CAP 7)
Note al cap 6
I Ribelli di Lucifero , è , di fatto , il nome che ho dato al mio gruppo di ricerca
sul Cristo Storico
#entry530446806
www.facebook.com/Scuola-Di-Arpiola...987012/?fref=ts
Come dicevo nel CAP 6 l' idea di chiamarli RIBELLI fu di Mario , e io
aggiunsi DI LUCIFERO .
Ma il Massone ci disse , e fu molto preciso ( ma questo Mario me lo disse tempo dopo ... ) , anche come questa Setta come veniva chiamata .
Nome , e piramide di situazioni , che ancora oggi mi sembrano paradossali ,
al di sopra della mia più eretica immaginazione .
Questa Setta era un autentico spauracchio per tutte le Corti Europee da ANNO DOMINI 1000 in poi ,
e veniva riservata a loro una caccia molto , molto particolare ,chi per sconfiggerli e bruciarli ,
e chi per acquisirli e diventarne i prosecutori .
In particolare in Inghilterra nel 1600 la Setta fu presa di mira da Sir Francis Walsingham ,
https://it.wikipedia.org/wiki/Francis_Walsingham
che attivò il suo pezzo più pregiato , l ' Occultista e Qabbalista John Dee
https://it.wikipedia.org/wiki/John_Dee
I RIBELLI DI LUCIFERO
ERANO ALCHIMISTI ,
NECROMANTIe , in particolare ,
ARCHIVISTI Alla data di oggi sono sicuramente la minaccia
più potente per i Figli della Croce e le
Società occidentali satelliti del Soglio di Pietro .
Di fatto sono la porta per la venuta dell ' Anticristo .
Io credo , Eccellenza , che lei sappia molto bene
di cosa sto parlando .
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CITAZIONE
Proprio non hai rispetto per niente e nessuno .... ti dicevo , sai che tutti siamo dentro
a una linea di energia che noi stessi tracciamo e che ci tiene legati alle persone
e ai luoghi che conosciamo , e che abbiamo conosciuto nelle vite precedenti , lo spiritismo sente
il tempo come un unico spazio indivisibile , e i messaggi più importanti arrivano al Medium
tramite il Golem .
גלם
Il Golem ? Parli della Leggenda Ebraica ?
In parte , ma i Maestri Talmudici mi hanno spiegato che in realtà il Golem è quell' essere
che improvvisamente si anima con un messaggio di cui è inconsapevole ,
in pratica nel tuo caso , lui ti porta un messaggio che viene dagli Alchimisti senza che ne sia partecipe .
Il Golem ,,, sene parla diffusamente nel Sfer Zòhar , il libro della Qabbalàh .
Ma si tratta di un sapere molto , molto antico , che in primis fu degli Sciamani , e che in epoca vicina , 2000 anni fa ,
era descritto da Cicerone in De Divinatione : memori della Etrusca disciplina , si trattava degli
òmina
De divinatione Libro 1 cap 102 - 105 , Libro 2 cap 83 - 84
Ove Cicerone si esprime come un perfetto Dottore del Cicap :
" Ma se accattiamo idee di questo genere , dovremmo stare attenti a tutte le volte
che inciampiamo ,che si rompe la stringa di una scarpa , che starnutiamo "
Veramente in 2000 anni la dinamica del pensiero è rimasta la stessa .
Ma quanto di quello che ci è giunto è il vero pensiero di Cicero ?
https://it.wikipedia.org/wiki/Marco_Tullio_CiceroneLa tradione manoscritta del DeDivinatione di Cicerone
è composta da 4 codici , 3 redatti in Francia a Fleury - Corbie , e uno a Montecassino .
Badie Benedettine .il testo principale è il
VOSSIANUS LATINUS Q 86
attualmente a Leiden , ma redato a Fleury nel IX secolo .
in Minuscola carolina .
http://primarysources.brillonline.com/brow...earch-go=Searchper la tradizione manoscritta del De Divinatione consiglio l' edizione curata da Arthur Stanley Pease
Cicero's De Divinatione - M. Tulli Ciceronis de Divinatione Liber Primus. Edited by Pease Arthur Stanley. Parts I. and II. 4to. Pp. 338. University of Illinois, 1920.
Problemi cronologici e compositivi del De divinatione ciceroniano / Remo Giomini
www.cbt.biblioteche.provincia.tn.it...e?uri=90060&v=ldal net un ottimo studio sul VOSSIANUS Q86
TRADUZIONE DI ROXIVossianus Q 86 e Reginensis 333di Grace Frank
Fonte:
The American Journal of Philology, Vol. 44, No. 1 (1923), pp. 67-70
Published by: The Johns Hopkins University Press
www.jstor.org/stable/289647Nel
Philological Quarterly I, 273, il Professor Rand, discutendo il
Codex Leidensis Vossianus Latinus Q 86, scrive: “Ci piacerebbe molto sapere quel che ne è stato del Giovenco e del Sedulio all'inizio, o della parte di Isidoro alla fine. Forse qualche
scopritor felice li troverà ancora a Leida o a Parigi o a Roma”. Non può esserci dubbio, penso, che il Giovenco e il Sedulio di questo famoso, antico codice di Leida siano ora nella Biblioteca Vaticana a Roma,
Codex Reginensis 333.
1Il Dr. V. F. Büchner della University of Leyden Library ha calcolato dalle sigle sul 26esimo e sul 31esimo quinterno del
Codex Vossianus che, dall’inizio, sono stati persi proprio sedici gruppi di dieci pagine ciascuno, meno la pagina che ora forma il primo folio del
Vossianus, o 159 pagine in tutto, (cf. Rand, art. cit., p. 266). Il
Codex Reginensis ha questi sedici gruppi.
2 Esso comprende 163 pagine come è formato ora, ma il primo gruppo è di dodici invece che di dieci pagine, il quarto gruppo conta undici pagine, perché una singola pagina è stata inserita dopo il fol. 43 al fine di includere cinquanta righe che erano state omesse,
3 ed il presente folio ovviamente non appartiene al primo stato del libro – infatti è visibile un resto dell’originale fol. 163, tagliato quando quel folio diventò il fol. 1 del
Vossianus.
Il
Vossianus si apre con gli
Atti degli Apostoli di Aratore, scritto con grafia abbastanza grande e pacata, che usa, per i primi 41 folia, singole colonne di sedici righe per pagina. La stessa mano, che usa lo stesso stile e lo stesso numero di righe per pagina, ha scritto l’
Evangeliorum Libri IV di Giovenco e il
Paschale Carmen di Sedulio nel
Reginensis, e la grandezza della pagina è la stessa in tutti e tre i testi.
Inoltre, in fondo al fol. 162 del
Reginensis, troviamo il saluto che regolarmente precede gli
Atti degli Apostoli di Aratore e la glossa
Incipit lib. Aratoris. Questo saluto, che legge "Domino sacro sco beatissimoq; atq: apostolico et in toto orbe primo omnium sacerdotum papae uigilio Arator subdiaconus,"
4 è stato fornito in cima al fol. 1 del
Vossianus in una grafia più tarda. Apparentemente fu copiato dalla pagina precedente dalla persona che divise il codice originale, perché contiene gli insoliti
sacro e
beatissimoque che non sono presenti negli altri manoscritti, e omette la parola
salutem che anche è mancante nel Reginensis.
5Se ci fosse bisogno di ulteriore prova dell’unità dei due codici, essa si trova nella glossa marginale accanto al
Finitum est del
Paschale Carmen di Sedulio nel
Reginensis (fol. 162): "Require in hoc volumine
Cantemus, socii, Domino, post Aratorem.” Questo si riferisce all’inno di Sedulio, che ancora è presente nel
Vossianus.
6Sfortunatamente, la scoperta della connessione del
Reginensis 333 con il
Vossianus non risolve la questione della datazione del libro. Infatti, molte autorità che hanno usato la parte che ora è a Leida, lo datano al nono secolo, quelli che hanno curato l’edizione di Giovenco e di Sedulio dalla parte che è in Vaticano esitano tra il nono e il decimo. Arèvalo, di certo, nella sua edizione di Giovenco, lo ascriveva "
ad VIII aut IX saeculum," ma Reifferscheid
7 dice che è del decimo secolo, e la sua datazione è stata accettata da Huemer nella sua edizione di Sedulio fatta nel 1885.
8Marold, che pubblicò Giovenco nel 1886, era indeciso tra la data di Arèvalo e quella di Reifferscheid, anche se affermava che Lud. Jeep, che per lui collazionò il manoscritto, era d’accordo con Arèvalo. Infine, Huemer nella sua edizione di Giovenco (1891) dice che il manoscritto è
saec. IX vel X.Che il libro (o il suo gemello, come il Professor Rand preferirebbe) fosse a Cluny nel dodicesimo secolo, il catalogo prima citato da Peiper in questo contesto lo indicherebbe (cf. Rand, art. cit., p. 261). La scoperta dei perduti Giovenco e Sedulio completa l'identificazione del nostro libro con il volume descritto nel catalogo di Cluny. Secondo il Professor Rand, tuttavia, il
Vossianus probabilmente è stato scritto a Fleury. Egli suppone o che sia stato portato a Cluny, o che il libro descritto nel catalogo di Cluny sia il gemello del nostro codice. Il suo argomento si basa non solo su una sensazione che la scrittura del
Vossianus assomiglia alla grafia in voga a Fleury nell'ultima metà del IX secolo, ma sulla supposizione che una copia di Fedro conservata in Vaticano,
Codex Reginensis 1616, che è un libro di Fleury, originariamente apparteneva al nostro volume.
Se la grafia del
Vossianus è quella di Fleury oppure no, non mi sento competente per giudicare, ma mi sembra difficile credere che la copia di Fedro nel Reginensis 1616 sia mai stata parte (necessariamente l'ultima parte) del
Vossianus. Rinunciando al punto che l’ultima voce nella descrizione del manoscritto nel catalogo di Cluny è "ars Isidori de grammatica et de disciplinis aliarum artium" (un frammento del quale conclude il
Vossianus), e che non c’è menzione delle favole di Fedro, penso che la differenza nella dimensione delle pagine e in quella dello spazio occupato dalla scrittura in questi due codici preclude la possibilità che siano mai stati uniti.
La pagina di Fedro (0,19 x 0,12) è apprezzabilmente più piccola di quella del
Vossianus (0,23 x 0,18) e i suoi margini dimostrano che non poteva essere stata tagliata da una pagina grande come quest’ultima.
9I margini sinistri del recto e del verso sono approssimativamente della stessa larghezza, e non ci sono stati tagli dove i due fogli che formano il binione sono stati piegati.
Se, tuttavia, il nostro manoscritto è datato al nono secolo, difficilmente può essere stato scritto a Cluny, che fu fondata nel 910. Può con certezza essere datato al decimo secolo? La scrittura di Cluny, secondo Thompson (
Introduction to Greek and Latin Paleography, p. 418), tendeva ad essere conservativa e, come abbiamo visto, la grafia del
Reginenses 333 è stata datata al decimo così come al nono secolo. Coraggioso è il paleografo, tuttavia, che distinguerebbe tra un manoscritto del nono e uno dell’inizio del decimo secolo con la sola scrittura ad aiutarlo. Il problema della datazione e della provenienza del nostro codice, quindi, ancora attende una soluzione soddisfacente. Lo scopo di questo documento è solo quello di mostrare che il Giovenco e il Sedulio del
Reginensis 333 sicuramente precedevano le opere contenute nel
Vossianus Q 86.
10NOTE
1 Sulla legatura in semplice pergamena ci sono i vecchi numeri 1129 e 1393. Quest'ultimo è quello del catalogo realizzato nel 1690 e quello noto a Montfaucon. Sul manoscritto stesso, fol. Ir, c’è il numero A. 37.
2 Le sigle di tutti i gruppi tranne il primo e il quinto sono visibili, ma sono di due tipi: numeri arabi all'inizio di ogni gruppo e romani alla fine, entrambi nel margine inferiore. Questi ultimi corrispondono a quelli del
Vossianus e appartengono indubbiamente allo stato originale del libro. Si trovano alla fine dei gruppi II, III, IV, VIII, XI, XIII, XIV, XV. È un piacere ricordare il mio debito e la mia gratitudine al dottor Büchner per le fotografie del
Vossianus da lui fornite e per le informazioni al riguardo che gentilmente mi ha mandato.
3 Cf. L'edizione di Giovenco di Marold, p. 46, nota a II, 543: "In V
1 [= Reg. 333] hoc folium deerat (v. 543-591) et saec. XII suppletum est, legitur versus spurius post 544. "Reifferscheid data la grafia del folio 44 all'undicesimo o dodicesimo secolo. Huemer non la data.
4 La parola
sacro e la
q; di
beatissimoq; sono nella grafia che ha scritto le glosse.
5 Cf. La nota precedente e Migne LXVIII, col. 73, nota, dove, tuttavia, le parole
atque apostolico che ricorrono nel
Vossianus e anche nel
Reginensis sono omesse.
6 Per una sintesi del contenuto del
Vossianus, vedi l'edizione di Peiper di Avito, p. lxvi. Immediatamente dopo Aratore (1-63) ci sono gli epigrammi di Prospero (63v-79r). L'inno di Sedulio li segue (79v).
7 Sitzungsberichte, K. Akademie d. Wiss., Phil.-Hist. Classe, Vienna, vol. 59 (1808), p. 110.
8 Huemer, non sospettando l'unità dei due libri, ha seguito Reifferscheid nell’attribuire la copia del
Paschale Carmen di Sedulio che trovò nel Reg. 333 al decimo secolo (p. Xx); seguendo Peiper, egli ha datato la trascrizione dell'inno che ha trovato nel
Vossianus al nono (p. 155, nota).
9 Cf. le riproduzioni e le misure in Chatelain,
Palographie des Classiques Latins, II, plates CLII and CLXV. Darei la misura media di Reg. 333 come 0.235 x 0.185 e della pagina di Fedro come 0.193 x0.12.
10 Dopo che questo lavoro aveva lasciato le mie mani, fui abbastanza fortunata da incontrare Mons. Stanislas Le Grelle che sta preparando un lavoro monumentale sul
Reginensis. Mi ha gentilmente fornito la prova materiale di quanto sopra. Secondo Mons. Le Grelle, il codice originale prima della divisione, fu numerato A 37 da Paul Petau (cfr. Nota 1 sopra ), 903 da Alexandre Petau. Sotto quest’ultimo si è verificata la separazione, la metà romana che ricevette il numero 1129, successivamente diventa Reg. 1393 (numero di Montfaucon) ed infine
Reg. 333, la metà di Leida è numerata 1157 e successivamente diventa
Voss. Q 86. Il Fedro del
Reg. 1616, d'altra parte, è stato numerato Q 23 nella biblioteca di Paul Petau, 1029 e 1631 in quella di Alexandre Petau e 839 nel catalogo iniziale del
Reginensis (numero di Montfaucon).
www.readme.it/libri/Filosofia/de%20divinatione.shtmlomen
www.dizionario-latino.com/dizionari...p?lemma=OMEN100spectrum
www.dizionario-latino.com/dizionari...mma=SPECTRUM100augur
www.dizionario-latino.com/dizionari...?lemma=AUGUR100augure
https://it.wikipedia.org/wiki/Augure
lituowww.treccani.it/enciclopedia/lituo_...ia-Italiana%29/https://it.wikipedia.org/wiki/Lituo_(antichit%C3%A0)
https://it.wikipedia.org/wiki/Lituo_(antichit%C3%A0)
STUDI SULLA TRADIZIONE MANOSCRITTA
CODEX VOSSIANUS LATINUS 86http://primarysources.brillonline.com/brow...401vlf084sourcehttp://primarysources.brillonline.com/brow.../vlf-084-cicerowww.library.universiteitleiden.nl/search?q=VOSSIANUS+86http://catalogue.leidenuniv.nl/primo_libra...athStatTab=truewww.jstor.org/stable/23970423?seq=1#page_scan_tab_contentswww.jstor.org/stable/289647?seq=1#page_scan_tab_contentswww.tulliana.eu/ephemerides/testi/4...e.htm#Datazionihttps://books.google.it/books?id=owYayNkh1...US%2086&f=falsePenso che i Padri della Chiesa , con i killer amanuensi , abbiano seriamente alterato
il testo originale di Cicero .
Anche qui , l' infame tanfo della Croce ha reso inerte un sapere comune a tutte
le società tribali antiche l
Consiglio di Lucien Levy Bruhl
LA MENTALITA' PRIMITIVA
L' argomento è immenso .
Edited by barionu - 15/4/2021, 09:03