’audio spunta il verbale inedito: “De Pedis la fece nascondere a Villa Lante”
Emanuela Orlandi, spunta audio segreto di un ex sodale di De Pedis: “Dettagli che possono cambiare tutto”

Emanuela Orlandi, la storia della scomparsa nella docuserie Netflix “Vatican girl”: un mistero irrisolto dopo 39 anni
“Quando la cosa era diventata una schifezza il Segretario di Stato Casaroli ha deciso di intervenire”, questa è l’esatta trascrizione di uno dei passaggi più importanti di una intervista datata 2009 in cui l’ex-socio di De Pedis rivela il movente della doppia sparizione.



“Con questa verità non ci fate niente” lascia inciso il malavitoso all’autore dell’intervista Alessandro Ambrosini. E c’è un particolare ancora più agghiacciante, importanti uomini di Stato sapevano tutto, informati dallo stesso sodale del boss.

“Nando [nome di un’esponente dei Servizi che sarebbe stato a conoscenza di tutti i particolari] a te ti trasferiscono, a me m’ammazzano”, dice raccontando di un incontro avuto con esponenti degli apparati di sicurezza e aggiunge chiosando, “questo è uno strano Paese, la verità non interessa a nessuno”.

Criminali comuni o terroristi? Se questa fin dall’inizio del mistero è stata la domanda- chi ha rapito Mirella ed Emanuela– la questione vera è sempre stata il movente: perché? Per quale motivo due adolescenti dovevano essere rapite, perché nelle trattative intercorse sono entrati emissari del Vaticano, perché Papa Wojtyla pochi giorni dopo fece un appello per la Orlandi, caso non raro ma unico nella storia del papato?

E perché mai nel corso di queste “trattative” non è mai stata chiesta una prova dell’esistenza in vita delle ragazze rapite?

Oggi questi nastri, testimonianza parziale di oltre quattro ore di intervista proveniente dagli interna corporis del vertice della Magliana, svelano il più incredibile dei moventi: le due ragazze sarebbero state fatte scomparire perché testimoni e protagoniste di un sexgate nelle stanze più riservate del Vaticano, in quel momento abitate da Papa Wojtyla che non sarebbe stato – sempre secondo il “magliaro” C.U. – all’oscuro della vicenda.

Ecco il passaggio preciso del nastro che il Riformista ha potuto ascoltare privo di censure: “Quando la cosa era diventata una schifezza il segretario di Stato [vicario del Papa Agostino Casaroli n.d.r.] ha deciso di intervenire”. “Non direttamente, sempre secondo la testimonianza, ma coinvolgendo “i cappellani del carcere di Regina Coeli”. I nomi di battesimo di questi prelati sono rivelati in chiaro dall’ex-socio di De Pedis e quindi facilmente identificabili. Il Riformista, in accordo con Ambrosini, ha deciso di coprire particolari della vita privata del Pontefice polacco rivelati dall’ex della Magliana: particolari irriferibili ma sempre legati alla sparizione delle due adolescenti.

L’intervento, ossia il rapimento delle due adolescenti, sarebbe stato appaltato proprio a De Pedis. Ecco perché il boss ucciso nel 1990 sarebbe stato seppellito in una famosa basilica.

“De Pedis è sepolto lì per grazia ricevuta”, dice l’ex-socio. Fu una telefonata alla trasmissione “Chi l’ha visto?” a consentire l’apertura della tomba di De Pedis, accanto a cardinali e nobili, alla chiesa di Sant’Apollinare nel cuore di Roma. Sabrina Minardi, amante e sodale del boss, certificò che quella nobile tumulazione era dovuta al rapimento della Orlandi, un favore fatto al Vaticano su richiesta di un altro potente cardinale, Marcinkus, il deus ex-machina delle “sante finanze” Vaticane, legatissimo al Papa polacco. La Minardi, che C.U. non tiene in grande considerazione, interrogata a lungo si è prodotta in una serie di bugie che declassifica la sua testimonianza a poco più di una mezza calunnia.

I nastri

Era il 2008 quando l’ex socio di De Pedis incontra Alessandro Ambrosini rivelando la sua verità sull’intrigo vaticano. Rifiuta di essere ripreso ma la sua voce viene comunque registrata. Ambrosini, una vita spericolata tra il Veneto e la Sicilia, ex-attivista di peso nell’estrema destra e conoscitore dei codici che dai NAR sfociano in Mafia Capitale, diventa cronista di nera e gestisce un blog “Notte criminale” vera bibbia underground per i cultori della materia. Cosa lo ha spinto a tenere inedita per 14 anni questa storia lo spiega al Riformista e in un lungo video pubblicato sul suo sito.

“Dal 2009 è cambiato molto nella comprensione di questa vicenda. Le ultime acquisizioni confermano il contesto che mi è stato raccontato. Non ultima la testimonianza di una amica della Orlandi che ha rivelato le confidenze ricevute direttamente da lei: era stata molestata all’interno del Vaticano”. Ambrosini sostiene anche di averne parlato con Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela che con la sua instancabile attività non ha mai smesso di cercare la verità: “Mi ha ringraziato”, dice Ambrosini. La scelta di non rivelare il nome dell’autore di queste sconvolgenti rivelazioni ha un motivo molto semplice: tutelare il teste, oggi in libertà, e permettere, se ci saranno, possibili indagini. La caratura del personaggio è senza dubbio di “livello”, certamente attendibile quando parla di De Pedis, attendibile quando parla dei suoi rapporti con apparati dello Stato. Tutto il resto sarà materia di indagine.

Il contesto

L’ipotesi che la Orlandi avesse subito molestie all’interno del Vaticano è stata adombrata da più parti, inchieste giornalistiche ma anche da qualche investigatore. Se poi questo fu uno dei tanti motivi che mise sotto ricatto il Vaticano da parte della Magliana ma anche di altri ambienti è troppo presto per dirlo. Di certo è che quelli furono gli anni di piombo della finanza in cui lo IOR vaticano e banchieri di mafia, Sindona e Calvi su tutti, trattavano affari miliardari e contribuivano a scrivere interi capitoli della storia della guerra fredda con i finanziamenti in chiave anti-comunista in Polonia e Sud America. Soldi macchiati di sangue: perché erano della mafia siciliana e della Magliana e chiunque si metteva in testa di svelare la trama affaristica -giornalisti, investigatori, banchieri- diventava un bersaglio da abbattere.

E’ in questo contesto che avvengono i rapimenti di Orlandi e Gregori sui quali il silenzio del Vaticano si perpetua, da Wojtyla a Papa Francesco. E chissà se il Vaticano di fronte a queste sconvolgenti rivelazioni sceglierà ancora una volta la politica della rimozione e dei silenzi, più volte denunciata da Pietro Orlandi, o si aprirà una pagina nuova di questo infinito rebus di sangue e segreti

L’audio editato e pubblicato da Alessandro Ambrosini su “Notte criminale”
PRIMO NASTRO

C.U: De Pedis è sepolto lì per grazia ricevuta, ma no per quello che dice quella pazza della Minardi.
AMBROSINI: Ma quanti soldi gli ha dato De Pedis per farsi…
C.U.: Ma lei sa chi era Casaroli lei? Quello veniva al riformatorio e ci portava la sigarette. Era pure… INCOMPRENSIBILE… il papa Wojtyla…
AMBROSINI: No ma andiamo…
AUDIO
C.U.: Chi gli ha salvato le chiappe è Casaroli. Casaroli non è intervenuto direttamente, ha fatto intervenire gli ex cappellani di Regina Coeli che portavano whisky, lettere, tutto quello che serviva, droga, all’interno del carcere. Quando è servito qualcosa a chi si sono rivolti?
AMBROSINI: Allora, però… facciamo.
C.U.: Wojtyla… AUDIO CENSURATO… pure insieme se le portava a letto, se le portava, non so dove se le portava, all’interno del Vaticano. Quando è diventata una cosa che ormai era diventata una schifezza, il segretario di Stato ha deciso di intervenire. Ma non dicendo a Wojtyla ‘ora le tolgo da mezzo’. Si è rivolto a chi? Lui essendo esperto del carcere perché faceva il cappellano al riformatorio, si è rivolto ai cappellani del carcere.
I cappellani del carcere uno era calabrese, un altro un furbacchione. Un certo Luigi, un certo padre Pietro, non hanno fatto altro che chiamare De Pedis e gli hanno detto ‘sta succedendo questo, ci puoi dare una mano?’. Punto. Il resto so tutte cazzate.

SECONDO NASTRO

C.U.: Ma le cose vere non si possono pubblicare. ADUIO CENSURATO… Il comandante dello… che era compare subalterno del generale del Sismi. Mi hanno portato a pranzo a Fiuggi, hanno tentato di… ‘dicci come stanno le cose’. Ho detto ‘senti Nando’ – si chiamava Nando – ‘che te dico? Se sapete la verità che ci fate? Non ci fate niente. Quella è morta, come la provi una cosa del genere, ti citano pure i danni.
AMBROSINI: Quello sicuramente…
C.U.: Io quando parlai con Nando a Fiuggi dissi ‘Nando non hai capito. A te ti trasferiscono, a me m’ammazzano, lascia perdere’. Purtroppo l’Italia è un paese strano.


Nicola Biondo




 
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